Lavori in corso

Separarsi dal marito

Vi capita sempre più sovente di alzarvi la mattina osservando con disgusto quell'affare ronfante e scorreggiante che giace nel letto al vostro fianco? Vi domandate come avete fatto a sposare quel coso dal ventre panzuto e prominente che si aggira per casa in mutandoni e canotta? Lui ha smesso di coprirvi di attenzioni, regalini e fare quei piccoli gesti di dolcezza tanto cari a tutte le donne, dico bene?

Guardate in faccia la realtà: una volta avrebbe fatto mille chilometri solo per darvi un bacio, adesso non ha voglia nemmeno di fare trenta passi per raggiungervi in camera da letto e soddisfare il vostro legittimo desiderio di attenzioni. A forza di trascurarvi, già da tempo avete ricercato quell'affetto, di cui lo scorregione è così avaro, buttandovi tra le braccia di un altro. Poi le braccia sono diventate quattro, dodici, una trentina, magari anche qualcuna di più? Non colpevolizzatevi: è stato vostro marito ad obbligarvi a farlo.

Adesso vorreste liberarvi dello scorreggione in canottiera ma non volete rinunciare ai soldi che porta a casa tutti i mesi e a quella bella casa acquistata con i suoi risparmi. Niente paura, care amiche: la Legislazione italiana, attenta al vostro benessere, vi viene incontro a braccia spalancate. Basta chiedere la separazione!

Le chances di vittoria sono elevatissime: otterrete la casa, un contributo per il vostro mantenimento e per i figli (oggi lo chiamano affido condiviso, ma è cambiato soltanto il nome per rabbonire i padri separati: i figli e soprattutto la relativa grana del mantenimento li beccate sempre voi).

Bisogna evitare di commettere imprudenze e passi falsi, soprattutto qualora il flatulente marito abbia letto questo.

Niente paura: basterà leggere questo manuale ed avrete la vittoria in tasca. Alcuni accorgimenti potranno forse sembrare poco ortodossi, ma bando agli scrupoli morali e ricordate questo: "eticamente avete ragione voi"; "la Legge è dalla vostra parte"; "il diavolo fa le pentole ma non i coperchi"; "Non dire gatto se non lo hai nel sacco".

Trucchi

Abbigliamento


Cipolla

L'occhio nero

La revisione dell'assegno di mantenimento

Il meraviglioso articolo..... del codice di procedura civile vi consente inoltre, qualora successivamente alla separazione siano mutate le condizioni patrimoniali degli ex coniugi, di domandare una maggiorazione dell'importo (che in ogni caso si rivlaua annualmente in base all'indice ISTAT) che il vostro ex è tenuto a corrispondervi. Ciò significa in primo luogo che se lui guadagna di più (vuoi per una promozione, vuoi perche si è cercato un secondo lavoro per riuscire a cmpare) una fetta deve darla a voi. Ma non solo: anche se le psese per il mantenimento dei figli aumentano l'importo dell'assegno va conguagliato.

La procedura è peraltro semplicissima: basta fare un ricorsino al giudice, il quale ascolta le parti e decide di conseguenza, senza ulteriori formalità. Non sarà difficile,tenendo tra le braccia i vostri figliuli che guardano con i loro occhioni il giudice, convincerlo che a Laura servirebbero davvero delle lezioni di pianoforte, poiché coltiva nel cuore sin da piccola questa passione. Per non parlare di quanto il piccolo Marco si è affezionato al nuovo arrivato, un delisioso cagnolino cucciolotto batuffolotto che tuttavia comporta tante spese per il veterinario, il cibo, i vestiti.

Il Giudice, essendo facile fare i generosi con il culo degli altri, non avrà difficoltà ad intenerirsi obbligando con ordinanza non impugnabile il vostro ex marito a sforzarsi di tirare fuori qualche spiccioletto in più ogni mese.

Ovviamente su questi soldi non esiste un vincolo di utilizzo, di modo che spetta poi alla vostra discrezionalità come utilizzarli.

:   Lo so, Lauretta, che ti piace suonare il pianoforte. Ma prima bisogna badare alle cose davvero importanti per la casa, come quella pelliccetta di visone che ho visto l'altro giorno. E fate sparire immediatamente quel cagnaccio bastardo e sporco che avete raccattato da in mezzo la strada l'altro giorno. Se lo rivedo in questa casa lo scortico!  

