Utente:Marynely00

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MARIA NELIDE LONGO



VAMPIRE ACADEMY


Una ragazza, un’accademia particolare e un sentimento chiamato amore...




Capitolo 1




Sento un freddo allucinante. Uno di quei geli che ti fanno rabbrividire tutta. Accidenti, perché oggi non mi sono messa i collant? Cammino lentamente, anche se vorrei avanzare il passo. Non so perché, mi sento debole e non ne ho motivo. Ad un tratto ricevo un’ “amichevole” ventata da dietro la schiena. La custodia del sassofono diventa esageratamente pesante. Alzo il viso. È buio, il cielo. Mamma starà più che in ansia per me. Onestamente, preferirei rimanere qui a pensare. Il mio carattere mi consiglia di farlo, mentre il buon senso me lo sconsiglia. Mi trovo tra Scilla e Cariddi, cavolo. Stanca morta, mi fermo, sedendomi su una panchina. Strano, sono solo le nove di sera eppure non vedo girare nessuno in città. La solitudine mi piace, ma quando sono eccessivamente sola, mi sento un masso sulla testa: la paura. Indecisa su cosa fare, apro la custodia del mio strumento e inizio a strimpellare qualcosa. Ad un tratto, avverto un fruscio. Sarà meglio mettersi in cammino per tornare a casa, penso, mettendo a posto il sax e affrettandomi verso il mio quartiere. Ma non riesco affatto a capire dove sono! Prendo dalla tasca della giacca il mio cellulare. Digito il numero di mia madre, ma una voce fastidiosamente femminile mi avverte del credito esaurito. E non potrei nemmeno fare credito, primo perché è sera e non ho proprio dove andare per farlo, secondo perché non ho un centesimo. Come sono sfigata, accipicchia! Poi, sento di nuovo quel fruscio minaccioso. Non emetto un respiro. Ammetto di avere molta, moltissima paura. Ad un tratto, un venticello attraente mi sfiora la schiena. So che non è l’atmosfera attorno a me. È qualcuno attorno a me. -Chi è?- domando, stringendo la maniglia della custodia. Nessuna risposta. Ad un tratto, avverto la voglia di correre. E corro. Fino ad arrivare in un luogo a me completamente sconosciuto.

L’altezzosa costruzione davanti a me è protetta da un cancello in ferro battuto. È sera, non riesco bene ad identificare cosa c’è dietro l’immenso cancello. Mi batte forte il cuore. Fa freddo, ho le gambe scoperte e oltretutto sono impaurita peggio di un cervo davanti al suo predatore. Giro la testa e vedo una macchina. I fari sono accesi e si sta avvicinando verso di me. Faccio per spostarmi, ma dall’autovettura sbuca una mano. L’auto si ferma. La mano mi tira per i capelli. Cerco di dimenarmi, ma il braccio si avvicina sempre di più a me. Solo ora capisco che l’uomo o donna che sia è sceso dalla macchina. Mi giro preoccupata e impaurita, scoprendo che davanti a me c’è un signore con una mole molto grande che mi tiene per un braccio. -Ehi, bella ragazza, adesso vieni con noi.- mi ordina l’uomo, spingendomi verso i sedili posteriori. Non dico niente, tanto appena non mi vedono chiamo la polizia. Giusto, il credito non c’è l’ho! Ad un tratto, però, sento il mio corpo non volersi muovere. Ehi, gli dico, tanto poi ritorniamo a casa! Il signore capisce e, vedendomi immobile come un sasso, mi punta una mano sulla guancia, pronto a sferrarla con tutta la forza nel palmo. Eppure, proprio quando sto per essere schiaffeggiata, qualcosa o qualcuno fa cadere l’uomo. L’autista che ho notato solo ora, impaurito, accende i motori e scappa a tutta birra. Nella penombra scorgo una persona. Poi vedo che ha una torcia in mano, che punta verso di me. –Ciao, finalmente ti ho trovato, Alexis.- Nella luce fioca vedo il viso della persona davanti a me. È un ragazzo! -Come... come fai a conoscere il mio... mio... mio nome?- biascico, spaventata. Noto che lui non mi risponde, comunque non ci faccio caso. –Grazie per l’aiuto...- gli dico, vedendo che mi porge la mano. Per quanto confusa, la afferro e mi costringe a seguirlo. -Dove stiamo andando?- gli domando. Cammina verso il nulla. –Dentro il palazzo, Alexis.- mi risponde, dicendo di nuovo il mio nome. -Il... il palazzo? Cioè, quel mostro davanti a noi?- ribatto, ancora più stranita. -Ovvio, Alexis.- mi fa, continuando a camminare. Non capisco proprio perché continua a ripetere il mio stramaledetto nome: Alexis. Uffa, mi da un po’ fastidio. Lo osservo. Tira fuori dalla tasca dei pantaloni una chiave che porta a una porticina nel cancello. Infila la chiave in una toppa sottile che sembra sempre sul punto di spezzarsi, così entriamo nel palazzo. -Che posto è, di preciso?- chiedo al ragazzo. Lui non mi risponde, continua a camminare. Mi afferro dalla mano che non tiene la mia la torcia e la punto verso il tragitto che stiamo seguendo. Non capisco di preciso dove sono, mi sto agitando. Davanti a me c’è un sentiero largo e costeggiato da alberi che ora non so che siano. Intanto, ho l’impressione che la camminata sia quasi finita, perché il ragazzo comincia a rallentare. Ad un tratto, puntando la torcia vedo davanti a me una casa. Una specie di castello, forse. Lui apre il portone e, con tutta la luce che c’è in confronto a prima, i miei occhi si chiudono immediatamente. Quando li riapro, vedo davanti a me una grande sala. È sul genere gotico, con colori scuri e medievali. In fondo a un lungo corridoio, scorgo una saletta da tè, almeno credo. Mi giro verso il ragazzo e gli chiedo:- Ma come ti chiami?- Lui mi sorride. È biondo, gli occhi azzurri e un’aria malinconica. È proprio bello, caspita. -Il mio nome? Keaton.- mi afferra la mano e mi fa camminare per tutto il corridoio, fino ad arrivare a questa saletta, che, infatti, è da tè. Qui vedo, seduti su due poltrone, una donna e una ragazza. -Salve Keaton.- fa la donna, appoggiando la tazzina da tè su un tavolino, sorridendo candidamente. La ragazza rimane in silenzio, osservandomi. Avverto una punta di schifo nel suo sguardo. Mi sta già antipatica. La signora si rivolge a me, dicendo:- Ti aspettavamo tutti calorosamente, Alexis.- Io la guardo, confusa. –Scusi, ma... che intende?- -Eh, cara... siediti pure, ti racconto tutto.- Io mi siedo su una poltrona, facendo attenzione a non rovinarla. -Allora, cara – mi dice la donna, accavallando le gambe. – so che in un primo impatto questa notizia ti potrà confondere e spaventare, ma posso assicurarti che quello che sto per dirti è l’assoluta verità. Allora, tanto per cominciare, questa è la Vampire Academy. Adesso so che tu ti prenderai un colpo, - e in effetti è vero... – però, ti assicurò che sono leale e sincera con te. Lui, Keaton, ti ha portato alla V. A (noi la chiamiamo così per abbreviare) perché... bhè... allora, la ragazza accanto a me è Clarissa, mia figlia. E anche tu sei mia figlia, Alexis.- -Freni, freni, freni! Io sua figlia? Spero che lei sta scherzando!- ero incredula e veramente, veramente confusa. -Come ti ho appena detto, io sono leale con te. Le idee adesso ti confonderanno, però è tutto così. Come stavo dicendo, tu e Clarissa siete le mie due uniche figlie. E, questo istituto, in realtà, è un paese intero. Il Villaggio dei Vampiri. Qui tutti sono vampiri, compresa te. Io sono la regina di questo paese e voi due siete le due principesse. Allora, Keaton ti ha portato qui perché è arrivata l’età giusta per dirti tutta la verità. Adesso tu, ti aggiudichi vampira. O meglio, principessa vampira. E, dato che quando io morirò il Villaggio dei Vampiri avrà bisogno di un successore, tu e Clarissa vi contenderete il trono di regina. - La fisso sbigottita. Non so, ma tutto quello che mi ha detto suona familiare. O sono improvvisamente diventata pazza, o forse quello che mi sta dicendo ‘sta donna è vero. Onestamente preferisco la prima tesi, mi rincuora. -Alexis, tranquilla.- mi rassicura improvvisamente Keaton, accarezzandomi il palmo della mano. Lo guardo e sorrido appena. Nella stanza cala il silenzio. -Cosa dovrei fare ora?- chiedo alla “regina”, che mi risponde:- Semplice. Adesso vai a dormire, domattina ti spiegherà tutto quanto Keaton.- e si rivolge a lui:- Dalle il cambio e dormi con lei, non si sa mai che gli umani la possano attaccare.- Il mio viso prende un colorito rossastro. No cara, io non dormirò ma in una stanza con un ragazzo! La donna mi sorride, aggiungendo:- Ora che tutto ti è chiaro, ti dico il mio nome, Alexis: Luana.- Bel nome, penso, sarcastica. Vedo Clarissa che sbuffa, scocciata. O è stanca o le sto in antipatia. Bhè, è plausibile, visto che “dovremmo contenderci il trono”. Sempre che tutto questo sia vero.

