Leonardo Ortolani

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Introduzione

Il sosia di Leo Ortolani mentre sorride come un ebete.

Leonardo Ortolani deve la sua popolarità principalmente a Rat-Man, un patetico sgorbio che si crede un supereroe e va in giro con delle orecchie da topo in testa. Cosa? Sì, esattamente come tua nonna con l'Alzheimer.
Il fumetto in questione, pur essendo un plagio tanto squallido quanto evidente di Batman e Topolino, ha venduto fin dagli esordi numerosissime copie e i lauti guadagni hanno permesso a Ortolani non solo di finire di pagare il mutuo della casa, ma addirittura di comprarsi il primo volume dell'Enciclopedia De Agostini.
Il grande fumettista ha potuto così realizzare il suo sogno: scoprire cosa significa "amniocentesi".

L'incontestabile successo di Rat-Man e delle successive opere di Ortolani ha l'indiscusso merito di aver rivitalizzato un settore da tempo in crisi (parlo del fumetto italiano, e non della produzione casearia del Salento come sarebbe lecito supporre) e di aver riacceso la speranza in milioni di aspiranti fumettisti.
Infatti ogni lettore di Rat-Man ha pronunciato almeno una volta in vita sua la frase: "Se ce l'ha fatta Ortolani che disegna da schifo, perché non dovrei farcela io?"
E c'è da dire che non hanno tutti i torti...

Il successo

Leo ‎Ortolani mentre nasconde i fumetti della concorrenza e cerca di convincere una cliente a comprare un numero di Rat-man.

Dopo aver inventato quel concentrato di irresistibile antipatia e frustrazione sessuale che corrisponde al nome di Rat-Man, Leo Ortolani decise nel 1997 di proporre il suo lavoro alle maggiori case editrici italiane.
Queste ovviamente rifiutarono utilizzando l'astuto stratagemma tipico del settore editoriale: si finsero morte e aspettarono finché quel sempliciotto di Ortolani se ne fu andato.

Il volenteroso fumettista pisano (ah, non ve l'avevo detto che è di Pisa? Rimedio dicendo che abita a Parma e che il suo codice fiscale è LNDORT4461F5140S) tuttavia non si arrese e si diresse verso l'unica casa editrice dove un fumetto dalla trama banale e ripetitiva e dai personaggi ininfluenti (sì sì, parlo proprio di Rat-Man) non sarebbe stato rifiutato: la Panini Comics.
La suddetta casa editrice [1] ovviamente abboccò in pieno e decise di stampare subito Rat-Man.
Ma non si limitò a questo: addirittura mise sotto contratto Ortolani e, secondo voci di corridoio, lo starebbe tuttora stipendiando. Mah!

Il declino

A dire il vero Leo Ortolani non ha ancora conosciuto il fallimento e la fine ingloriosa, ma a giudicare dalla trama dei suoi fumetti e dal suo stile di disegno approssimativo non dovrebbe mancare molto.
Circa un'ora o due.
Numerosi esperti del settore si sono anzi meravigliati del fatto che Rat-Man continui a godere ancor oggi di un vasto consenso popolare, ma poi si sono battuti una mano sulla fronte e hanno esclamato: "Che sciocchi! Siamo in Italia!".

Lo stile e le opere

Rat-Man dopo aver scoperto di essere un incrocio fra Topolino e Batman.

L'opera fumettistica di Leo Ortolani è facilmente riconoscibile per la bruttezza particolarità del tratto, ispirato a quello degli autori americani della Marvel (anche se loro non gradiscono l'accostamento, vai a sapere perché) e caratterizzato da elementi personali come il muso da scimmia e le mani e i piedi con tre dita che hanno fatto spesso supporre che nel corso dell'infanzia Ortolani non sia mai andato in uno zoo.
Dal punto di vista della narrazione i suoi fumetti presentano una quasi totale mancanza di azione: questa scelta stilistica è dovuta al fatto che Ortolani sa disegnare solo gente ferma.
E col muso da scimmia.

È presente tuttavia una serie quasi infinita di battutine e gag spassosissime, la maggior parte delle quali inventate dall'autore durante la frequentazione del noioso corso di geologia. Ciò spiega inoltre come mai egli sia diventato un mediocre professionista in entrambi i campi.

Qui sono brevemente raccontate le scelte grafiche di Leo:

- Leo Ortolani a scuola di fumetto: “Quando ero piccolo non sapevo disegnare i volti umani, e quindi disegnavo le scimmie che erano gli animali più simili all'uomo. Ora che ho quarant'anni li disegno ancora. Sapete che vuol dire?”
- Voce narrante: “Che un disegnatore è libero di fare tutto ciò che vuole!”
- Bambini: “Che a distanza di trent'anni non ha neancora imparato a disegnare le facce umane?”
- Voce narrante: “Il disegnatore si svegliò di colpo, angosciato da quella tremenda verità.”
File:Antoniodepoli.jpg
Lettore medio dei fumetti di Ortolani.

Rat-Man

   La stessa cosa ma di più: Rat-Man.

Anonimo difensore della Città senza Nome, Rat-Man racchiude in sè tutte le qualità del classico supereroe senza macchia e senza paura. Solo che se le è giocate a poker assieme all'intelligenza. Di contro la sua autostima è così illimitata che non è raro sentirgli dire: "Sono sceso in campo!", "Cribbio!" e "Sono invincibile!"
Ah no, devo essermi confuso con un altro nano megalomane.

L'ultima Burba

Un resoconto fedele alla realtà dell'anno di servizio militare che Leo Ortolani non ha mai svolto, essendo l'autore un volgare imboscato. Ma si sa, il mondo è pieno di gente che millanta esperienze che non ha solo per apparire più ganzo agli occhi della gente.
Che pena mi fanno questi poveri individui.
Altro che il sottoscritto, che una volta ha ucciso uno squalo a mani nude.

Venerdì 12

È la storia di un uomo bruttissimo, perdutamente innamorato di una donna che non lo caga manco per striscio e assistito da un maggiordomo che passa il tempo a insultarlo e a chiedere aumenti di stipendio.
Come avrete capito, si tratta dell'autobiografia di Leo Ortolani.

Fumetti e fumettari che Ortolani ha copiato senza vergogna

Note

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  1. ^ La quale prende il nome dal cibo preferito del supervisore Andrea Plazzi