Utente:Il Signor Lapa/Sandbox2: differenze tra le versioni

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'''Charlie the Unicorn e la Divina Commedia'''
{{senonsai|http://it.wikipedia.org/wiki/Amedeo_Guillet}}
Charlie the Unicorn può sembrare uno stupido tormentone nonsense di [[Yotube]], ma recenti studi filologici dimostrano che quest'opera in tre cantiche così pregna di contenuti simbolici ed allegorici è stata fonte d'ispirazione per buona parte dei maggiori capolavori della letteratura occidentale, come, tanto per citarne un paio, la [[Divina Commedia]] e il [[Bibbia|Libbro]].
[[File:Amedeo Guillet diavolo.jpg|right|thumb|200px|Il dodicenne ''Comandante Diavolo'' in posa alla sua prima comunione.]]


== Prima cantica: discesa all'abisso del pupazzo di neve ==
{{cit2|Non è giusto! Ha vinto più battaglie di me solo perché ''lui'' aveva a disposizione un poderoso manipolo di contadini libici, mentre io mi sono dovuto arrangiare con l'[[esercito italiano]], uffa!|[[Luigi Cadorna|Luigi "Attacco Frontale" Cadorna]] si arrampica sugli specchi.}}
{{Allinea|center|{{YoutubeVideo|C4nh6KmpUZ4|width=425|position=center}}}}
[[Divina Commedia|Nel mezzo del cammin di nostra vita]],
Charlie si trovò in una selva oscura,
che la diritta via ormai era smarrita,
quando ebbe inizio l'avventura
ita
che tosto lo menaron pei tre regni


{{cit2|Come diavolo hanno fatto a nominarlo capo dei rivoltosi nazionalisti eritrei senza accorgersi che era italiano?|Un povero [[pirla]] che non si è accorto nemmeno della [[cazzo|dote nascosta]] della sua [[trans|"ragazza"]].}}


== Seconda cantica: scalata al Monte delle Caramelle ==
{{cit2|Ma dài, non può aver fatto tutta 'sta roba, ci manca solo che abbia trovato il [[Santo Graal]] o l'[[Arca dell'Alleanza]]!|Lo stesso pirla prima di vedere una spina della corona di [[Cristo]] come soprammobile sul suo camino.}}
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== Terza cantica: ascesa al Re delle Banane ==
'''Amedeo Guillet''' ([[1909]]-[[2010]]<ref>Anche se si sospetta che stia solo tendendo un agguato al becchino</ref>) è stato il più grande generale, ambasciatore, cavallerizzo e [[AISE|agente segreto]] che l'[[Itaglia]] abbia mai avuto, infatti era così bravo ad agire in incognito che il suo fan club su [[Facebook|Faccialibro]] fa a gara con quello dei Jalisse per il record del minor numero di iscritti.
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== Note ==
== Infanzia e olimpiadi di Berlino 1936 ==
<references />
Il nostro eroe nacque a [[Piacenza]] per partenogenesi da una granata di suo padre, il generale Guillet Senior, a sua volta [[doppio senso|uscito dalla pistola]] del generale Guillet Senior Senior assieme a suo fratello il generale-zio Guillet<ref>In quella casa i generali [[cosi che escono dalle fottute pareti|uscivano dalle fottute pareti]]. Letteralmente.</ref>. Dopo un'infanzia passata a saltare i fossi per lungo e vincere a [[The Sims]], per la sua straordinaria[[File:Amedeo Guillet a cavallo.jpg|right|thumb|180px|Lui non saltava le staccionate, era la [[Terra]] che si inchinava al suo passaggio.]] abilità di cavalcare senza sella, senza briglie e volendo anche senza [[cavallo]]<ref>Lui PUÒ, punto e basta.</ref>, sebbene non fosse stato ancora inventato l'[[air guitar|air riding]], venne scelto per far parte della nazionale italiana di equitazione ai Nazistissimi Giochi Olimpici di [[Berlino]] '36.


Appena giunse a destinazione, si distinse immediatamente per la grande naturalezza con cui montò il suo nobile animale e per i grandi successi con cui [[sesso|montò]] tutte le atlete del Villaggio Olimpico, forse per le dimensioni che suscitavano l'[[invidia del pene]] anche al suo collega equino. Fatto sta che, appena diffusa a livello internazionale la sua fama di ''trombeur de femmes'', non fece in tempo a cominciare le gare che corse con inspiegabile ardore a combattere sul fronte abissino per la gloria della Madre Patria<ref>Non tanto inspiegabile, visto che si era dimenticato le [[preservativo|precauzioni]] con le sue [[groupie]]...</ref>.

