Genovesi

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« Genova per noi che stiamo in fondo alla campagna »
(Gino Paoli dopo essersi cappottato a Molassana)
« Ommu piccin tutto belin »
(Il ministro Brunetta in visita ufficiale a Palazzo Ducale)
« Abelinou no ti o l'è, ma i furbi gh'an atra faccia »
(Marinaio di Sottoripa rivolto a Sandro Bondi)


I Genovesi sono gli abitanti di Genova. Pur essendo italici, le loro usanze sono curiose e bizzare e del tutto analoghe a quelle degli Ouandè del basso Mali. L'antropologo e industriale, Levi-Strauss, ne ha studiato costumi e pantaloni a lungo, addivenendo, nella sua famosa opera "Ouva", a questa lapidaria conclusione: "Sti zeneisi a mi me sembran touti bulicci".

Caratteristiche fisiche principali

L'evoluzione della specie ha reso i genovesi piccini e minuti. In questo modo riescono a risparmiare sul cibo, sulla stoffa per i vestiti e riescono ad entrare al cinema pagando il biglietto ridotto. Inoltre hanno acquisito la vista notturna, così da non dover pagare la bolletta dell'Enel. Una percentuale consistente della popolazione genovese è infine dotata del potere "ipnotismo", che viene usato per non pagare il conto al ristorante e anche altrove.


Habitat

La stanza più importante della casa del genovese è senz'altro la dispensa/magazzino/garage, ovvero tutti quei luoghi dove si possono ammassare le cose utili e soprattutto quelle inutili. Infatti il genovese, per principio, "non butta via mai niente". Alla luce di ciò non importa se la cucina è un loculo e nel salotto c'entrano solo due sedie e il gatto. Il fattore importante, che determina anche il valore della casa, è poter disporre di un ripostiglio capiente.

In dispensa vengono accantonati, oltre a prodotti alimentari che permettono l'autosufficienza fino al 2015, altri articoli non di prima necessità. A titolo di esempio possiamo elencare:

  1. la collezione completa di diabolik, così "quando ne ho voglia li rileggo";
  2. la vanga rubata durante il servizio militare "mi può venir bene per uccidere la suocera";
  3. il vecchio telefono analogico "che poi prende valore come modernariato";
  4. i quaderni della scuola elementare "che sono un ricordo";
  5. il primo dildo in lattice naturale "questo è proprio da conservare!";

Sono inoltre presenti, in qualsiasi dispensa genovese che si rispetti, migliaia di vestiti di tutte le fogge e di tutte le misure, derivanti da lasciti, eredità, legati, comodati d'uso e donazioni, la carrozzina di ferro usata dalla zia Aldemira e alcune anfore tramandate dagli antenati che vivevano sotto Teodosio il Grande.

Temperamento del genovese

I genovesi: un po'di storia

Storia Antica

Il popolo dei genovesi è stato scoperto nel 1345 dallo scienziato Austriaco Dante Alighieri mentre navigava lungo le coste della liguria, imbattutosi in un temporale Dante approdò in una sconosciuta località marittima dove con suo stupore fu accolto da un branco di primati (vagamente somiglianti all'uomo) che lo accolsero e con grugniti e sbuffate di simpatia lo accompagnarono alle loro tane. La storia dei genovesi è poi divenuta leggenda oramai tutti conoscono la storia dell'antico popolo che rappresenta l'annello mancante dell'evoluzione delle giraffe. Dal 1345 in poi molti furono i pellegrini che andavano a Genova credendo i Genovesi la mitica stirpe figlia del Dio Pagano Izzurtulo, poi la passione via via scemò e oltre a qualche raro turista solo i biologi erano soliti recarsi in questa località; Quindi il gruppo GPSSS (Gruppo Salvaguardia Specie Sottosviluppate) decise di abbellire il paesaggio di genova cambiando un po' lo scenario e costruendovi un'acquario (un po' come si fa nel presepe costruendoci il laghetto).

Storia Moderna

Nella storia moderna sono molti gli animalisti che vorrebbero equiparare i Genovesi ad altre specie viventi come le piante, molte sono state le battaglie portate avanti da Greenpeace che ha sfilato più volte per i loro diritti tra cui è molto nota la battaglia per concedergli delle degne case di cui qui abbiamo una foto.

Come si riconoscono i Genovesi?!

I genovesi essendo dotati di più stomaci e appartenendo ai ruminanti sono riconoscibili dalla masticazione continuata che può durare anche tutta la giornata. Un altro segno inconfondibile dei Genovesi è la loro continua mobilità oculare, infatti un genovese è incapace di guardare fisso in un punto per più di 0.5 ns e deve costantemente muovere i suoi occhi per guardare da un punto a un altro, gli scienziati credono che questo derivi dal fatto che essendo cacciatori di formicole dovessere essere sempre attenti alle loro prede e allo stesso tempo attenti a non essere inchiappettati mentre erano chini a mangiarle. Un altro particolare che li rende distinguibili dal terreno circostante è la presenza di edera sulla loro testa, cosa che intrigò molto Dante il quale tentò di riprodurre questo look con l'alloro, nonché la presenza di macchie a forma di peperone sul corpo.

Dieta alimentare

Come già detto i Genovesi sono formicoliveri e anche Ornitorinchivori, cacciano soprattutto la notte ma anche il giorno di Santo Stefano e di Ferragosto. Durante la notte è possibile vederli cacciare a causa dei loro occhi scintillanti per l'epatite Z contratta mangiando Ornitorinchi .