Utente:Sanjilops/Dicono di lui

Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Barack Obama


« Sì, possiamo! »
(Un motto della campagna presidenziale di Obama)
« Cambiamento in cui possiamo credere »
(Un altro motto della campagna presidenziale di Obama)

Barack Hussein Obama Jr. (Honolulu, 4 agosto 1961) è un politico statunitense.

Dopo aver vinto le elezioni primarie, sarà il candidato del Partito Democratico alla Presidenza degli Stati Uniti nelle elezioni del 2008. Ha ottenuto l'investitura ufficiale durante la convention del partito che si è tenuta a Denver tra il 25 e il 28 agosto 2008.

È il senatore junior per l'Illinois ed è attualmente l'unico senatore non bianco.[1] Per l'esattezza è nato negli Stati Uniti da padre nero del Kenya e da madre bianca del Kansas. Negli Stati Uniti d'America molti lo considerano, usando un'accezione discutibile del termine (poichè solo uno dei due genitori è di colore), afroamericano.[2]

La prima circostanza che gli ha accordato vasta notorietà nazionale è stata la convention democratica del 2004, della quale ha pronunciato il discorso introduttivo. Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.[3]

Dopo un lungo testa a testa ha battuto a sorpresa l'ex first lady e senatrice dello stato di New York Hillary Clinton (ritenuta dai sondaggi la grande favorita della vigilia) alle elezioni primarie del Partito Democratico. Il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination democratica, diventando così il primo nero a correre per la Casa Bianca.

Primi anni

Barack Obama nacque al Queen's Medical Center[4] di Honolulu da Barack Hussein Obama Sr., un keniota agnostico, ex pastore di capre ed all'epoca studente straniero, e da Ann Dunham, proveniente da Wichita, in Kansas; al momento della sua nascita entrambi i genitori erano giovani studenti universitari.[5]

Riguardo gli anni passati alle Hawaii, Obama ha scritto in seguito:

« È ironico che la mia decisione di occuparmi di politica sia nata quando mi sono trasferito in una grande città continentale e non nel periodo in cui vivevo nelle Hawaii, che comunque costituiscono ancora il mio punto di riferimento. »

Nel 1963 i genitori si separarono e successivamente divorziarono; il padre andò all'Università di Harvard per conseguire un dottorato, e infine tornò in Kenya[6], dove morì in un incidente stradale nel 1982[7]: rivide il figlio solo in un'occasione. La madre invece si risposò con Lolo Soetoro, un altro suo ex collega universitario, da cui ebbe una figlia. Soetoro proveniva dall'Indonesia, si laureò in geografia nel 1962, morì poi il 2 marzo del 1993. Obama si trasferì quindi con la famiglia a Giakarta, dove nacque la sorellastra di Obama, Maya Soetoro-Ng. A Giakarta, Obama frequentò le scuole elementari da 6 a 10 anni[8].

A dieci anni, Obama ritornò a Honolulu per ricevere un'istruzione migliore. Fu cresciuto prima dai nonni materni, (Madelyn Dunham), e poi dalla madre. Si iscrisse alla quinta elementare della scuola Punahou, dove si diplomò con ottimi voti nel 1979[9][10]. La madre di Obama morì di cancro pochi mesi dopo la pubblicazione dell' autobiografia di Barack Obama, Dreams from My Father [11].

Nel suo libro Dreams from My Father, pubblicato in Italia da Nutrimenti con il titolo "I sogni di mio padre", Obama descrive la sua esperienza di crescere con la famiglia di sua madre; una famiglia di ceto medio, e, ovviamente, bianca. La conoscenza del suo padre nero assente derivò principalmente dalle storie della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: "Che mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me — che era nero come la pece, mentre mia madre bianca come il latte — non ci feci neppure caso."[12] Da giovane, lottò per riconciliare le percezioni sociali sulla sua eredità multiculturale. Obama scrive sul suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per "togliermi dalla testa la domanda su chi fossi."[13]

Dopo il liceo, Obama studiò per un paio d'anni all'Occidental College, prima di spostarsi al Columbia College della Columbia University. Là si laureò in scienze politiche, con una specializzazione in relazioni internazionali.[14][15] Dopo la laurea, lavorò per un anno alla Business International Corporation (ora parte del The Economist Group), una ditta che forniva notizie economiche di carattere internazionale alle aziende clienti.[16] Si trasferì poi a Chicago, per dirigere un progetto non profit che assisteva le chiese locali nell'organizzare programmi di apprendistato per i residenti dei quartieri poveri nel South Side.[15][17]

Nel 1988, Obama lasciò Chicago per tre anni per studiare giurisprudenza ad Harvard. Nel febbraio 1990 diventò il primo presidente afroamericano della celebre rivista Harvard Law Review.[18] Nel 1989, durante uno stage estivo presso uno studio legale specializzato in diritto societario conobbe Michelle Robinson, avvocato associato nello stesso studio. Si laureò magna cum laude nel 1991 e sposò Michelle nel 1992. In seguito anche lui diviene avvocato, anche se non esercita la professione.

