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{{Cit2|Forma senza sostanza? WTF?!|Aristotele sul manierismo.}}
{{Cit2|Torino: promozione in A sempre più vicina.|La Stampa su sogni irrealizzabili.}}[[File:Johann Gutenberg.jpg|right|thumb|200px|La Stampa nella sua prima edizione.]]
{{Cit2|Braccio di ferro sindacati-Fiat. Chi ha ragione: la Fiat o la fabbrica italiana automobili di Torino?|La Stampa su contenziosi sindacali.}}
{{Cit2|Nuove intercettazioni svelano i misteri di calciopoli: Moggi innocente, Moratti è uno stronzo.|Tipica posizione pacata della Stampa su qualcosa che riguarda la Juventus.}}


Con il termine '''Manierimso''' si indica un insieme di manifestazioni artistiche che hanno avuto luogo nel tardo cinquecento prima dell'avvento dell'età barocca. Tuttavia il carattere labile e sfuggevole del movimento non consente una definizione chiara e univoca anche se semnza ombra di dubbio si può dire che fu un insieme di manifestazioni artistiche che hanno avuto luogo nel tardo cinquecento prima dell'avvento dell'età barocca.
'''La Stampa''' è uno dei più conosciuti e diffusi quotidiani, con sede a Torino. Almeno da quanto recita la prima riga della pagina di Wikipedia, probabilmente scritta dalla redazione stessa.<br />
Nato come organo ufficiale della monarchia sabauda per diffondere il suo potere in tutta la penisola si può dire che oggi questo obbiettivo venga perseguito con più vigore che mai. Soprannominata amorevolmente dai torinesi "''La busiara''" il giornale, con i suoi contenuti interessanti, gli editoriali arrembanti, il taglio ardito e le continue e sostenute critiche mosse alle posizioni della FIAT in questi anni è riuscita a imporsi all'attenzione delle masse diventando uno dei giornali più diffusi per l'imballaggio del pesce in Italia.


Da molti considerato solo un riempitivo nei libri di letteratura dei licei, da altri considerato una corrente inventata di sana pianta da Tasso per non essere classificato tra i barocchi che accusava si avere l'alito puzzolente il manierismo ha, nel corso dei secoli, assunto sempre di più un'accezione negativa, finendo per indicare uno stile ricco sintatticamente ma povero di contenuti, grandioso nelle sue forme ma scarso nelle sostanze, poderoso nella composizione ma debole come veicolo di messaggi e forse anche foriero di uno stile un po' ridondante. Vanificando fra l'altro il tentativo del Tasso di nobilitarsi.
== Storia ==
Fondata nel 1867 con il nome di ''gazzetta piemontese'' il quotidiano si fa subito notare per le sue qualità di potentissima cura per l'insonnia e la stitichezza, cosa abbastanza spiacevole vista la scomodità di addormentarsi seduti sul cesso.<br />
Il giornale comunque va avanti, narrando le disavventure del neonato regno d'Italia, tra un Garibaldi ferito ad una gamba e l'ennesima retrocessione in serie B del Torino.


== Il manierismo nella storia ==
Soltanto nel 1895 il giornale diviene, da piccolo e oscuro pamphlet di provincia, un quotidiano nazionale grazie all'acquisto da parte di Alfredo Frassati, un imprenditore nel campo della mortadella. Frassati rinomina in un primo momento il giornale "''La stampa della purissima mortadella piemontese''", poi gli viene fatto notare che con un titolo così si spenderebbe più inchiostro per il titolo che per tutto il resto del giornale (allora composto da sole due pagine e mezza). Questo convince Frassati ad accorciare e rinominare il giornale semplicemente "''La Stampa''".
[[File:Mario Calabresi.jpg|left|thumb|300px|Il direttore Mario Calabresi dopo una notte di bisbocce.]]
Nel 1929 il figlio di Frassati si permette di criticare l'assassinio di Aldo Moro da parte delle squadracce fasciste e per questo viene costretto a vendere il giornale e ritirarsi per una bella vacanza premio a sud di Eboli. Quindi in pratica fu mandato oltre il bordo estremo della terra.<br />
Nessuno sembrò lamentarsi troppo della cosa, anche perché i Frassati avevano tutta l'aria di essere degli ebrei, oltre che dei plutocrati. Il giornale fu dunque acquistato da Giovanni Agnelli, fiero fondatore della FIAT, della juventus e del panino al burro.


