Gianni Alemanno: differenze tra le versioni
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{{Citazione|E dopo il papa tedesco, il sindaco alemanno...|Tutti|Pier Paolo Pasolini|Gianni Alemanno}} |
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'''Benito Amilcare Andrea Adolfo Gianni Alemanno''' detto anche '''Paperino''', '''Lupomanno''' o '''Er |
'''Benito Amilcare Andrea Adolfo Gianni Alemanno''' detto anche '''Paperino''', '''Lupomanno''' o '''Er Fiurer''' (Salò, 1958) è un politico italiano, sindaco di Roma e, dal maggio 2008, '''Duce'''. |
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==Biografia== |
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Naque presso una modesta famiglia di origini tedesche nella periferia nord sud ovest est di Roma ai primi albori del boom economico italiano, quando i casermoni sorgevano come funghi. Il padre, un ex gerarca nazista, gli trasmise quel modo pacato di articolare le parole che noi tutti ammiriamo. La mdare, [[Donna Assunta Almirante]], che anch'essa ahinoi (anzi, a noi) aveva vissuto gli orrori della guerra, gli instillò i sani valori della [[fascismo|democrazia liberale]] fin da quando era bambino. |
Naque presso una modesta famiglia di origini tedesche nella periferia nord sud ovest est di Roma ai primi albori del boom economico italiano, quando i casermoni sorgevano come funghi. Il padre, un ex gerarca nazista, gli trasmise quel modo pacato di articolare le parole che noi tutti ammiriamo. La mdare, [[Donna Assunta Almirante]], che anch'essa ahinoi (anzi, a noi) aveva vissuto gli orrori della guerra, gli instillò i sani valori della [[fascismo|democrazia liberale]] fin da quando era bambino. |
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==Vita politica== |
===Vita politica=== |
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Studente modello e cultore del liberalismo, durante gli [[anni di piombo]] quanto è a Roma per l'università entra in contatto con il mondo dei movimenti studenteschi più moderati. Nel 1981 viene arrestato per l'aggressione a colpi di spranghe e catene di un giovane di sinistra, assieme ad altre quattro [[Alleanza Nazionale|camicie nere]]. Grazie a un [[Niccolò Ghedini|bravo avvocato]] è assolto per non aver commesso il fatto, con la tesi che era stato il giovane di sinistra ad avere aggredito lui ed i suoi quattro amici con forti testate rivolte ai manganelli e le catene, e fra l'altro fu condannato a 10 anni con l'aggravante dell'odio razziale. Questo episodio, dato che Alemanno intendeva soltanto difendere la libertà di espressione dal pericolo stalinista, lo segna profondamente e lo spinge, nel 1982, al lancio di una bomba molotov contro l'ambasciata dell'URSS: grazie alla coraggiosa azione viene notato con grande ammirazione dai movimenti di estrema destra della capitale e soprattutto dopo averlo visto nel telegiornale Pino Rauti decide di dargli in sposa sua figlia Pina. Dopo il fortunato matrimonio la carriera di Alemanno è travolgente, tanto che alla fine delgi anni '80 è già ai vertici del fascismo italiano, ma fu l'incontro con un noto televisionario lombardo a proiettare le sue ambizioni direttamente a Palazzo Chigi. |
Studente modello e cultore del liberalismo, durante gli [[anni di piombo]] quanto è a Roma per l'università entra in contatto con il mondo dei movimenti studenteschi più moderati. Nel 1981 viene arrestato per l'aggressione a colpi di spranghe e catene di un giovane di sinistra, assieme ad altre quattro [[Alleanza Nazionale|camicie nere]]. Grazie a un [[Niccolò Ghedini|bravo avvocato]] è assolto per non aver commesso il fatto, con la tesi che era stato il giovane di sinistra ad avere aggredito lui ed i suoi quattro amici con forti testate rivolte ai manganelli e le catene, e fra l'altro fu condannato a 10 anni con l'aggravante dell'odio razziale. Questo episodio, dato che Alemanno intendeva soltanto difendere la libertà di espressione dal pericolo stalinista, lo segna profondamente e lo spinge, nel 1982, al lancio di una bomba molotov contro l'ambasciata dell'URSS: grazie alla coraggiosa azione viene notato con grande ammirazione dai movimenti di estrema destra della capitale e soprattutto dopo averlo visto nel telegiornale Pino Rauti decide di dargli in sposa sua figlia Pina. Dopo il fortunato matrimonio la carriera di Alemanno è travolgente, tanto che alla fine delgi anni '80 è già ai vertici del fascismo italiano, ma fu l'incontro con un noto televisionario lombardo a proiettare le sue ambizioni direttamente a Palazzo Chigi. |