Giosuè Carducci: differenze tra le versioni

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[[File: Lavanda_gastrica.jpg |thumb|right|250px|L’effetto che fa la prima poesia del Carducci sul lettore]]
[[File: Lavanda_gastrica.jpg |thumb|right|250px|L’effetto che fa la prima poesia del Carducci sul lettore]]
Nel 1849 la famiglia si stabilì a [[Firenze]] dove Giosuè compì gli studi presso gli [[Scolopi]] acquisendo una discreta preparazione nel sopportare bacchettate sulle mani e ceci su per il retto e, nel 1853, dopo aver vinto il concorso per un posto a pagamento con tassa maggiorata presso la Scuola Inferiore di Pisa, si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’alfabeto, dove nel 1856 conseguì la laurea in scienza della A e nello stesso anno pubblicò le sue prime poesie sul quotidiano [[Leggo]], in cambio di un po’ di lavoro gratuito ai semafori.<br/>
Nel 1849 la famiglia si stabilì a [[Firenze]] dove Giosuè compì gli studi presso gli [[Scolopi]] acquisendo una discreta preparazione nel sopportare bacchettate sulle mani e ceci su per il retto e, nel 1853, dopo aver vinto il concorso per un posto a pagamento con tassa maggiorata presso la Scuola Inferiore di Pisa, si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’alfabeto, dove nel 1856 conseguì la laurea in scienza della A e nello stesso anno pubblicò le sue prime poesie sul quotidiano [[Leggo]], in cambio di un po’ di lavoro gratuito ai semafori.<br/>
[[File: Barbone che caga.jpg|thumb|left|250px|Un clochard in procinto di utilizzare la poesia di Giosuè]]
[[File: Barbone seduto.jpg|thumb|left|250px|Un clochard in procinto di utilizzare la poesia di Giosuè]]
Le difficoltà nel lavoro e il forte freddo temprarono il carattere del giovane Giosuè e gli conferirono un’incredibile capacità nell’accendere le proprie [[NonCitazioni:Scorreggia|scorreggie]] per riscaldarsi. La sua prima poesia fu salutata con calore dalla critica del tempo; i fogli sui quali era scritta sopperirono alla grande crisi di [[carta igienica]] del 1857, e diedero di che riscaldarsi ai [[barbone|barboni]] della città. Un importante critico del tempo, Ernesto Maria Gallone, la definì “''un'opera che collocabile tra una sgommata nel cesso ed [[Alex l'ariete]]''”.
Le difficoltà nel lavoro e il forte freddo temprarono il carattere del giovane Giosuè e gli conferirono un’incredibile capacità nell’accendere le proprie [[NonCitazioni:Scorreggia|scorreggie]] per riscaldarsi. La sua prima poesia fu salutata con calore dalla critica del tempo; i fogli sui quali era scritta sopperirono alla grande crisi di [[carta igienica]] del 1857, e diedero di che riscaldarsi ai [[barbone|barboni]] della città. Un importante critico del tempo, Ernesto Maria Gallone, la definì “''un'opera che collocabile tra una sgommata nel cesso ed [[Alex l'ariete]]''”.

=== L’insegnamento ===
=== L’insegnamento ===
Nel 1856, dopo essersi trasferito a Santa Maria a [[Mario Monti|Monti Mario]], piccolo borgo nella provincia di [[Università commerciale Luigi Bocconi|Bocconi]], insegnò come spiare la vicina di casa senza farsi beccare presso il Ginnasio di San Miniato , vivendo l'intensa esperienza che riporterà poi, nel 1863, nelle pagine di carattere autobiografico: "''Pugnette di San Miniato''". Nel corso di questo anno il poeta andò affermando la sua poetica anti-romantica e, con il gruppo di amici formato da '''Ottaviano Targioni Stronzetti''' (1833-1899), '''Giuseppe Torquato Carobbio Gargani''' (1834-1862) e '''[[Tonino Carino da Ascoli]]''' (1837-1896), era solito trascorrere le sue giornate suonando i citofoni e scappando. Per questo il gruppo fu definito “''I burloni di San Miniato''” e, più spesso, “''Quelle quattro teste di cazzo''”. Nel luglio dello stesso anno ottenne l'abilitazione all'insegnamento, ma non venne ratificata dal governo granducale la sua designazione per il concorso di rutti in la maggiore di Arezzo, che si teneva ogni anno a [[Pisa]], provincia di [[Firenze]].
Nel 1856, dopo essersi trasferito a Santa Maria a [[Mario Monti|Monti Mario]], piccolo borgo nella provincia di [[Università commerciale Luigi Bocconi|Bocconi]], insegnò come spiare la vicina di casa senza farsi beccare presso il Ginnasio di San Miniato , vivendo l'intensa esperienza che riporterà poi, nel 1863, nelle pagine di carattere autobiografico: "''Pugnette di San Miniato''". Nel corso di questo anno il poeta andò affermando la sua poetica anti-romantica e, con il gruppo di amici formato da '''Ottaviano Targioni Stronzetti''' (1833-1899), '''Giuseppe Torquato Carobbio Gargani''' (1834-1862) e '''[[Tonino Carino da Ascoli]]''' (1837-1896), era solito trascorrere le sue giornate suonando i citofoni e scappando. Per questo il gruppo fu definito “''I burloni di San Miniato''” e, più spesso, “''Quelle quattro teste di cazzo''”. Nel luglio dello stesso anno ottenne l'abilitazione all'insegnamento, ma non venne ratificata dal governo granducale la sua designazione per il concorso di rutti in la maggiore di Arezzo, che si teneva ogni anno a [[Pisa]], provincia di [[Firenze]].