Keaton mi accompagna verso camera mia. o forse in una camera qualunque, purché ci sia un bel lettino. Questo ragazzo è pallido, teso e... molto carino. -Credo che Luana non ti abbia spiegato tutto il necessario, ma ti chiarirò meglio io le tue idee.- Affretta il passo, poi si ferma davanti a una porta di legno scuro. Credo che sia ebano, ma è inutile far caso alle particolarità. -Questa è la tua stanza.- mi dice, girando il pomello e mostrandola con orgoglio. È bella, non c’è che dire. Degna, poi, dell’arredamento della casa in sé. Anche se a prima vista sembra cupa e misteriosa. Come tutto quello che mi sta succedendo. Non riesco a capire... -Senti Keaton, - gli dico, appoggiami alla porta, indecisa se entrare o no. –io non so che dire. Tutto questo è assurdo. Non posso credervi dopo quattro parole buttate là. Devo capire dove mi trovo e perché sono qui. Adesso, però no, sono troppo stanca. Ne vogliamo parlare domani?- Lui mi sorride, come se acconsentisse, facendomi entrare nella camera. Ad un tratto, Keaton va verso un armadio, lo apre e ne tira fuori dei vestiti. Pigiama. -Indossalo, però vai in bagno.- mi dice, anche se l’ultima parte era più che ovvia. Percorro la camera innervosita e stanca. Appena entro nel bagno, predo il cellulare. Giusto, mi dico, non ho credito. Mamma starà sicuramente agitata per me. Bando alle ciance, mi vesto e, quando esco, vedo che anche Keaton si sta cambiando. -Scusa... non sapevo che... ti stessi vestendo... aspetto in bagno.- E, senza dargli il tempo di rispondere, mi rinchiudo nella stanza. Stava a torso nudo, voltato di schiena. Mamma mia, che imbarazzo!!! Sento la sua voce:- Vieni, ho finito.- Un po’ esitante, apro di uno spiraglio la porta. Quando lo vedo vestito e pulito, esco sorridente e stanca. -Coricati, sarai stanca.- mi dice, sistemando le coperte. Mi ha letto nella mente, probabilmente. Ha un’aria così dolce. Mi accoccolo nel piumone, cercando di cascare nel sonno, ma davanti a Keaton la cosa diventa ben più che difficile; impossibile, piuttosto. -Non riesci a dormire, vero?- mi chiede. Io volto lo sguardo verso di lui. È così bello. -Mmmh... è un’impresa, con tutte queste notizie nella mente. Io però, non ci credo. È una cosa praticamente assurda.- -Uhm, è comprensibile, per te. Dopotutto ti abbiamo ritrovata dopo quindici anni. hai quindici anni, giusto?- -Sì, fra due settimane sedici.- gli rispondo, mezza compiaciuta. –Tu quanti anni hai?- gli domando, sedendomi. -Diciassette.- -Ma... tu cosa saresti di preciso qui? Un vampiro?- -Sì, però sono una specie di aiutante della regina. Sai, lavoro per lei da quando avevo dieci anni. lo so che sembra strano, ma la mia famiglia...- si blocca. -... la mia famiglia non c’è più, allora lei mi ha raccolto e mi ha portato qui.- -Oh.- ecco la mia misera risposta. –Ma... immagino che...- -Senti, sei stanca, ne parleremo tutto domani.- mi ferma, facendomi distendere. -Aspetta, dato che non credo molto, anzi, non credo a nulla di tutto questo posto, vorrei una prova della lealtà di tutti.- -Uhm... vediamo... so che non dovrei farlo, ma...- Mi prende la spalla sinistra e mi fa scendere la spallina del pigiama. Divento rossa come una mela matura. Poi, mi avvicino di più alla mia spalla e vedo un simbolo piccolo. È una scritta. -Questo è il marchio che attesta il tuo dono vampiresco. Adesso mi credi?- Eccome, gli volevo rispondere. In realtà alla fine mando un leggero sospiro e mi metto sotto le coperte, fingendomi addormentata. In realtà rimango pensierosa e molto frastornata. Io non sono un vampiro, ne sono sicura. Altrimenti da subito avrei desiderato sangue. Escludendo il fatto che sono un patita del rosso. Amo la carne ancora insanguinata e mi attirano proprio i vampiri. Okay, inizio a credere che tutto questo sia un po’ vero, però la mia mente è troppo fiacca per ragionarci. Così cado nel sonno più profondo.

-SVEGLIAAAAAAA!!!!- sento un urlo pesante che mi frastorna i timpani. Apro un occhio, vedo le labbra di Keaton a cinque centimetri di distanza da me. Apro anche l’altro occhio, inorridita e imbarazzata. –Sei fuori, Keaton? Mi hai fatto prendere uno spavento!- lo rimprovero, alzandomi dal letto. Il ragazzo è in pigiama. Si vede che anche lui si è appena svegliato. Indossa... oddio, che bello... camicia e pantalone, ma anche così è uno schianto. I bottoni della camicia sono quasi tutti sbottonati, mi devo concentrare su altro, chiaro? Mi dirigo verso il bagno, mezza addormentata. Mi lavo e, quando esco, vedo che Keaton mi ha messo sul letto dei vestiti. -Cosa... cosa sono?- gli chiedo, notando che sono simili a una divisa scolastica. -Questa è la tua divisa. Adesso devi andare in accademia.- mi risponde, prendendo anche le scarpe. -Wow, però che bella divisa...- commento. È nel genere marinaretta, nera con un fiocco giallo al collo. La gonna è corta, a balze. I mocassini sono marroni e ci sono addirittura gli scaldamuscoli bianchi! -Uhm... ma cosa intendevi per accademia?- domando, ammirando i vestiti. -Bhè, sei ancora nei piani di studi liceali, proprio per questo, anche gli altri vampiri frequentano la scuola come te.- -Ah...- faccio, delusa. – Vuoi dire che devo studiare anche qui?- -Ovvio! Ti pare che una principessa vampira dev’essere un’ignorantona?- Non escludo che quello che ha detto è giusto. -Va bhè... ma, una domanda: io sarò la principessa di un’accademia?- -Noooo, te lo ha già detto Luana: questo è un paese intero, nella quale tutti i vampiri del mondo si rifugiano, perché gli umani cercano di annientarci. Tu sei il loro primo pensiero e devo dire che non do tutti i torti: sei la principessa. Ma anche Clarissa è in pericolo.- -Quella ragazza mi sta antipatica.- -A tutti sta antipatica, Clarissa. Però ha la stoffa della regina, devo dire.- -Ah, io no?- gli urlo, prepotentemente. -Che dici? Non ti conosco bene, Alexis. Non posso dirti se sei portata o no.- -Sarà...- dico, andando a vestirmi. Dopo esco dalla camera, seguita da Keaton. Ho mille domande da fare, però adesso mi è passata la voglia di parlare. Mamma sarà andata ormai fuori di testa. Appena passeranno le 24 ore chiamerà la polizia, lo so. Però non posso nemmeno raccontarle quello che mi è successo. -Ma l’accademia dove si trova?- chiedo. -Dietro al palazzo. Dobbiamo fare un po’ di strada.-

Dopo dieci minuti di camminata, ci fermiamo davanti a un edificio. È costruito con mattoni marroncini e ben sistemati. È grande, enorme. Maestoso, ecco il termine giusto. Vedo un sacco di ragazzi camminare e scherzare fra loro. -Uhm... non so...- mormoro. –Con me c’è anche Clarissa?- -Certo.- mi risponde Keaton, sorridendo. -E tu non vieni?- -No, i miei studi li ho già finiti da un pezzo. Bhè, ciao, e buona giornata.- Lo vedo andarsene. Mi sento già persa. Cammino insicura. I libri non li ho, la borsa contiene solo un astuccio e un quaderno per gli appunti, come devo fare? Non mi piace questa situazione. Nemmeno un po’. Si sente la campanella suonare. Corro velocemente, volando verso la scuola. Appena entro, rimango immobile, insicura e preoccupata. -Ah, eccoti.- sento. Mi giro e vedo Clarissa. Mi calmo improvvisamente. Questa ragazza è bellissima. Bionda, i capelli lisci cadono perfettamente sulle spalle, gli occhi scuri e penetranti, uno sguardo forte e deciso. Cammina con sicurezza. Mi guarda con superiorità. -Ciao.- le dico, sorridendo timida. -Ehi, qui non si perde tempo. Mi devi seguire in silenzio.- apostrofa, prepotentemente. -Scusa, mamma mia!- esclamo. Non mi risponde, prende la mia mano e mi trascina in una classe. -Questa è la classe Night.- mi spiega. –Noi stiamo nella Solar. La Night e la Solar sono classi diverse. Quella della Night è per i bambini da i 6 a i 14 anni. la Solar è per i ragazzi da i 15 a i 23 anni. ovviamente queste due classi sono divise in sezioni. La Solar è al secondo piano. Le sezioni sono dalla A alla I. i ragazzi dei 15 anni fino ai 17 sono nelle sezioni: A per i 15; B per i 16; C per i 17. Per il resto te lo spiegherò con il passare del tempo. Tutto chiaro?- La fisso, confusa. Se non l’altro qualcosa l’ho capita. -Okay, quindi io sto nella Solar sezione A, giusto?- chiedo. -Sì, e anch’io, sfortunatamente.- ammette, abbassando lo sguardo. –Ora andiamo.- taglia corto, prendendomi per mano. Saliamo le scale e vedo passare tanti ragazzi. Quando arriviamo al piano Solar, vedo un corridoio infinito che è costeggiato da tantissime porte coloro ebano. Clarissa si ferma davanti a un portone con la scritta in oro: Solar sez. A. Apre la porta. Mi tremano le mani e le gambe. Sento una gelatina sotto di me, caspiterina, ho così paura? -Buongiorno professore, lei è Alexis, - poi continua con disprezzo, - mia sorella.- Non mi va giù il fatto che lei è mia sorella, ma mi accontento. Ringhio senza farmi vedere. -Oh, allora sei tu Alexis!- esclama l’insegnante, sorridendo a trentadue denti. Mi viene ribrezzo, i denti sono gialli e sporchi. “Dove sono capitata?!” penso, sorridendo appena. La classe è enorme. Tipo come quelle dell’università, con i banchi lunghissimi. -Prego, siediti lì, vicino a Stefan.- mi dice l’uomo, indicando un ragazzo. Cammino indispettita verso di lui, guardandomi intorno. Appena mi siedo accanto a lui, mi guarda e non dice nulla. Ha i capelli neri e lucidi, gli occhi grigi-neri. Il professore si avvicina a me e si presenta:- Mi chiamo Mr. Glenn. Sono il professore-tutore di questa classe, molto piacere Alexis Valeyer.- Ora che ci penso non avevo ancora capito quale fosse il mio cognome da vampira. Valeyer. Uhm... boh! Dopo i convenevoli, si comincia la lezione, con inglese.

