Venere di Milo

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Work in pogress

Leggenda della statua della Venere di Milo

La leggendaria Venere di Milo fu una leggenda dell'antichità greca. Si dice fosse bellissima, il puro alabastro, scolpita da Fidia e che fosse stata fatta erigere dal Alcibiade per celebrare la sua guarigione da una malattia venerea.

Venere, infatti, era la dea che proteggeva i rapporti sessuali, e pertanto portatrice di sgolo, sifilide, condilomi,piattole, emorroidi, Tricomonas vaginalis, Spirochaeta pallidum, ecc. Era rappresentata a cosce aperte, nel gesto di invitare i clienti a servirsene,e con i capezzoli acuminati e taglienti.

Fidia scolpisce la Venere

Per ricavare la statua si dovette tagliare l'alabastro, una roccia bianca, semi trasparente e molto dura, segandola a mano ed utilizzando il liquido che ne sgorgava come lubrificante. Si dice che Fidia per scolpirla rovinò una cinquantina di Black&Deker e che più volte si martellò le dita bestemmiando come un turco. Il suo modello era una troia di bordello che si faceva pagare a ore, ed è perciò che la statua costò moltissimo, quasi quanto 51632 chiavate di lusso. Questo fatto suscitava non pochi equivoci. Alcibiade era impaziente e domandava:

- Acibiade: “Fatta?”
- Fidia: “No. Mentre me la facevo le si è slogata la cervicale.”

Quando la statua fu finita Fidia era molto dimagrito e le finanze di Atene collassate. Inoltre, per conferirle una patina di antichità Fidia obbligò l'esercito persiano di passaggio (5.000.000 di uomini) ad urinare su di essa per schiarire bene il marmo.

Il contenzioso sulla statua

La statua fu prima censurata come oscena. Una giuria di saggi si chiuse nel laboratorio di Fidia per discuterne ma quando uscirono sbandavano tutti. Poi fu collocata al crocevia principale di Atene, ma si verificarono troppi incidenti automobilistici. Infine fu posta all'imbocco del porto del Pireo e si notò che la pesca nelle acque del porto era migliorata moltissimo, in quanto attirava molti pesci. Purtroppo aumentarono anche gli incidenti e scontri tra le imbarcazioni.

La Venere di Milo e Sandra Milo: la continuità storica