I Los Angeles Clippers (meglio noti come Pippers) nascono come associazione ONLUS per aiutare i negri disagiati e dare loro un futuro migliore come giocatori di basket, fottendosene del fatto che questi giocatori non avevano un briciolo di talento. Sono stati sin dalla loro prima apparizione in NBA in eterna lotta con i Denver Nuggets per aggiudicarsi il titolo di squadra più penosa dell'NBA, perdendo l'ambito titolo nella loro unica apparizione ai playoff, sconfiggendo i Nuggets per 4-1. Famosi per essere l'unica squadra di basket maschile capace di perdere contro una selezione femminile (infatti da quella partita hanno iniziato a schierare solo le cheerleaders), sono sempre stati bersagliata dalla sfiga e ogni giocatore che lascia questa squadra si trasforma da scarsone a campione. Il loro proprietario, Donald Sterling, è uno degli uomini più tirchi del mondo, tant'è vero che la maggior parte dei giocatori scappa da questa squadra perché ogni richiesta di aumento delo stipendio non viene mai considerata. Per non smentirsi, nel 2008 Sterling ha rifiutato la richiesta di aumento dello stipendio di Elton Brand che ha preferito andare a Philadelphia, guadagnando così 10 centesimi in più all'anno.

Il proprietario dei Los Angeles Clippers, Donald Sterling.
« I Clippers? Mai e poi mai! Voglio andare in una squadra forte, io! »
(Allen Iverson prima di andare ai Denver Nuggets)
« Andarmene dai Clippers? Ma dai, non dite assurdità »
(Elton Brand sull'aereo per Philadelphia)
« Inibiteli... »
(Gregory House su Los Angeles Clippers)
« Mamma mia! »
(Super Mario dopo una vittoria dei Clippers)

Storia

 
I primi Clippers, nella foto vediamo Idris, Caparezza, un giovane Morgan Freeman e 50 Cent.

Gli anni delle sconfitte

Il primo campionato dei Clippers è datato 1984 e già nella prima partita ottengono un risultato storico: sono la prima squadra incapace di segnare un singolo punto in tutta la partita. Dopo questa impresa sono in molti a chiedersi se questa squadra potesse essere realmente più scarsa dei Denver Nuggets, zimbello incontrastato di tutta l'NBA e la risposta non si fece attendere. L'11 settembre 1984, nello scontro diretto tra le due superpotenze i Clippers riuscirono incredibilmente a vincere a causa dello schema difensivo a colabrodo dei Nuggets. Tuttavia, i ricercatori Infasil, dopo mesi di test clinici, videro in questa squadra le potenzialità per poter scavalcare i Nuggets, dando così inizio ad un'accesissima rivalità tra le due squadre. I Clippers chiusero il campionato al penultimo posto, dovuto all'unica vittoria ottenuta quell'anno ma il presidente Sterling, dopo una straordinaria campagna di smantellamento della squadra, dichiarò esplicitamente l'obiettivo primario dei Clippers:

« Puntiamo deliberatamente a non vincere neanche una partita e per di più, se dovessimo disgraziatamente avere la prima scelta al prossimo draft, la scambieremo con la trentesima! Non ho mica soldi da spendere, io! »
(Donald Sterling)

L'unico giocatore che ebbe il coraggio di commentare la proposta del presidente fu Barack Obama, che si lasciò andare in un laconico:

« Yes, we can! »
(Barack Obama)
 
il quintetto dei Clippers nella stagione 98/99.

Gli anni '90

Negli anni '90 l'andazzo fallimentare di questa squadra non cambia affatto, inoltre Sterling, su consiglio di Maurizio Zamparini, inizia ad esonerare allenatori dopo ogni sconfitta, arrivando ad avere oltre tremila allenatori a libro paga nel solo 1991. Oltre alle solite sconfitte in campionato, arriva una sconfitta speciale in un'amichevole di beneficenza contro la squadra di basket femminile di Bologna. Per protesta, la società decise di mandare in campo per tutto il campionato 98/99 solo le cheerleaders ma i risvolti di questa scelta si riveleranno catastrofici, infatti i Clippers arrivando (come sempre) ultimi hanno ottime possibilità di avere la prima scelta al draft e, purtroppo, la ottengono. L'NBA obbliga Sterling ad accettare la prima scelta, pena una multa di 12 centesimi, quindi per la prima volta nella loro storia i Clippers potrebbero avere un campione in squadra... ma anche no. Per fortuna di tutti gli amanti del basket i Clippers scelgono Michael Olowokandi, campione universitario di salto in basso e assiduo frequentatore della via Vigentina, tutto fuorchè un giocatore di basket, quindi per almeno un paio d'anni la pessima reputazione dei Clippers è salva.

 
L'identikit di Cassel sviluppato dai ricercatori della NASA.

Nuovo millennio, il disastro

Mentre Olowokandi passa il tempo a passeggiare sul parquet e Sterling pensa solo ad accumulare soldi, una disgrazia incombe sulla seconda squadra di Los Angeles. Come da tradizione, i Clippers sul mercato vanno solo e soltanto alla ricerca di bidoni e nel 2004 presero Elton Brand, completamente spaesato ai Chicago Bulls orfani di Michael Jordan, al draft con la quarta scelta presero un grissino di nome Shaun Livingston, snobbato da tutti e considerato uno scarpone, in più riesumarono dall'area 51 un marziano disperso, a cui diedero documenti falsi e una nuova identità, sotto il nome di Sam Cassel. Incredibilmente questa squadra si qualificò ai playoff, dando vita allo scontro della verità contro i Denver Nuggets, loro avversari al primo turno. I Nuggets negli ultimi anni erano stranamente diventati una squadra e stavano riacquistando credibilità come squadra di basket, mentre i Clippers erano in caduta libera, eppure quella sfida venne vinta dai Clippers che quindi persero definitivamente il titolo di zimbello dell'NBA a favore dei Nuggets. Dopo aver perso questo importantissimo titolo, i Clippers vennero perseguitati dalla sfortuna: Livingston venne colpito dalla sindrome di Ronaldo, Cassel venne scoperto e smascherato dalla NASA, Brand ha preferito guadagnare qualche centesimo in più a Philadelphia e il resto della squadra, per evitare di essere contagiati da Livingston, si fece curare dal dottor House (non si contano superstiti).

Giocatori famosi

Lista dei giocatori che per un motivo hanno deciso di rovinarsi la carriera nei Clippers:

Curiosità

  • Nei videogiochi NBA non hanno mai e poi mai la prima scelta al draft.
  • Si sono trasferiti a Los Angeles perché i Lakers vincevano troppo, quindi bisognava bilanciare.
  • Allen Iverson preferì andare a Denver piuttosto che ai Clippers.
  • Hanno chiesto, con poca fortuna, la rivincita ai Nuggets, che dal canto loro continuano a vantarsi del titolo di "zimbello"

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