Estenuante. È tutto quello che posso dire. La scuola, qui, è estenuante. -Eccoci all’ultima ora!- sento. Sullo stipite della porta compare una donna. Ma il nostro professore non era Mr. Glenn? La donna, entrando in classe, si avvicina a me e con la coda dell’occhio mi accorgo che Mr. Glenn se ne sta andando. -Tu devi essere la sorella di Clarissa Valeyer, giusto?- Annuisco, cercando di essere serena, ma il fatto che il nostro professore sia uscito così all’improvviso mi mette ansia. La donna si dirige verso la cattedra. -Ti chiedi perché Loren Glenn sia uscito così all’improvviso, vero?- mi chiede… aspetta! È Stefan che ha parlato! Mi volto verso di lui. Mi sta fissando. Ha degli occhi così scuri che sembrano carbone. Ha un’aria misteriosa, rispetto a Keaton, anche se pure di lui non so molto. -Bhè, si. Come mai se ne andato?- dico, dopo cinque secondi di silenzio. -Jane Moser, è la nostra insegnante di educazione all’essere vampiri. Io la chiamo vampirogia, poi dipende dai gusti.- sorride. Non sembra così antipatico. -Okay, bhè, quindi Moser insegna a diventare vampiri?- ribatto, in vena di domande. -Sì, se vuoi metterla così.- sento. Mi giro. Dietro di me una ragazza biondissima mi sorride. -Ciao, io mi chiamo Nydia, tu sei Alexis, giusto?- mi chiede la ragazza. -Sì. Piacere.- ricambio il sorriso. Ad un tratto sento la voce della Moser dire:-Brama di sangue!- Sobbalzo dalla sedia. Oggi parleremo dell’argomento più imbarazzante per una novizia come me, giusto? Lei continua:- Noi di cosa ci cibiamo?- Oh. Questo è imbarazzante. -Ci sono stati tantissimi vampiri prima di noi che si cibavano del… sangue. Tipo Adachigahara che era spirito cannibale delle leggende giapponesi. Per salvare il principe, colto da una gravissima malattia che soltanto il sangue dei bimbi poteva guarire, ne uccise parecchi per lui.- Wow, che scoperta! -Oppure Kalmasha-Pada secondo la mitologia indiana un re che fu condannato da uno spirito maligno a potersi nutrire soltanto di carne umana ed a bere soltanto sangue.- Questi tizi nemmeno li avevo sentiti nominare, ma mano a mano che racconta dei vari esseri vampiri mi sembra tutto molto più familiare. Moser continua la spiegazione e gli occhi dei ragazzi rimangono incollati a lei:- Sempre vero che alcune di queste storie erano solo credenze, perché, si sa, i vampiri non sono così cattivi. Noi siamo solo creature che aspirano a essere differenti dagli umani.- -Qual è la nostra religione?- chiedo, improvvisamente. -Bella domanda, Alexis. Te lo dico subito: si dice che noi siamo esseri che credono alla magia e alla superstizione, ma in realtà non è esattamente vero. Certo, richiamiamo i cerchi nella notte di Samhain, Halloween, per gli umani, ma noi non abbiamo una religione vera e propria.- -Quindi vuole dire che non crediamo a niente?- -Esatto. A che serve credere nel Paradiso e nell’Inferno se poi noi non moriamo mai?- Questa osservazione mi si fermò in gola. -Ma la regina Luana dovrà pur morire per lasciare il trono o a me o a Clarissa.- dissi. Era giusto. -Ovviamente, ma solo se il vampiro decide di morire.- -Quindi, vuol dire che moriamo a nostra scelta?- sembrava la cosa più idiota del mondo. -Più o meno così. Ma io non stavo parlando di questo.- Sembrava quasi un rimprovero. Proprio in questo momento suona la campanella. -Voglio una relazione scritta e orale sulla brama del sangue per lunedì.- ci spiega Moser. Esco di corsa dalla classe Solar, urtando qualcuno. Pochi attimi dopo mi accorgo di avere il naso schiacciato sul petto di Keaton. -Oh… Scusami!- balbetto, imbarazzatissima. Lui si sposta, entrando in classe rapidamente. -Ehi, ma per caso tu stai con Keaton?- mi chiede, all’improvviso Nydia, scoppiando a ridere. -NO!- esclamo, rossa in viso. –Non l’ho visto, mentre camminava, tutto qui.- Cerco in tutti i modi possibili di nascondere il mio folle imbarazzo. -Uhm… ho saputo che ieri sera ti ha portato proprio lui qui, alla VA… cosa vuol direee???- s’intromette Stefan, allungando il collo verso di me. -Un bel niente. Dopotutto mi ha salvata da dei… killer o qualcosa del genere.- -VERAMENTE?!- esclamano all’unisono Nydia e Stefan. -Sì… ve lo posso assicurare.- Ad un tratto, vedo passare Keaton. -Ciao, Keaton!- lo saluto. -Ciao Alexis, com’è andato il primo giorno di scuola, eh?- -Molto bene, grazie.- bhè, questa conversazione all’aria di essere fin troppo formale. -Come vedo hai conosciuto Nydia e Stefan, - osserva, squadrandoli. – e mi fa piacere.- Dopo secondi di interruzione, io propongo:-Andiamo a pranzare!- -Sì!- mi segue a ruota libera Nydia, sorridendo a trentadue denti. Ma, mentre mi accompagnano verso la mensa (okay, sala da pranzo o quello che è), sento il cellulare squillare. -Pronto?- chiedo, non riconoscendo il numero. -ALEXIS!!!- Ora riconosco la voce di mia madre, però. -M-m-mamma… ciao.- -Dove sei?!- Chiedo aiuto con lo sguardo ai miei amici. Tranne Keaton, gli altri alzano le spalle, in segno di resa. -Passamela.- mi ordina Keaton, afferrando il telefonino. Non faccio in tempo a ribattere che lui già dice:-Salve signora, mi chiamo Keaton e…- Va a finire che le racconta tutta la storia della Vampire Academy senza interruzioni. -Quindi… sua figlia è costretta a rimanere qui, anche perché lei è un vampiro.- L’avrà sicuramente scossa. -COSA???- sento dalla cornetta. Riprendo il telefonino, dicendo, freddissima:-Mamma, io ora vivo qui, alla Vampire Academy, quindi non rompere, voglio restare qui. Ciao.- Chiusa la telefonata, Nydia mi domanda:-Non sei stata un po’ troppo cattiva con tua madre?- Abbasso lo sguardo e scoppio a piangere. Mi manca tanto e mi rendo conto di essere stata molto cattiva con lei. Mi siedo su una sedia e singhiozzo. Keaton si avvicina a me, anzi si siede accanto a me, abbracciandomi le spalle. Divento rosso peperone. -Stai tranquilla Alexis, tua madre ti perdonerà. E poi una volta al mese ai parenti dei vampiri è permesso venire qui. Quindi la rivedrai e cercherai un modo per farti perdonare. Serena, Alexis.- In questo stesso istante, compare Clarissa, che dice:-Keaton, ricordati che quella con cui Alexis ha parlato al telefono non è la sua vera madre, caro. Luana è nostra madre. Anche se questo porterà a una guerra senza fine tra me e lei. Si deve levare di mezzo, sono io la futura regina vampira!- scoppia in una risata fragorosa, che mi fa innervosire da matti, ma è inutile arrabbiarsi con lei, finisce che ci litighi. Alla fine, andiamo nella sala pranzo, affamati (e io triste e in colpa).