== L'arrivo in Africa ==
Appena sbarcato in un punto qualsiasi del [[Africa|Continente Nero]]<ref>Paraponzi ponzi pò.</ref>, arruolò una manciata di mercenari libici, imparò la loro [[lingua araba|lingua]] fissandone intensamente un paio per qualche secondo<ref>Mietendo le sue prime due vittime.</ref> e partì a conquistare tutto quello che trovava, senza aver nemmeno letto [[Manuali:Conquistare l'universo|questo manuale]]. In breve il [[fascismo|Fascisterrimo Italico Regno]] occupò l'allora Abissinia, riportando la più straordinaria vittoria della nostra gloriosa storia militare<ref>Anche perché non me ne vengono in mente altre fatte senza l'aiuto altrui...</ref>. Ciò rattristò enormente Guillet, visto che ancora gli scappava urgentemente di sparare [[raggi laser]] dagli [[occhio|occhi]], ma non aveva più nessuno su cui espletare il bisogno.

== La guera civile spagnola ==
Fortunatamente però quel vecchio burlone di [[Francisco Franco]] pensò bene di far scoppiare una guerra in patria, e Amedeo non ci pensò due volte a teletrasportarsi là e massacrare allegramente un po' di [[comunisti]]. Non che ce l'avesse con loro, anzi, aveva molte cose contro il fascismo, ma non si sarebbe perso per nulla al mondo un'opportunità di far saltare [[cervello|cervella]] umane per di più goffamente abbigliato da contadino, mal armato e ostacolato dal dover guidare un battaglione di volontari imbelli: lui [[sì]] che sapeva apprezzare l'antico e sano gusto delle [[kamikaze|missioni suicide]] contro innocenti!

== Ritorno in Eritrea e la carica di Cherù ==
Dopo aver ricevuto una badilata di medaglie da [[Francisco Franco|Francy²]] in persona, finalmente scoppiò la [[Prima guerra mondiale 2, la vendemmia]] e Guillet poté tornare in Etiopia, raccattare un altro po' di ladri di bestiame del posto e affrontare apertamente orde e orde di nemici provenienti da tutto l'impero coloniale inglese. Come ovvio, mentre l'esercito italiano aveva la [[ma anche no|furbissima]] idea di effettuare un [[fuga|''indietreggiamento tattico paraoffensivo'']], ossia darsela a gambe abbandonando tutto ciò che aveva conquistato finora, ma spontandosi mooolto lentamente e in fondo a delle vallate o in qualsiasi posto facile da attaccare<ref>Secondo la logica ferrea del ''se noi non vediamo loro vuol dire che neanche loro vedono noi''</ref>, a Guillet fu lasciato il compito di rallentare con attacchi [[suicidio|suicidi]] l'avanzata dei nemici mentre gli italiani finivano di stirare le tende da mettere nelle valigie.
[[File:Vespa150.JPG|right|thumb|200px|Considerando che questo era dei più temibili veicoli in dotazione all'esercito italiano, forse non avevano tutti i torti a tagliare la corda.]]

Dopo aver concimato mezzo altopiano etiopico con i cadaveri dei suoi soldati, il nostro eroe [[eufemismo|cominciava a nutrire qualche dubbio]] sull'efficienza del Fascistissimo Stato Maggiore del regno. A questo punto, nei pressi di [[da qualche parte|Cherù]] avvenne lo scontro fra il suo gruppetto di stanchi indigeni a cavallo contro tre file di carri armati inglesi più altre unità motocorazzate, l'esito della battaglia potete facilmente immaginarlo: un massacro dei nostri con successivo gaio party inglese a base di [[the]] e biscottini. [[Ma anche no]]. Amedeo, dopo aver girato la testa di 360° e aver sputato demoni fiammeggianti, guidò per una decina di volte i suoi alla carica in mezzo alla colonna nemica, riuscendo ad annientarla, pur perdendo una metà dei suoi uomini. L'altra metà è ancora lì che si chiede come caspiterina abbiano fatto dei cavalieri armati alla leggera a distruggere dei carri armati.

== Khadija, la fine della guerra e il fido Daifallah ==
Intanto, sempre pedinato da una [[CBCR]] locale, l'insaziabile Khadija, che cercava di stuprarlo ogni notte, Amedeo passava giornate serene, tra un genocidio e una razzia, con una taglia di mille sterline d'oro e centinaia di spie inglesi che lo cercavano. Visto che non aveva più spiccioli per comprare le [[mentos|mentine]], pensò bene di andare al quartier generale dei nemici mascherato solo con un turbante<ref>Un po' come [[Superman]] che diventa irriconoscibile mettendosi gli occhiali.</ref>, di dare loro informazioni svianti su se stesso e così intasco la sua taglia, senza che nessuno sospettasse di [[niente]].

