Tagadà

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« ...un'invenzione straordinaria, che rivoluzionerà l'intero panorama ludico e religioso globale »
(Nessuno ma proprio Nessuno su Tagadà)
« CiOè v3z..nn C4p1sC1..nN C0nN3tt1, ci0è, Io sto 4l c3ntrO d3l Tagadà Ok?! è l4 my sc3nA, nn rubarm3la, primA t d3v f4r m1n1m0 2 yaRs d1 pUnCh bAlL, ok?! gIra aLLa largA v3z xK' s3 ce il b0r0talc0 T sping0 g1ù 0k? Ai capi? Xk IO poxxo, Tu NO! »
( Tipico Truzzo su Tipico dialogo al centro del Tagadà)
« e gira tutto intorno alla stanza, mentre si daaanza, danzaaaaaaaaa!!! »
( Dj Prezioso in Delirio Allucinogeno su Tagadà )

Il Tagadà è una costruzione di origine presumibilmente aliena o divina rinvenuto in tempi immemori da qualche pioniere della cultura truzza. Dopo che questi coglioni geni rivoluzionari ne compresero il funzionamento (seppur parziale), il primo utilizzo fu di tipo ludico. Subito però, dato l'animo competitivo dei tamarri, divenne prima un modo per dimostrare il proprio livello di truzzaggine, poi un vero e proprio campo di battaglia dove sfoggiare il proprio stile, la propria abilità di ballerino e pure la propria forza bruta. Il Tagadà è diventato un luogo di culto per la fauna che popola le sagre di tutta Italia a tal punto da essere considerato un vero e proprio monumento religioso.

Natura del Tagadà

Innanzitutto è fondamentale una premessa: tutti i Tagadà sono unici ed irripetibili. Questi oggetti mistici non vengono costruiti ma bensì trovati. Di conseguenza ne esiste un numero limitato e le scoperte di nuovi Tagadà lasciatici da probabili precursori, o razze aliene antichissime (a seconda delle linee di pensiero), è sempre minore. Questo spiega il culto religioso che vi è nato attorno. Il rinvenimento di uno di questi oggetti è pertanto un evento epico, festeggiato a livello mondiale, che spesso segna la conclusione di un era e l'inizio di un'altra. La distruzione di uno di questi oggetti di culto è considerato un eresia inaccettabile, tanto che molti non credono nemmeno possibile un tale evento. Tuttavia un mito di origine ellenica racconta di un antichissima guerra durata 10 anni scoppiata proprio a causa della distruzione di uno di questi oggetti da parte di un gruppo di eretici.

Struttura e Funzionamento

Il Tagadà è composto da una base di forma discoidale del diametro di circa 8 metri (anche se il viaggiatore Marco Polo nel Milione racconta di aver potuto ammirare nel suo viaggio quello che sembrava un tagadà a forma di stella del diametro di ben 12 metri). Per tutto il perimetro della giostra sono fissati dei sedili a puro scopo ornamentale, rivolti verso il centro della giostra. La base è sorretta dal suolo da pistoni pneumatici (gli stessi che si vedono nei raduni di auto tuning). L'entrata e l'uscita è favorita da due pedane ai lati della giostra (anche se i più abili preferiscono lanciarsi fuori in volo verso la fine del giro). Davanti alla giostra vi è una grande pedana dove ce stanno 'e pischelle a guardà li fighi che ballano. Aò. Tutto il perimetro esterno della giostra è ricoperto da aerografie e luci, e lungo le pedane vi sono casse da 3000KW che pompano musica fikissima. Sempre a lato della pedana frontale vi è la cabina di controllo/cassa/console station con il giostraio, solitamente uno zingaro in canottiera e medaglione d'oro al collo con la barba sfatta conosciuto da tutti i presenti come "il boss della giostra", o, in sua assenza, la figlia/nipote dagli 8 ai 17 anni, seminuda e sudata.

All'inizio del giro la giostra comincia a ruotare a una velocità compresa tra i 12 e i 234 giri al minuto, e grazie ai pistoni pneumatici durante la rotazione la base si inclina dai 20 ai 79 gradi con continui sobbalzi. Il giro dura in media 4-5 minuti ma il giostraio può prolungare la durata del giro a piacimento se qualche partecipante si rivela particolarmente abile. Lo scopo del partecipante è sostanzialmente riuscire a restare il piedi durante tutto il giro, possibilmente esibendosi anche in acrobazie quali salti, capriole, scivolate, camminata all'indietro, potendosi così pavoneggiare con le vacche truzze presenti. Compito del giostraio è invece quello di far cadere i partecipanti con continue inversioni di rotazione, sobbalzi, aumentando l'inclinazione, spruzzando fumo nella giostra, e soprattutto lanciando cubetti di borotalco nel tagadà così da far scivolare i giostranti.