Tornato a Chicago, Obama diresse un movimento per far registrare al voto quanti più elettori possibili (voter registration drive), poi come avvocato associato lavorò per difendere organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili e del diritto di voto presso lo studio legale Miner, Barnhill & Galland, e insegnò diritto costituzionale presso la Scuola di legge dell'Università di Chicago, dal 1993 fino alla sua elezione al Senato federale nel 2004.[17]

L'impegno politico

Il Senatore Obama incontra il Premio Nobel per la Pace Wangari Maathai

L'impegno politico di Obama cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò il presidente Bill Clinton nelle elezioni presidenziali, portandogli circa 100.000 voti. Personaggio abbastanza conosciuto a Chicago, dove lavorando in uno studio legale si era occupato di diritti civili, nel 1993 favorì l'elezione al Senato di Carol Moseley Braun, prima donna afro-americana a diventare senatrice.

Senatore dell'Illinois

Nel 1996, Obama fu eletto al senato dell'Illinois dal 13° distretto nel quartiere Hyde Park, nel sud di Chicago. Nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del senato, fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani del Senato.[19] Tra le sue iniziative legislative, Obama aiutò a realizzare degli sgravi fiscali sul reddito per favorire le famiglie a basso reddito, lavorò su una legge che aiutava i residenti che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria, e aiutò a promuovere leggi per aumentare la prevenzione dell'AIDS e programmi di assistenza.[20]

Nel 2000 si candidò alle elezioni primarie del Partito Democratico che avrebbero dovuto scegliere il rappresentante congressuale per l'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush. Rush, già membro delle Pantere Nere e un attivista nella comunità, affermò che Obama non "aveva vissuto nel primo distretto congressuale abbastanza per sapere realmente cosa stava succedendo."[21] Rush vince le primarie con il 61% dei voti, contro il 30% di Obama.[22] Dopo la sconfitta, Obama si concentrò sul Senato statale, creando una legge che obbliga la polizia a registrare gli interrogatori nei confronti di criminali punibili con la pena di morte[9] e favorendo una legge che richiede alle assicurazioni di coprire mammografie di routine.[23][24] Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali.[25]

Analizzando la carriera di Obama nel Senato dell'Illinois, un articolo del Washington Post, pubblicato nel febbraio del 2007, ha notato la sua abilità nel lavorare con efficacia sia coi democratici che con i repubblicani, e la capacità di costruire coalizioni bipartisan.[26] Nella sua campagna elettorale seguente, per il Senato federale, Obama ha ottenuto l'appoggio del Fraternal Order of Police, il più grande sindacato di polizia statunitense. Gli agenti hanno lodato il suo "duraturo appoggio ad un controllo sulle armi da fuoco e la sua volontà di raggiungere compromessi," nonostante alcune leggi su cui il sindacato di polizia si era opposto.[27]

Obama al Senato di Washington

Nel 2004 si tennero le elezioni in Illinois per decidere il nuovo senatore che avrebbe rappresentato lo stato al congresso USA; il senatore in carica era il repubblicano Peter Fitzgerald, il quale però aveva già annunciato di non volersi ricandidare. Sostenuto da due quotidiani prestigiosi come il Chicago Tribune ed il Chicago Sun-Times, Obama presentò la sua candidatura alle primarie democratiche. Nei primi sondaggi Obama inseguiva il ricchissimo uomo d'affari Blair Hull e il supervisore statale Dan Hynes. Le possibilità per Hull precipitarono, però, dopo le accuse di violenza domestica.[28]

La candidatura di Obama divenne vincente grazie ad una campagna pubblicitaria che proponeva immagini di Harold Washington, il sindaco deceduto di Chicago, e dello scomparso senatore federale Paul Simon. Fu inoltre sostenuto dalla figlia di Simon, e dal Chicago Tribune e il Chicago Sun-Times.[29][30] Quindi affrontò Jack Ryan, il vincitore delle primarie per il Partito Repubblicano. Nei sondaggi iniziali Ryan inseguiva Obama, il quale però lo distanziò di venti punti dopo che i media resero noto che Ryan aveva incaricato un assistente di seguire le apparizioni pubbliche di Obama. Con il progredire della campagna, una causa intentata dal Chicago Tribune e dal canale (WLS-TV) di proprietà della ABC, portarono un tribunale della California ad aprire dei dossier sull'affidamento che datavano dal divorzio di Ryan dalla moglie, l'attrice Jeri Ryan. Nei dossier, la donna sosteneva che il marito l'avesse condotta in alcuni sex club di svariate città con l'intenzione di avere rapporti sessuali in pubblico. Benché la natura sensazionale delle accuse ne facesse materiale per giornali scandalistici e programmi televisivi specializzati nell'argomento, i dossier avevano comunque rilevanza giornalistica in quanto Ryan aveva insistito con i leader repubblicani che essi non contenevano niente che potesse danneggiarlo. Di conseguenza molti repubblicani misero in dubbio l'integrità morale di Ryan, che abbandonò la campagna elettorale il 25 giugno 2004, lasciando Obama senza rivali.[31]

