Utente:Mei lanfang/Sandbox

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"Rivoluzione francese" è un film ambientato nel 1789 e diretto da Denis Diderot e Maximillien Robespierre. Questo film ebbe molto successo nel diciottesimo secolo, tanto che americani e inglesi non si trattennero dal produrre numerosi plagi.

La trama è molto intricata, la sceneggiatura sempre adrenalinica e le inquadrature sempre toccanti e significative. All'epoca vinse 3 Award.

Poichè l'ultima pizza al cloruro d'argento ,in cui questo prezioso documento era conservato, fu mangiata da un gruppo di soldati affamati durante la Seconda Guerra Mondiale, per la prima volta nella storia Nonciclopedia, in collaborazione con l'Istituto Luce, si propone di ricostruirne la trama, basandosi sugli appunti originali dei registi stessi.

CAPITOLO UNO: INTRODUZIONE

Ben trovato, ! Cosa ti aspetti di trovare in questa pagina? Un dettagliato resoconto storiografico di un avvenimento storiografico... che magari non è realmente accaduto? Oppure cerchi un riassuntino che domani ti assicuri un bel sei in storia? In entrambi i casi, mio caro Lettore, deluderò le tue aspettative. Infatti, ciò che queste righe si peritano di dimostrare, è appunto come la tanto acclamata "Rivoluzione Francese" non sia altro che una montatura, architettata da una simpatica oligarchia, che voleva semplicemente ingrassare sulle spalle dei poveri pecoroni -fra i quali, mio Lettore, pascoli allegramente anche tu- annebbiando la loro mente con la patetica illusione della democrazia. Ma, adesso, lascio spazio all'evidenza storica, da troppo tempo sepolta dallo sragionare di storici di quart'ordine.

CAPITOLO DUE: IL CLIMA POILITICO E INTELLETTUALE

Iniziamo ad elencare i fatidici antefatti a cui fatalmente seguirono i deliranti avvenimenti del 1789. Come sanno anche le capre, quel cicisbeo di Luis XIV, che, nonostante si occupasse più delle sue scarpine di seta che della gestione dello stato, non era completamente decelebrato, per liberarsi da quei ficcanaso dei nobili e dar sfogo alle sue manie di grandezza, affidò la gestione dello stato alla borghesia, arricchitasi fornendo prostitute e denaro ai nobili, che, da idioti qual'erano, furono segregati in quel bordello fuoriporta di Versailles, in cui svolgevano impieghi impegnativi come svegliare il re o fargli il bidet. All'inizio la nobiltà tardona fu molto contenta di questa rilassante situazione, ma quando, sotto Luis XV, si rese conto che in realtà la borghesia li stava superando sia nella stima dei regnanti che nel patrimonio, e quindi glila stava mettendo nel 'secondo altare di Venere' (cit. Sade, "le 120 giornate di Sodoma"), iniziò a digerire male la cosa e a elaborare un macchiavellico tiro che colpisse il re proprio al centro delle sue eleganti brache di seta. D'altro canto, i borghesi, ormai ricchissimi, si erano stancati di rifornire quasi gratis i festini tenuti da quegli insolventi beoti di Versailles, e, da bravi arrivisti che erano, iniziarono a desiderare un'alleanza con quegli iditi dei nobili, la quale non solo, grazie all'acquisizione del titolo, gli avrebbe fatto dimenticare i giorni passati a vendere limonata lungo la puzzolentissima Senna, ma gli avrebbe consentito di spazzare via quell'inetto erede del Roi Soleil e, in qualche maniera, di appropriarsi dell'intera Francia per utilizzarla a proprio uso e consumo. In sintesi: la borghesia alzò la testa dal fango e volle conquistare il mondo. Come tutte le vere alleanze, anche questa si nascose all'ombra della teoria. Inizialmente, furono semplici borghesucci come Voltaire e Diderot ad avanzare proposte sessantottine di monarchia illuminata, ma la risposta non tardò ad arrivare anche dalla fazione nobiliare, in seno alla quale si distinse D.A.F.G.N.J.L., Marquis de Sade, dissoluto pendaglio da forca, che propugnava la creazione di una repubblica-bordello in cui vigesse come prima regola prostituzione delle mogli. Quest'ultimo personaggio apparteneva all'organizzazione segreta C.S.P.M.G.N.B.A.RE (Comitato Segreto per Mettergliela Graziosamente Nelle Braghe al Re), guidato da protettori di donnine allegre e nobili gottosi, fra i quali: Maurice de L'isle de l'Ane, Il principe du Futre, etc.