Il primo riferimento al manierismo ci viene da un vasaio di Canicattì: Antonio Vasari. Il Vasari afferma che gli artisti dovrebbero imparare dai tre grandi del passato, Michelangelo, Leonardo e Raffaello, come dipingere, prima di lanciarsi nella creazione di opere proprie che, diciamocelo, confrontate poi con quelle dei tre maestri sembrerebbero solo pezzi di merda secca<ref>Antonio Vasari, ''"Perché è giusto imitare i maestri non solo nel combattimento con i nunchaku. E che fine ha fatto Donatello?"'', Mirage Studios, 1984.</ref>.
=== I giorni nostri ===
Altri avvenimenti degni di nota nella vita di questo dinamico quotidiano non ci furono fino al 1999 quando lanciò il proprio sito web e un allegato settimanale in copertina plastificata, ma morbida e delicata al tatto: "''Specchio''". Rubrica accurata dei tempi moderni e delle nuove tendenze ''specchio'' chiuse infine nel 1999, dopo sette anni di onorata, quanto ignorata, carriera.


Fu così che per tutto il '500 gli artisti impararono la "maniera", plagiando lo stile dei tre grandi. Fino al '600 quando si disse agli artisti suddetti che quello che stavano facendo era una gran cazzata e denotava una certa mancanza di originalità<ref>Karl Iaborovsky, ''"L'arte di oggi fa cagare"'', Laterza, 1655.</ref>. Gli artisti suddetti, un bel po' scazzati da questa novità si lanciarono quindi i opere originali e creative, regalando al mondo molte nuove meraviglie.
Dal 2006 il suo direttore è Mario Calabresi che, forte della sua esperienza negli USA, apportò diverse modifiche al quotidiano, sia nel formato che nello stile giornalistico. La Stampa è ora in formato ''Berliner'' e gli articoli vengono condensati, per adattarsi alle scarse capacità dei lettori. I quali ringraziano, provocando un boom di vendite sul quale Roberto Giacobbo sta tutt'ora indagando.


Il contrordine arrivò nel '900 quando i critici cambiarono di nuovo idea sostenendo questa volta che ilo manierismo era cosa buona e giusta<ref>Joe l'Indeciso, ''"Fermi ragazzi, abbiamo cambiato di nuovo idea!"'', Mondadori, 1914.</ref>. A questo punto furono brutalmente uccisi dagli artisti suddetti.


== Il manierismo nell'arte ==
== Il giornale<ref>Inteso come ''La Stampa'', non come ''Il Giornale''.</ref> ==
=== Pittura ===
Oggi La Stampa vanta nella sua scuderia molte grandi firme del giornalismo italiano, mentre pare che i brocchi siano stati spostati tutti nella redazione.<br />
Tra i più noti editorialisti ricordiamo Marcello Sorgi, noto per le sue posizioni contrarie a qualsiasi cosa cominci con la lettera P, Luca Ricolfi, che ogni giorno delizia i lettori con periodi di non meno di quindici righe e Mario Deaglio, che parla di economia con una tale sicurezza da convincere anche il lettore più esperto del fatto che sappia effettivamente di cosa stia parlando.
[[File:Massimo Gramellini con capelli.jpg|right|thumb|350px|Massimo Gramellini come si vede allo specchio.]]
Spicca in particolar modo l'editoriale di fondo del vicedirettore a vita Massimo Gramellini denominato "''Buonanotte, stronzi''" in cui il fine giornalista della posta del cuore riesce ad analizzare con mente fredda e ragionamenti lineari e pacati i dettagli meno chiari, lineari e pacati di ciò che accade nel mondo. Celebri le sue invettive contro il riporto, ritenuto dal giornalista molto utile per i cani ma, essendo i capelli diversi dai simpatici amici a quattro zampe, difficilmente applicabile al cranio di un essere umano. Dello stesso giornalista è anche la rubrica "''Cuori allo specchio''" in cui Gramellini risolve i traumi dei cuori infranti rispondendo a lettere che si spedisce da solo.


In quanto anch'essa un'arte, nonostante quello che dicono i maligni, anche la pittura fu attraversata dal movimento manierista. Da sinistra a destra per essere precisi.<br />
La Stampa è anche arricchita dalle pagine di cronaca locale, che riportano le notizie più succulente del Piemonte, come la signora Susanna che cadendo si è sbucciata l'alluce o la triste storia dei gemellini Pietro e Marco, affogati nella bagna càuda. Nelle pagine locali si trovano inoltre i preziosi consigli di nella rubrica "''Saper spendere''". Un giorno preziosa fonte di suggerimenti su come cardare la lana e quello successivo di altrettanto importanti avvertimenti su come disporre le posate a tavola per non offendere gli ospiti, casomai aveste i reali di Spagna a cena.
Le caratteristiche delle opere pittoriche del periodo furono varie e vaste ed è sorprendente come sia possibile riassumerle tutte nei cinque punti sottostanti, rendendo evidente l'inutilità di interi capitoli nei manuali scolastici.


