La foresta dei pugnali volanti: differenze tra le versioni

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==Kimono Hong Kong Arigatò (trad. trama)==
==Kimono Hong Kong Arigatò (trad. trama)==
Il film è ambientato in una Cina travolta da scompiglio: il sushi è troppo caldo, i [[Pokémon]] sono ancora fermi a quota 100, il [[Tibet]] è ancora uno stato scandalosamente libero. Si forma così un'alleanza ribelle, ''I pitali volanti'' (Sumokaratejudo, in cinese), composta da abili assassini e shampiste ribelli armate di phon e balsamo, che vogliono sgozzare come un agnello a Pasqua l'imperatore, ritenuto la causa di questi disagi. A nulla è valsa la scritta ''"Stiamo lavorando per voi"'' sull'autostrada: i Pitali vogliono vendetta. I Pitali vogliono più [[Tamagotchi]].<br />Nel frattempo, nel ''Padiglione delle Betoniere'', rinomato luogo di danza e [[cemento armato]], la ballerina di extreme-liscio, '''''Mei''''', è sospettata dalle guardie imperiali di essere la figlia del capo dei Pitali. Mei soffre sin dalla nascita di sordità, cecità e di un accenno appena di [[scabbia]], ma questo non la rende meno brava nel far ballare i piedi, soprattutto quando s'innaffia di saké. '''''Leo''''', una cazzutissima guardia imperiale, -così cazzuto che taglia il sushi prendendolo a testate-, mette alla prova Mei nella danza dell'Allih-Gallih-Chan-Chen, una danza quasi impossibile da eseguire a causa dei passi totalmente a vanvera. Mentre Mei si esibisce con una grazia assai celata, approfitta dell'attimo di distrazione alcolica di Leo all'open bar e tenta di ucciderlo con un passe chassé improvvisato (male). Il tutto si risolverà con Mei affogata nel Long Island di Leo e rinchiusa in una fetida di prigione con un [[gameboy]] antidiluviano che la porterà lentamente alla follia. Il puzzo insopportabile della ragazza riesce ad appestare anche le altre prigioni e ciò porterà ad una decisione drastica, ma necessaria: liberarla (anche se la decisione iniziale era gettarle addosso dell'acido muriatico per mitigare l'olezzo). A farla fuggire ci penserà una coraggiosa guardia imperiale che ha ormai perso il senso dell'olfatto e del gusto: '''''Jin'''''. Il suo compito sarà seguirla fino al covo segreto dei Pitali e distruggerlo invocando lo spirito di [[Karate Kid]]. Egli si mostrerà assai [[leccaculo]] e untuoso con Mei, assicurandole di averla liberata perché dedito alla causa dei Pitali Volanti: solo dopo un'ora si renderà conto che ella è [[sordo|sorda]] e non ha sentito un cazzo. Mentre vagano per le foreste, i due giovani hanno modo di approfondire la conoscenza: {{Dialogo|Mei|Come ti chiami?|Jin|Il mio nome è Polloallemandorle.|Mei|Cooosa?! Non ho sentito.|Jin (mimando)|IL MIO NOME È POLLOALLEMANDORLE!|Mei|Che strano nome...|Jin|Eh sì, me lo diedero quando mi infilai un pollo alle mandorle su per il naso. Non fu un bello spettacolo...}}
