Celestia

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Disambiguazione – Ritenta, sarai più fortunato. Se ti aspettavi la principessa di My Little Pony, vedi Principessa Celestia.
Celestia vista da Celestia. No, cioè, ora tu dimmi dove diavolo lo vedi, il celeste!
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Celestia (micronazione)
« Vedi quel puntino lassù? È la Stella polare, ed è mia. Come anche il Sole, la Luna e tutto quello che c'è da qui fino agli estremi confini dell'Universo: io sono il re di tutto ciò. Vuoi tu essere almeno per una notte la mia regina? »
(James Thomas Mangan e il suo metodo per trombare a colpo sicuro.)
« Ma dai, non posso credere che uno Stato del genere esista veramente! »


La Nazione dello Spazio Celeste (per gli amici Celestia) è un'immensa micronazione creata dal genio del male James Thomas Mangan: un gigantesco staterello celebre perché la sua esistenza è sempre stata celata al mondo dai capi di tutte le Nazioni, timorosi del suo sterminato potere sul nulla.

Oltre che a non essere ricordata come "La nazione più inutile e fittizia mai esistita, peggio della Transnistria, guarda ci ho provato a trovarne una più insulsa ma niente", oggi la parola "celestia" è entrata nell'uso collettivo esclusivamente come femminile dell'aggettivo "celeste".

« Mamma, questa gonna è celestia! Io ne volevo una gialla! »
(Bimba che fa un uso corretto della parola "celestia".)

Storia

Nazione dello Spazio Celeste

(Stemma)

"Qui ci stiamo belli larghi."

(Motto)

Posizione geografica Un po' ovunque.
Anno di fondazione 1948
Abitanti Nessuno
Etnia principale - 0% persone vive, per lo meno

- 100% materia oscura

Lingua - Vulcaniano

- Linguaggio dei segni

Sistema di governo A metà strada tra Monarchia e Repubblica. Poi si è perso per strada.
Moneta Celeston[1]
Attività principale Far finta di esistere.
Patrono San Celestino martire[2]
Gemellaggio Universo perpendicolare

Le origini

Sin da bambino, il sogno più grande di J. T. Mangan era sempre stato quello di emulare il suo idolo democratico Hernán Cortés, ma siccome vicino casa non c'era neanche un istituto tecnico per conquistadores, non poté mai conseguire il diploma; forse fu per questo che ogni volta che si presentò alla corte del re di Spagna, chiedendo caravelle e uomini intrepidi, fu sempre cacciato a calci rotanti e sputi.

Gli anni passavano lenti e monotoni e J.T. se ne andava malinconicamente in giro per le strade di Evergreen Park, Illinois, chiedendo ai passanti se conoscevano un pezzo di terra ancora libera dove piantare la sua bandierina colorata. Finché, in una notte buia e tempestosa, una signora che faceva l'autostop sulla circonvallazione gli disse che gliel'avrebbe trovato lei, il buco dove piantarla; in cambio però di 50$, che J.T. purtroppo non aveva.


Celestia è la nazione segnata in rosso.

Stanco e amareggiato per aver speso la sua giovinezza nella vana ricerca di terre da conquistare, scagliò via la sua bandiera, quando ebbe l'illuminazione: aveva conficcato per primo la bandiera nell'aria, quindi lui era il re di quel pezzo d'aria. Riprese in mano l'asta e la conficcò nel vuoto sopra di lui. Aveva ufficialmente conquistato il cielo. Tutto l'universo, tranne la Terra.

Il riconoscimento

Travolto da un impeto di gioia incontenibile, corse immediatamente a cambiarsi i pantaloni (soffriva di quel tipo di "gioia incontenibile"), e poi corse a dichiarare la sua conquista alle Nazioni Unite.

Appena entrato al Palazzo di Vetro a New York dichiarò a gran voce la sua impresa, e fu accolto da un caloroso comitato di benvenuto a base di sonore risate e gavettoni di piscio. Poi ci fu un attimo di silenzio. Tutti rifletterono un attimo su quello che avevano appena sentito, e un fragoroso "Woooah..." proruppe dalle bocche di ognuno all'unisono. La settimana successiva, davanti al Palazzo, assieme alle bandiere di USA, URSS e Nauru, sventolava quella di Celestia[3].

Gli anni successivi e la guerra contro il resto del mondo

Come "Fondatore" e "Primo Cazzaro" del nuovo stato, James Thomas Mangan registrò quest'acquisizione all'ufficio brevetti perché, a dire degli altri

« Che questa sia una nazione te lo sei inventato tu! »
(I suoi amici (quelli non immaginari))

Alla sua fondazione i membri dichiarati di Celestia erano 19, tra i quali la figlia di Mangan, Ruth, e 18 asteroidi; un decennio più tardi un opuscolo pubblicato dal gruppo dichiarava che i membri erano scesi a 17: un asteroide, schiantandosi su Giove, aveva infatti perduto la vita.