Quando però tornò al campo, si accorse che gli italiani erano già partiti tutti senza di lui e che gli era rimasto un solo soldato con tutti gli arti ancora attaccati. La guerra sembrava persa, e infatti lo era. Dunque si scalpellò via di dosso Khadija e convinse il suo ultimo subalterno a seguirlo in capo al mondo con questo toccante discorso:

{{dialogo|Amedeo Guillet|Tu, col turbante, d'ora in poi sarai il mio servo.|[[Gente che passava di lì per caso|Uno che passava di lì per caso]]|Cosa? Dici a me?|A.G.|Non ho capito un accidente della tua lingua incomprensibile, ma lo prendo per un sì. Piuttosto, devo trovarti un nome.|U.c.p.d.l.p.c.|Dài, falla finita...|A.G.|Mi stai dicendo che ti vuoi chiamare Daifallah? Corpo di mille baionette, smettila di blaterare in [[negro|negrese]]!}}

== Avventure sul Mar Rosso ==
Fu così che Egli si incamminò verso la costa col fido Daifallah, dove cominciarono a praticare la nobile arte dello scaricatore di porto per racimolare qualche [[soldi|soldo]] per pagarsi la traversata verso lo [[Yemen]]<ref>Perché tornare direttamente in Italia, quando ci sono ancora tanti bei deserti roventi dove si combatte ancora?</ref>. Guillet fu però presto licenziato per il suo lessico troppo aulico, inadeguato ad ogni buon scaricatore di porto che si rispetti. Fu così che affittò un mulo e cominciò a vendere [[acqua]], sfruttando le abilità acquisite quando vendeva ghiaccio agli eschimesi, guadagnandoci anche più di quando lavorava per l'[[esercito]] italiano e mettendo da parte il denaro necessario<ref>Davvero.</ref>.

Visto che c'era, organizzò anche una ribellione nazionalista contro gli inglesi, senza che [[nessuno]] si accorgesse che era un ufficiale fascista, e mentre i suoi seguaci cercavano di scacciare gli invasori, salì col suo etiope da compagnia su una barchetta di contrabbandieri, i quali, però, quando si accorsero che non potevano trasportare tutta la sua [[figo|fighezza]] e rischiavano di affondare, li gettarono in [[mare]]. Fu così che i due si fecero qualche decina di miglia a nuoto, per poi raggiungere nuovamente la costa eritrea. Lì trovarono dei pietosi viandanti, che che ebbero compassione e diedero loro tutto quello che avevano: un sacco di bastonate.

Dunque, nudi, senza denaro, dopo una mostruosa traversata a [[nuoto]] e con il calco di una decina di pezzi di legno in testa, fecero la cosa più ovvia: addentrarsi di più nel deserto<ref>Vi sfido a dire che non fosse [[masochista]].</ref>. Vagarono per una settimana senza [[acqua]] nè cibo, nutrendosi solo della potentissima [[aura]] di amedeo, fin quando furono salvati da un pio cammelliere del posto, che li portò nella sua casetta in un'oasi, dove riservò al nostro eroe un letto caldo, cibo a volontà e una figlia [[vergine]] ''ma non ancora per molto''. Daifallah invece fu legato ad una palma in cortile e ogni tanto lo portavano a fare i bisogni dietro un sasso, ma questa pacchia per lui non durò tanto, visto che il suo padrone dopo pochi giorni sentì nuovamente il senso del patrio dovere risorgere in lui e scappò nella notte con l'etiope sapendo che solo lui poteva risollevare le sorti della nostra bella [[Italia]]<ref>O forse perché anche questa volta era a corto di preservativi.</ref>.

== Fuga in Yemen e circumnavigazione dell'Africa ==
Tornato al porto di [[da qualche parte|Hodeida]] si rimise su il suo vecchio travestimento infallibile<ref>Un normalissimo turbante, per chi non lo ricordasse.</ref> e ancora una volta gabbò quelle vecchie volpi degli inglesi, attraversando il Mar Rosso senza problemi.

