Giochi senza frontiere

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Giochi senza frontiere (titolo originale francese JSF, Joints Sans Filtre) è stato uno dei più noti giochi televisivi della storia della televisione, insieme a Colpo grosso e Porta a porta. In questo programma, andato in onda dal 1978 al 1974 su Rai 4, i concorrenti, divisi in un numero di squadre nazionali variabile da 2 a ventordici, anziché sfidarsi in banali ludi quali spogliare le vallette o sparare la cazzata più grossa si contendono il primo premio (un pingue bottino consistente in prestigiosissime merci quali una fornitura a vita di marmellata al chinotto o la discografia completa di Gianni Drudi) sfidandosi in improbabili prove fisiche.

Meccanismo del gioco

Ai nastri di partenza si presentavano le varie squadre, composte da delegazioni provenienti dai paesini più sconosciuti, ognuna delle quali porta il proprio presentatore: la trasmissione infatti andava in onda in Eurovisione, dal momento che gli ascolti toccavano strepitose punte d’ascolto del 4% nei villaggi che avevano l’onore di vedere i propri abitanti in lizza.

La regolarità della competizione era garantita dal giudice di gara, il signor Denis Brambilla di Frosinone, che per ragioni mai chiarite veniva invitato a dare inizio alle fasi del gioco con la frase rituale gallica "Denis, quand tu veux", anziché con un italico "Muoviti stronzo, che cazzo aspetti?". Questa usanza divenne spesso fonte di fraintendimenti, dato che il signor Brambilla oltre ad essere stato reso sordo all'età di 5 anni da una prolungata esposizione alle canzoni di Paolo Meneguzzi di francese ne sapeva quanto il papa di sesso e capiva regolarmente "Denis, porc de dieu!". E poiché il giudice era un fervente ciellino, la maggior parte delle volte che veniva chiamato a iniziare le competizioni sbroccava e armatosi di machete si scagliava con violenza sul malcapitato presentatore di turno.

Il fil rouge

Col nome di fil rouge si indicava la prova speciale, con cui la squadra vincitrice otteneva il diritto di soffocare un avversario con un filo di rame.

Il jolly

Ogni squadra poteva scegliere su quale prova giocarsi il jolly, ovvero la possibilità di moltiplicare i punti acquisiti nella signola manche per il coseno iperbolico dell'apotema di una piramide alta 8 pollici e avente base in sabbia. Non poteva essere impiegato nell'ultima prova, in caso di pioggia e nelle prove in cui era coinvolto almeno un atleta coi capelli rossi.

Prove tipiche

Una prova di Giochi senza frontiere: gli atleti tentano l'ascesa dell'iceberg dopo essersi cosparsi di colla vinilica.
  • Palleggiare sul tagadà con un pallone da rugby
  • Insaccare salsicce stando in equilibrio su una lastra di marmo bagnata
  • Correre in una pozza di fango con tre sacchi di cemento attaccati alle ginocchia
  • Strisciare in un letamaio mentre si viene bersagliati di pietre dai tifosi avversari.
  • Saltare sul tappeto elastico dopo aver ingerito cinque kebab.

Voci correlate