Belluno: differenze tra le versioni

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==Etnie==
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Nella provincia di Belluno convivono molte diverse etnie e popolazioni. Nella parte a est ci sono dei montanari vecchi e cocciuti che si sono barricati su per una montagna e quando qualcuno va lì per fare amicizia lo cacciano a sassate. Questi amichevoli tizi abitano in Alpago (Pagottolandia) e sono tuttoggi chiamati "pagòti" o "pagòt". La loro evoluzione cerebrale è pari a quella di un australopiteco, ma negli anni si sono organizzati e hanno imparato come usare le clave (l'oggetto che serve ad attaccare la clava alla cintura si chiama 'portaclave'). Nella parte sud della provincia vivono i cosidetti "feltrini": essi si differenziano dagli altri per il tipico colore rosso del viso. Infatti, visto che lì da qualche parte c'è una birraia o qualcosa del genere, bevono birra 65 ore al giorno e ne escono pesantemente ubriacati.
Nella provincia di Belluno convivono molte diverse etnie e popolazioni. Nella parte a est ci sono dei montanari vecchi e cocciuti che si sono barricati su per una montagna e quando qualcuno va lì per fare amicizia lo cacciano a sassate. Questi amichevoli tizi abitano in Alpago (Pagottolandia) e sono tuttoggi chiamati "pagòti" o "pagòt". La loro evoluzione cerebrale è pari a quella di un australopiteco, ma negli anni si sono organizzati e hanno imparato come usare le clave (l'oggetto che serve ad attaccare la clava alla cintura si chiama 'portaclave'). Nella parte sud della provincia vivono i cosidetti "feltrini": essi si differenziano dagli altri per il tipico colore rosso del viso. Infatti, visto che lì da qualche parte c'è una birraia o qualcosa del genere, bevono birra 65 ore al giorno e ne escono pesantemente ubriacati.
Da ricerche condotte dai Labortatori Garnier(c) alcuni abitanti del centro a Belluno, nei comuni di Santa Giustina, Sospirolo e San Gregorio nelle Alpi si ritengono "normali", considerando rozzi e arretrati gli abitanti del resto della provincia, accoglendoli in "città" con l'espressione "Atu vist i malghèr?". Spesso evitano di mischiarsi con le razze barbare inferiori che talvolta calano dal nord, comunicando in un linguaggio che taluni in provincia definiscono come "Taliàn" (italiano).
Sembra che i tizi normali vivano solo in centro a Belluno e nei comuni di Santa Giustina, Sospirolo e San Gregorio nelle Alpi (forse).
Un esempio di popolazione barbara è rappresentato dai Gnas che infestano da tempi immemori le valli dell'Agordino. Diffidenti e schivi la loro presenza è necessaria all'umanità data la loro propensione alla produzioni di lenti che fabbricano incessantemente 24h su 24h dal lunedì al sabato. Giunto il dì di festa (sabato sera) da secoli i loro rutti echeggiano e rimbombano per le valli, testimoniando la loro esistenza e rassicurando il mondo..."da lunedì faremo ancora lenti". Il nemici tipici dei Gnas sono i Saiock con i quali vengono intrapresi scontri (quasi) non violenti quali le "coppe chiosco", nel nome della Dea Cioka, che entrambe le etnie venerarno tentando di ingarziasela, ingurgitando il maggiore quantitativo possibile della sostanza votiva Alcool.

[[categoria:Città d'Italia]]
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Versione delle 17:02, 28 lug 2010

Nonquote contiene deliri e idiozie (forse) detti da o su Belluno.


Belluno

(Stemma)

"Sani e grathie!"

(Motto)

Posizione geografica persa per sempre
Anno di fondazione non pervenuto, ma da Flavio Ostilio, ubriacone romano in preda ad un overdose di ectasy
Abitanti 30.000 belumat, 5.000 vacche e un branco di mufloni ingrifati
Etnia principale Homo alcool sapiens, ceterum nescens
Lingua in genere una. A volte biforcuta nelle femmine di mezza età note come "babe"
Sistema di governo Magistrato alla legna e ai boschi (a volte in provincia di Bolzano)
Moneta il baratto è ancora ampiamente diffuso in città
Attività principale la mona
« Chela roba là no l'è dura gnanca da Nadàl (Natale) a San Stèfen! »
(Moglie a marito, a letto)
« Il cielo d'irlanda si sfama di muschio e di lana »
(Fiorella Mannoia la prima volta che è stata a Belluno)
« Belluno ottiene l'autonomia! »
(Folgorato autoctono in sogno di una notte di mezza estate)
« Chissà...chissà chi sei...chissà che sarai...chissà che sarà di voi...lo scoprirete solo vivendo »
« Co coron fon fin fun (quando corriamo facciamo perfino fumo) »

Fra le Prealpi e le bellissime Dolomiti si erge un agglomerato urbano che taluni si ostinano a chiamare città nonostante presenti ancora le caratteristiche di un paesetto montano. Stiamo proprio parlando di Belluno. È sostanzialmente una località in culo al mondo, tanto che neppure nelle provincie limitrofe si è a conoscenza della sua esistenza. Per un tempo assai lungo è stato una zona di confine fra il mondo veneto e quello tedesco, tanto che ancora oggi molti turisti sono convinti che appartenga alla Provincia di Bolzano. Nel 1404 è invece stato annesso alla Serenissima, e spacciato per veneto. Sono appunto i veneti per primi a dire che la non fa provincia, o perlomeno che non è etnicamente veneto in quanto non si riesce nemmeno a comprendersi parlando.