{{quote|E perché non l'abbiamo fatto prima?|Quello smidollato di Daifallah in cerca di randellate.}}

Giunto là, il suo parlare destò subito sospetti negli indigeni: parlava troppo bene l'[[arabo]] anche per uno yemenita<ref>E anche questa pare essere vera.</ref> e fu incarcerato come spia inglese. Chiarito il malinteso, fecero con lui ciò che si fa con qualsiasi [[immigrato]] clandestino appena uscito di [[galera]]<ref>O almeno credo...</ref>: lo nominarono Gran Maniscalco di Corte e Consigliere del [[Re]]. Che vi aspettavate, che lo caricassero su un traghetto della Guardia Costiera e lo buttassero a calci nel sedere in acque internazionali facendolo passare per un [[suicidio]]? No, avevano fiutato l'opportunità: infatti nell'unico anno in cui ebbe queste alte cariche, il paese si trasformò in una valle lussureggiante piena di cammelli giulivi che saltellavano fra la tenera erbetta assieme a fanciulli paffuti che giocavano a tirare pietre al fido Daifallah.

Ma anche questa volta arrivò il momento di partire. Certo, sarebbe potuto partire con un volo di Stato alla volta della patria, ma che gusto ci sarebbe stato? Fu così che diede l'addio al suo compagno di mille avventure etiope con un'amichevole ma virile ginocchiata nei [[coglioni|testicoli]] e salì su una nave '''inglese''' della [[Croce Rossa]] che stava raccogliendo tutti gli invalidi di guerra dalle colonie per riportarli in [[Europa]]. Questa volta, stanco di non rischiare la vita oramai da qualche mese, si imbarcò addirittura dicendo di essere italiano, senza travestimento e rivelando di essere un ufficiale dell'esercito regio<ref>Se le avessero già inventate, si sarebbe messo al collo anche un'insegna lampeggiante con su scritto il suo nome.</ref>. Non avendo nessuna ferita e non riuscendo a procurarsene, venne caricato fingendosi pazzo, cosa che risultò a [[tutti]] credibilissima quando cominciò a raccontare le sue avventure.

== Matrimonio, promozione e furto degli archivi del fascismo ==
Tornato in [[Italia]], scoprì con suo grande dispiacere che lo avevano a sua insaputa nominato il nostro più giovane generale di sempre, approfittando della sua assenza. Pur di non salire di grado così facilmente, aveva addirittura approfittato della legge fascista che proibiva le promozioni a celibi rifiutandosi di sposare la sua cuginetta Beatrice<ref>Probabilmete era [[incesto]] e con anche una grossa differenza di età, ma nessuno ha mai osato farglielo notare.</ref>. Ma oramai che il danno era fatto, acconsentì ad unirsi a quella povera ragazza che lo aspettava dai tempi della sua prima missione: infatti lei non solo lo aveva aspettato per dieci anni fedelmente, ma quando venne a sapere dell'[[ninfomane|insaziabile Khadija]], fu felice per lui e gli chiese di ritornare in Etiopia e di regalarle il loro anello di fidanzamento come ringraziamento per averlo [[sesso|allietato]] al posto suo<ref>Sì, Amedeo poteva avere questo ed altro, tu invece devi cospargere la tua ragazza di sciolina pur di non farla attaccare al primo che passa.</ref>.

Prima di tornare laggiù voleva andare a bersi un'ultima [[birra|birretta]] con [[Vittorio Emanuele di Savoia|Vittorio Emanuele II+I]], temendo che al suo ritorno gli italiani lo potessero averlo già [[ghigliottina|ringraziato ''alla francese'']], [[File:Amedeo Guillet e un altro generale Guillet.jpg|right|thumb|220px|L'unica foto pervenutaci delle sue imprese nei servizi segreti ce lo mostra in compagnia di suo fratello, l'ennesimo generale Guillet, mentre si apprestano a conquistare [[Atlantide]]<ref>Della quale però non rivelarono mai la posizione, altrimenti che missione segreta sarebbe stata?</ref>.]]ma sarebbe stato da maleducati presentarsi a mani vuote. Fu così che da [[Napoli]] attraversò tutta la [[pene|peni]]sola lacerata dalla guerra civile fin quando raggiunse la [[Repubblica di Salò]], trafugò tutte le pagine più segrete degli archivi del [[fascismo]] e dopo aver riattraversato la linea Gustav e tutte le altre linee militarizzate che trovava<ref>Spingendosi fino nei
Urali pur di non fare la strada più noiosamente facile</ref> arrivò a [[Brindisi]] e con un maestoso ''Bubu settete!'' comparve al [[re]] con in mano i fogli spuntando fuori dal suo taschino<ref>Non chiedetemi come ci sia entrato.</ref>.

