Nonbooks:Come diventare Presidente del Consiglio

« Cribbio! Un Manuale ci voleva proprio! »

(Silvio Berlusconi su questo Manuale.)

« A che serve un manuale, quando puoi truccare le elezioni tranquillamente? »

(Qualsiasi politico italiano.)

« Elezioni? Presidenti? E chi ne ha bisogno: qui si sta tanto bene senza! »

(Stalin su Presidente del Consiglio.)

Ecco a voi un manuale per realizzare i vostri sogni: se avete processi in corso, se state evadendo le tasse o organizzando un giro di escort. Tenetevelo stretto, mi raccomando!

Parte 1

• Requisiti:

- Avere collegamenti con la Mafia (con la consulenza di Marcello dell'Utri).

Senza di questi, non avrete i voti dell'Italia meridionale. Anche se nessuno in sicilia ha la scheda elettorale, con questi riuscirete ad avere un milione di voti (anche se lì ne abitano la metà).

- Avere un patrimonio sconfinato.

Utile per comprarsi qualche deputato. In alternativa, può essere utile organizzarsi un giro di "nipoti di Mubarak".

- Avere un jet pronto per partire in Russia.

Non si sa mai!

• Inredienti:

- Un partito nuovo

- Tanti comizi inutili

- Una televisione e/o un giornale

- Un chirurgo plastico

- Una graffetta di Mc Gyver

Parte 2

Procedimento:

• Fondate un partito nuovo (oppure, se avete già uno, usatelo cambiandogli il nome). Questo partito dovrà avere un nome tanto imbecille quanto altisonante.

• Usate lo stemma del partito per farne delle bandiere da usare per fare un sacco di inutili comizi dove sparerete un sacco di cazzate, e subito dopo dire di non averle mai dette.

No, questo non basta: vale a malapena mezzo Deputato.

• Comprate un certo numero di deputati, sufficienti per garantirvi la fiducia in senato. Usate il vostro patrimonio per fare shopping in Parlamento.

• Andate dal vostro miglior chirurgo plastico e fatevi siliconare la faccia, stirare le rughe e trapiantare i capelli: per tenere fisso il sorriso, servitevi della graffetta di Mc Gyver.

• Una volta che il trattamento anti-età è completato, comparite sui giornali e nelle trasmissioni politiche per imbambolare il pubblico e dire che se Venezia ha il mare, allora deve avercelo anche Milano.