*La costruzione complessa della figura, dalle proporzioni o dalla prospettiva bizzarre e quasi cubiste. Tanto che lcuni teorizzano l'invenzione della macchina del tempo da parte dei amnieristi per poter scopiazzare Picasso.
Come se tutto questo non bastasse ancora La Stampa vanta anche una ricca rubrica culturale, piazzata subito prima della pagine sportive per far finta che a qualcuno gli freghi qualcosa. Le pagine sportive, dicevamo. Motivo di orgoglio per la redazione del giornale queste sono l'unico motivo per cui a Torino La Stampa è più venduta della ''Gazzetta dello Sport''. Dedicata per tre quarti alla Juventus, per tre quarti al Torino e per sei decimi al resto degli sport, viene principalmente usata per recriminare sui torti subiti dalla Juve per opera di arbitri infingardi controllati da una cupola e sull'ultimo stiramento inguinale di Rolando Bianchi, l'unico giocatore del Torino acquistato pagandolo con soldi veri, anziché usando nocciole del Piemonte.
*La grande varietà delle espressioni facciali. Prima di allora ci si limitava ad una liena per la bocca e due puntini per gli occhi.
*La grande varietà delle pose dei soggetti, a volte rappresentati di fronte, a volte di spalle. Altre volte addirittura di profilo.
*L'invenzione dei drappi con cui coprire i soggetti. Tutto quel nudo aveva stufato.
*L'uso di colori bizzarri e accostamenti innovativi. Tanto innovativi da non essere manieristici.


=== Letteratura ===
Infine il giornale lascia ampio spazio all'umorismo, riuscendo a far ridere i lettori non solo con le normali quarantacinque pagine, ma anche con le rubriche ''Jena'', curata da uno spinoziano fuoriuscito, e ''Paese e buoi'', di Matteo Feltri. Il quale riesce magistralmente ogni giorno a diluire in quarantamila caratteri una battuta che normalmente ne occuperebbe sei, spazi inclusi.


== Voci correlate ==
*[[Giornalista]]
*[[La Repubblica]]
*[[Giornalino scolastico]]



== Note ==
== Annotazioni ==
<references />
<references />
== Altre voci ==


== Film noir with [[Utente:Zenzozenzo/Sandbox4|Zenzo]] ==
*Alternare discorso diretto e indiretto (Memento [[Joyce]])
*Nulla di plateale, tranne la gnoccaggine della pupa e la non linearità della trama

The personagg:
*Il detective:
**30-35 anni
**Senza xxx non si va da nessuna parte!
**Trova la sua ex fidanzata a letto con il capo della polizia e un assassino che stava cercando e da allora odia con tutto se stesso il crimine, la polizia e le donne.
*Il boss:
**Jack Daniel
**Si finge buono e ingaggia il detective. Lo aiuta pure, dandogli informazioni in continuazione.
**Era un distillatore prima del proibizionismo e lo resta anche dopo.
**Fa uccidere un tipo che era il suo socio in affari per avidità, senza sapere che era un informatore della pula. Ah, ed era anche irritato perché saltava la cavallina con la nipote.
**Ingaggi il detective per coprirsi incastrando il maggiordomo.
*Lo scarrafone:
**Brutto, sporco e cattivo. Possibilmente più d'uno.
**Tipo unticcio, mezzo calvo e dai denti gialli e storti
*La pupa:
**Giovane ma non troppo; matura, ma non troppo
**Bocce ballonzolanti.
**Nipote del boss
**intrallazzo con il morto (antefatto) e con il detective
**Usa le bocce come nascondiglio per l'alcool. ''Proibizionismo, oh yeah!''
**Abito da sera di jessica rabbit anche la mattina.
*Il maggiordomo:
**Quello che viene incastrato come colpevole.
**Ricattava il boss e il morto per non spifferare tutto
*Il morto:
**Porello.

The compars:
*Il colonnello mustard:
**Al bar
**Ricorda quella volta che ha trovato il colpevole a cluedo, lasciando l'immagine nel detective.
*L'informatore:
**Barista della bettola "pulita"
**"Alcohol Bacco" -> "Al colbacco"
*Il pulotto corrotto:
**Arriva quando le cose van male e le fa andare peggio.
**"Lascia questo caso alla polizia"


Scene:
[[Categoria:Giornali]
*Iniziale
**l'incarico del detective, nel suo studio, dalla pupa?
*Bar pulito
**Incontro con il colonnello mustard; con la pupa. Inizia poi la sparatoria con inseguimento
*Bar zozzo "Alì Babà e i quaranta galloni"

Versione attuale delle 16:39, 28 feb 2012

« Forma senza sostanza? WTF?! »
(Aristotele sul manierismo.)

