Utente:Il Signor Lapa/Sandbox6: differenze tra le versioni

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Manuali:Andare in settimana bianca spendendo poco
{| width=100% style="background: #F0F0F0; border: 1px solid #aaa; margin-bottom: 0px; text-align:center;"
| style="padding-right: 1px; padding-left: 1px;" |
<center>Nel caso tu non abbia la più pallida idea su ciò di cui si parla in questo articolo,[http://www.youtube.com/watch?v=wPmdx-hbSo4| clicca qui, ignorante].</center>
|}<noinclude>


Innanzi tutto,
[[File:Venere con organista di Tiziano.jpg|right|thumb|370px|''"Osteria sessantasette / le ragazze han le [[tette]] / han le tette da succhiare / e la [[fica]] per chiavare / dammela a me biondina / dammela a me mora"'']]
La '''Canzone delle Osterie''' è una delle più antiche e pregevoli ballate popolari italiane pervenuteci, composta secoli or sono da [[qualcuno|ignoti]] ma tuttora di grande attualità nell'esporre il suo messaggio profondo con leggiadria ancora insuperata.

Si divide in strofe di quattro ottonari in rima baciata ciascuna, dove viene castigato il malcostume popolare, seguite da una ripresa in cui il [[cantante|cantore]] evoca le personificazioni della [[Virtù|Biondina Virtù]] e della [[Saggio|Mora Saggezza]] affinché educhino gli ascoltatori.

Segue l'analisi del testo.

== Strofe canoniche ==
''Osteria numero [[0|zero]]<br />
''ho visto un prete [[negro|tutto nero]]<br />
''che con mille contorsioni<br />
''suona il piano coi [[coglioni]]<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Già dalla prima strofa l'autore biasima la decadenza del [[chiesa cattolica|clero cattolico]], simboleggiato da un sacerdote nero di [[peccato]] che si contorce nel mondo secolare dedicandosi a musica e facezie anziché alle cose di lassù. Da notare ancora la supplica alle due dee di darci rispettivamente la Virtù e la Saggezza, invito poi ripetuto per il resto del componimento.

''Osteria numero uno<br />
''in convento non c'è nessuno<br />
''ma qui ci sono [[prete|preti]] e [[frate|frati]]<br />
''che s'inculano beati<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />
[[File:Donna con gatto di Renoir.jpg|left|thumb|270px|''"Osteria dell'uomo matto / la marchesa aveva un [[gatto]] / con la coda del felino / si faceva un [[ditalino]] / dammela a me biondina / dammela a me mora"'']]

Qui si rincara la dose, evidenziando come ormai i religiosi preferiscano l'ambiente delle osterie ai [[chiesa|luoghi di culto]] e il dilagare della [[sodomia]], senza il minimo senso di colpa...

''Osteria numero due<br />
''le mie gambe fra le tue<br />
''le tue gambe fra le mie<br />
''fanno [[1000|mille]] porcherie<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Quante porcherie, genera la fornicazione! E quale la confusione che le nuove tecniche erotiche portano nei nostri cuori! Dammi, o dea, la Virtù e la Saggezza!

''Osteria numero tre<br />
''la Peppina fa il [[caffè]]<br />
''fa il caffè una volta al mese<br />
''con le [[assorbente|pezze]] del [[mestruo|marchese]]<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Qualche anno fa una celebre canzonetta dello [[Zecchino d'oro]] recitava: ''"Il [[caffè]] della Peppina / non si beve la mattina / né col latte né col tè / ma perché perché perché?"'' Beh, [[bambini]], questo mi sembra un ottimo perché.

''Osteria numero quattro<br />
''la servetta ha rotto il [[piatto]]<br />
''per non dirlo alla padrona<br />
''se lo ficca nella [[mona]]<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Il messaggio verte ora sul senso di colpa: chi commette un [[errore]], deve saper prendersi le proprie responsabilità e avere il [[coraggio]] di ammettere i propri sbagli se non vuole che la colpa lo renda servo e lo tormenti come un coccio rotto nella [[vagina]].