Storia

Si dice che dalla preistoria fino al 1404 i bellunesi controllassero il settore import-export dei traffici di ferro con l'oltralpe, imparando a masticare la pirite e sputare acciaio. Sono rinomate le spade bellunesi. Dopo l'annessione alla Serenissima la Provincia di Belluno è diventata una piccola colonia veneta, utile per la fornitura di legname. I tronchi, imballati in zattere prefabbricate con sofisticate macchine a poliuretano espanso, venivano trasportati lungo il corso del Piave da mitologiche creature chiamate "Zattieri". I viaggi titanici di questi strani esseri sono narrati su tavolette di pietra in caratteri cuneiformi Sumeri rinvenibili da chiunque direttamente sul greto del fiume ormai sempre in secca. Sebbene siano così ben conosciute le loro imprese per la consegna del legname a Venezia, rimane avvolto nei sette misteri gaudiosi il loro ritorno tra le montagne. Dopo aver studiato le orme dei tronchi lasciate lungo il corso del Piave, Piero e Alberto Angela hanno concluso che molto probabilmente gli zattieri tornavano a Belluno nuotando contro corrente alternando lo stile libero allo stile salmone. Per la loro grande puntualità nelle consegne, gli Zattieri godono ancora oggi di grande fama nella città che, nonostante si siano estinti, li festeggia ogni anno in un derby del cuore "Partigiani vs Zattieri". Il legname consegnato serviva per l'arsenale veneziano, per il pagamento di tributi e per farsi bruciare in nome della difesa contro Carlo IV d'Asburgo. Ancora oggi vi sono dei moti nazionali per rivendicare l'autonomia della Provincia.

Geografia

La parte alta della Provincia è completamente montuosa e abitata dai ladini. Sono una tribù probabilmente autoctona che parla un idioma che tutti reputano incomprensibile, quasi come l'italiano. Verso l'alpago, nella riserva del Cansiglio, vengono conservati in vitro alcuni resti dei Cimbri. La parte bassa è costituita dalla larga valle del Piave. Resta un mistero l'amministrazione del territorio: gli studiosi pensano sia in provincia di Bolzano (Bellunese), la maggioranza della popolazione italiana pensa sia in provincia di Cortina mentre Venezia è convinta che appartenga al Magistrato alla Legna e ai Boschi. Alcuni autoctoni parlano di un luogo oscuro che loro stessi chiamano "Alpago"; Tolkien a suo tempo vi si ispirò e creò Mordor.

Economia

I bellunesi sono abituati a lavorare continuamente e prenderla sempre in culo dal resto del Veneto, nonchè dalle vicine regioni autonome, soprattutto dal Trentino Alto Adige. Le industrie sono prevalentemente meccaniche e lattiero-casearie. Importante la presenza del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e di un settore di volontari e piccole imprese che riescono ad arginare i danni delle catastrofi naturali prima ancora che arrivino i soccorsi.

Etnie

Nella provincia di Belluno convivono molte diverse etnie e popolazioni. Nella parte a est ci sono dei montanari vecchi e cocciuti che si sono barricati su per una montagna e quando qualcuno va lì per fare amicizia lo cacciano a sassate. Questi amichevoli tizi abitano in Alpago (Pagottolandia) e sono tuttoggi chiamati "pagòti" o "pagòt". La loro evoluzione cerebrale è pari a quella di un australopiteco, ma negli anni si sono organizzati e hanno imparato come usare le clave (l'oggetto che serve ad attaccare la clava alla cintura si chiama 'portaclave'). Nella parte sud della provincia vivono i cosidetti "feltrini": essi si differenziano dagli altri per il tipico colore rosso del viso. Infatti, visto che lì da qualche parte c'è una birraia o qualcosa del genere, bevono birra 65 ore al giorno e ne escono pesantemente ubriacati. Da ricerche condotte dai Labortatori Garnier(c) alcuni abitanti del centro a Belluno, nei comuni di Santa Giustina, Sospirolo e San Gregorio nelle Alpi si ritengono "normali", considerando rozzi e arretrati gli abitanti del resto della provincia, accoglendoli in "città" con l'espressione "Atu vist i malghèr?". Spesso evitano di mischiarsi con le razze barbare inferiori che talvolta calano dal nord, comunicando in un linguaggio che taluni in provincia definiscono come "Taliàn" (italiano). Un esempio di popolazione barbara è rappresentato dai Gnas che infestano da tempi immemori le valli dell'Agordino. Diffidenti e schivi la loro presenza è necessaria all'umanità data la loro propensione alla produzioni di lenti che fabbricano incessantemente 24h su 24h dal lunedì al sabato. Giunto il dì di festa (sabato sera) da secoli i loro rutti echeggiano e rimbombano per le valli, testimoniando la loro esistenza e rassicurando il mondo..."da lunedì faremo ancora lenti". Il nemici tipici dei Gnas sono i Saiock con i quali vengono intrapresi scontri (quasi) non violenti quali le "coppe chiosco", nel nome della Dea Cioka, che entrambe le etnie venerarno tentando di ingarziasela, ingurgitando il maggiore quantitativo possibile della sostanza votiva Alcool.