Retrogamer

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« Uffaaaah! 'Sti videogiochi di ultima generazione sono come i film di Michael Bay: tanto fumo tante esplosioni e niente arrosto! Aaaah, quand'ero più giovane... »
(Un ignaro appassionato di videogiochi sul punto di essere colpito dalla fatale patologia)
« Ok, cara, arrivo subito! ... Finisco una ricerca su Amazon... Allora... "A-ta-ri"! Ok, invio e vediamo cosa salta fuori. »
(La prima esposizione del soggetto alla malattia)
« 'Cidenti, se è tosto pure adesso 'sto giochetto! Certo che 'na volta ai programmatori bastava un niente per realizzare dei gioiellini... »
(Malato al primo stadio, ancora ignaro del fatto che la sua iniziale ammirazione per il videogaming del passato si tramuterà in integralismo religioso)
Una radiografia del cervello di una persona, prima e dopo essere diventata un retrogamer.

Il retrogamer, contrariamente a quanto si possa pensare, non è necessariamente un nerd. Anzi, di solito è una persona stranamente normale ed equilibrata che ad un certo punto della sua vita sviluppa un blando interesse per le tecnologie videoludiche del passato, senza sapere che presto ne diverrà prigioniero e trasformato a tal punto da meritare a buon diritto una camera singola a vita in una simpatica struttura d'accoglienza con un qualificato personale in camice bianco.

Profilo

Direttamente dalla scrivania del Dr. Hugo Strange, ecco un profilo psicologico utile ad identificare i soggetti predisposti.

  • Età - Solitamente dai trent'anni in su. Alcuni rari casi si sono manifestati dopo il venticinquesimo anno di vita per poi regredire spontaneamente in virtù dell'ingresso di nuovi fattori esistenziali nella loro equazione mentale.
  • Stile di vita - Apparentemente sano ed equilibrato. Alimentazione corretta e bilanciata, vita sociale soddisfacente, qualche partitella con la Playstation/Xbox o con il PC. In caso possiedano più piattaforme di gioco o sono geek o sono personaggi che si troverebbero a loro agio solo in certe serie televisive.
  • Forma mentis - Il retrogamer potenziale possiede una curiosità iper-sviluppata. Caratteristica peculiare dei bambini molto piccoli[1], il soggetto mantiene tale tratto anche in età adulta, manifestando apprezzamento per tutto ciò che possa risultare interessante ai suoi occhi, ormai abituati alle mirabilie videoludiche del XXI secolo.
"Oook, adesso lo provo. Se vedo che funziona, lo metto all'asta su internet e ci faccio un fracco di soldi!" ~ un povero illuso che non sa di essere in procinto di finire in un orrido modo.

Come avviene il mutamento pissicologgico

Le modalità più frequenti sono due.

  1. Durante le pulizie di primavera, sotto due dita di polvere e ragnatele, trova una vecchia pila di riviste di videogiochi, da Zzap ai primissimi numeri di Giochi per il Mio Computer o di The Game Machine. Con un sorrisino nostalgico, soffia via la polvere e comincia a sfogliare questi residuati bellici cartacei che lo spingeranno sul viale dei ricordi e sulla strada per l'Inferno.
  2. Il processo DMAX. Il soggetto, tornato a casa la sera, accende la televisione e, fatto un po' di slalom televisivo, si sintonizza sul famigerato canale tematico: se in quel momento stanno trasmettendo Auction Hunters, allora la frittata è fatta. Vedendo i due rigattieri all'opera, un pensiero prenderà forma nella sua mente:
« Mmmm, bello! Roba vecchia uguale soldi, uh? Posso farlo pure io! »

Intendendosene, a malapena, di console e videogiochi andrà in cerca di hardware e software d'epoca ottenendo l'unico risultato di diventare il miglior cliente di sé stesso.

Il decorso

Una volta divenuto retrogamer e scoperto di non essere l'unico[2] ad aver questi particolari interessi, l'individuo si inserisce in una spirale negativa che si articola in più fasi.

  • Crescente ricerca dei videogiochi del passato e delle relative piattaforme per farli girare. Notare che per il retrogamer l'emulatore è un mero succedaneo: l'obiettivo è puntare a possedere l'originale, ossia console e cartucce perfettamente funzionanti.
  • Graduale perdita di vita sociale. Primo sintomo e conseguenza della malattia: in un'epoca dominata dai social network, il soggetto comincia a detestare Facebook, Twitter e compagnia perché gli fanno perdere tempo prezioso nella sua riscoperta del passato[citazione necessaria].
  • La sopracitata ostilità, pian piano, si estende a tutto ciò che lambisce, anche solo in parte, la branca del divertimento videoludico.
  • In caso di appartenenza a partiti movimenti politici come quello dei Cinque Stelle, vi sarà una repentina accelerata con risvolti socio-politico-economici.
« Assassin's Creed, InFamous, God of War! Sono delle merde!! Si sprecano milioni per effetti grafici in alta definizione! Vaffanculo! Non hanno niente in più rispetto a quello che si faceva negli anni Ottanta! »
  • Inquietante mutazione, forse autoindotta, delle cornee, non più in grado di sopportare immagini e filmati dei videogiochi coevi.
  • Stadio finale del retrogamer: il suo cervello percepisce la realtà in grafica retrò se non addirittura in ASCII. In casi più estremi, nella sua fase ultima, egli proverà a plasmare la realtà videoludica come dovrebbe essere per il suo canone distorto. Ci sono già dei precedenti.

I videogiochi attraverso gli occhi del retrogamer

Come si potrà facilmente intuire, una volta raggiunto tale livello nemmeno un'overdose di foto di Shay Laren sortirà alcun effetto.

Cose che possono interessare ad un retrogamer

Note

  1. ^ Come quando infilano le dita nella presa della corrente per "vedere che succede".
  2. ^ Ahimè!