Fauna Abituale Del Tagadà

Il Giostraio

È il direttore d'orchestra, il manovratore della Macchina Divina. È trattato con rispetto e ammirazione da tutti i Tamarri, al punto che solo il campione può osare intrattenere una conversazione che sconfini dalla solita preghiera: "Un altro biglietto, grazie Vez!". Quando egli inserisce nel dispositivo sonoro della Macchina Divina una canzone estremamente fikosissima, tutti i Tamarri volgono lo sguardo verso di lui, in segno di ammirazione, provocando una caduta disastrosa per la mancata concentrazione sui movimenti dell'Astronave Danzante. È solito stare in un baracchino con una soglia d'umidità (per il 96% prodotta dalle sue Ghiandole Sudoripare) del 145%, tanto che alcuni pionieri rivoluzionari hanno cominciato ad indossare attrezzatura subacquea per vendere biglietti. Leggende metropolitane asseriscono che questo magistrale ed illustrissimo individuo si nutra dell'olio del motore dell'Apparecchio Ludico Divino per aumentare la sua sinergia con questo stupendo macchinario. Come risaputo, i Tagadà non si costruiscono bensì vengono trovati, difatti, quasi la totalità dei giostrai, faceva in precedenza parte della classe "diversamente lavorante". Questi individui vagano disperatamente alla ricerca di occupazione, costretti a nascondersi dal Troll della Padania che minaccia da anni di sopprimerli, con l'intento di portare la libertà ai cittadini italiani. La vita stressante e il rancore represso che portano questi individui, li inducono ad accanirsi sull'intera umanità, cercando di far cadere con continue spinte pneumatiche i giovani che si avventurano nel Monastero della Sacra Rotazione. Il Giostraio non ha amici, ad eccezione del Campione, l'unico verso il quale prova profonda ammirazione e orgoglio. Solitamente non ha moglie, ma fa in modo di ingravidare la prima che passa così da ottenere una discendenza (preferibilmente femminile e libertina) per adescare nuovi adepti tamarri e introdurli attraverso un complesso rito iniziatico all'utilizzo della Ruota mistica. Molti dei giostrai sono soliti portare bizzarri talismani del peso non inferiore ai 4,5 kg. Concludendo, questa eccentrica forma di vita itinerante è riuscita nel corso dei secoli a guadagnare una posizione prestigiosa propensa alla scalata sociale, grazie soprattutto alle sue innumerevoli imprese.

Tamarro

Tipico Tamarro da Tagadà.

I tamarri compongono circa il 85,0% della popolazione del tagadà. Si dividono a metà in zingari e italiani che si atteggiano a zingari. L'abbigliamento è tecnico sportivo proprio della disciplina: innanzitutto per un ottima aderenza sul terreno il tamarro utilizza di solito scarpe Nike Silver tarocche, Nike Shox o Air Max o in alternativa Puma. Alcuni veterani temerari utilizzano però scarpe dal bassissimo coefficiente d'attrito come Kawasaki o Superga per fare sfoggio di un'abilità ancora più grande. Il resto dell'abbigliamento è composto da jeans e canottiera sporca di morcia dello scooter o pantaloni della tuta e t-shirt di Angel & Devil dalla grafica improponibile. Optional gli occhiali da sole. Iniziano a popolare la giostra al primo calare del sole, fino all'ultimo giro della serata, verso le 4 di mattina. La prima sera di sagra fanno la fila alla cassa e comprano almeno 50 biglietti che consumeranno quasi completamente la sera stessa. Dopo di che, prima di salire, si pavoneggiano improvvisando passi di danza, puntando qualche tipa, o sfoggiando la propria forza nel punch-ball più vicino. Al momento opportuno si fanno avanti e salgono spintonandosi in fila per poi fare a gara per prendere posto rigorosamente in piedi. Quando il tagadà inizia a girare iniziano a spingersi per buttarsi giù a vicenda, in modo da rimanere ultimi in piedi ed essere incoronati King della serata. Nel frattempo puntano le ragazze truzze che li guardano mandando baci e sguardi ammalianti. I più abili tamarri resistono a pendenze di 130° e resistono a 10-11 giri di seguito, intervallandoli solo con fasi di ballo libero sulle casse; il giostraio ce la deve mettere tutta per abbatterli. Solitamente il tamarro più abile è rispettato e conosciuto per nome da tutti, speaker compreso, che lo annuncia alla folla con frasi come "eccolo qui, il nostro caaaaaaaampione! vai così che si gira! Guardatelo ragazze!". Addirittura alcuni riescono a rilanciare con un calcio al volo il cubo di gesso/borotalco lanciato durante la corsa dal giostraio neutralizzando la minaccia. A questo punto il soggetto viene incoronato campione indiscusso della serata e riconosciuto come figlio legittimo dal giostraio. Seguono banchetti e feste.

