Mino Martinazzoli

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Martinazzoli colto sul fatto mentre nasconde una mazzetta nella giacca.
« Meglio tirare le cuoia che tirare a campare. »
(Slogan preferito di Martinazzoli)


Mino Martinazzoli (Orzinuovi, Prima Repubblica - Brescia, Seconda Repubblica) è stato uno degli ultimi esemplari viventi di dinosauro democristiano a calcare il suolo della politica italiana.
Il suo nome è associato alla geniale intuizione, da lui avuta mentre rivestiva il ruolo di segretario della Democrazia Cristiana, grazie alla quale negli anni '90 comprese come il partito da lui guidato, morto da oltre dieci anni, in declino da almeno venti e corrotto praticamente da sempre, fosse effettivamente morto da oltre dieci anni, in declino da almeno venti e corrotto praticamente da sempre.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Mino Martinazzoli

Cenni biografici

Sulla vita pre-politica di Martinazzoli si possiedono scarse e sporadiche informazioni: pare che sia uno dei tanti figli avuti sulla Terra da Giulio Andreotti, frutto di una scappatella del Divo Giulio con una contadinella bresciana.
Essendo solo per metà di discendenza divina, non ereditò dal padre il dono dell'immortalità, motivo per qui la morte naturale lo colse improvvisamente ad appena ottant'anni.

Carriera politica nella DC

Nel 1992, rimasto l'unico membro del partito a non avere ancora ricevuto un avviso di garanzia, insieme alla salma di De Gasperi[1] e alla nipotina di otto anni di Scalfaro, Martinazzoli venne, dopo un duro ballottaggio, eletto segretario della DC con una maggioranza bulgara del 99,5% di preferenze; con la candidatura della piccola Lady Oscar Luigina Scalfaro che fu supportata solo dai voti del nonno, di Arnaldo Forlani e di un Ciriaco De Mita fino all'ultimo indeciso tra il voto e l'astensione.

In qualità di neosegretario, Martinazzoli si prodigò per tentare di far acquisire nuova credibilità al proprio partito, promuovendo un linea politica incentrata sui valori dell'onestà e della trasparenza: a questo fine verteva la sua proposta di nominare all'interno di ogni sezione un uomo incaricato di annotare sui due lati di una lavagna i nomi dei democristiani buoni e di quelli cattivi. Nata sotto le migliori intenzioni, questa iniziativa non sortì gli effetti auspicati e diede anzi vita ad un nutrito flusso di tangenti, che i tesserati erano disposti a versare per venire inseriti nella colonna dei "buoni". Valutata allora la proposta, suggeritagli da Andreotti, di sciogliere nell'acido ogni democristiano indagato per corruzione, alla fine Martinazzoli optò per la soluzione meno radicale di sciogliere la DC stessa.

Per colmare il vuoto lasciato dallo scioglimento della DC, per quasi mezzo secolo partito di riferimento di cattolici e mafiosi, Martinazzoli si apprestò a fondare un nuovo partito cattolico: il Partito Popolare Italiano, riciclando l'idea avuta da don Luigi Sturzo settant'anni prima.
Il passo in avanti era evidente. Eppure furono in molti a non comprendere la spinta innovatrice di Martinazzoli e dalle ceneri della Democrazia Cristiana nacquero innumerevoli nuovi partiti: il CCD (Centro Cristiano Democratico), il CDC (Cristianesimo Democratico Centrale), il DCC (Democrazia Centrale Cristiana) e decine di altre sigle partitiche.

Alle elezioni del '94 Martinazzoli si propose come difensore dei tradizionali valori cattolici della famiglia e della religione ma il verdetto delle urne sentenziò il crescente disinteresse degli italiani verso queste tematiche. Al deludente risultato dei cattolici alle elezioni si contrappose infatti il successo elettorale di Silvio Berlusconi e delle sue più prosaiche e pragmatiche promesse di incrementare la presenza di tette e culi in televisione e in Parlamento. Dopo questa cocente sconfitta, Martinazzoli si ritirò a vita privata.

Scomparsa

Il primo telegiornale ad annunciare la notizia della scomparsa dell'ex segretario democristiano fu Studio Aperto, in una nota che recita:

« Si è spento a Brescia all'età di 79 anni Mino Martinazzoli... Ma passiamo alla prossima notizia, perché pare che vacilli la relazione tra Belén Rodríguez e Fabrizio Corona! »

Nel suo articolo pubblicato su "il Giornale", Vittorio Feltri descrive Mino Martinazzoli come:

« Un ottimo segretario, molto cortese, solerte ed efficiente: ogni volta che telefonavo alla sede della DC girava immediatamente la chiamata ad Andreotti. Lo stesso Andreotti non faceva che ribadirmi la sua soddisfazione per l'impeccabile gestione della corrispondenza e degli appuntamenti: disse non avrebbe rimpiazzato Mino nemmeno con la più sexy e scosciata delle assistenti. »
("il Giornale", 5 settembre 2011)

Note

  1. ^ Quest'ultima non candidabile alla segreteria per via dello Statuto interno del partito.