Capitolo 2




La sala da pranzo è enorme. Ricca di tavoli e buffet da leccarsi i baffi. L’interno è uno stile classico e maestoso. Mi guardo intorno spaesata. La tristezza si è un po’ affievolita, anche perché Keaton non ha altro che sorridermi. È bellissimo, accidenti. Mi avvicino vero i cibi vari e noto tante pietanze che adoro, tra cui la mozzarella in carrozza, per la quale vado totalmente pazza. -C’è per caso qualcosa che ti piace?- mi chiede Stefan, comparendo alla mia destra. -Stefan! Che colpo che mi hai fatto prendere!- e mentre lo dico, rido. -Insomma, che prendi?- mi ripete lui. Era diverso, per come me lo sono immaginato. -La mozzarella in carrozza e… budino alla crema!- esclamo, quasi sorpresa che ci sia (dopo tutta quella roba, non vuoi mettere un insulso budino alla crema? Ma dai!). Prendo le cose che ho scelto e mi vado a sedere a un tavolo. Nydia e Stefan si siedono con me, mentre Keaton mi dice:- Io vado da Luana, Alexis, ti aspetto in camera tua.- Appena lui se ne va, Nydia mi stuzzica:-Oh!!! In camera tuaaa.- Mi volto verso di lei e la fulmino con gli occhi. -Stefan, non pensi che questi due potrebbero stare in camera di Alexis per baciarsi? È una buona scusa, quella di dire: tanto noi studiamo quando invece non fanno altro che sbaciucchiarsi!- Stefan scoppia a ridere, mentre addenta il suo hamburger pomodoro e lattuga. -Ehi! Ma che dite? Io e Keaton non stiamo insieme e poi non farei mai una cosa del genere!- esclamo, irritata. Stefan, tra un morso e l’altro, interviene:- Ammettilo, però, è un bel ragazzo. Pensa, ha persino un suo gruppo di fan! Ah, ah, ah! Che roba!- -Ma è vanitoso?- domando, un po’ incuriosita. -No… anzi, desidererebbe proprio essere normale.- esclama Nydia, infilando in bocca un pezzo di carne di maiale alla brace. -Uhm… certo, non posso negare il fatto che sia proprio carino…- sorrido al pensiero di quando mi ha salvata dal quel killer della strada. È stato così coraggioso. –Ma ha la fidanzata?- Stefan e Nydia si guardano, scoppiando in una risata fragorosa. Ma non rispondono alla mia domanda. –Allora?- li incoraggio. È Nydia a darmi una risposta:-Sì. Bhè, se scopri chi è la sua ragazza urlerai.- Odio quando le persone mi tengono sulle spine:- Dimmi chi è.- - Ecco…- balbetta lei, assumendo alle guancie un colorito rossastro. Allora interviene una voce dal nulla:- Alexis, mi dispiace, ma sono io la sua ragazza.- Alzo lo sguardo. NOOO!!! -TU! È impossibile…- -Già, cara. – mi dice Clarissa. –Clarissa Valeyer è la ragazza di Keaton Holw. Quale parte del discorso non hai afferrato?- Mi viene un senso di nausea. Come fa un tipo arrogante come Clarissa a stare con un tipo razionale e educato come Keaton? È tutto fuori dalla norma! -Non è possibile, tu non puoi essere la sua fidanzata! Non sei adatta a un tipo come lui.- ribatto, decisa. -Ma, cara – (odio quando le persone mi chiamano “cara”, proprio per questo odio lei) – ti sbagli di grosso! Ora vado a mangiare i miei spaghetti, ciao.- E quella arpia si dilegua. -Non è una cosa normale. Non sono compatibili, accidenti!- esclamo ai miei amici, sbattendo un pugno sul tavolo, che trema. -Ce ne siamo accorti anche noi, infatti.- osserva Stefan, sghignazzando. -Bhè, si da il caso che Keaton non si voleva mettere con lei. Era Clarissa che lo ha obbligato, almeno questa è la storia, poi chiedila a loro.- mi racconta Nydia, continuando a mangiare come se nulla fosse. -Allora glielo chiederò io a Keaton.- Tra la curiosità e il nervosismo, il nervosismo vince.

Faccio irruzione come un uragano in camera mia, sicura che Keaton fosse già qui. Invece la stanza è vuota. Ne approfitto per cambiarmi. Apro l’armadio. Sono sul punto di svenire. Quanti vestiti! Nemmeno fossero i guardaroba miei e di mia madre messi assieme (e, credetemi, sono molto, molto pieni). Do un’occhiata ai vari abiti e scelgo: un jeans strappato alle ginocchia, una felpa azzurra e una polo nera. Dopo essermi vestita, guardo un po’ i compiti che ho per domani: inglese, arte e algebra. Okay, mi dico, mettendomi a studiare, mettiamo a l’opera! Ma, proprio mentre stavo per prendere il libro d’inglese, si apre la porta. Keaton. Aspetta, ma... Mi alzo velocemente e lo soccorro. Ha tutti i vestiti strappati ed è pieno di graffi e tagli. Lo accompagno sul letto, dimenticandomi completamente del mondo interno, escluso lui. -Cosa ti è successo?- gli chiedo, ansiosa di sapere la risposta. -Umani.- risponde, tossendo. I capelli sono tutti spettinati e unti di fango. -Umani? Cosa intendi?- -Gli umani sono contro i vampiri. Vogliono distruggerci. E tu e Clarissa siete le prime che voglio uccidere. Sai, un tempo, umani e vampiri vivevano in convivenza, tranquillamente. Poi, un giorno, la regina dei vampiri s’innamorò di un uomo, Kevin. Lui era cotto di lei fin da quando il suo sguardo aveva incrociato il suo. Dopo molto tempo i due riuscirono a sposarsi e avere due bambini, ma la regina lo tradì con un vampiro. Fu una scossa tremenda per Kevin, che pensò subito che noi eravamo creature bugiarde e senza cuore che non provavano sentimenti. Allora, incavolato nero, scagliò una guerra contro di noi, alla quale si unirono tutti quanti gli umani e questo succede ancora adesso. Appena vedono un vampiro cercano in tutti i modi di ucciderlo. Ero uscito solo un attimo per buttare la spazzatura, quando due uomini con i loro cani mi hanno aggredito. Meno male che sono riuscito a scappare!- Wow, che storia agghiacciante. -Quindi, gli umani ci odiano?- domano, mentre mi avvicinavo alla porta. -Sì. Aspetta ma, dove vai?- -Predo qualcosa per curarti. Torno subito.- Non fa in tempo a ribattere che sono già fuori. -Oh! Alexis, ciao!- Mi giro e vedo Nydia. -Ciao, senti, sai per caso dove si può prendere un mini pronto soccorso?- -Perché? Cosa è successo?- Non mi va di raccontarle tutta questa faccenda:- Bhè… mi sono fatta male con… con… insomma, ho una piccola ferita!-

-Okay, okay! Comunque per il pronto soccorso devi andare in infermeria, Kim ti darà il necessario per curarti la ferita. Ti ci accompagno. Seguimi.-

Pochi minuti dopo, siamo all’infermeria. -Grazie Kim.- dico all’infermiera, mentre mi da una scatoletta dove ci stanno gli oggetti per le cure. Dopo aver salutato Nydia, volo in camera mia. -Eccomi, scusa l’attesa.- dico a Keaton, avvicinandomi a lui, che sta disteso sul letto. -Non ti preoccupare. Comunque sto bene…- Ma non ci credo. Le ferite sono pur sempre ferite da disinfettare. Sorrido amorevolmente e curo graffio per graffio, con delicatezza. Dopo dieci minuti, è tutto fasciato. Solo ora mia accorgo del suo imbarazzo. -Come stai?- gli chiedo, sorridendo. -Bene, bene.- Ad un tratto lui si alza. -Cosa c’è?- domando, ma non faccio in tempo a dire altro che Keaton mi abbraccia. Mi tiene stretta vicino a sé, tanto vicina che riesco a sentire i battiti del suo cuore: tum, tum, tum. Appoggio la testa sul suo petto, dicendo:- Non c’è un motivo preciso per il quale tu mi abbia abbracciata?- -Sì, perché ti ringrazio per avermi curato le ferite. Sai, io sono un tipo che ha un metodo tutto suo di ringraziare le persone.- Scoppio a ridere. -Hai ragione.- ribatto, serena. Ad un tratto, la porta si apre, senza che la persona che ha fatto irruzione abbia il benché minimo buon senso di bussare. Oddio. Questa è proprio sfiga. Clarissa! -Ma che…- balbetta. Tra un po’ svengo. -Ehi! Cosa stai facendo al mio ragazzo!- mi urla Clarissa, afferrandomi per un braccio e obbligarmi ad alzarmi. Keaton la fissa spaventato e domanda:- Scusa, eh, ma stai bene? Cosa ti è preso?- -Mmm…- dice lei, facendo completamente finta che io non ci fossi. –Ti cercavo.- fa. Oh. Okay. Allora, me ne devo andare? -Senti, ma, perché l’abbracciavi?- disse mia sorella, voltandosi verso di me. -Fatti miei, non ti devo raccontare sempre tutto.- Bravo! Così si comporta un vero uomo. Oh. Ma che dico? -Ehi, da fidanzata ho il diritto di sapere se vi baciate o altro senza che io lo sappia.- ha un tono perentorio. -Bhè, non dipende da me. la stavo ringraziando. Tutto qua.- -Hai uno strano modo di ringraziare le persone, Keaton.- gli dice, sbuffando. -Mica siamo tutti uguali?- -Oh, e questo che significa?- -Che…- Ma non lo faccio continuare, che urlo:- RAGAAZZI… basta!- Loro si girano. Mai sorella dice: -Comunque, Alexis, da quando sei arrivata tu, la Vampire Academy è diventata un manicomio. Sei un impiastro, lo sai?- E, voltandosi verso Keaton, gli stampa un bacio (affettuoso per dire) sulle labbra e ribollisco d’invidia e gelosia (ah, che fortuna avere un ragazzo come lui!). poi va spedita verso la porta, sculettando come una cretina. Quando esce, Keaton tira un sospiro di sollievo. -Ah, meno male che Clarissa è uscita.- ammette, ridendo lievemente. -Ma… perché si comporta così? C’è, è vero che è la tua fidanzata?- -Purtroppo sì.- -Perché purtroppo?- -È una lunga storia…- Proprio in questo momento sentiamo un rumore. -Oh… No.- balbetta Keaton e dal tono sembra nervoso. -Cosa è successo?- -Umani.-






Capitolo 3




Avverto un tremolio alle mani. -Umani? Cosa intendi?- chiedo, soffocata dalla paura.