Noncitazioni e varie

« Non dobbiamo maltrattare questi nostri umili amici. (Epistulae ad Lucillum-XLVII) »
(Lucio Anneo Seneca, mentre flagella uno schiavo reo di avere inavvertitamente rovesciato una coppa di vino.)
« Non fa che scrivere sciocchezze, insopportabilmente sagge, come se dovesse primum scribere, deinde philosophari. »
(Friedrich Nietzsche (La Gaia scienza) esprime il suo apprezzamento per il filosofo latino.)

Manuali:Diventare un perfetto bullo

Le gerarchie

Bullo capo gregari simpatizzanti

Tecniche

scuzzetta: è il saluto classico tra il bullo e la vittima. Si tratta di uno schiaffo dato all'altezza del cervelletto, con la mano chiusa ad incavo. Produce un rumore caratteristico. Poco dolorosa, serve giusto per entrare in confidenza, in simbiosi con la vittima. frizione: come indica il nome stesso, consiste nel creare attrito mediante strofinamento tra due oggetti, costituiti nel caso di specie le nocche della vostra mano e la testa della vittima. Mettetele il braccio sinistro intorno al collo, stringete e portategli il capo all'altezza del vostro petto. Con la mano destra, chiusa a pugno, esercitate lo sfregamento sulla sua testa. Abbastanza dolorosa e molto umiliante. asciugamano:ottima tecnica da utilizzare in piscina o negli spogliatoi. Prendete un asciugamano con due mani e arrotolatelo su sè stesso. Utilizzatelo come una frusta, sulle gambe o la schiena del malcapitato. Per un risultato migliore, la punta dell'asciugamano va bagnata per accrescerne il peso. Piuttosto dolorosa. la mossa: non un è vera e propria tecnica, ma un sistema per colpire ripetutamente la vittima in un contesto scherzoso. Ci si avvicina e si fa finta di tirargli un pugno. Il prescelto, allenato dai soprusi patiti in precedenza, tenterò di schivare il colpo accennato ma non portato. A questo punto bisogna dire: "Paghi la mossa!" La vittima dovrà quindi spontaneamente offrire la propria spalla per permettervi di tirargli un bel pugno. Seguiranno ulteiori finte con relativi pagamenti, sino allo sfinimento, vostro o della spalla del prescelto. lo sparticulo: vedasi qui per apprenderne la tecnica in modo appropriato

Scherzetti

Il bidone della monnezza: un classico, molto usato anche nei film americani per ragazzi a scopo pedagogico. Va affettuato in tre: un bullo e due gregari. La procedura è peraltro molto semplice: i due gregari prendono la vittima, uno per le braccia e l'altro per le gambe; il bullo solleva il coperchio del bidone e dice: "Dentro!"; i due gregari buttano nella monnezza il prescelto. Per attutire il colpo, è bene che il bidone sia pieno di monnezza. Si può effettuare in qualsiasi momento della giornata: prima dell'ingresso a scuola tuttavia, è meglio. Gli abiti della vittima, infatti, intrisi dell'odore di monnezza, non potranno essere cambiati per lunghe ore, con ciò rendendo il castigo più umiliante. Molto praticato a Napoli, attesa la notevole quantità di materia prima disponibile.

L'inseguimento: notevolmente spassoso, è un passatempo per il quale vale il motto"In più si è, meglio è!". Necessita di una scuola posta ai margini del centro abitato, che abbisogni di un mezzo di locomozione per essere raggiunta. La vittima, munita di bicicletta, viene preavvertita che al termine delle lezioni avrà 60 secondi di vantaggio precisi prima che inizi l'inseguimento; verrà altresì preavvertita che qualora venga raggiunta ne vedrà delle belle. Che spettacolo vederla pedalare affannata e con il cuore in gola mentre con i vostri amici vi lanciate nel folle inseguimento a cavallo di scooter e motorini! Per accrescere l'effetto coreografico, fate volteggiare sulla testa la cintura che avrete preventivamente sfilato dai pantaloni (occhio a non perdere i calzoni!) urlando frasi sconnesse. Se la vittima viene raggiunta, basta spingerla con la bici in un qualsiasi fosso lungo il margine della strada; in caso contrario (coglioni!) si riprova il giorno dopo, dando al prescelto soltanto 30 (anziché 60) secondi di vantaggio.

la decapottabile

Da vittima a bullo con pochi semplici passaggi

Culo di donna


Forse perché della fatal quiete
tu sei l'immago
a me sì caro vieni, o culo.

Fatti non foste per viver come bruti,
ma per seguire culo e farci canoscenza.

Tanto gentile e tanto onesto pare
il posteriore che pure son riuscito a sfondare.

Interminati spazi in deretano io ora mi godo
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Fu vera gloria?
Ai posteri l'ardua sentenza.



Placido Segazzi

Genova, 2016