Risultò difficile per il Partito Repubblicano dell'Illinois trovare un sostituto al posto di Ryan, perché molti dei potenziali candidati, fra i quali Mike Ditka ex allenatore degli Chicago Bears, rifiutarono la candidatura. La presidente del Partito Repubblicano dell'Illinois, Judy Baar Topinka, alla fine indicò due possibili candidati, entrambi afroamericani: Alan Keys, un ex funzionario del Dipartimento di Stato e commentatore radiofonico dal Maryland, e Andrea Barthwell, un ex funzionario dell'Agenzia Antidroga federale. Nell'agosto del 2004, a meno di tre mesi dal giorno delle elezioni, Alan Keyes accettò la nomina di candidato repubblicano, per sostituire Ryan.[32] Keyes, un residente del Maryland di lunga data, cambiò la sua residenza legale nell'Illinois dopo la candidatura. [33]

Obama e Keyes esprimevano punti di vista opposti riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, sull'aborto, sul controllo sulle armi da fuoco, sui tagli alle tasse e sui buoni scuola.[34] Il 2 novembre 2004, Obama trionfò contro Keyes con il 70% dei voti, contro il 27% dell'avversario.[35]

L'attività a Washington

File:Barack Obama on the Primary.jpg
Barack Obama.

Obama giurò come senatore il 4 gennaio 2005.[36] Scelse, come direttore del personale, il direttore del personale dell'ex coordinatore dei Democratici al Senato Tom Daschle, e Karen Kornbluh, un'economista che era stata vice capo di gabinetto di Robert Rubin, l'ex segretario del Tesoro, come consulente politica.[37] Nel luglio 2005, Samantha Power, vincitrice del premio Pulitzer per un libro sui diritti umani e il genocidio, entra nella squadra di Obama.[38] A quattro mesi dal suo arrivo al senato, il Time lo dichiara una dei "100 personaggi più influenti del mondo," definendolo "uno dei più ammirati politici in America."[39] Un articolo dell'ottobre 2005 della rivista britannica New Statesman ha nominato Obama uno dei "10 personaggi che possono cambiare il mondo."[40] Nei primi due anni in Senato, Obama ricevette un Dottorato ad honorem in legge dal Knox College,[41] dalla University of Massachusetts Boston,[42], dalla Università Nordoccidentale,[43] e dalla Xavier University of Louisiana.[44] È un membro delle seguenti commissioni al Senato: relazioni internazionali; salute, educazione, lavoro e pensioni; sicurezza nazionale e affari di governo; e veterani.[45]

Legislatura

Il Presidente Bush firma la legge sulla responsabilità e trasparenza dei fondi federali, mentre gli artefici Tom Coburn (R-OK) e Obama osservano.[46]

Obama ha prodotto 152 disegni di legge e risoluzioni presso il 109° Congresso nel 2005 e nel 2006, e ne ha appoggiate altre 427.[47][48] Il suo primo disegno di legge è stata la "Legge per l'aumento delle borse di studio universitarie Pell."[49] Mantenendo una promessa elettorale, il disegno proponeva di aumentare l'ammontare massimo di borse di studio "Pell Grant" per aiutare studenti di famiglie a basso reddito di pagarsi le rette universitarie.[50] Il disegno di legge non superò l'esame della commissione e non fu mai votata dal Senato.

