Vita di Galileo

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« Sventurata la terra che ha bisogno d'idraulici! »
(Galileo nella scena in cui gli si intasa il cesso)

La Vita di Galileo (in tedesco Leben des Galilei mit bratwurst und kartoffel) è un'opera teatrale di Bertolt Brecht.
Intellettuale scomodo salito agli onori della ribalta per aver definito il regime nazista "un tantino troppo violento", Bertolt Brecht scrisse Vita di Galileo nel 1939. Sapendo che un testo così fortemente politicizzato non avrebbe mai ottenuto il via libera da parte degli organi di censura nazisti, Brecht aggiunse alla sua opera alcune ricette prese dall'agenda di Suor Germana e la spacciò per un libro di cucina regionale.
Leben des Galilei mit bratwurst und kartoffel fu il successo editoriale del 1939, anche perché la censura nazista aveva messo al rogo tutti gli altri romanzi degni di nota e l'unica opera di narrativa presente sul mercato era La mucca fa mu, la pecora fa be, un libro per bambini con problemi di apprendimento.

Trama

La copertina della prima edizione.

Padova, 1610. Il vulcanico Galileo Galilei, nel giro di mezza giornata, inventa il cannocchiale, dimostra la fondatezza del sistema copernicano e scopre che fine ha fatto Carmen Sandiego.
Pensando di fare cosa gradita, Galileo mette a conoscenza delle sue scoperte la Chiesa, la quale però accoglie le rivelazioni con tiepido entusiasmo:

« Sì ok, interessante, ma non potrebbe tenere per lei la faccenda della Terra che gira attorno al Sole? »

Galileo, da scienziato integerrimo e pisano doc, risponde "Puppami la fava!" e pubblica le sue teorie nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Temendo che il diffondersi delle idee galileiane possa spalancare le porte all'ateismo e soprattutto spingere la plebe a destinare altrove il proprio otto per mille, La Chiesa decide di mettere a tacere lo scienziato. Galileo inizia così a ricevere telefonate mute nel cuore della notte, trova spesso le gomme tagliate e un giorno uno sconosciuto gli sussurra all'orecchio:

« Lei ha una bella figliola, signor Galilei, sarebbe un peccato se qualcuno le tagliuzzasse quel suo bel visino. »

Galileo resiste stoicamente fino al 1633, quando, convocato a Roma con l'inganno ("Si è liberato un posto fisso come insegnante di matematica, le interessa?"), viene costretto dall'Inquisizione ad abiurare apertamente le sue scoperte, pena la scomunica e la depilazione inguinale a strappo.
Il dramma si conclude, in maniera del tutto spiazzante, con la ricetta del fegato alla berlinese.

Messaggio dell'opera

Appare subito evidente che la Chiesa ottusa e oscurantista descritta in questo dramma rappresenta il governo nazista, mentre la figura di Galileo rappresenta quella dell'intellettuale che non si piega davanti a nessuna minaccia pur di arrivare alla verità.
Il messaggio dell'opera, dunque, è che i nazisti sono delle merde.
Del resto sono le stesse identiche parole che Brecht mette in bocca a Galileo nella scena III, quando lo scienziato discute col suo allievo Sarti dell'origine delle macchie solari.

Personaggi

Note dell'autore

La riedizione del 1956 è arricchita da alcune illuminanti note finali dello stesso Brecht, del tipo:

  • L'attore che interpreta Galileo deve farsi crescere una vera barba, non riciclare quella del costume di Babbo Natale.
  • L'attrice che interpreta la figlia di Galileo deve andare in scena sempre senza reggiseno e con la maglietta bagnata.
  • Per sottolineare la vicinanza ideologica tra Chiesa del '600 e nazismo, gli interpreti dei dignitari ecclesiastici devono parlare un tedesco caricaturale ed esclamare "Heil Hitler!" ogni volta che entrano in scena.
  • Tutti gli attori dovrebbero andare in scena preferibilmente sobri.

Voci correlate