Utente:Didone/Sandbox

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« Chi combatte per la libertà non può essere chiamato terrorista »
(Yasser Arafat, prima di farsi saltare in aria davanti a un McDonald's)

Yasser Arafat dev'essere stato un personaggio molto importante, tipo un personaggio politico: magari un pacifista, oppure un dittatore spietato o forse un venditore di accendini che bazzicava dalle parti dei discount. Ma siccome non è nato nella parte del mondo che conta, possiamo anche fare a meno della precisione.

Vita

Infanzia e gioventù

Yasser Arafat venne pescato dal padre nel 1929 al Cairo; questi, felice di aver preso un pesce così grosso, non volle più separarsene. Gli insegnò a parlare e lo mandò a scuola, dove il boccheggiante Arafat si distinse sempre per la sua mente brillante e la sua espressione da merluzzo. Dopo la laurea in ingegneria, che avrebbe usato in seguito per togliere una macchia di salsa piccante dalla sua inseparabile kefiah, seguì l'esercito egiziano nella crisi di Suez. Mica per combattere però, lui aveva l'importante incarico di fare da mascotte.

La roba che ha fatto dopo la gioventù

Politicamente e sessualmente attivo, Arafat fondò al-Fath, un'associazione che mirava all'accorciamento del burqa almeno fino ai polpacci e la creazione di uno stato palestinese. Aderisce inoltre a organizzazioni come Unione degli studenti Palestinesi e Organizzazione per la Liberazione della Patatina (OLP), rapidamente camuffata come Organizzazione per la Liberazione della Palestina per rendere legale il suo operato. Fu proprio grazie a quest'associazione che incontrò quella che sarebbe diventata sua moglie: per conquistarla gli bastò fargli l'occhio da triglia, cosa che gli riuscì peraltro piuttosto bene. Quella sarebbe stata la sua arma segreta in futuro per mediare per la creazione dello stato di Palestina. E ovviamente il mondo occidentale abboccò subito.

« Ooooh Arafat, bravo, bravo, lotta per la pace e l'unione della Palestina! »
(Nessuno su Arafat)

No in effetti ancora nessuno aveva la più pallida idea di chi fosse quell'uomo dalla mitologica bruttezza che iniziava a farsi un nome nell'ambito della questione palestinese.