-Sai, ti avevo raccontato di Kevin e la regina, no? Bhè, appunto, gli umani cercano sempre di sterminarci allora ogni tanto ci attaccano in gruppo. E oggi… bhè oggi hanno un po’ esagerato. Tu non ti devi muovere di qui per nessun motivo, chiaro? Potrebbero farti del male, e non sopporterei mai una cosa del genere.- Non sopporterei mai una cosa del genere. Oddio! -Okay, ma tu ora dove vai?- domando, perché vedo che si sta allontanando da me. –Vado da Luana. Rimani qui e non muoverti per nessun motivo, intesi?- -Okay, promesso.- anche se sono troppo curiosa (e anche spaventata, devo ammettere) di sapere cosa succederà. Pochi minuti dopo, mi trovo da sola, in camera. Senza sapere cosa devo fare. Oh. Accidenti. E se Keaton si ferisce? Non sopporterei mai una cosa del genere. Oh. Ho detto la stessa cosa che lui ha detto a me! bhè, in un modo o nell’altro, i nostri pensieri sono collegati. Accidenti, non voglio che succede qualcosa di brutto a nessuno! Vado verso la finestra e mi accorgo di una cosa agghiacciante. Oh. No. Mia madre! Scorgo attentamente tra le persone e noto il suo viso. Ah. Pure incavolato nero. Chissà se riesce ad entrare cosa mai potrebbe succedere! Oh, non voglio neanche pensarci. Poi noto anche Luana e Keaton che stanno fermi al portone, impalati e senza potersi muovere. Ah. Non posso lasciarli lì in pericolo. Potrebbe succedergli qualcosa di orribile! Decisa (e impaurita), esco dalla stanza e incontro Nydia e Stefan. -Oh, ragazzi, meno male, siete qui!- esulto, felice. –Alexis, hai visto che trambusto là fuori?- mi da notare Nydia, anche lei con il viso impallidito. Stefan si guarda intorno preoccupato:-Non possiamo proprio fare niente per aiutare Keaton e Luana?- -Lui mi aveva detto di rimanere ferma in camera mia, ma non posso lasciarli lì da soli. Dobbiamo intervenire!- Proprio in questo momento vediamo passare il professor Glenn che ci saluta, ansioso. -Professore! Luana e Keaton sono fuori e in pericolo, cosa dobbiamo fare?- gli chiedo, quasi urlando. -Prima di tutto statevi calmi. Gli altri professori sistemeranno la cosa. Voi tornate nei dormitori, okay?- -Ma…- dico, ma poi mi rassegno, sapendo bene che non posso fare molto per aiutare mia “madre” e il mio “forse” ragazzo. Nydia e Stefan entrano in camera mia, sedendosi uno sul letto e l’altra sulla sedia della scrivania. -Aspettiamo e vediamo cosa succede.- sussurra Stefan, ma ammettiamolo, non sappiamo cosa succederà. Mi avvicino alla finestra. O DIO SANTO. -VENITE!!!- urlo, facendo segno ai miei amici di raggiungermi alla finestra. -CAVOLO.- commenta Nydia. -WOW.- fa eco Stefan. Non pensavo che Keaton fosse capace di tanto. Ha allontanato tutta la folla di umani (mi devo ancora abituare a questo termine) con un forte vento lucente che, poco ma sicuro, è accecante. Luana, intanto, sta recitando qualcosa. Non si capisce bene, perché primo siamo al terzo piano di un palazzo che è dire poco grande, secondo, ho la finestra chiusa. Mi chiedo solo dove sia Clarissa. Non penso lì, perché, anche se la conosco da poco, non penso che sia un tipo da lotta. -Dobbiamo scendere.- dico improvvisamente, emozionata e spaventata a un tempo. Nydia mi fissa e balbetta:-Vuoi… vuoi dire che vuoi andare… andare giù… dove ci sono… ci sono gli… gli umani?!- continuando così diventerà presto balbuziente. -Sì, dobbiamo aiutare Keaton e Luana.- ribatto, quasi convinta. Quasi, però. Ritorno a guardare alla finestra. Oddio. Non è possibile. -Ragazzi…- mormoro, impaurita. Loro si avvicinano a me e lanciano un grido. Il corpo di Keaton giace a terra. Gli umani gli stanno incontro. Luana è scomparsa. Ad un tratto… -Alexis!- sento urlare il mio nome. Noi tre ci giriamo verso la porta e vediamo Luana appoggiata alla porta, sudata e stanca. Bhè, un aspetto indecente per una regina… -Luana, cosa succede?- domanda Nydia alla donna, mentre la fa sedere sul letto. –Keaton è stato attaccato dagli umani. Ho mandato delle guardie che lo salvassero, ma… forse è… è morto.- Quell’ultimo pezzo mi rimbomba in testa e senza ragionare esco dalla stanza velocemente. Nydia e Stefan mi seguono, li sento da dietro. Invece non penso che Luana venga con noi. Arrivata davanti al portone d’entrata, spingo la porta con una forza micidiale e mi accorgo che Keaton è qui. Gli umani sono scomparsi improvvisamente, mentre lui giace a terra e intorno ci sono delle guardie con una barella. Lo posano su di essa e entrano nell’accademia. Mentre passano lo guardo. Ha l’aria stanca e frastornata. Poi vedo anche Luana al centro della sala che, appena lo vede passare, chiude gli occhi. Corro verso Keaton. -Lo stanno portando in infermeria.- dice Stefan, comparendomi alle spalle. –Sarà vivo?- domando, nervosa di sapere la risposta. –Non si sa.- ribatte Luana, avvicinandosi a me, abbracciandomi. -Voglio andare da lui.- faccio, seguendo le guardie che, all’improvviso girano a destra, entrando in una stanza. Lo poggiano su un letto e lui gira la testa verso di me. ma ha gli occhi chiusi. Mi avvicino e gli prendo la mano. È bollente. Segno che è vivo. Meno male. Sorrido, ricordandomi di quando gli ho curato le ferite come una madre. Anche se è più grande di me, mi viene spontaneo di trattarlo come un bambino. I miei amici non si fanno vivi, ma è meglio, desidero rimanere sola con lui. Gli accarezzo la guancia, serena. Lo sguardo che ha in questo momento mentre dorme lo fa sembrare un bimbo. E non posso fare a meno di ridere, notando che è quasi maggiorenne! Caspita, ha diciassette anni, non è da dimenticare. È stato lui che mi ha portato in questa accademia e inizio a pensare che sia un posto magico e misterioso che mi piace moltissimo. Ho fatto nuove amicizie, per esempio Nydia e Stefan, anche un po’ Clarissa, ma la odio con tutto il cuore. Ancora non ci credo che è fidanzata con Keaton! Mi deve veramente dire se le piace. Ma credo di no. Dopotutto è una ragazza di cui è difficilissimo innamorarsi. Spregevole, egoista, vanitosa e orribile. Puah! Ad un tratto, sento la porta aprirsi. Si parla del diavolo e spuntano le corna. -Oh, Alexis, che ci fai qui?- mi domanda con una vocina stridula quella cretina di Clarissa. -Bhè, stavo semplicemente perdendo tempo aspettando la pentola che bolle.- ribatto, ironica. -Uhm… comunque… ho saputo quello che è successo a Keaton.- si siede accanto a me. –Povero il mio tesoro.- Appena dice questa frase non posso fare a meno di ribollire per la rabbia, ma cerco di trattenermi. –Allora, come sta?- mi domanda. Troppo garbata, penso. –Boh, non ne ho idea. Questo te lo deve dire lui. Senti, ma… da quanto state insieme?- forse era meglio se non glielo chiedevo. –Curiosa, eh? Bhè, da circa un anno, mi pare che tra due settimane festeggiamo il nostro primo anniversario. Come sono contenta che sia il mio ragazzo, lo sai? Stento a crederci.- Ad un tratto, mi accorgo che la mia mano è intrecciata con quella di Keaton, quindi la ritiro subito. –Una domanda, ma…- mi blocco. Poi continuo. –Cosa provi per lui, veramente?- -Perché me lo chiedi? Pensi che io sia una ragazza senza cuore che raccatta ragazzi giusto per fare bella figura davanti alle sue amiche? Bhè, cara sorella mia, ti sbagli di grosso. Io lo amo.- Io lo amo. Mi fa arrabbiare come una bestia. –Capisco, ma io non penso questo di te. Era per chiedere.- -Ti piace, vero?- questa è una dichiarazione di guerra. Arrossisco fino alla radice dei capelli, cercando di sembrare naturale. -Bhè… ammettiamolo, è un bel ragazzo.- mormoro. –Ti avverto.- la sua voce diventa gelida e seria. – Non me lo ruberai mai. È mio.- Sembra che stia parlando di un gelato alla crema o dell’ultimo due pezzi in sconto possibile. Chi la capisce è bravo. -Io vado, ciao sorella.- mi saluta, e, prima di uscire, mi fa un’occhiata tremenda. Sarà, ma penso che Clarissa abbia qualche rotella fuori posto. Volgo lo sguardo a Keaton. Un angioletto che dorme, penso. Gli metto una mano sulla fronte, scostando una ciocca di capelli biondi, quando noto una ferita. Un graffio profondo che perde sangue. Sulla fronte. Afferro un panno umido e lo bagno sulla lesione. Il viso di Keaton cambia in una smorfia di dolore. Deve bruciare, immagino. D’istinto, mi viene di avvicinarmi a lui. Mi trovo davanti al suo piccolo naso. Glielo bacio, sorridendo. Poi mi ritiro, troppo imbarazzata. Bhè, strano che nessuno lo venga a trovare. Dopotutto qui lo conoscono tutti quanti. Abbasso lo sguardo verso il suo collo e noto un segno rosso. Okay, ammettiamolo, è un’altra ferita. Allora, imbarazzatissima, gli sbottono un po’ la camicia per vedere il taglio. è una lesione che parte dal collo al cuore. Mi armo di tutto il coraggio che ho e inizio a esaminarla con il panno, appoggiandolo lentamente, cercando in tutti i modi possibili di non fargli del male. -Alexis, sei qui?