Donna Del Tamarro

Anche dette vacche da monta, compongono il 13% della popolazione. Arrivano tiratissime e mezze nude, accessorio irrinuciabile la borsa, contenente almeno un oggetto per ogni lettera dell'alfabeto, che perderanno sistematicamente. Se non impegnata, gira in gruppo con altre 5-6 e sta seduta, a questo punto, dopo essere stata puntata da qualche tamarro, si alza in piedi per dare inizio ad un complesso rito pre-accoppiamento che si conclude nel 86% dei casi con una caduta rovinosa, e comunque nel 92% dei casi in una successiva gravidanza indesiderata. Se impegnata starà in piedi con il proprio tamarro facendosi sorreggere da questo, o in alternativa le è concesso di rimanere seduta per tenergli nella borsa gli occhiali da sole (considerando che sono le 23.15). In entrambi i casi è considerata alla stregua di un elettrodomestico, essendo la sua presenza funzionale a quella dell'uomo. L'unica che fa eccezione è la figlia/nipote del giostraio, che avendo passato la propria esistenza a bordo del tagadà è l'unica che può competere con i maschi della sua specie, e per questa l'unica degna di rispetto.

L'Ignavo

L'Ignavo, detto anche Inetto o Ameba costituisce il rimanente 2% della fauna popolante il Tagadà. La sua natura inetta e la sua posizione di invertebrato costituiscono i motivi che spingono questo essere a prendere parte al rito mistico della Messa Rotante. Questo essere vivente è rigorosamente non pensante non si rende assolutamente conto di dove sia e di cosa stia facendo. Viene attirato dalle mirabolanti coreografie psichedeliche e dal modo di vestire alquanto appariscente della popolazione Truzzo-Tamarra. Solitamente rimane seduto ad ammirare le movenze esageratamente leggiadre della popolazione tamarra, che di tutta risposta non lo caga neanche di striscio perché intenta ad osservare le luci psichedeliche e a sistemarsi il Ciuffo, componente genetica di un altro gruppo sociale abbastanza denigrato dalla società stessa. Questo ceto folkloristico vede una minoranza (che rappresenta il 15% della popolazione ignava) che viene denominata la Setta degli sfigati. Lo Sfigato è l'individuo a livello gerarchico più basso nell'Istituzione Giostraia: egli rimane seduto, immobile, non capacitandosi di come certi individui, tra i quali il campione riescano a compiere acrobazie oltre ogni limite di decenza. Vengono disprezzati in tutto e per tutto persino dalle donne dei tamarri e addirittura dagli stessi ignavi, che ostentando un sentimento di appartenenza ai tamarri li disprezzano per sentirsi YO. Comunque, gli sfigati sono coloro che al di fuori del Tagadà ricoprono il ruolo sociale più rispettabile tra tutti i ceti sopra citati.

Eventi Religiosi

Molti sono gli eventi di tipo religioso che circondano il mondo del Tagadà.

Ritrovamento di un Tagadà

Questo è uno degli eventi più sacri di tutti. La scoperta di uno di questi oggetti cambia profondamente la vita di chi lo trova, il quale, spinto da una forza divina inarrestabile non può fare a meno di diventare un giostraio e a darsi alla vita itinerante. Annunciato alla comunità il ritrovamento del Sacro Disco iniziano i preparativi per il rito di inaugurazione, durante il quale il Campione Del Mondo in carica si esibirà per 24 ore no stop senza poter mai bere, mangiare o andare in bagno. L'ultimo di questi eventi si è tenuto nei pressi di Stonehenge il 14 luglio 2002, e si è concluso con la morte del campione in carica subito santificato.

Campionato Mondiale

L'evento più atteso da ogni tamarro. Si tiene ogni 4 anni e raduna i migliori calvalcatori di tagadà del mondo. In batterie da 4 giocatori i partecipanti si sfidano in varie discipline: "Ballo Acrobatico": una sfida a chi esibisce le migliori figure acrobatiche; "Last Man Standing": gara di resistenza, si conclude solo allo svenimento di 3 dei 4 partecipanti (il record attuale risale alle semifinali del 1914 di Berlino dove si tenne una sfida della durata di 4 giorni 16 ore e 7 minuti esatti); "Pogo Rotante": un Pogo tra tamarri dove vince chi riesce a scaraventare fuori dalla giostra gli avversari.