Il film è ambientato in una Cina travolta da scompiglio: il sushi è troppo caldo, i [[Pokémon]] sono ancora fermi a quota 100, il [[Tibet]] è ancora uno stato scandalosamente libero. Si forma così un'alleanza ribelle, ''I pitali volanti'' (Sumokaratejudo, in cinese), composta da abili assassini e shampiste ribelli armate di phon e balsamo, che vogliono sgozzare come un agnello a Pasqua l'imperatore, ritenuto la causa di questi disagi. A nulla è valsa la scritta ''"Stiamo lavorando per voi"'' sull'autostrada: i Pitali vogliono vendetta. I Pitali vogliono più [[Tamagotchi]].<br />Nel frattempo, nel ''Padiglione delle Betoniere'', rinomato luogo di danza e [[cemento armato]], la ballerina di extreme-liscio, '''''Mei''''', è sospettata dalle guardie imperiali di essere la figlia del capo dei Pitali. Mei soffre sin dalla nascita di sordità, cecità e di un accenno appena di [[scabbia]], ma questo non la rende meno brava nel far ballare i piedi, soprattutto quando s'innaffia di saké. '''''Leo''''', una cazzutissima guardia imperiale, -così cazzuto che taglia il sushi prendendolo a testate-, mette alla prova Mei nella danza dell'Allih-Gallih-Chan-Chen, una danza quasi impossibile da eseguire a causa dei passi totalmente a vanvera. Mentre Mei si esibisce con una grazia assai celata, approfitta dell'attimo di distrazione alcolica di Leo all'open bar e tenta di ucciderlo con un passe chassé improvvisato (male). Il tutto si risolverà con Mei affogata nel Long Island di Leo e rinchiusa in una fetida di prigione con un [[gameboy]] antidiluviano che la porterà lentamente alla follia. Il puzzo insopportabile della ragazza riesce ad appestare anche le altre prigioni e ciò porterà ad una decisione drastica, ma necessaria: liberarla (anche se la decisione iniziale era gettarle addosso dell'acido muriatico per mitigare l'olezzo). A farla fuggire ci penserà una coraggiosa guardia imperiale che ha ormai perso il senso dell'olfatto e del gusto: '''''Jin'''''. Il suo compito sarà seguirla fino al covo segreto dei Pitali e distruggerlo invocando lo spirito di [[Karate Kid]]. Egli si mostrerà assai [[leccaculo]] e untuoso con Mei, assicurandole di averla liberata perché dedito alla causa dei Pitali Volanti: solo dopo un'ora si renderà conto che ella è [[sordo|sorda]] e non ha sentito un cazzo. Mentre vagano per le foreste, i due giovani hanno modo di approfondire la conoscenza: {{Dialogo|Mei|Come ti chiami?|Jin|Il mio nome è Polloallemandorle.|Mei|Cooosa?! Non ho sentito.|Jin (mimando)|IL MIO NOME È POLLOALLEMANDORLE!|Mei|Che strano nome...|Jin|Eh sì, me lo diedero quando mi infilai un pollo alle mandorle su per il naso. Non fu un bello spettacolo...}}<br />
{{Dialogo|Mei (tastando)|Oh, che muscoli!, sei molto abile con l'arco... le tue gambe... sono fatte per saltare... e cos'abbiamo qui in mezzo? Varda te che roba, oh!|Jin|Mei, stai palpeggiando una betulla, io sono qui dietro.}}

