Jacques Lacan: differenze tra le versioni

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GLI SCRITTI MAGGIORI




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==I 4 DISCORSI==
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Versione delle 22:38, 13 gen 2008

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Jacques Lacan (Parigi 1 aprile<infatti la sua nascita fu uno scherzo per l’umanità> 1901 - 1 aprile<anche la sua morte fu uno scherzo, difatti il suo cadavere non venne mai trovato> 1981) è stato “psichiatra dell’assurdo” e filosofo francese nonché uno dei maggiori truffatori dell’umanità.



LA CARRIERA

Studiò architettura alla facoltà di medicina, specializzandosi poi in psichiatria sperimentale. Si laureò grazie alla CEPU in psichiatria nel 1932 con una tesi su “Trovare un modo per risultare genio facendo dei discorsi incomprensibili in modo che nessuno ci capisca nulla e io risulto l’unico depositario del sapere della psiche umana”. In seguito fu allievo di Rocco Siffredi per l’approfondimento della teoria fallica di Freud.



LE OPERE

I SEMINARI


Non sapendo scrivere le uniche opere che conosciamo dell’autore sono le trascrizioni dei suoi seminari del Mercoledì.


GLI SCRITTI MAGGIORI


Di fondamentale importanza risulta essere “Il seminario su La lettera rubata” durante il quale avrebbe dovuto affrontare il tema della castrazione edipica ma gli fu rubata la lettera speditagli dal suo collega contemporaneo Domenico Cosenza(che successivamente si occupò della pubblicazione e divulgazione del suo pensiero) in cui era scritto tutto ciò che doveva dire. Forse fu uno scherzo, forse un tentativo di smascherare la sua ignoranza, ma la furbizia di Lacan lo portò a modificare l’argomento parlando della lettera rubata in modo assai simbolico e metaforico. Di conseguenza nessuno come al solito capì nulla e fu inneggiata la sua genialità.

FRASI CELEBRI


“è al posto in cui noi siamo supposti sapere che siamo chiamati a essere, e a non essere nient’altro che la presenza reale in quanto inconscia” (Lacan)




I 4 DISCORSI

I dicorso

"C’era na vota nu re Vafè viscotta e minè che aveva una figlia Benfiglia viscotta e miniglia. Sta figlia benfiglia viscotta e miniglia avia n’uccello e ci volò;allura lu re Vafè viscotta e minè ittau nu bannu: “A chi trova l’uccello vafè biscotta e minello ci rugnu a me figlia Benfiglia viscotta e miniglia”. Un iornu un tintu e uusu viscotta e minusu truvau l’uccellu e iiu ndo Re: “Oh Re Vafè viscotta e minè…haia truatu l’uccellu…ora ma rati a vostra figlia benfiglia viscotta e miniglia?”...“Tintu e uusu viscotta e minusu co’on cauciu t’anfilu intra un purtusu!”"

II discorso

“Se l’arcivescopo di Costantinopoli si disarcivescostantinopolizzasse vi disarcivescostantinopolizzereste voi per disarcivescostantinopolizzare lui?”

III Discorso

“Sabba a pezza pi quannu vena u purtusu”

IV Discorso

“__________” *

  • Secondo Lacan, il quarto discorso porterebbe alla ricerca del silenzio interiore.

LA VITA

Jacques Lacan nacque da madre Coccodrillo e padre Bastoncino. Visse la sua infanzia con una forte angoscia per i vari tentativi di castrazione da parte di suo padre il quale lo costringeva a fare ogni volta che si incrociavano una specie di segno della croce a metà; dovendo dire ogni volta prima di rivolgergli la parola “Nel nome del Padre”. Questo episodio lo sconvolse a tal punto da fondare successivamente una teoria sul “Significante del nome del Padre”. Durante l’adolescenza i problemi con l’acne lo portarono a valutare criticamente il suo rapporto con lo specchio (successivamente fondò infatti la teoria dello specchio). Inoltre, la paura della castrazione(che si portò dietro per tutta la vita) lo portò a negare qualsiasi rapporto con l’altro sesso, fino a quando, in età adulta, ancora illibato capì che l’unico modo per evitare la castrazione era quella di passare da soggetto attivo(quale sarebbe dovuto essere stato) a soggetto passivo. Questo lo portò a vivere anch’egli una vita sentimentale anche se pur sempre parzialmente. Ovviamente non ebbe mai figli e morì con l’angoscia che non ci sarebbe stato nessun successore che divulgasse le sue teorie. Secondo una diceria dell’epoca durante i suoi ultimi giorni adottò Domenico Cosenza e diede a lui tutti i diritti sulle sue opere. Le cause della sua morte risultano tutt’ora misteriose.

Voci indiscrete circolano circa l'avvelenamento da parte dello stesso Cosenza per questioni d'eredità.