''Osteria numero cinque<br />
''c'è [[chi]] perde e c'è chi vince<br />
''ma chi perde caso strano<br />
''se lo trova dentro l'[[ano]]<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Non sempre nella vita si può uscire vincitori, bisogna anche sapersi inginocchiare quando necessario e [[sesso anale|accogliere dentro di se]] le sconfitte. Quanta verità in questo canto!

[[File:Dante e Beatrice.jpg|right|thumb|270px|''"Osteria del [[Paradiso]] / c'era [[Dante]] col sorriso / [[Beatrice]], la sua donna, / gli e' tornata senza gonna / dammela a me biondina / dammela a me mora"'']]
''Osteria numero sei<br />
''c'è il casino degli [[ebrei]]<br />
''ma gli ebrei son porcaccioni<br />
''ficcan dentro anche i [[coglioni]]<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Il canto parla ora di come la [[lobby ebraica]] sia sempre pronta ad ogni porcheria pur di ficcare ai posti di potere i suoi [[membro|membri]], anche quando essi ''[[coglioni|non sono proprio delle cime]]''. Un argomento senza dubbio delicato, ma ancora una volta trattato senza scadere nel [[razzismo]] e nella volgarità.

''Osteria numero sette<br />
''il [[salumi|salame]] si fa a fette<br />
''ma alle [[donne]] caso strano<br />
''il salame piace sano<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Se c'è un vizio che nel [[mondo]] moderno passa troppo spesso sotto [[silenzio]], questo è certamente l'[[ingordigia]], diffusa soprattutto fra le donne, che invece di gustare il salame una fettina alla volta, preferiscono ingoiarlo in un sol boccone, perdendosi tutto il suo buon sapore.

''Osteria numero otto<br />
''la marchesa fa il risotto<br />
''fa il risotto ben condito<br />
''con la [[sborra]] del [[marito]]<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Uno dei punti più alti della [[letteratura italiana]], su questa strofa sono già stati scritte così tanti saggi e [[tesi di laurea]] che ogni parola in più sarebbe inutile, perciò lasceremo che la [[poesia]] si commenti da sola...

''Osteria numero nove<br />
''i [[esercito|soldati]] fan le prove<br />
''fan le prove contro il [[muro]]<br />
''per veder chi l'ha più duro<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Ecco ora un'aspra critica al [[maschilismo]] e al machismo che imperversa negli eserciti, dove troppo spesso la [[virilità]] ostentata viene prima del [[rispetto]] del prossimo e delle buone maniere.

''Osteria numero dieci<br />
''se hai fame mangia i ceci<br />
''per la fica e per il [[culo]]<br />
''troverai sempre un [[padulo]]<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />

Questa strofa ci ricorda che dobbiamo sempre mantenere viva la Speranza e la fede nella [[Provvidenza]]: [[nessuno]] negherebbe un piatto di ceci ad un [[fame|affamato]] che chiede con sincerità, nessuno negherebbe il [[pene]] a chi offre la propria vagina con umiltà, chiedi e ti sarà dato.

[[File:Fanciullo con canestro di frutta di Caravaggio.jpg|left|thumb|270px|''"Osteria dell'[[frocio|invertito]] / qui non metto neanche un dito / e per stare più sicuro / me ne vado spalle al [[muro]] / dammela a me biondina / dammela a me mora"'']]

== ==
''Osteria numero venti<br />
''se la fica avesse i [[denti]]<br />
''quanti cazzi all'[[ospedale]]<br />
''quante fiche in [[tribunale]]<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

Pensiamoci: come sarebbe stato il mondo, se ad esempio, le vagine avessero i denti? Di sicuro sarebbe un mondo molto più triste, ed è per questo che l'ignoto autore ci ricorda di essere [[felicità|felici]] di vivere nel [[positivismo|migliore dei mondi possibili]]. Nel [[2007]] questa strofa ha ispirato anche [http://it.wikipedia.org/wiki/Denti_(film_2007)|un bel film per tutta la famiglia].

''Osteria numero trenta<br />
''chi dà il [[culo]] non si penta<br />
''oggigiorno caso strano<br />
''va di [[moda]] il deretano<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

Per quanto la canzone possa essere sembrata fin qui un po' troppo [[moralista]] e severa, con questi ultimi versi l'autore dimostra di saper contestualizzare i mali nel loro tempo e di essere di grande apertura [[mente|mentale]] e [[ano|anale]].

