Alfonso Pecoraro Scanio: differenze tra le versioni

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L''''Alfonisius pecorarius scanii''' è una specie pre-umana rispetto ad ''Homo Sapiens'' L., scoperta da [[Roberto Giacobbo]] (uno dei più grandi ricercatori di tutti i tempi, anche futuri). Questa specie viene riconosciuta come iniziale della successione evolutiva che portò alla comparsa della specie ''Caput minchiae'' G.
L<nowiki>'</nowiki>'''Alfonisius pecorarius scanii''' è una specie pre-umana rispetto ad ''Homo Sapiens'' L., scoperta da [[Roberto Giacobbo]] (uno dei più grandi ricercatori di tutti i tempi, anche futuri). Questa specie viene riconosciuta come iniziale della successione evolutiva che portò alla comparsa della specie ''Caput minchiae'' G.


[[File:Alfonso Pecorario Scanio primitivo.jpg|right|thumb|200px|Un branco di Alfonsis a caccia.]]
[[File:Alfonso Pecorario Scanio primitivo.jpg|right|thumb|200px|Un branco di Alfonsis a caccia.]]
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== La nascita ==
== La nascita ==


Secondo il [[manuale delle Giovani Marmotte]], Pecoraro Scanio nacque intorno all'[[anno 0]] da un sacchetto dell'immondizia andato in decomposizione (per questo si oppone cosi vivacemente alla costruzione di nuovi inceneritori). Suoi genitori putativi sono il [[Bassolino|Magno Sorcio Bassolinus]], lontano parente di [[Topolino]], il quale ha preso subito le distanze disconoscendolo su un articolo apparso sul [[Corriere dei Piccoli]], e la cattivissima strega Jervolinik. Tutt'ora però il significato del suo nome resta un mistero, si pensa che anagrammandolo si possa evocare il [[diavolo]] Andreottius in persona.
Secondo il [[manuale delle Giovani Marmotte]], Pecoraro Scanio nacque intorno all'[[anno 0]] da un sacchetto dell'immondizia andato in decomposizione (per questo si oppone così vivacemente alla costruzione di nuovi inceneritori). Suoi genitori putativi sono il [[Bassolino|Magno Sorcio Bassolinus]], lontano parente di [[Topolino]], il quale ha preso subito le distanze disconoscendolo su un articolo apparso sul [[Corriere dei Piccoli]], e la cattivissima strega Jervolinik. Tuttora però il significato del suo nome resta un mistero, si pensa che anagrammandolo si possa evocare il [[diavolo]] Andreottius in persona.


== L'infanzia ==
== L'infanzia ==
Di natura schiva e poco incline ai rapporti interpersonali se non prettamente anali, il giovane Pecoraro Scanio ebbe un infanzia gioiosa e spensierata crescendo nelle salubri valli di [[Napoli|Monnezzopoli]], dove intanto i genitori, [[Bassolino|Magno Sorcio Bassolinus]] e la cattivissima strega [[Rosa Russo Jervolino|Jervolinik]], conquistarono il potere attraverso un colpo di stato attuato con 2 legioni di ratti e con l'appoggio politico del signore del male D'Alemix.
Di natura schiva e poco incline ai rapporti interpersonali se non prettamente anali, il giovane Pecoraro Scanio ebbe un infanzia gioiosa e spensierata crescendo nelle salubri valli di [[Napoli|Monnezzopoli]], dove intanto i genitori, [[Bassolino|Magno Sorcio Bassolinus]] e la cattivissima strega [[Rosa Russo Jervolino|Jervolinik]], conquistarono il potere attraverso un colpo di Stato attuato con 2 legioni di ratti e con l'appoggio politico del signore del male D'Alemix.


Al giovane Pecoraro (chiamato affettuosamente Pecorino) i genitori diedero, per levarselo dalle [[palle]] essendo diventato insopportabile con i suoi continui rifiuti, una stanza nel castello di [[Napoli|Monnezzopoli]] dove trascorreva tutti i pomeriggi in compagnia del suo mentore [[Prodi]]torius che gli insegnò... un [[cazzo]], infatti entrambi passavano le ore a fissare il [[vuoto]] e a lanciare le [[caccole]] che cadevano copiosamente dal naso del giovane Pecoraro. Solo in seguitò si capì che non erano caccole ma pezzi di cervello.
Al giovane Pecoraro (chiamato affettuosamente Pecorino) i genitori diedero, per levarselo dalle [[palle]] essendo diventato insopportabile con i suoi continui rifiuti, una stanza nel castello di [[Napoli|Monnezzopoli]] dove trascorreva tutti i pomeriggi in compagnia del suo mentore [[Prodi]]torius che gli insegnò... un [[cazzo]], infatti entrambi passavano le ore a fissare il [[vuoto]] e a lanciare le [[caccole]] che cadevano copiosamente dal naso del giovane Pecoraro. Solo in seguitò si capì che non erano caccole ma pezzi di cervello.