Doppiaggiofobo

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« Chi vi dà il diritto di doppiare?? »
(Tipico doppiaggiofobo agli stupratori del suo anime preferito.)
« L'Itagliano è una lingua di merda, rovina tutto! »
(Doppiaggiofobo mentre scopa con la sua (presto ex) ragazza imponendole di gemere in inglese.)
« Ci penso io, grazie ai film non doppiati so la lingua! »
(Doppiaggiofobo prima di spedire involontariamente a La Dispoli un gruppo di turisti che volevano vedere il Papa.)
« Ma chi ha dato questa voce a personaggio X??? sembra un pagliaccio! »
(Commento-mantra universalmente utilizzato dell'associazione internazionale doppiaggiofobi italiani nell'ambito di qualsiasi anime, anche se il doppiatore in questione fosse Luca Ward.)

Chiamasi doppiaggiofobo quella speciale sottospecie del homo italicus polemicus che, con estrema pacatezza e rispetto delle idee altrui, urla furente con frasi sprezzanti nei confronti della vera piaga del Belpaese: il doppiaggio.

Attività principali

Oltre a fare cose tipo mangiare e bere e far la pipì, il doppiaggiofobo ha una grande e nobile missione nella sua vita: come un novello apostolo, egli si preoccupa di spiegare con gioia e fervore quanto il doppiaggio sia sbagliato e sbagliatissimo, e che per giunta è crudele verso gli animali.
A questo proposito, passa le giornate su Youtube cercando video di How you met your mother, I Soprano e Il trono di spade in italiano e commentare eh, la versione inglese originale è molto meglio; dopodiché, va su Facebook e commenta tutti i link e le condivisioni degli amici sui film[1] eh, col doppaggio si è perso tutto, ma gli italiani sono troppo pigri per rendersene conto.

Argomentazioni

Lo fanno solo in Italia

La mappa della vergogna: non a caso i paesi ove esiste il doppiaggio sono marchiati con l'infamante colore scarlatto; ancora una volta ci siamo fatti superare da Portogallo, Albania, Macedonia ed Estonia!

Poiché il doppiaggio è, a detta sua, una prerogativa italiana, il doppiaggiofobo lo avverte come un misfatto che urla[2] vendetta dinanzi a Dio e agli uomini, belli e brutti, vivi e morti, di Gondor e di Rohan. Dobbiamo ricordarci, infatti, che in genere il doppiaggiofobo soffre della patologia del patriottismo alla rovescia, molto diffusa nel Belpaese. Gli affetti da tale morbo tendono ad affermare, sempre e in ogni luogo, il seguente assunto:

« Le cose italiane sono lo sterco del demonio. »

Per dire, se in Italia andasse forte l'onestà, egli inneggerebbe al furto indiscriminato; e se l'artista più cantato fosse De André, si comprerebbe i dischi dei Jalisse[3].

Inutile spiegare ai doppiaggiofobi che il doppiaggio è largamente usato, a volte anche in più lingue, anche in Francia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera, Ungheria, Repubblica Ceca e Lussemburgo; difatti, secondo i doppiaggiofobi:

  1. Questi paesi non esistono, se non nella fantasia di qualche film (e comunque si chiamano France, Spain, Germany, Austria, Switzerland, Hungary, Czech Republic e Luxembourg[4]).
  2. In ogni caso, il doppiaggio in quei paesi è meno grave, perché francese, spagnolo, tedesco, ungherese, romancio e ceco sono lingue identiche all'inglese.

Così ci si perde tutte le sfumature

Quello delle sfumature è uno dei temi capitali della teologia dei doppiaggiofobi. Bisogna infatti sapere che essi sono tutti laureati in Lingua e Letteratura inglese, hanno passato almeno vent'anni negli Stati Uniti e sono professori di filologia germanica nelle più quotate università dell'universo mondo: sono quindi in grado di apprezzare pienamente tutte le più minute variazioni dialettali dell'inglese contemporaneo, tutti i modi di dire e le espressioni più tipiche. In parole povere, sanno meglio l'inglese dell'italiano; sono dei madrelingua inglesi costretti da qualche anatema misterioso a parlare in italiano. Per questa ragione, non contenti di poter apprezzare le sfumature dalla propria cameretta, ritengono giusto e doveroso che tutti sappiano e conoscano le variazioni espresse nel dialogo tra un operaio di Detroit periferia e un avvocato di Detroit centro, tra un abitante di Wisteria Lane lato destro e un abitante di Wisteria Lane lato sinistro.
Questa posizione di disprezzo della traduzione italiana si basa poi sul seguente postulato:

« In italiano non esistono le sfumature. »

E come dar loro torto? Questo articolo volevo scriverlo con ironia, ma visto che è redatto in italiano, non ho abbastanza sfumature a mia disposizione e sono costretto a scriverlo in modo sarcastico[5].

I titoli tradotti in italiano fanno schifo

Lei ci tiene troppo alla lingua originale. Cosa aspetti a seguirla?

E qui siamo tutti d'accordo, in effetti. Per esempio, il titolo Tomorrow Never Dies è stato storpiato in Il domani non muore mai, quando è palese che la traduzione corretta è Domani mai muore. Ah, questi criminali delle traduzioni...

Come rispondere a un doppiaggiofobo

Non si può, mettetevi l'anima in pace. Vi seppellirebbe di contumelie prima che voi riusciate ad argomentare un ragionamento.
Se però siete abbastanza coraggiosi, determinati e svelti di risposta, ecco qui un campionario di frasi che potete rivolgere a un doppiaggiofobo:

  • Tutto bello, per carità, ma a me piace sentire le voci in italiano comunque.
  • Chisseneimporta, bacia la porta; chissenefrega, bacia la strega.
  • Mio cugino è Ferruccio Amendola, adesso lo chiamo e ti fa un mazzo tanto[6].
  • Brad Pitt ha una voce di merda.
  • Ah, sì, bravo, allora vatti a leggere un romanzo russo in russo!
  • Massì, mandiamo tutti i doppiatori a casa, chissenefrega se poi restano senza lavoro!
  • Se ti piace tanto l'audio in inglese, perché non te lo sposi, eh?

Ma se tutto ciò non è sufficiente, esiste la risposta definitiva:

« Ah sì? Su Youporn tua madre gode coi sub-ita?! »

Nella maggior parte dei casi, il doppiaggiofobo rimane così interdetto che muta repentinamente il suo credo e nel giro di pochi mesi diventa un doppiatore. Per dirne una, qualche anno fa l'ho detto a Tonino Accolla e adesso vedi un po' dove è andato a finire.

Note

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  1. ^ Ma anche quelle che non c'entrano niente, tipo i memes che prendono in giro la Chiesa.
  2. ^ In inglese; in italiano è doppiato da Francesco Pannofino.
  3. ^ Sì, ce n'è più d'uno, e in più d'una copia.
  4. ^ Sì, anche i nomi delle nazioni sono stati doppiati (da Luca Ward).
  5. ^ A dire il vero, questo articolo in originale è in inglese, ma qui è stato tradotto, e doppiato da Mino Caprio.
  6. ^ E il fatto che sia morto rende il tutto ancora più inquietante e pericoloso.

Voci correlate