Obama svolse un ruolo attivo nello sforzo del Senato per migliorare la sicurezza dei confini e le riforme sull'immigrazione. A partire dal 2005, ha appoggiato la "Legge sull'America sicura e sull'Immigrazione controllata", introdotta dal senatore John McCain (R-AZ).[51] Obama successivamente aggiunse tre emendamenti alla legge 2611, la "Riforma tollerante sull'Immigrazione," voluta dal senatore Arlen Specter (R-PA).[52][53] La S. 2611 passò l'esame del Senato nel maggio 2006, ma non fu approvata dalla maggioranza della Camera.[54] Nel settembre 2006, Obama appoggiò un disegno di legge collegato, la "Legge per la barriera sicura", che autorizza la costruzione di un muro e altri rafforzamenti delle misure tese ad impedire l'immigrazione clandestina proveniente dal Messico.[55] Il Presidente Bush approvò il disegno di legge nell'ottobre 2006, definendolo "un passo importante verso la riforma dell'immigrazione".[56]

Congiuntamente, prima, al Senatore Richard Lugar (R-IN), e poi al Senatore Tom Coburn (R-OK), Obama ha introdotto con successo due iniziative che portavano il suo nome. La "Lugar-Obama" amplia la "Nunn-Lugar" sulla riduzione delle armi di distruzione di massa, anche alle armi convenzionali, tra cui i missili a spalla e le mine anti-uomo.[57][58]

La "Legge sulla trasparenza dei fondi federali Coburn-Obama" fornisce un sito web, gestito dall'Agenzia della Gestione e del Bilancio, che annota tutte le organizzazioni che ricevono fondi federali dal 2007 in avanti, e fornisce dettagliatamente quale agenzia destina i fondi, la quantità di denaro fornito, e il motivo del finanziamento o contratto.[59][60] Il 22 dicembre 2006, il presidente Bush firmò la "Legge per gli aiuti, sicurezza e promozione della democrazia della Repubblica Democratica del Congo;" questa è stata la prima legge federale con Obama primo firmatario.[61]

Nei primi giorni della 110° legislatura, in un editoriale pubblicato sul Washington Post, Obama ha invocato la fine di "ogni pratica che faccia pensare ad un cittadino ragionevole che un politico deve qualcosa ad una corporativa".[62] Si è unito al Senatore Russ Feingold (D-WI) per fare pressione sulla dirigenza dei Democratici al fine di ottenere restrizioni più severe nella S.1, la legge del 2007 sulla trasparenza e la responsabilità dei legislatori, che è passata al Senato con 96 voti favorevoli e solo due contrari.[63][64] Obama si è unito a Charlse Schumer (D-NY nell'appoggiare la S. 453, un disegno di legge che intende criminalizzare pratiche scorrette nelle elezioni federali, tra cui volantini fraudolenti e telefonate automatiche, come è avvenuto nelle elezioni di medio termine 2006.[65][66]

Le iniziative di Obama riguardo all'energia hanno riscosso plausi e critiche da parte degli ambientalisti, che hanno gradito la sua proposta di legge sul riscaldamento globale, presentata con il Senatore John McCain (R-AZ), che permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra di due terzi, entro il 2050, ma si sono mostrati più scettici nei confronti dell'appoggio di Obama nei confronti di una legge che promuove la produzione di carbone liquefatto.[67][68] Sempre nei primi mesi della 110° Legislatura, Obama ha presentato il "disegno di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq," una proposta che prevede la graduale riduzione del numero di militari presenti sul suolo iracheno a partire dal primo maggio 2007, e prevede il totale rientro di tutti i militari dall'Iraq entro il 31 marzo 2008.[69][70]

Visite ufficiali

Il Presidente della Commissione del Senato sui Rapporti con l'Estero Richard Lugar

Nella pausa parlamentare dell'agosto 2005, Obama viaggiò con il Senatore Richard Lugar, Presidente della Commissioni del Senato sui Rapporti con l'Estero, in Russia, Ucraina e Azerbaijan. Il viaggio era focalizzato su strategie per controllare l'offerta mondiale di armi convenzionali, armi biologiche e le armi di distruzioni di massa, come una prima difesa strategica dalla minaccia di futuri attacchi terroristici.[71] Lugar e Obama hanno ispezionato una struttura per la distruzione di testate nucleari a Saratov, nel sud della Russia europea.[72]

Nel gennaio 2006, Obama ha partecipato ad una delegazione del Congresso che ha incontrato i militari statunitensi in Kuwait e in Iraq. Dopo le visite, Obama si è recato in Giordania, Israele, e in Palestina. Mentre era in Israele, Obama ha incontrato il Ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalom. [73] Obama ha anche incontrato un gruppo di studenti palestinesi due settimane prima che Hamas vincesse le elezioni. ABC News 7 (Chicago) ha riportato che Obama ha riferito agli studenti che "gli Stati Uniti non riconosceranno mai la vittoria di Hamas, se questo non rinuncia alla sua principale missione di distruggere Israele," e poi dichiarò lo stesso nel suo incontro con il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmud Abbas.[74]