- sento qualcuno dalla porta. Nydia. –Sì, che c’è?- domando, quasi sbuffando. –Niente, volevo sapere se vuoi cenare o vuoi rimanere qui. Posso entrare?- Guardo Keaton e il suo petto scoperto, poi la porta. Due secondi dopo abbottono la camicia velocemente e dico:-Certo, entra.- -Alexis, ma hai la febbre?- mi chiede Nydia, avvicinandosi a me. –No,- ribatto. – perché?- -Hai il viso arrossato. Sei sicura di stare bene?- Ah. Accidenti. Keaton! –Sì, sì. Sto bene. Comunque non ho fame, di agli altri che rimango qui.- -Okay, ciao. Tieni d’occhio Keaton!- se ne va, ma prima di andarsene ammicca, sorridendo. Chissà che vorrà dire. mi giro di nuovo verso Keaton e tendo una mano verso la sua guancia, accarezzandola. -Mmm…- sento. Fisso attentamente il mio amico e mi accorgo che si sta svegliando! Apre gli occhi delicatamente e quando li ha aperti del tutto, si accorge di me e sussurra:- Alexis…- Il mio cuore batte fortissimo. Ah. Non so cosa devo dire ora! –Ciao, - mi viene. – finalmente ti sei svegliato, Keaton.- -Uhm…- volta la testa verso il muro, dicendo:- Non sono riuscito a difendere Luana.- -Non è vero!- sbotto, strillando. –È stata lei a lasciarti da solo lì. Luana non mi piace. Non capisco perché, ma non è una brava persona.- -Cosa te lo fa pens…- non riesce a finire la frase che sospira, mettendo una mano sul cuore. –Hai ferite molto gravi.- dico, senza accorgermi delle conseguenze. –Come lo sai?- ecco la domanda che mi aspettavo. -Bhè…- balbetto, indecisa su cosa dire. –Hai controllato?- Un senso d’imbarazzo totale s’impossessa di me. –Uhm… diciamo di sì. Ma non potevo fare a meno! Ho visto un segno sul collo e allora… volevo vedere se non era grave. Ma lo è. Cosa ti hanno fatto?- cerco in tutti i modi possibili di cambiare discorso. -Non ricordo molto. Ma so che hanno provato ad aggredire Luana. Ho cercato di difenderla in tutti i modi. Alla fine ci ho rimesso io.- -Già. Ma ora come ti senti?- -Stanco.- la sua risposta non mi stupisce affatto. -Senti, Alexis…- mormora, prendendomi la mano e stringendola. –Secondo te sono un vigliacco?- Tra un po’ balzo dalla sedia. –No! Ma che dici?! Anzi, sei stai molto valoroso e hai protetto la regina con anima e corpo. Ti dovrebbero premiare. Anzi, dovresti diventare re.- Keaton scoppia a ridere. –Sai, forse lo diventerò.- -Perché?- sono quasi sorpresa. -Bhè… Clarissa mi vuole sposare non appena compie i diciotto anni. Anche se io non la amo.- ecco il punto dove volevo arrivare. -Perché non la ami?- -Non mi è mai interessata. Ma è stata Luana a dirmi di fidanzarmi con Clarissa. Hai presente quando un padre obbliga il figlio a sposare una donna che non ama perché il collegamento con le famiglie porta ad avere ricchezza? Diciamo che questa cosa c’entra con me e Clarissa. Anche se io non ho famiglia. Luana mi ha accolto qui, rendendomi vampiro. Le avevo promesso che sarei sempre stato il suo servo, ma me ne pento. Anche perché non voglio essere un servo della regina. Non pensi che sia una cosa brutta?- Si alza, mettendosi a sedere. -Direi. Quindi, tu e Clarissa avete un fidanzamento forzato?- -Sì. E non sai quant’è odioso. Sai, io sono interessato di un’altra ragazza.- diventa rosso peperone in viso. Mi starà nascondendo qualcosa? -Chi?- -Alexis, preferirei dirtelo in un altro momento.- forse ho capito. Ma non ne sono sicura. -Perché?- cerco di nascondere il mio imbarazzo. Mamma mia, è… è bellissimo! C’è, questo ragazzo è un angelo, non un vampiro! -Senti, - dico, notando che non mi risponde. –C’è un medico qui? Devi essere curato, non puoi rimanere così.- mi ricordo di quando gli ho sbottonato parte della camicia notando quel brutto taglio. Brr… mi fa rabbrividire… -Sì, ci sta. Ma… sei sicura che ne abbia bisogno?- Lo fulmino con gli occhi, urlando:- Certo, sei ferito!- Ad un tratto, proprio prima che io mi alzassi, afferra il mio braccio e mi avvicina a sé. Allora mi costringe ad appoggiare la testa sul suo petto. Oddio, che imbarazzo. -Non c’è un motivo preciso, stavolta, per avermi abbracciata.- dico, quasi tremando. -No.- mi risponde, sorridendo. Riesco a sentire il suo respiro, e per poco non esplodo. -Ehi!- sentiamo una voce. Non ci fosse una volta che riusciamo a rimanere da soli, oh! -Chi è?- domanda Keaton, sbuffando. Mi fa tenerezza. -OH, KEATON, SEI SVEGLIO?! SONO CLARISSA!- la sua vocina melodiosa mi da suoi nervi. Faccio per spostarmi, ma lui mi tiene ancora più stretta. –Perché lo fai?- gli chiedo, mentre sento il suo cuore battere come un pazzo. -Ciao Clarissa.- mormoro, alzando lo sguardo verso Keaton che mi sorride, mettendo l’indice davanti alle labbra come a dire: “Silenzio”. Mi è sembrato super affascinante. –Posso entrare?- domanda Clarissa, e dal tono sembra scocciata. -No.- risponde lui. E ora cosa penserà?! -Cosa state combinando?- e così mia sorella entra di soppiatto nell’infermeria e ci vede abbracciati come due cozze. –Ma che…- sembra essersi ripetuta la scena di questo pomeriggio. Ah, ironico. -Clarissa, ciao.- Keaton mi sposta delicatamente, afferra la mano di mia sorella e gliela bacia con grazia. Starà sicuramente cercando di rimediare. -Uhm… Keaton, una domanda.- dice Clarissa. –Come stai?- intanto si avvicina a lui, baciandolo sulle labbra. Non so, ma questa è una vera dichiarazione di guerra. –Clarissa, scusa, ma non potresti passare alle effusioni quando siete soli? Io adesso vado. Ciao a tutti e due.- Così mi alzo ed esco dall’infermeria. Volevo rimanere con Keaton, ma quell’idiota di Clarissa me l’ha impedito. Arrivo ai dormitori e, appena entro in camera mia, vedo Nydia e mi sorride candidamente. -Ciao.- la saluto, sedendomi sul letto, levandomi scarpe e calze. -Ehi, Alexis. Come sta Keaton? Si è svegliato?- mi domanda lei, sorridendomi. Anche lei è una vampira bellissima. Bionda, con degli occhi verdi e penetranti. Ha la pelle scura, quasi sull’ocra, ben curata e liscia. Il fisico di Nydia è perfetto, le curve giuste e le giuste proporzioni. Non posso fare a meno di sentirmi piccola di fronte a tanta bellezza vampiresca. Io sono una ragazza molto semplice, con i capelli scuri e lisci, gli occhi marroni e il fisico troppo infantile. Eh, ironia della sorte, Clarissa, rispetto a me, è molto più adatta a fare la regina. Sia di carattere che d’aspetto. Maaagari fossi come lei. -Ehm… Alexis? Mi senti?- mi fa Nydia, sventolandomi una mano davanti al viso. -Sì sì. Stavo solo pensando. Comunque si è svegliato appena tu te ne sei andata. Ci sono alcune ferite da curare, ma sta bene. Credo.- -Credi? Quindi non lo sai di preciso.- -Ovvio. Dipende da lui.- volto la testa da un’altra parte. Stranamente mi sento imbarazzata. -Luana non è venuta a trovarlo.- mi dice. Ha quasi un tono arrabbiato quando lo dice. In effetti Luana non mi convince molto come persona. –Lo so. Me ne’ero accorta. Però Keaton non è come un figlio, per lei?- -Noooo, che dici! È solo un ragazzo vampiro come gli altri che vive con lei. Non farti venire in mente strane idee.- -Okay, era per chiedere. Anche se pensavo il contrario.- abbasso lo sguardo, pensando a lui. –È venuta Clarissa a trovarlo per ben due volte. Quella ragazza è fissata. Keaton mi ha spiegato tutto del loro fidanzamento. Nydia?- Mi giro verso di lei, e mi sorride:- Sì?- -Non è che gli piaccio io? Bhè, onestamente non sono un figurino, ma…- il solo pensiero mi manda ondate di piacere alla schiena. -Non è da escludere, Alexis! Immagina che bello fidanzarsi con un tipo come lui. È un gran figo.- -Non usare questi termini, okay? Mi hanno sempre dato sui nervi…- ed è vero, perché tutte le mie amiche del liceo precedente usavano questi termini in mia presenza se vedevano passare ragazzi belli (tipo Brad, il capitano della squadra di football della mia scuola). Urlavo sempre se dicevano queste cose. -Scusa, non lo sapevo. Ma rimani sempre in allerta con Keaton. È un gran figo, ripeto.- -Come vuoi.- intanto il mio cuore batte fortissimo pensando al fatto che Keaton si possa essere innamorato di me. anche se lo escludo. -Bhè, io vado. Il coprifuoco è passato da un pezzo. ‘Notte, Alexis!- Nydia si alza e mi saluta sorridendo fino alla punta delle orecchie. -Buona notte Nydia.- le dico, sorridendo anch’io. Appena se ne va, mi cambio velocemente e mi infilo sotto le coperte, sprofondando nel sonno più profondo, ma da sola.