Ascensione

Probabilmente il più raro e sacro evento di tutti. Quando un vero tamarro raggiunge un livello di perfezione tale da essere in totale sincronia con l'anima del tagadà, questo si carica dell'energia dell'individuo, e in un'esplosione di luce e musica si stacca dal suolo e ascende al cielo con "l'eletto". Nessun eletto ha mai fatto ritorno, ma i patriarchi della Fede Giostraia hanno parlato di "un mondo ultraterreno dove tutto è musica e danza". Nessun tamarro vivente può raccontare di aver visto uno di questi rarissimi eventi poiché l'energia sprigionata fa esplodere il cranio di tutti i presenti per lo stupore.

Tecniche di Cavalcata

Nel corso della storia di questo utilissimo strumento socio-ludico-culturale, i più ebeti spavaldi riuscirono ad inventare e a brevettare nuove tecniche di cavalcata che contribuirono ad integrare e a rendere più cosmopolita e variegata questa enorme puttanata cultura.

Segreto Fondamentale

La tecnica segreta che solo i tamarri nei primi tagadà medioevali riuscirono a teorizzare consiste nell'osservare un punto fisso e camminare. Quest'innovazione nel Medioevo destò il dissenso della Chiesa, che la considerò un'eresia in quanto l'unico punto fisso deve essere solo Dio. Si crearono così due movimenti: I Fissisti o Staticisti, che credevano nella ormai celeberrima Teoria del Punto Fisso, e i Dinamisti o Obsoleti, che guardando il cielo cercando Dio davano inizio ad una serie infinita di capitomboli, risultando più divertenti e comici di Colorado Cafè.

Camminata Normale

La tecnica più facile, di origine medioevale, con una difficoltà 4/10. Questa tecnica vede camminare il Tamarro in avanti guardando Il Punto Fisso, punto che nella maggior parte dei casi è rappresentato dalle luci strobosferiche dell'impianto di illuminazione. La difficoltà cresce in maniera direttamente proporzionale alla distanza dal centro del Macchinario Mistico e alla bastardaggine del giostraio.

Camminata a Gambero

Tecnica di difficoltà 6/10 che sconvolse il panorama del tamarrismo sin dall'epoca rinascimentale. La fiducia nei poteri dell'uomo data dall'Umanesimo consentì ai primi pionieri di trovare la fiducia in se stessi per provare a camminare al contrario. Il rischio di caduta e di pubblica umiliazione aumenta, ma in caso di riuscita, il giorno dopo l'esibizione, il coraggioso tamarro riceverà una miriade di richieste di amicizia su Netlog, accrescendo così la sua importanza sociale.

Stabilità Rotante

Tecnica di difficoltà 8/10, inventata nel periodo dell'Illuminismo, al fine di dare stabilità agli ideali e tentare di essere meno stupidi più ragionevoli. In questa evoluzione acrobatica vediamo il tamarro puntare i talloni contro la base dei sedili e (piegandosi in avanti con le gambe tese e divaricate) cercare di rimanere in piedi. Abbiamo quindi un'unione e una sinergia maggiore con il macchinario, poiché l'artista invece di camminare contro il movimento del tagadà, lo segue. L'effetto scenico è assicurato, con un conseguente picco di popolarità del 27%.

Lo Zoppo

Tecnica difficilissima, addirittura 9/10 nella scala di complessità. Consiste nel riuscire a procedere sull'Astronave Danzante con l'ausilio di una sola gamba. Fu inventata per caso dopo il 1918, quando i tamarri reduci della Prima Guerra Mondiale, ormai tutti zoppi, non potendo rinunciare al macchinario che sempre aveva costituito il senso della loro vita, ripresero a cimentarsi in questa disciplina. Ancora oggi una cerchia ristretta riesce ad eseguire questo tipo d'evoluzione, destando stupore e rispetto negli avversari Tamarri e lubrificazioni vaginali in tutte le bimbominkia presenti sui sedili e nel pubblico.

Il Salto

In assoluto la tecnica più difficile: 10emmezzo/10. È necessaria un'ottima coordinazione gamba/sospensione pneumatica per effettuare questa acrobazia incredibile. Provoca vomito e reumatismi negli Sfigati, con soddisfazione dei Tamarri, porché la bile degli sfigati rende più avvincente il giro sul Tagadà. Inoltre le Donne dei Tamarri e le Bimbominkia hanno orgasmi multipli e scendono dal Tagadà con una voglia pazzesca di studiare la storia del Tamarrismo per poter dare ad un TaMaRr0 D.O.C. un esame orale.

Documentari

La diffusione di questo strumento ludico/religioso millenario è ben spiegata in un documentario storico del regista visionario OoStefanino96oO (detto anche il Tamarro Ignoto). Riusciamo a denotare la maestria nel montaggio e nella ripresa di questo splendido saggio dove possiamo osservare benissimo tutte le tecniche spiegate in precedenza.


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