Il terzo viaggio ufficiale di Obama fu nell'agosto del 2006, in Sudafrica, Kenya, Gibuti, Etiopia e Chad. Obama fu raggiunto dalla moglie e dalle due figlie nella visita al luogo di nascita di suo padre, un villaggio vicino a Kisumu, in una regione occidentale e rurale.[75] Obama fu accolto da folle entusiaste nelle sue uscite pubbliche.[76] Per incoraggiare le popolazioni locali ad effettuare il test HIV in maniera volontaria, Obama e sua moglie si sottoposero pubblicamente ad un test in una clinica keniota.[77] In un discorso ripreso dalla televisione keniota, tenuto presso l'Università di Nairobi, Obama criticò fortemente l'influenza delle rivalità etniche sulla politica keniota.[78] Il discorso generò un pubblico dibattito tra i diversi dirigenti politici, alcuni dei quali bollarono formalmente le parole di Obama come ingiuste e inappropriate, mentre altri condivisero le sue posizioni.[79][80]


Candidatura alla presidenza degli Stati Uniti

Template:Interprogetto/notizia

Voci su una possibile candidatura

Obama parla agli universitari, uno dei suoi punti di forza elettorali
Obama a Boston

Voci su una possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2008 si erano intensificate dopo la sua vittoria al Senato Federale nel novembre 2004. Subito dopo la sua vittoria, Obama aveva dichiarato ai giornalisti: "Posso senza dubbio affermare che non mi candiderò alle elezioni presidenziali tra quattro anni".[81]. La stessa domanda gli viene posta nel gennaio 2006 durante la trasmissione televisiva Meet the Press; anche questa volta Obama ha ripetuto la sua volontà di terminare il mandato da senatore, che scade nel 2010.[82] L'altro senatore democratico dell'Illinois, Dick Durbin, ha più volte invitato Obama a pensare di candidarsi.[83]. Un articolo del dicembre 2005 sulla rivista The New Republic osservava che il 2008 sarebbe il momento in cui Obama avrebbe le maggiori possibilità di vittoria; in quanto non ci sarà un presidente che si ricandiderà o un vicepresidente che si candiderà, come accade invece nella maggior parte dei casi.[84]

Nel settembre 2006, Daniel Hynes, l'avversario di Obama alle primarie senatoriali del 2004, aveva scritto una lettera aperta al Chicago Sun-Times, in cui invitava i Democratici a pensare seriamente alla candidatura di Obama.[85] Il 2 ottobre 2006, il New York Magazine ha pubblicato un articolo in cui Obama dichiarava "Molta gente mi chiede se mi candiderò nel 2008, e io ho risposto di no. E se cambio idea, vi farò sapere".[86]. Anche la rivista Time ha pubblicato un articolo con nuove voci sua una sua possibile candidatura nel 2008;[87] la prestigiosa rivista ha anche pubblicato la sua foto in prima pagina, con un titolo che diceva "Le ragioni per cui Barack Obama potrebbe essere il prossimo presidente".

Il 18 ottobre 2006, Obama ha partecipato al famoso programma The Oprah Winfrey Show e ha detto a Winfrey che, se mai avesse deciso di candidarsi alla presidenza, lo avrebbe annunciato in quel programma.[88] Precedentemente Oprah aveva dichiarato in proposito: "So che non sto parlando solo per me. Ci sono molte persone che vogliono che tu ti candidi alla presidenza degli Stati Uniti."[88]

Il 22 ottobre 2006, Obama ha di nuovo partecipato alla trasmissione Meet the Press e aveva ammesso di pensare alla candidatura.[89] Ha dichiarato: "Non voglio essere schivo al riguardo: date le reazioni che ho ricevuto negli scorsi mesi, ho pensato a questa possibilità, ma non ci ho ancora pensato con la serietà e la profondità che credo siano necessarie."[90] "Dopo il 7 novembre [data delle elezioni di medio termine americane], mi fermerò, mi siederò e considererò la questione, e se ad un certo punto cambio idea, farò un annuncio pubblico e tutti saranno in grado di darmi addosso" ha promesso Obama.[91]

Il 10 febbraio 2007 Obama ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.[3]

La sfida per la nomination democratica

« Vi sto chiedendo di credere. Non solo nella mia abilità nel portare il vero cambiamento a Washington. Vi sto chiedendo di credere nella vostra. »
(Barack Obama)

Il procedimento per la scelta del candidato democratico iniziò il 3 gennaio 2008, quando si tennero i caucus dell'Iowa. Barack Obama vinse con quasi il 38% dei voti, davanti a John Edwards (con circa il 30%) e Hillary Clinton (29%). Sebbene i sondaggi prevedessero una sua netta vittoria anche nelle primarie del New Hampshire dell'8 gennaio 2008, in quell'occasione Obama ha ottenuto solo il 37% dei voti, contro il 39% della Senatrice Clinton (John Edwards è arrivato terzo col 17%).