Capitolo 4




-Alexis…- c’è qualcuno che mi chiama… Apro lentamente gli occhi e vedo davanti a me un viso. Un viso fin troppo familiare. È buio e anche se sono un vampiro non riesco ancora ad abituarmi tanto al buio. -Chi sei?- domando, farfugliando una specie di sbadiglio. -Oh, giusto, non ti sei ancora abituata al buio.- dice la figura. –Comunque sono Keaton.- -KEATON?- sbraito, mezza incavolata. –Cosa ci fai qui? Dovresti riposare.- (oddio, sembro sua madre!) Lui si accoccola nel letto, dicendomi:- Bhè, ma non posso. O meglio, gli umani potrebbero attaccarti, ti devo tenere d’occhio. E poi è un ordine di Luana.- Rimango a fissarlo, incredula. Quella lì mi sta sempre più antipatica. -Ma…- non riesco a finire di parlare, che lui mi accarezza il viso, ribattendo:- Adesso dormi, è molto tardi e poi domani hai scuola.- adesso era lui quello che sembrava mia madre (anche se sarebbe molto meglio specificare con: padre). Mi accarezza la schiena (facendomi diventare rosso peperone) e sussurra:- Buonanotte, Alexis Valeyer.- Mi chiedo perché ha detto anche il mio cognome. Inutile farci caso. -È difficile dormire con un ragazzo, lo sai?- commento, sorridendo, mentre lui si mette a pancia in giù. –Eppure ieri sera non avevi problemi a riguardo, o mi sbaglio?- Arrossisco, rispondendo:- Veramente io non ho detto niente, ma l’idea di dormire con te mi ha fatta rabbrividire tutta.- Keaton scoppia a ridere:- Sai, anche a me mette ribrezzo dormire con una ragazza, ma se si tratta di una come te non mi tiro certo indietro. E poi è un ordine della regina.- -Okay, ma cosa vuoi dire con…- ma non mi da la possibilità di continuare che mi mette l’indice sulle mie labbra. Rimango a fissare in dito, imbarazzata. -Ssh, vedi dormire, piccola.- Quel “piccola” mi manda un’ondata di piacere nella mente e un senso di imbarazzo nel corpo. Mi sento piccina, di fronte a lui. Ha un’aria così affascinante e misteriosa… -Alexis, riposa…- mi mormora, con un tono calmante che avrebbe assopito persino un toro incavolato nero. Si gira verso di me e mi abbraccia, mentre io mi rannicchio nel suo petto, avvertendo il suo dolce profumo. Le sue mani mi avvolgono serenamente, in una stretta amorevole, tanto che vorrei stare così per sempre. E adesso mi accorgo di una cosa importante: mi sono finalmente innamorata di lui. E forse anche lui di me. Chiudo gli occhi, desiderando che potessimo rimanere uniti per l’eternità. Solo noi due.

Apro un occhio e mi trovo ancora appiccicata al torace di Keaton. Lui dorme ancora. Allora, che ore saranno? Ma stranamente non m’interessa. Non mi va di dimenarmi dalla stretta affettuosa del mio “amico”. Aspetterò che anche lui si svegli, quindi mi accoccolo di nuovo verso di lui, avvertendo i suoi battiti calmi e rilassando e ascoltando il suo respiro regolare. Le mie mani sono dietro la sua schiena, e questo mi fa rabbrividire un po’. Chiunque entri (e spero che nessuno lo faccia), potrebbe pensare male. E se facesse irruzione nella mia stanza proprio quell’odiosa di Clarissa, per me e Keaton sarebbe la fine. Addio, mondo! Penso, scherzosa. Mi sono alzata di buon umore. Come se tutto potesse filare sempre liscio come in questo momento. Poi mi viene in mente l’attacco degli umani di ieri e penso alle ferite di Keaton. Levo una mano dalla sua schiena e gli tocco la fronte, scostando una ciocca di capelli e dando un’occhiata alla ferita. È curata. Ha un cerotto. Quindi vorrà dire che anche le altre lesioni sono a posto. Mi sento molto meglio al pensiero che lui sia subito guarito. Spero che nessuno più gli faccio del male, sicuramente non lo sopporterei. E poi mi sono molto affezionata (e anche innamorata) a Keaton e perderlo sarebbe un colpo al cuore. Alzo lo sguardo verso di lui. Le sue braccia sono al di sopra del mio naso, quindi notare il suo bel viso diventa un’impresa. Avanzo di poco, fino ad arrivare all’altezza del suo collo. Adesso riesco a vedere bene la sua faccia. Riposa serenamente, con un’aria tenera e infantile. Anche se ha diciassette anni, sembra più piccolo quando dorme. E vederlo come un vampiro diventa un po’ incredibile. Gli accarezzo il viso, sorridendo come una madre verso il suo figlio (ah, ma questa è una persecuzione!). poi mi viene in mente la mia mamma di prima e al fatto che non l’ho più richiamata. Certo, è da solo un giorno che vivo alla Vampire Academy e quindi non è passato molto tempo dall’ultima telefonata. Mi manca molto e la preferisco di gran lunga a Luana, che è una terribile madre insensibile. Tale madre, tale figlia. E naturalmente sto parlando di Clarissa, perché io non sono così… egoista, spregevole e vanitosa. Dio, se è antipatica mia sorella! E poi il fatto che è fidanzata con Keaton non mi va mica bene. Non che mi metta a fare la predica, ma quella ragazza non può essere la ragazza di una persona tanto… tanto gentile, cordiale, disponibile (eh, la smetto, altrimenti si fa notte). Oltretutto non corrispondo. Ed è un fatto importante, dopotutto se una persona sta insieme a un’altra persona è perché entrambe si vogliono bene, ma è naturale che Keaton non ami affatto Clarissa. È logico. Ad un tratto sento che le braccia di Keaton iniziano a stiracchiarsi. Apre lentamente gli occhi, sbattendo varie volte le palpebre e mormorando un:- Yawn…- tipo sbadiglio. Mi guarda e sorride:- Buongiorno, piccolo angelo.- Arrossisco, ribattendo:-Piccolo angelo? Uhm… mi piace! Comunque buon giorno, dormiglione! Sai che ore sono?- chiudo gli occhi e gli schiocco un bacio sulla guancia, anche se poi mi ritiro, troppa eccitazione! –Sono le 7 meno venti, Alexis.- mi risponde, poi urla:- LE 7 MENO VENTI??!!- mi giro lentamente verso l’orologio e vedo l’orario:-No, non le 7 meno venti, ma… LE 8 MENO VENTI!!!- sbraito, scendendo dal letto come una furia, correndo in bagno a cambiarmi velocemente. Quando esco, vedo Keaton che mi sorride radioso. –Sei di buon umore?- gli domando. –Forse.- questa è la sua replica. –Accidenti, ti ho fatto fare tardi.- aggiunge. -Noooo, non è vero.- rispondo, poi immetto:- Ma se è colpa mia? Non volevo separarmi da te.- non avrei dovuto dirlo. –Ah, davvero? Bhè, a questo punto…- si avvicina a me e mi abbraccia di nuovo. Sento di nuovo quel buon profumo che mi assale come una tigre. È incantevole. Mi divincolo, cercando una scusa per rimediare al mio “staccamento”:- Scusa, ma si è fatto molto tardi. Devo andare. Ciao, Keaton.- E così mi costringo a lasciare quel meraviglioso ragazzo, piantato su due piedi da una pazza che non capisce che lui… bhè, lui ti vuole.

Arrivo in classe con dieci minuti di ritardo. Bhè, tempo record un corno. Non è servito a niente correre come una forsennata per arrivare almeno al suono della campanella. -Oh, signorina Valeyer, è in ritardo.- mi dice il professore Glenn. –Scusi.- rispondo. –Il motivo del ritardo è…?- Oddio. Ma questo vuole sapere tutto?! -Bhè…- di certo dire che non mi volevo staccare dall’abbraccio di Keaton non sarebbe stata la mossa più astuta del secolo. –Non ho sentito la sveglia.- la mia bocca ha parlato da sola. E meno male che non ha detto qualcosa di sconveniente. –Okay, bhè, vai a posto.- Corro vicino a Stefan, cercando di nascondere almeno parte del mio imbarazzo. –Buongiorno, Alexis.- mi dice il mio amico, sorridendo con aria ironica. –Sì sì. ‘giorno.- rispondo, aprendo il libro di greco. Dopo quelle estenuanti quattro ore, arriva la prof Moser. Altra paturnia lunga un’ora di robe vampiresche. -Salve ragazzi. Oggi vi voglio dire una cosa. Ho saputo che il giovane Keaton Haeven è stato aggredito ieri da degli umani. Voi sapete se sta bene? Alexis, lui è il tuo tutore, sai qualcosa?- Tutore? Oddio. –Bhè, sì. Sono rimasta con lui fino a tarda notte e si è svegliato. Sta bene. Questa mattina l’ho incontrato e le sue ferite sono state curate.- in realtà non ho mentito del tutto. Ma dire la parte: lui è venuto in camera mia ed è rimasto lì a dormire con me, solo un deficiente di prima categoria lo avrebbe detto. -Oh, sono molto contenta che stia bene.- ribatte la Moser, sorridendo e mostrando dei denti bianchi e puliti (a differenza di quelli di Glenn, che puzzano e sono sporchi, per questo non lo sopporto, ma anche per altri motivi). –Adesso, parliamo della lezione di oggi…-

Esattamente cinquanta minuti e cento sospiri di noia dopo, mi trovo in mensa, a scegliere cosa mangiare oggi con Nydia e Stefan. Quando ci sediamo al solito tavolo, Nydia mi chiede:- Senti, ma, veramente Keaton sta bene?- Non faccio in tempo a rispondere che qualcuno mi toglie le parole di bocca:- Sono sano come un pesce, Nydia.- Tutti e tre ci voltiamo verso la voce. Fascinoso e incantevole. Keaton. –Ehilà! Keaton, come va?- lo saluta Stefan, mentre il nostro amico si siede accanto… accanto a me. –Bene.- gli risponde lui, senza sorridere. Poi si volta verso di me. -C’è qualcosa che puzza qui.- interviene Nydia, fissandoci. Io e Keaton ci scambiamo un rapido sguardo e ribattiamo a stereo:- COSA?- okay, così dimostriamo ancora di più qualcosa di strano, ma insomma, cosa è successo di così scandaloso? -Beccati!- esclamano i miei due amici. –C’è qualcosa che non va. Vi siete metti insieme?- ci domanda Nydia. Prima ci fissiamo, poi scoppiamo a ridere:- Cosa? Noi? Ma che dici?!- E ora sembra tutto molto più strano. Lo ammetto, mentire è così difficile (sguardo supplichevole). Keaton mi salva (e si salva anche lui):- Ora vi spieghiamo tutto. Sapete, io ieri sera mi ero subito ripreso non appena mi avevano curato le svariate - e non mente. – ferite. Poi mi sono ricordato che Luana mi aveva dato l’ordine di restare sempre con Alexis, anche di notte, perché potrebbe essere attaccata dagli umani, allora sono andato in camera sua e ho dormito li. Tutto qua, vero Alexis?- Ecco la pura verità. Risponderei, invece mi esce un:- Uhm… sì… forse…- e quel forse non ci doveva proprio stare. -FORSE?!- urlano loro due, naturalmente scossi. –Perché forse?- fa eco Keaton. -Bhè… è vero che sei venuto in camera mia. Ma…- se mi tengo sul vago capiranno? No. Perché non danno segni di vita. Nydia mi sbraita:- Cosa è successo quando è venuto in camera tua?-

E urla così forte che tutta la sala si gira verso di lei, che diventa rosso peperone e sulla pelle ocra sembra quasi trucco. Keaton prende in mano le redini, chiarendo:- Diciamo che poi… bhè… l’ho semplicemente abbracciata e abbiamo dormito così. Tutto qua.- rinunciare alla bugia no, eh?

