Utente:Jason Todd (ex Scrivano)/Sandbox

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« Ah, certo! La crisi dell'Arte unita all'involuzione del sistema industriale e capitalistico... »
(Un critico d'arte a caso mentre cerca di dare una spiegazione alle "opere" di Gallizio.)
« Ma cos'è 'sta merda?! »
(Tutti su un'opera qualsiasi di Gallizio.)
« Era quella avanzata che non ci stava nei miei barattoli! »
(Manzoni (quell'altro) in risposta alla citazione precedente.)

Pinot Gallizio è stato uno dei più grandi drittoni della storia dell'Arte Contemporanea, facendosi riconoscere come creatore geniale di opere di rottura[1] nonostante fosse un emerito cazzaro. Ma procediamo con ordine.

Breve biografia

Nasce ad Alba nel 1902. Suo padre Raboso era fabbricante di botti[2], la madre Barbera bracciante estiva nelle campagne viti-vinicole del cunense. In parole povere, per il buon Gallizio sembrava assicurato un destino nel settore vinicolo. Purtroppo i genitori non avevano fatto i conti con il desiderio di Pinot di elevare il suo livello sia in ambito professionale che umano.

« Papà, che ci vuoi fare?! A me il vino piace berlo, mica produrlo! »

E fu con queste fiere parole che Gallizio decise di intraprendere la strada solitaria dell'ubriaco perso dell'artista tormentato alla ricerca della perfetta ispirazione che portasse ad una svolta radicale nel mondo dell'arte a lui coevo. Fu solo nel 1956 che si accorse di non aver combinato nulla, eccettuata la profonda esplorazione delle cantine delle osterie del Piemonte.

Note

  1. ^ Di maroni.
  2. ^ Non i cosi che esplodono!