Il 26 gennaio 2008 ha nuovamente vinto un'importante primaria statale, questa volta in Carolina del Sud, dove, monopolizzando il voto nero ed aprendosi larghi varchi in quello bianco, ha conquistato il 55% dei voti contro il 27% della Clinton ed il 18% di Edwards.

Il 19 febbraio dello stesso anno ha vinto le primarie in Wisconsin con il 58% di voti circa, superando la senatrice Clinton che ha ottenuto solo il 41%, e nelle Hawaii dove ha ottenuto il 76% delle preferenze contro il 24% della Clinton.

Il 3 giugno 2008, con la vittoria in Montana, Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination alla convention democratica di Denver.

Il 7 giugno, dopo una pioggia di appoggi da parte di moltissimi superdelegati, anche la sua diretta rivale alla nomination democratica, Hillary Clinton riconosce la vittoria del senatore dell'Illinois, dando il suo endorsement e ritirandosi di fatto dalla corsa. Barack Obama diventa così, ormai ufficialmente, il primo afro-americano in corsa per la Casa Bianca.

Il 23 agosto, Obama sceglie per il ruolo di candidato alla Vicepresidenza degli Stati Uniti il senatore democratico Joe Biden.

Famiglia e religione

Obama è raggiunto dalla moglie e dalle due figlie, prima dell'annuncio della sua candidatura alle presidenziali, presso Springfield, Illinois, il 10 febbraio 2007.[92]

Mentre lavorava presso la società di consulenze legali Sidley & Austin nell'estate del 1989, Obama incontrò Michelle Robinson, un avvocato associato della società.[93] Michelle e Barack Obama si sposarono nel 1992 presso la Trinity United Church of Christ di Chicago; la cerimonia fu svolta dal reverendo Jeremiah Wright.[94] Hanno due figlie, Malia, di otto anni, e Natasha, di cinque.[93] Un passaggio del discorso chiave di Obama presso la Convention democratica del 2004, nonché il titolo del suo libro del 2006, The Audacity of Hope, gli sono state ispirate dai sermoni del reverendo Wright.[95]Nel libro, Obama descrive cosi' la sua crescita in un ambiente non-religioso:

« Non fui cresciuto in una famiglia religiosa. I miei nonni materni, che erano del Kansas, erano cresciuti in famiglie battiste e metodiste, ma la fede non ha mai veramente messo radici nei loro cuori. Le stesse esperienze di mia madre, una bambina sensibile e immersa nei libri cresciuta in un piccole città del Kansas, Oklahoma e Texas, non fecero altro che rinforzare questo scetticismo ereditato. [...] Mio padre fu quasi totalmente assente dalla mia infanzia, siccome i miei genitori divorziarono quando avevo 2 anni; ad ogni modo, nonostante mio padre fosse stato educato da musulmano, quando incontrò mia madre era ormai un ateo convinto, che riteneva che la religione fosse solo superstizione. »

Obama scrive che le sue convinzioni religiose nacquero intorno ai vent'anni, quando collaborava con alcune chiese locali, organizzando la comunità. Fu qui che capì "il potere della tradizione religiosa afro-americana nello spronare cambiamenti sociali";

« Fu a causa di queste nuove comprensioni, cioè che l'impegno religioso non richiedeva di sospendere il pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui finalmente capace di camminare nella navata della Trinity United Church of Christ ed essere battezzato. Fu una scelta consapevole, non una rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma inginocchiandomi sotto la croce nel South Side di Chicago, sentii lo spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a scoprire la Sua verità.[96] »

Critiche

Obama in Texas

Come ogni politico, anche Obama è stato talvolta criticato; si è attirato le critiche di progressisti come il giornalista David Sirota quando ha votato per confermare Condoleezza Rice come Segretario di Stato, quando ha votato a favore di una legge di Azione collettiva "scritta dalle multinazionali", e per "essersi rifiutato di criticare apertamente" la guerra in Iraq, nonostante si presenti come un candidato contro la guerra.[97]

Opere

Obama ha pubblicato la sua autobiografia, Dreams from My Father nel 1995 e ha pubblicato una nuova versione, con qualche modifica, nel 2004 (in Italia, "I sogni di mio padre", Nutrimenti, 2007). La versione in audiolibro è stata premiata nel 2006 con un Grammy Award for Best Spoken Word Album.[98]

Nel dicembre 2004, Obama ha stretto un accordo da 1,9 milioni di dollari per scrivere tre libri.[99] Il primo, The Audacity of Hope, è uscito il 17 ottobre 2006, e delinea le sue convinzioni politiche.[100] Il secondo è un libro per bambini scritto in stretta collaborazione con la moglie Michelle e le loro due figlie, i cui profitti saranno devoluti in beneficenza. L'argomento del terzo libro non è stato annunciato.