== Ritorno da Khadija, Ras Tafari e servizi segreti ==
Fatto ciò, si riparacadutò nei più inospitali reconditi dell'[[Africa]] ancora nel caos, combatté contro un po' di gente a caso, si fece una delle sue solite traversate in solitaria del deserto senza acqua né cibo pur essendoci un comodo servizio di [[bus]] navetta tre volte al giorno, diede l'anello a Khadija e visto che c'era passò anche da Ras Tafari<ref>Quello del [[rasta|rastafarianesimo]]</ref> e gli restituì la sua corona, che aveva precedentemente rubato a qualche associazione criminale [[random]] e che oramai portava nelle tasche dei pantaloni da un anno.

Visto che dopo l'armistizio del [[1946|'46]] non si trovava un campo di battaglia a pagarlo oro, Egli decise di entrare nei [[AISE|Servizi Segreti]], in cerca di nuove emozioni, travestimenti e attacchi alle spalle del nemico. Lo so che vi aspettate una squallida battuta sui [[trans]], ma non la farò, perché Lui è Lui. Non si sa [[nulla]] su cosa abbia fatto in quegli anni, altra prova della sua sconvolgente professionalità. Sicuramente per avrà scoperto qualche straordinario ed arcano mistero o occultato un segreto inenarrabile; c'è chi dice che abbia persino lavorato al [[Segreto dei Misteri Nascosti]]<ref>Del quale non si sa nulla, se non che è citato in [[AISE]] e in [[Polpo Paul]], a riconferma della sua segretezza misteriosa e nascosta.</ref>.

== Ambasciatore e altre imprese assurde ==
Non solo fu ambasciatore ovunque stesse per succedere qualcosa di importante, non solo sopravvisse a due colpi di stato, non solo fece venire voglia a [[Ghandi]] di[[File:Carlo Azeglio Ciampi con Amedeo Guillet.jpg|right|thumb|190px|Il Presidente [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]] riscopre dopo decenni l'[[orgasmo]] sfiorando la mano di Guillet.]]
mandare a quel paese la nonviolenza e baggianate varie con i suoi racconti di [[guerra]], non solo salvò il re del [[Marocco]] da un attentato, ma sopravvisse anche a due incidenti aerei '''nello stesso giorno'''<ref>E il bello è che è tutto vero!</ref>!

{{quote|Io mi considero l'uomo più fortunato che abbia mai visto!|Amedeo Guillet}}

{{quote|Grazie al [[cazzo]]!|Chiunque}}

{{quote|Prego, non c'è di che.|Un pene ben educato}}

== Vecchiaia e morte<ref>Anche se io non ci scommetterei.</ref> ==

[[File:Urna cineraria di Amedeo Guillet.jpg|right|thumb|180px|Si dice che per rinchiudere le sue ceneri nell'urna abbiano dovuto usare la [[Pokemon|Master Ball]].]]

== Curiosità ==
{{curiosità}}
*Se si togliessero i superpoteri, questa pagina dovrebbe essere accusata di ''fatti reali'', ma anche quella di [[Kiwipedia]] è fin troppo esagerata per essere credibile.
*Lui usava solo gli ultimi rarissimi discendenti del cavallo di [[Maometto]], non perché fossero migliori degli altri, giusto per essere ancora più epico.
*Come si deduce dallo spezzone di Rai Storia qua sotto, lui a cent'anni saltava ancora in sella da solo, tu a sedici non riuscivi a salire su uno [[skater|skateboard]]. Fatti delle domande.
*Esistevano altre curiosità, ma sono tutte misteriosamente scomparse, goditi queste poche coraggiose superstiti, prima che facciano anche loro una brutta fine.

<youtube>http://www.youtube.com/watch?v=2tv_PMGJS5A</youtube>

==Note==
{{note}}
<references/>

[[Categoria:Eserciti]]

Versione attuale delle 16:35, 4 nov 2014

Charlie the Unicorn e la Divina Commedia Charlie the Unicorn può sembrare uno stupido tormentone nonsense di Yotube, ma recenti studi filologici dimostrano che quest'opera in tre cantiche così pregna di contenuti simbolici ed allegorici è stata fonte d'ispirazione per buona parte dei maggiori capolavori della letteratura occidentale, come, tanto per citarne un paio, la Divina Commedia e il Libbro.

Prima cantica: discesa all'abisso del pupazzo di neve


Nel mezzo del cammin di nostra vita, Charlie si trovò in una selva oscura, che la diritta via ormai era smarrita, quando ebbe inizio l'avventura ita che tosto lo menaron pei tre regni


Seconda cantica: scalata al Monte delle Caramelle


Terza cantica: ascesa al Re delle Banane


Note