''Osteria numer'ottanta<br />
''la mattina il [[gallo]] canta<br />
''la mattina sul più bello<br />
''s'alza pure il mio [[uccello]]<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

Una lode alle cose semplici e ai nostri [[animali da compagnia|amici animali]], dai quali abbiamo sempre molto da imparare, come dai [[pappagallo|pappagallini]], che anche quando vivono in gabbia non perdono mai il contatto con la natura e continuano a svegliarsi all'alba pur non vedendo il [[Sole]].

''Osteria numero [[cento]]<br />
''se la fica andasse a vento<br />
''quanti cazzi in alto [[mare]]<br />
''imparerebbero a navigare<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

[[frase fatta|La necessità aguzza l'ingegno, volere è potere]]. Anche le imprese più ardue, come insegnare la nautica ad un pene, sono possibili, se si vuole raggiungere l'obbiettivo ad ogni costo.

''Osteria numero mille<br />
''il mio cazzo fa scintille<br />
''fa scintille [[rosso|rosse]] e [[giallo|gialle]]<br />
''mi s'illuminan le palle<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

La canzone tocca qui il suo apice lirico con questa chiara allusione alla teoria [[Platone|platonica]] della conoscenza, dove la ''credenza sensibile'' (πίστις) e l'''intellezione'' (νόησις) sono rispettivamente rappresentate dai testicoli luminosi e del membro scintillante.

[[File:Maya desnuda di Goya.gif|right|thumb|350px|''"Osteria della [[mignotta]] / non vogliamo una [[bigotto|bigotta]] / la vogliamo emancipata / e per giunta [[vergine|sverginata]] / dammela a me biondina / dammela a me mora"'']]
== Strofe opzionali a tema religioso ==
''Osteria numero enne<br />
''il mio cazzo ha le antenne<br />
''quando inculo il sacrestano<br />
''sento [[radio]] Vaticano<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

Queste ultime tre strofe opzionali possono essere aggiunte a discrezione del cantore, qualora voglia ricordare agli ascoltatori la triste [[corruzione]] in cui versa la [[Chiesa Cattolica]]; in questi ultimi versi, in particolare, il pene antennuto simboleggia il fatto che il dilagare della [[sodomia]] sia ben noto in [[Vaticano]], ma ciò nonostante le alte gerarchie fanno ipocritamente finta di nulla nelle loro prediche radiofoniche.

''Osteria del Vaticano<br />
''è successo un fatto strano<br />
''[[vescovo|Sua Eminenza]] con gli [[occhiali]]<br />
''inculava i cardinali<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

La pungente e raffinata [[satira]] non risparmia neanche i più alti prelati, resi ormai miopi alla [[Verità]] dal peccato che offusca i loro [[occhi]].

''Osteria dell'Antinferno<br />
''s'è incazzato il [[Dio|Padreterno]]<br />
''perché il suo [[Gesù Cristo|divin figliolo]]<br />
''è tornato con lo [[gonorrea|scolo]]<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

Il pessimismo cosmico dell'ignoto autore si infittisce sempre più: l'[[umanità]] sarebbe per lui talmente impura da insozzare persino il [[Cristo|Salvatore]] venuto a redimerla.

== Conclusione (opzionale) ==
''Osteria del gallo d'[[oro]]<br />
''il più stronzo è chi fa il coro<br />
''ma il più [[stronzo]] della lista<br />
''è colui che fa il solista<br />
''dammela a me biondina<br />
''dammela a me mora!''<br />

E dopo tanto castigare l'umano malcostume, arriva infine l'autocritica dell'autore, che si riconosce ancor più peccatore degli altri che ha criticato, anche se secondo me, il più [[stronzo]] sei sempre tu, che perdi il tuo tempo su [[Internet]] a leggere queste stronzate invece che pensare alla figa ''dammela a me biondina, dammela a me mora!''

Versione delle 23:21, 11 dic 2012

Manuali:Andare in settimana bianca spendendo poco

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