E così l'idillio dei due proseguirà finché non spunteranno dei cinesi volanti e degli [[involtini primavera]] armati di [[nunchaku]] che tenteranno (invano) di intralciare i loro piani in maniera assai coreografica. Dopo aver sgominato qualsiasi bastardo giallo, Jin e Mei capiranno che ad unirli non è solo la scabbia, ma l'amore (in cinese ''Kawasaki''): purtroppo l'[[amore]] in tempi così duri e difficili non è contemplabile, quindi Mei fugge a malincuore, lasciando Jin che tenta di infilarsi una [[puzzola]] su per il naso. Egli la ritroverà qualche metro più avanti che prende di faccia un centinaio di [[canna di bambù|canne di bambù]]. Proprio mentre tutto sembra perduto per sempre, un [[pitale]] colpisce Jin in pieno volto mandandolo in [[coma]] e facendogli spruzzare una puzzola dal naso. Al risveglio si ritroverà circondato da shampiste ribelli armate di phon regolati a temperatura massima, e allora capirà di trovarsi nel covo segreto de "I pitali volanti"; ma questo anche grazie al mega-cartellone che recitava "''Benvenuti nel covo segreto dei pitali volanti!''". All'improvviso, in mezzo a loro, scorge Mei. Senza scabbia.

{{Dialogo|Jin|Mei, ma... ma... tu non hai la scabbia! È un miracolo!|Capo dei pitali volanti|Stolto, lei non ha mai avuto la scabbia, quella erano solo eruzioni cutanee, e non è mai stata né sorda né cieca: è solo scimunita! Sei stato inculato alla grande e ora ti faremo la messa in piega e te la faremo pagare cara... CARA!|Jin|Nnnnoooo!}}




{{Dialogo|Mei (tastando)|Oh, che muscoli!, sei molto abile con l'arco... le tue gambe... sono fatte per saltare... e cos'abbiamo qui in mezzo? Varda te che roba!|Jin|Mei, stai palpeggiando una betulla, io sono qui dietro.}}


E così l'idillio dei due proseguirà finché non spunteranno dei cinesi volanti e degli [[involtini primavera]] armati di [[nunchaku]] che tenteranno (invano) di intralciare i loro piani in maniera assai coreografica. Dopo aver sgominato qualsiasi bastardo giallo, Jin e Mei capiranno che ad unirli non è solo la scabbia, ma l'amore (in cinese ''Kawasaki''): purtroppo l'[[amore]] in tempi così duri e difficili non è contemplabile, quindi Mei fugge a malincuore, lasciando Jin che tenta di infilarsi una [[puzzola]] su per il naso. La ritroverà qualche metro più avanti che prende di faccia un centinaio di [[canna di bambù|canne di bambù]]. Proprio mentre tutto sembra perduto per sempre, un [[pitale]] colpisce Jin in pieno volto mandandolo in [[coma]]


==Jackie Chan Jet Li (trad. personaggi)==
==Jackie Chan Jet Li (trad. personaggi)==

Versione delle 23:20, 10 mar 2012

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« Come il vento vago per il mondo leggero e invisibile, scompaio senza lasciare traccia. Il vento va e non pensa. »
(Jin dopo aver scoperto di aver ingravidato Mei mentre fa le valigie per il Messico)

La foresta dei pugnali volanti (in inglese The forest of flying pitals, in cinese Toshiba Nagasaki Sushi Mitzubishi) è la già collaudata storia di una manciata di cinogiappensi che si menano stando inverosimilmente sospesi a mezz’aria per tre ore, quando potrebbero risolvere le cose imbracciando un Uzi e sparando follemente a manetta. Definito dalla critica "un firme dove e cinesi se pijano a cartoni in faccia", è invece definito da Zhang Yimou (il regista stesso) "un film cinese in cui finalmente si vede un barlume di tette".

Kimono Hong Kong Arigatò (trad. trama)