-Oh.- come risposta mi aspettavo di meglio da due megafoni come loro. Ma arrangiamoci. È anche meglio così. Che lascino correre. O almeno credo che lascino correre. E lo spero pure. –Quindi ti ha abbracciata e avete dormito così?- ripete Stefan. –SI, MALEDETTAMENTE SI.- ecco la mia sana (si fa per dire) risposta. Appena finito il pranzo, usciamo tutti e quattro e andiamo nelle rispettive stanze per studiare, ma, prima che entri nella mia, Nydia mi prende per un braccio e mi dice:- Lo so che ti sei innamorata di lui. Non negarlo. Comunque ti darò una mano. Da ora sono la tua migliore amica, okay?- -Okay, grazie per l’aiuto.- rispondo, felice che lei si sia considerata così per me. dopotutto è una grande amica che non voglio perdere. Entro in camera mia e mi siedo sul letto, mentre Keaton si avvicina a me. - Com’è andata a scuola?- mi domanda, sedendosi accanto a me e… accarezzandomi il viso. –Bene, come al solito. Mmmh…- mi accorgo che lui mi ha cinto le spalle e che mi sta abbracciando. –Hai sempre una buona scusa per abbracciarmi.- -Sempre.- ribatte, ridendo lievemente. Alzo lo sguardo verso di lui e lo fisso intensamente negli occhi. Sono di un azzurro profondissimo. –Ti piacciono i miei occhi?- mi chiede, stringendomi sempre di più, costringendomi a mettere la mia testa sotto il suo braccio. Cosa che non mi disturba affatto. –Sì. Sono bellissimi.- rimando, mostrando un sorriso sereno. Anche lui mi fissa improvvisamente. Arrossisco, notando il suo sguardo sempre più vicino a me. Tanto vicino che riesco a sentire il suo respiro. Mi sta abbracciando ancora più forte. E io esplodo come una bomba a mano. Sicuramente se lo fossi adesso fare una figura di cacca. Ammettiamolo. –Ti ricordi quando ti avevo detto che c’era una ragazza che mi interessava? Bhè, ti dico chi è.- e dopo mi fai morire qui, davanti a te, perché il mio cuore sta scoppiando, vuole sapere chi è questa ragazza. –Indovina un po’, piccolo angelo.-mi fa. Okay, aggiudicato. Ora scoppio. E qui si vedranno volare pezzi di una povera adolescente presa da un attacco di panico. Mi accarezza il viso, poi il suo lo avvicina al mio, stampandomi un bacio leggero sulle labbra. Rimango impalata come un bastone, occhi spalancati, sguardo rimbambito. Bhè, Keaton, non penso che ti interessi un bastone con gli occhi. Avverto il sapore delle sue labbra, dolce e profumato, che questa volta mi baciano più forte, come se non potesse smettere. Ad un tratto, mi accorgo di essermi abbracciata a lui e di avere anche gli occhi chiusi. Ah, forse è un sogno. Ma sì, solo un sogno. Invece no, riesco a sentire le sue meravigliose labbra sul serio e questa volta non scherzo. È un bacio magnifico. Caspita, bravo baciatore, lui (si vede che si è esercitato con Clarissa, ah, ah, ah… okay, non è affatto divertente, visto che io lo amo). Quando ci stacchiamo, siamo senza fiato. Okay, respira, Alexis, respira. -Bene, devi fare i compiti.-mi allarma lui, evidentemente imbarazzato per quel bacio. -Oh… sì… giusto.- mormoro, quasi desiderassi evitare di farli. Ad un tratto sentiamo la porta bussare. –Chi è?- domandiamo all’unisono. -Clarissa.- oh, ecco la cretina. Keaton mi da un fantastico bacio e arriva subito dopo lei. Insomma, proprio non vuole mollare. -Entra.- dico, anche se… VOLEVO RIMANERE SOLA CON KEATON, ACCIDENTI! Clarissa entra nella mia camera, prima mi squadra, poi si rivolge a Keaton:- Amore, vieni, ti devo far vedere una cosa.- Aspetta un minutino… AMORE…????!!!! Ma… incredibile. Mia sorella lo afferra per un braccio, portandolo via. Prima che esca, lui mi ha una faccia come a dire: “Hai visto con chi ho a che fare?” e sì. Ho visto. Rimango sola in camera. Ad un tratto entra Nydia (questa stanza ha libero accesso anche ai ladri, prego, entrate e prendete quello che volete). -Ciao Alexis.-mi saluta la mia amica. –Ti volevo avvertire che tra poco iniziano i corsi pomeridiani e quindi servono inscrizioni. Che ne dici di partecipare?- -Uhm… ah, okay.- rispondo. –Che corsi si tengono?- domando. -Allora, tanto per cominciare ci sono i corsi di lingue straniere: inglese, tedesco e spagnolo. Poi un corso d’equitazione. Anche i corsi artistici: tipo scrittura creativa e disegno. Poi musica: pianoforte, canto e strumenti a fiato.- Mi ricordo del mio amato sassofono e rispondo:-Okay! Deciso, voglio fare il corso per strumenti a fiato.- -Perché?- ah, giusto, lei non sa che suono il sassofono. –Suono il sax da quando avevo sette anni. Immagino di essere abbastanza esperta nel campo. E poi ho vinto un concorso per giovani talenti a Toronto. Ricordo ancora quel bellissimo viaggio in Canada… che meraviglia…- è vero. Ho vinto il primo premio a questo concorso, suonando una robetta jazz di un mitico sassofonista inglese. Vincendo. -Complimenti. Non lo sapevo.- commenta Nydia, sedendosi accanto a me. -Tu che corso farai?- le chiedo, molto interessata. –Uhm… ci sto ancora pensando ma penso che farò disegno o inglese. Mi attraggono tutt’è due. Tu che mi consigli?- -Dipende. Comunque devi vedere per cosa sei portata.- -Forse di più per il disegno. Aspettami qui, ti porto degli schizzi che ho fatto e mi dici che ne pensi.- così esce dalla mia stanza. Sono contenta. Finalmente posso ricominciare a strimpellare il mio amato sax. L’ho comprato da piccola, con mio padre che adesso sarà chissà in quale parte del mondo, intento a far firmare contratti di collaborazione. Lui è un commercialista e viaggia spesso. Invece mia madre è una donna che lavora in banca da più di trent’anni. Per me loro sono molto importanti. Voglio bene a entrambi e non li vedo da tempo. Devo chiamare a mia madre. Immediatamente. Ma prima i disegni, poi i compiti, poi mamma. E poi si vedrà. Vorrei tanto dire a Nydia del bacio fantastico che mi ha dato Keaton, ma è meglio se tiro l’argomento appena si parla di lui. Altrimenti sembrerei troppo diretta. Comunque glielo devo dire. è diventata la mia migliore amica praticamente subito ed è simpaticissima e disponibile. Voglio coltivare questa amicizia. Anche con Stefan, che è proprio un bravo ragazzo. Ecco che Nydia torna, con in mano una cartellina. –Questi li ho disegnati i primi tempi che ero qui. Adesso ho un po’ trascurato il disegno, ma devi vedere il mio quaderno di arte. Tutto strapieno di immagini divertenti e schizzi. Ma certo non mi definisco un genio.- Apre la cartella e mi mostra il primo disegno. Caspita, quella tigre è bellissima! È raffigurata una bellissima tigre bianca del Bengala (sono informata perché le adoro) stesa sull’erba a pulirsi. I suoi occhi sono azzurri e mi viene in mente Keaton. –Complimenti, sei bravissima.- mi congratulo sorridendo candidamente. Ecco che mi da il secondo disegno. –Oddio, ma è bellissimo!- esclamo, sobbalzando dal letto. È disegnata una ragazza in kimono di origini orientali con in mano un ombrello di carta di riso e sorride alle spalle di un ponte. Mai visto un disegno tanto bello. -Grazie, questo l’ho fatto dedicandolo alla mia migliore amica del liceo dove studiavo prima. Si chiamava Kimiko ed era giapponese. Una ragazza fantastica.- Rimango immobile. Kimiko allora è una ragazza bellissima e fantastica. Da aggiungere. -Questo è l’ultimo.- ora mi passa un altro foglio. Mi zittisco improvvisamente. Lo osservo e rimango strabiliata dalla sua bellezza. Il dio Apollo. O meglio, sembra il dio Apollo perché ha delle ali e dietro di sé ha un carro con dentro un sole luccicante. Il dio è bellissimo. Proprio come Keaton. -Come avrai notato, lui è il dio Apollo. Ho preso ispirazione per il disegno da un vecchio libro che si trova in biblioteca. In quel libro si parlava della vita sentimentale di Apollo. Una vita sentimentale mooolto movimentata. E poi, alla fine del libro, Apollo rimaneva solo, ricominciando a riaccendere il sole ogni mattina, con il suo solito carro porta raggi. Io lo chiamo così. In quel libro non c’erano illustrazioni. Tutto immaginato.- Il suo disegno è meraviglioso. –Aggiudicato. -, le dico. – tu sei portatissima per il disegno.