Gaúcho Toffoli

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Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Gaúcho Toffoli



« Ha segnato 400 gol in Brasile! »

Luis Carlos Ignacio Ricardo Joelson Warley Leao Piersilvio Rivelino Ypsilon De la Cruz Toffoli detto Gaucho è stato, per molti anni, il più forte giocatore della nazionale brasiliana di calcio per viados.

Carriera

Gli esordi

Luis Carlos Ignacio Ricardo Joelson Warley Leao Piersilvio Rivelino Ypsilon De la Cruz Toffoli nasce, svariati anni fà, nella più povera e malfamata di tutte le favelas della periferia nord di Porto Alegre, la stessa città che in futuro darà i natali anche a Ronaldinho. Quest'ultimo però, purtroppo per lui, non sarà mai in grado di raggiungere il tasso tecnico ed alcolemico di Luis Carlos.

Appena raggiunta l'età della ragione, quindi intorno ai 28 anni, Luis capisce, guardando per sbaglio la proprio carta d'identità, di essere brasiliano, e per questo, secondo i suoi labili neuroni debilitati da una vita di stenti, un calciatore.

Effettua quindi vari provini presso le più rinomate squadre brasiliane, come il Piracicaba o il Santo Andrè, ma ogni volta viene, inspiegabilmente, scartato e rimandato a casa tra le risate generali dei raccattapalle.

Proprio quando è sul ponto di mollare tutto per dedicarsi al mestiere di zappatore, viene contattato dal presidente della squadra nipponica per transessuali dei Verdy Kawasaki, che gli propone un ottimo ingaggio, ma solo se prima si sottoporrà ad un'operazione per il cambiamento di sesso. Dopo aver valutato per qualche tempo la proposta ed aver sciolto i dubbi che sarebbero venuti a chiunque in una simile situazione (del tipo: "Verdy? Ma se in Giappone sono tutti gialli!", oppure: "Kawasaki? Ma io non ci so andare in moto!"), egli accetta, si sottopone all'operazione e comincia la sua fantastica carriera da calciatore professionista con un nuovo nome: El Gaucho che in nippobrasiliano vuol dire Grandissimo ricchione che non sa nemmeno tirare i rigori.

L'ascesa

I primi mesi a Tokyo sono fantastici per il Gaucho, che subito diventa idolo delle tifoserie avversarie e cliente eccezionale per qualsiasi venditore di Sakè: unendo al suo tocco di palla insicuro e macchinoso i proverbiali effetti del potente liquore giapponico, egli riesce a segnare ben 150 gol nella sua prima stagione da professionista, tirando a casaccio verso una porta qualsiasi del terreno di gioco, senza essere minimamente a conoscenza di quale sia quella difesa dal suo portiere.

A fine stagione riceve l'importante chiamata del Flamengo, alla ricerca del sostituto del partente bomber Ordinho, i cui dirigenti sono rimasti colpiti dalle sue doti, e, pur tra mille ripensamenti ("Flamengo? Ma io no so ballare nemmeno la mazurka!"), decide di tornare in patria dove, in sole tre stagioni, segna più di 400 gol nei tornei in spiaggia tra viados (principale attrattiva turistica brasiliana), più di 1000 a calciobalilla e vince i mondiali con il Congo Belga giocando a Virtua Striker nel bar sotto casa.

Impressionato da questi numeri, Mimmo Cataldo, ai tempi DS del Lecce, lo contatta e lo porta in Italia, presentandolo ai tifosi giallorossi come bomber infallibile, adattissimo al nuovo progetto tecnico della squadra salentina, secondo il quale "Per venire al Lecce i calciatori devono costare poco, ma se non costano nulla è ancora meglio".

Il declino