La prefazione a L'audacia della speranza, pubblicato in Italia nel 2007, è stata scritta da Walter Veltroni, sindaco di Roma dal 2001 al 2008 e segretario del Partito Democratico, che ha incontrato Obama a Washington nel 2005 ed è stato uno dei suoi primi sostenitori all'estero. Nel 2008 il Los Angeles Times ha definito Veltroni "corrispettivo europeo di Obama"[101].

Riconoscimenti ed onorificenze

Un articolo dell'Ottobre 2005 nel British journal New Statesman ha indicato Obama come "una delle 10 persone che potrebbero cambiare il mondo", unico politico incluso nella lista. Nel 2005, e nuovamente nel 2007, il Time lo ha definito una delle "persone più influenti del mondo", Durante i suoi primi tre anni nel Senato americano, Obama ha ricevuto una Laurea Honoris Causa in Legge dallo Knox College (2005), dalla University of Massachusetts Boston (2006), dalla Northwestern University (2006), dalla Xavier University dello Stato del Louisiana (2006), dalla Southern New Hampshire University (2007) e dalla Howard University (2007).

Risultati elettorali

  • 2004 Elezione al Senato Federale
    • Barack Obama (D), 70%
    • Alan Keyes (R), 27%
    • Albert J. Franzen (I), 2%
    • Jerry Kohn (L), 1%
  • 2000 Elezione alla Camera dei Deputati - 1° distretto (Primarie dei Democratici)
    • Bobby Rush (D), 61%
    • Barack Obama (D), 30%
    • Donne Trotter (D), 7%

Template:USDemPresNominati

Note

  1. ^ U.S. Senate Historical Office, "Breaking New Ground—African American Senators"
  2. ^ U.S. Senate Historical Office, "Breaking New Ground—African American Senators"
  3. ^ 3,0 3,1 Template:Cite news
  4. ^ Queen's Medicla Center
  5. ^ Obama (1995), Capitolo 1. Per estratti, vedi Template:Cite news
  6. ^ Obama (1995), pp. 3-5, 9-10 e 125-126. Vedi anche: Template:Cite news
  7. ^ Obama (1995), pp. 3-5. Vedi anche: Template:Cite news
  8. ^ Obama (1995), pp. 30-31. Per dettagli sulla scuola primaria di Obama in Indonesia, vedi Obama (1995), p. 154, e Obama (2006), p. 274. Vedi anche: Insight magazine "madrassa" media controversy e il video di AP: Template:Cite news
  9. ^ 9,0 9,1 Template:Cite news Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Finnegan240504" è stato definito più volte con contenuti diversi
  10. ^ Template:Cite news
  11. ^ Obama (1995), Prefazione all'edizione del 2004, p. xi. Vedi anche: Template:Cite news
  12. ^ Obama (1995), pp. 9-10.
  13. ^ Obama (1995), pp. 93-94. Vedi anche: Template:Cite news In un'intervista dell'ottobre 2006, quando gli chiesero di commentare sull'impatto politico della sua ammissione risalente al '95, Obama disse:

    Oh, vede, lei sa, quando ero un ragazzo ho sniffato. Frequentemente. Quello era il punto. Vede, è qualcosa di cui mi rammarico. È qualcosa di cui ho in realtà scritto nel mio primo libro, e rifletteva la lotta e la confusione di un adolescente. E, in quel senso, io credo che la grande maggioranza degli americani capiscano che gli adolescenti sono spesso confusi.

    Per un paragone con la frase di Bill Clinton "non ho mai sniffato", detta durante la campagna elettorale presidenziale del 1992, vedi:Template:Cite news Per l'intera trascrizione dell'intervista, vedi: Template:Cite news