Logo delle Forze Armate di Celestia. Esso raffigura l'unica arma a disposizione dell'esercito celeste: il dito di James Thomas Mangan.
Per qualunque occhio nemico, un'arma fatale.

*Un minuto di silenzio.*

Mangan, piuttosto che cercarsi un lavoro serio, fu attivo per molti anni nelle sue rivendicazione a nome di Celestia; nel 1949 notificò a Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito, Nazioni Unite[4] e Cecoslobelgio[5] che Celestia aveva messo al bando tutti gli ulteriori esperimenti nucleari nell'atmosfera.

« BWAHAHAH!!! »
(La reazione dell'ambasciata americana alla lettura della notifica.)

Successivamente, quando la corsa allo spazio partì seriamente, mandò lettere di protesta ai leader di Unione Sovietica e Stati Uniti quando i loro primi voli spaziali sconfinarono nel suo "territorio".

« BWAHAHAH!!! »
(La reazione di Stalin alla lettura della protesta, poco prima di morire per crampi addominali.)
Anche gli aerei militari sovietici ricadevano misteriosamente a terra.

Gli eserciti di USA e URSS, i cui Stati Maggiori erano profondamente divisi tra coloro che volevano esportare democrazia a Celestia e quelli che avevano il mal di pancia dal ridere al sentirne pronunciare il nome, decisero alla fine di prepararsi ad un attacco massiccio nei confronti del nuovo avversario: per anni e anni costruirono grandi flotte, riarmarono gli eserciti e costruirono bombe atomiche sempre più grandi. Alla fine, nella primavera del '61 diedero il via all'offensiva scagliando, rispettivamente dalle isole di Bikini e di Novaja Zemlja, una serie di bombe nucleari all'idrogeno contro Celestia ma, incredibilmente, non venne danneggiato nulla: una forza misteriosa rispediva miracolosamente le testate verso Terra, senza mietere nemmeno una vittima fra i Celestini.

Da quel giorno, russi e americani dovettero far finta di odiarsi e di guardarsi in cagnesco ogni volta che si incontravano per strada, per far credere al mondo che tutte quelle armi servissero per farsi guerra fra di loro, e non per attaccare il vuoto interstellare. Tutto ciò venne chiamato dalla propaganda di Stato "Guerra Fredda", ma questa è un'altra storia...

Il compromesso e la pace

Tuttavia, J.T. sapeva di essere stato fortunato e che non avrebbe avuto una seconda possibilità: così, in seguito, rinunciò ai suoi diritti per permettere i lanci di satelliti spaziali da parte degli USA, i quali dimostrarono ancora una volta tutta la loro scortesia andandosene da quel giorno in poi in continuazione avanti e indietro per la sua nazione, senza essersi mai fermati neanche una volta a fare una visitina a casa sua, a portargli un cabaret di pastarelle o anche solo per ringraziarlo...

Dei veri pezzi di merda.

Che vicini invadenti...

Celestia oggi

Si ritiene che la Nazione dello Spazio Celeste sia sparita con la morte del suo fondatore; oggi, infatti, non c'è nulla al di fuori della Terra, e tutto quello che crediamo di vedere (stelle, galassie, buchi neri e altri buchi) è in realtà disegnato su un grosso cartellone colorato. Un cartellone molto, molto grosso.

Tra i discendenti di James Thomas Mangan si ricordano suo figlio James C. Mangan, sua figlia Ruth Mangan Stump principessa della Nazione dello Spazio Celeste e tre nipoti, Glen Stump duca di Selenia, Dean Stump duca di Marte e Todd Stump duca della Via Lattea[6].

Dichiarazione d'indipendenza

La Dichiarazione della Nazione dello Spazio Celeste fu pubblicata da Mangan il 21 dicembre 1948. Essa proclama la fondazione di una nazione che assicura "per le persone socievoli, dovunque esse possano vivere, le bellezze e i benefici di un vasto dominio non ancora rivendicato da alcuno stato o nazione." Poi, chissà perché, parla di Celestia.

Bibliografia

  • Paesi che non esistono, Padania, febbraio 1960
  • Svegliarsi ubriachi e diventare i padroni dell'Universo: come fare, James T. Mangan, dicembre 2001

Curiosità

  • La bandiera di Celestia[7] ha dato origine al gioco del tris.
  • Questo articolo è più lungo ed esauriente di quello presente su Wikipedia.
  • D'ora in poi, ogni volta che guarderai il cielo, saprai che tutta quella roba azzurra appartiene a qualcuno e che quel qualcuno non sei tu.
    Se vuoi ti do il numero del mio psicoanalista.

Note

  1. ^ Che poi sarebbero Euro colorati di celeste con i pastelli.
  2. ^ Scagliato nello spazio siderale con una grossa catapulta ai tempi delle persecuzioni sotto Diocleziano.
  3. ^ Per sbaglio.
  4. ^ Non faceva prima a sentire solo queste?
  5. ^ Che neppure esisteva, all'epoca.
  6. ^ Non è una battuta.
  7. ^

Voci correlate