Utente:JMDI/Sandbox

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Manuali: Preparare una sessione d'esame

Questo manuale è scritto per chi sta cercando di preparare più esami universitari in una sola simpatica sessione. Per simpatica sessione si intende quel periodo della vita di ogni ragazzo: inizia a crescere la barba, cresce la voglia di incontrare esemplari del sesso opposto, ma al contempo si è costretti a dover concentrare tutte le proprie forze e il proprio tempo sulla quindicina di esami che, appunto, costituiscono la simpatica sessione (che da ora sarà abbreviata ad SS).

In realtà se stai leggendo per scoprire come preparare un esame universitario significa che siamo già partiti male. Dovresti evitare di perder tempo (invece che studiare) a leggere manuali su come studiare e cercare di perder più tempo a studiare direttamente piuttosto che pensare che studiare come studiare possa seriamente aiutarti a studiare quello che devi studiare. (nota: studiare studiare studiare)

Dopo aver letto le premesse di questo manuale, dovresti essere in grado di capire che per preparare più esami contemporaneamente dovresti 1 mettere la testa a posto 2 pisciare su questo manuale e 3 metterti a studiare per davvero.. Ma il tuo cervello (vigliacco) sta al contempo pensando che studiare è effettivamente noioso, così comunica al tuo subconscio il compito di cercare scuse valide per rimandare i libri a domani ed ignorare i punti 1 e 3.

Alla fine della lettura sarai perfettamente in grado di mettere a tacere il tuo pigro subconscio e prendere in mano la tua vita da universitario; che poi tu voglia metterti ad affrontarla con serietà, o semplicemente prenderla in mano per lanciarla nel cesso, va oltre gli interessi di questo manuale. Se alla fine della lettura ti verrà voglia di comprare disiscriverti istantaneamente e comprare una zappa, il siamo contenti per te, guadagnarsi da vivere zappando è molto più soddisfacente e meno faticoso che studiare. Ma dimentica qust’ultima frase e mettiti al servizio dell’evoluzione intellettuale dell’uomo.

Razionalizzazione

La prima e più importante cosa da fare, per evitare ripensamenti posteriori, è razionalizzare e accettare la situazione in cui ci si trova. Solo da un’ottimale razionalizzazione della SS si riesce ad organizzare il lavoro in modo coerente e solo attraverso l’accettazione della propria condizione si riescono a trovare le forze per affrontarla a cazzo dritto.

E’ tecnicamente la fase più facile dello studio (la fase più difficile è lo studio effettivo) ma implica una gran forza d’animo e capacità di ironia dal mondo e da se stessi; previa un ottima razionalizzazione della SS la vita dello studente è in discesa. Dopo aver compreso per bene cosa devi fare, come e quanti anni di vita ti toglierà, l’unica cosa che ti rimarrà da fare sarà diventare un sorridente automa da studio e il mondo universitario non ti sembrerà più orribile come pensavi prima! Neanche bello ma è già qualcosa.


Valutazione della molestia della sessione

In genere una SS che si rispetti non lascia neanche il tempo a uno studente di tornare a casa a far pranzo. La quantità esagerata di esami in un quantitativo esageratamente iniquo di giorni, impedisce una qualsiasi organizzazione intelligente degli esami.

Una SS che si rispetti ancor di più vede anche esami diversi alla stessa ora dello stesso giorno. Magari in una settimana vuota vi troverete a dover affrontare cinque prove diverse tutte di martedì tra mezzogiorno e mezzanotte, ma non preoccuparti di questo, anche se ti sembra folle. Ricorda sempre che sei all’università, la tua parola vale meno dell’unghia incarnita del professore e la tua salute fisica e mentale non compare tra i termini della normativa UE del sistema universitario: sei il nulla buttato in mezzo al cinismo dell’istruzione, quello che devi fare è solo autoconvincerti che tutto questo sia giusto ed andare avanti a testa bassa.

Una volta abbassata la testa (ignora le lacrime) è possibile valutare numericamente la molestia della sessione attraverso la semplice formula


Dove il minimo corrisponde ad un unico semplice esame diluito in un anno di corso (termine di paragone studente al primo anno di Filosofia) e il massimo rappresenta una SS con media di un esame ogni due giorni per un mese di tempo (fuoricorso di Ingegneria alle prese con esami arretrati).

Sviluppato il calcolo si riesce ad avere una buona idea di quanto saranno orribili i giorni seguenti. Complessivamente per risultati che vanno dal 70 in su gli psicologi consigliano di comprare un battello a vapore ed andare a vivere in Nuova Zelanda commerciando banane, ma se sei abbastanza convinto delle tue scelte di vita abbassa ancora di più la testa e tira avanti con tutte le buone intenzioni che riesci a ricacciare dalla testa.

Valutazione della prepreparazione (autovalutazione)

E’ una fase dello studio psicologicamente complessa, implica grande sincerità verso se stessi e buone capacità di rassegnazione e/o autoenfatizzazione. Avviene tutta nella tua testa, e consiste solo nel considerare le proprie capacità e conoscenze messe a confronto con la percentuale di molestia di SS, ma anche nella valutazione della propria vita futura vista in un senso più ampio.

Lo studente medio tende immediatamente a scoraggiarsi, chiudersi in casa e immergersi nel mondo della droga. Lo studente disilluso tende a pensare che andrà tutto bene, chiudersi fuori da qualsiasi luogo di studio e immergersi nel mondo della droga Entrambe le soluzioni portano a un lento degrado delle buone intenzioni e, complessivamente, a un bilancio finale in negativo per la propria SS. La strada migliore è un’equilibrata e ponderata via di mezzo, che ti permetta di riflettere e valutare bene quale dovrebbe essere il motivo per cui varrebbe la pena affrontare la tua SS: affrontata nel modo migliore, questa è la fase iniziale in cui iniziano a sorgere spontanee le domande esistenziali “perché sono qui”,” dove sto andando nella vita”, “perché mi fa male il cervello” e la più classica ““che senso ha tutto questo”. Ignorare queste domande lascerebbe spazio a troppa angoscia esistenziale, e provare a rispondere troppo approfonditamente potrebbe distruggere dall’interno i tuoi buoni propositi da bravo studente, così dovrai accontentarti di risposte sommarie come “faccio l’università perché è una cosa bella”, “mi piacerebbe avere un lavoro da grande” o meglio “si si ma intanto do qualche esame poi se mi rendo conto che non mi piace cambio facoltà”. Solo dopo aver trovato una buona motivazione iniziale, sarai pronto per affrontare lo studio nella pratica. Sarà la tua mente a portare avanti il lavoro, il tuo corpo diventerà un imbambolato cervello che saltella da un libro all’altro, ma solo la convinzione di aver fatto la scelta giusta nella vita potrà aiutarti a non perdere la poca sanità mentale rimasta da anni di studio. Una volta che avrai risposto in maniera soddisfacente alla domanda “perché mi sto facendo questo” , sarai del tutto in grado di trasformarti in uno studente.