  14. ^ Template:Cite news
  15. ^ 15,0 15,1 Template:Cite news Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "CCTJan05" è stato definito più volte con contenuti diversi
  16. ^ Template:Cite web Vedi anche: Obama (1995), pp. 135-136.
  17. ^ 17,0 17,1 Template:Cite web Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "CV" è stato definito più volte con contenuti diversi
  18. ^ Template:Cite news Vedi anche: Template:Cite news
  19. ^ Template:Cite news
  20. ^ Template:Cite news Template:Cite news
  21. ^ Template:Cite news
  22. ^ Template:Cite news
  23. ^ Template:Cite news
  24. ^ Template:Cite news
  25. ^ Template:Cite web
  26. ^ Template:Cite news Vedi anche il video CLTV: Template:Cite news
  27. ^ Template:Cite news
  28. ^ Template:Cite news
  29. ^ Template:Cite news
  30. ^ Template:Cite news
  31. ^ Template:Cite news
  32. ^ Template:Cite news
  33. ^ Template:Cite news
  34. ^ Template:Cite web
  35. ^ Template:Cite news
  36. ^ Template:Cite news
  37. ^ Template:Cite news
  38. ^ Template:Cite news
  39. ^ Template:Cite news
  40. ^ Template:Cite news
  41. ^ Template:Cite news
  42. ^ Template:Cite news
  43. ^ Template:Cite news
  44. ^ Template:Cite news
  45. ^ Template:Cite web
  46. ^ Template:Cite news
  47. ^ Template:Cite web
  48. ^ Template:Cite web
  49. ^ Template:Cite news
  50. ^ Template:Cite news
  51. ^ Template:Cite news
  52. ^ Template:Cite news Vedi anche: Template:Cite news
  53. ^ Template:Cite news
  54. ^ Template:Cite news
  55. ^ Template:Cite news
  56. ^ Template:Cite news
  57. ^ Template:Cite news Vedi anche: Template:Cite news
  58. ^ Template:Cite news
  59. ^ Template:Cite news
  60. ^ Template:Cite news
  61. ^ Template:Cite news
  62. ^ Template:Cite news
  63. ^ Template:Cite news
  64. ^ Template:Cite news
  65. ^ Template:Cite news
  66. ^ Template:Cite news
  67. ^ Template:Cite news
  68. ^ Template:Cite news
  69. ^ Template:Cite news
  70. ^ Template:Cite news
  71. ^ Template:Cite news
  72. ^ Template:Cite news
  73. ^ Template:Cite news
  74. ^ Template:Cite news
  75. ^ Template:Cite news
  76. ^ Template:Cite news
  77. ^ Template:Cite news
  78. ^ Template:Cite news
  79. ^ Template:Cite news
  80. ^ Template:Cite news
  81. ^ Scott Fornek, "Obama for president? That's 'silly'", Chicago Sun-Times, 4 novembre 2004
  82. ^ Meet the Press, Transcript for January 22, NBC News, 26 gennaio 2006.
  83. ^ Charles Babington, "Obama's Profile Has Democrats Taking Notice: Popular Senator Is Mentioned as 2008 Contender", Washington Post, 18 giugno 2006, Page A01
  84. ^ Ryan Lizza, Why Barack Obama should run for president in 2008, The New Republic, 6 dicembre 2005
  85. ^ Lynne Sweet, Draft Obama 2008 Movement Launched: Illinois State Comptroller Dan Hynes urges Sen. Barack Obama to run for president in 2008, Chicago Sun-Times, 14 settembre 2006
  86. ^ Jennifer Senior, Dreaming of Obama, New York Magazine, 2 ottobre 2006
  87. ^ Joe Klein, The Democrats' fresh face, CNN.com, October 15, 2006
  88. ^ 88,0 88,1 Keeping Hope Alive: Will Barack Run for President?, The Oprah Winfrey Show, 18 ottobre 2006
  89. ^ Obama calls ’08 presidential bid a ‘possibility’, MSNBC.com, 22 ottobre 2006
  90. ^ Template:Cite news
  91. ^ Template:Cite news
  92. ^ For other photos of Obama and family at this event, see: Template:Cite web
  93. ^ 93,0 93,1 Template:Cite news
  94. ^ Obama (1995), p. 440.
  95. ^ Template:Cite news Vedi anche: Obama (1995), pp. 292–295.
  96. ^ Obama (2006), pp. 207–208. Tratto da: Template:Cite news Vedi anche: Template:Cite news; and Template:Cite news
  97. ^ David Sirota, Mr. Obama Goes to Washington, The Nation, 26 giugno 2006
  98. ^ Brooks Boliek, Sen. Obama finally gets his Grammy, Reuters/Hollywood Reporter, 6 settembre 2006
  99. ^ CTV.ca, U.S. Senator Obama gets $1.9 million book deal, December 18, 2004
  100. ^ Lynn Sweet, Dems 'confused,' Obama writes in latest book, Chicago Sun-Times 15 settembre 2006
  101. ^ Obama's European counterparts - "Los Angeles Times"

Bibliografia

  • Barack Obama, L'audacia della speranza, traduttore: Laura Cecilia Dapelli, Lorenza Lanza, Patrizia Vicentini, Introduttore: Walter Veltroni, Rizzoli. ISBN 978-8817016582
  • Guido Moltedo e Marilisa Palumbo, Barack Obama. La Rockstar della politica americana, Utet, Torino, 2007. ISBN 978-88-02-07777-2
  • Debora Spini e Margherita Fontanella (a cura di), Il sogno e la politica da Roosevelt a Obama. Il futuro dell'America nella comunicazione politica dei democrats, Firenze University Press, Firenze, 2008. ISBN 978-88-8453-777-5

Voci correlate