Il film è ambientato in una Cina travolta da scompiglio: il sushi è troppo caldo, i Pokémon sono ancora fermi a quota 100, il Tibet è ancora uno stato scandalosamente libero. Si forma così un'alleanza ribelle, I pitali volanti (Sumokaratejudo, in cinese), composta da abili assassini e shampiste ribelli armate di phon e balsamo, che vogliono sgozzare come un agnello a Pasqua l'imperatore, ritenuto la causa di questi disagi. A nulla è valsa la scritta "Stiamo lavorando per voi" sull'autostrada: i Pitali vogliono vendetta. I Pitali vogliono più Tamagotchi.
Nel frattempo, nel Padiglione delle Betoniere, rinomato luogo di danza e cemento armato, la ballerina di extreme-liscio, Mei, è sospettata dalle guardie imperiali di essere la figlia del capo dei Pitali. Mei soffre sin dalla nascita di sordità, cecità e di un accenno appena di scabbia, ma questo non la rende meno brava nel far ballare i piedi, soprattutto quando s'innaffia di saké. Leo, una cazzutissima guardia imperiale, -così cazzuto che taglia il sushi prendendolo a testate-, mette alla prova Mei nella danza dell'Allih-Gallih-Chan-Chen, una danza quasi impossibile da eseguire a causa dei passi totalmente a vanvera. Mentre Mei si esibisce con una grazia assai celata, approfitta dell'attimo di distrazione alcolica di Leo all'open bar e tenta di ucciderlo con un passe chassé improvvisato (male). Il tutto si risolverà con Mei affogata nel Long Island di Leo e rinchiusa in una fetida di prigione con un gameboy antidiluviano che la porterà lentamente alla follia. Il puzzo insopportabile della ragazza riesce ad appestare anche le altre prigioni e ciò porterà ad una decisione drastica, ma necessaria: liberarla (anche se la decisione iniziale era gettarle addosso dell'acido muriatico per mitigare l'olezzo). A farla fuggire ci penserà una coraggiosa guardia imperiale che ha ormai perso il senso dell'olfatto e del gusto: Jin. Il suo compito sarà seguirla fino al covo segreto dei Pitali e distruggerlo invocando lo spirito di Karate Kid. Egli si mostrerà assai leccaculo e untuoso con Mei, assicurandole di averla liberata perché dedito alla causa dei Pitali Volanti: solo dopo un'ora si renderà conto che ella è sorda e non ha sentito un cazzo. Mentre vagano per le foreste, i due giovani hanno modo di approfondire la conoscenza:

- Mei: “Come ti chiami?”
- Jin: “Il mio nome è Polloallemandorle.”
- Mei: “Cooosa?! Non ho sentito.”
- Jin (mimando): “IL MIO NOME È POLLOALLEMANDORLE!”
- Mei: “Che strano nome...”
- Jin: “Eh sì, me lo diedero quando mi infilai un pollo alle mandorle su per il naso. Non fu un bello spettacolo...”

- Mei (tastando): “Oh, che muscoli!, sei molto abile con l'arco... le tue gambe... sono fatte per saltare... e cos'abbiamo qui in mezzo? Varda te che roba, oh!”
- Jin: “Mei, stai palpeggiando una betulla, io sono qui dietro.”

E così l'idillio dei due proseguirà finché non spunteranno dei cinesi volanti e degli involtini primavera armati di nunchaku che tenteranno (invano) di intralciare i loro piani in maniera assai coreografica. Dopo aver sgominato qualsiasi bastardo giallo, Jin e Mei capiranno che ad unirli non è solo la scabbia, ma l'amore (in cinese Kawasaki): purtroppo l'amore in tempi così duri e difficili non è contemplabile, quindi Mei fugge a malincuore, lasciando Jin che tenta di infilarsi una puzzola su per il naso. Egli la ritroverà qualche metro più avanti che prende di faccia un centinaio di canne di bambù. Proprio mentre tutto sembra perduto per sempre, un pitale colpisce Jin in pieno volto mandandolo in coma e facendogli spruzzare una puzzola dal naso. Al risveglio si ritroverà circondato da shampiste ribelli armate di phon regolati a temperatura massima, e allora capirà di trovarsi nel covo segreto de "I pitali volanti"; ma questo anche grazie al mega-cartellone che recitava "Benvenuti nel covo segreto dei pitali volanti!". All'improvviso, in mezzo a loro, scorge Mei. Senza scabbia.

- Jin: “Mei, ma... ma... tu non hai la scabbia! È un miracolo!”
- Capo dei pitali volanti: “Stolto, lei non ha mai avuto la scabbia, quella erano solo eruzioni cutanee, e non è mai stata né sorda né cieca: è solo scimunita! Sei stato inculato alla grande e ora ti faremo la messa in piega e te la faremo pagare cara... CARA!”
- Jin: “Nnnnoooo!”



Jackie Chan Jet Li (trad. personaggi)