Con il termine Manierimso si indica un insieme di manifestazioni artistiche che hanno avuto luogo nel tardo cinquecento prima dell'avvento dell'età barocca. Tuttavia il carattere labile e sfuggevole del movimento non consente una definizione chiara e univoca anche se semnza ombra di dubbio si può dire che fu un insieme di manifestazioni artistiche che hanno avuto luogo nel tardo cinquecento prima dell'avvento dell'età barocca.

Da molti considerato solo un riempitivo nei libri di letteratura dei licei, da altri considerato una corrente inventata di sana pianta da Tasso per non essere classificato tra i barocchi che accusava si avere l'alito puzzolente il manierismo ha, nel corso dei secoli, assunto sempre di più un'accezione negativa, finendo per indicare uno stile ricco sintatticamente ma povero di contenuti, grandioso nelle sue forme ma scarso nelle sostanze, poderoso nella composizione ma debole come veicolo di messaggi e forse anche foriero di uno stile un po' ridondante. Vanificando fra l'altro il tentativo del Tasso di nobilitarsi.

Il manierismo nella storia

Il primo riferimento al manierismo ci viene da un vasaio di Canicattì: Antonio Vasari. Il Vasari afferma che gli artisti dovrebbero imparare dai tre grandi del passato, Michelangelo, Leonardo e Raffaello, come dipingere, prima di lanciarsi nella creazione di opere proprie che, diciamocelo, confrontate poi con quelle dei tre maestri sembrerebbero solo pezzi di merda secca[1].

Fu così che per tutto il '500 gli artisti impararono la "maniera", plagiando lo stile dei tre grandi. Fino al '600 quando si disse agli artisti suddetti che quello che stavano facendo era una gran cazzata e denotava una certa mancanza di originalità[2]. Gli artisti suddetti, un bel po' scazzati da questa novità si lanciarono quindi i opere originali e creative, regalando al mondo molte nuove meraviglie.

Il contrordine arrivò nel '900 quando i critici cambiarono di nuovo idea sostenendo questa volta che ilo manierismo era cosa buona e giusta[3]. A questo punto furono brutalmente uccisi dagli artisti suddetti.

Il manierismo nell'arte

Pittura

In quanto anch'essa un'arte, nonostante quello che dicono i maligni, anche la pittura fu attraversata dal movimento manierista. Da sinistra a destra per essere precisi.
Le caratteristiche delle opere pittoriche del periodo furono varie e vaste ed è sorprendente come sia possibile riassumerle tutte nei cinque punti sottostanti, rendendo evidente l'inutilità di interi capitoli nei manuali scolastici.

  • La costruzione complessa della figura, dalle proporzioni o dalla prospettiva bizzarre e quasi cubiste. Tanto che lcuni teorizzano l'invenzione della macchina del tempo da parte dei amnieristi per poter scopiazzare Picasso.
  • La grande varietà delle espressioni facciali. Prima di allora ci si limitava ad una liena per la bocca e due puntini per gli occhi.
  • La grande varietà delle pose dei soggetti, a volte rappresentati di fronte, a volte di spalle. Altre volte addirittura di profilo.
  • L'invenzione dei drappi con cui coprire i soggetti. Tutto quel nudo aveva stufato.
  • L'uso di colori bizzarri e accostamenti innovativi. Tanto innovativi da non essere manieristici.

Letteratura

Annotazioni

  1. ^ Antonio Vasari, "Perché è giusto imitare i maestri non solo nel combattimento con i nunchaku. E che fine ha fatto Donatello?", Mirage Studios, 1984.
  2. ^ Karl Iaborovsky, "L'arte di oggi fa cagare", Laterza, 1655.
  3. ^ Joe l'Indeciso, "Fermi ragazzi, abbiamo cambiato di nuovo idea!", Mondadori, 1914.

Altre voci

Film noir with Zenzo

  • Alternare discorso diretto e indiretto (Memento Joyce)
  • Nulla di plateale, tranne la gnoccaggine della pupa e la non linearità della trama

The personagg:

  • Il detective:
    • 30-35 anni
    • Senza xxx non si va da nessuna parte!
    • Trova la sua ex fidanzata a letto con il capo della polizia e un assassino che stava cercando e da allora odia con tutto se stesso il crimine, la polizia e le donne.
  • Il boss:
    • Jack Daniel
    • Si finge buono e ingaggia il detective. Lo aiuta pure, dandogli informazioni in continuazione.
    • Era un distillatore prima del proibizionismo e lo resta anche dopo.
    • Fa uccidere un tipo che era il suo socio in affari per avidità, senza sapere che era un informatore della pula. Ah, ed era anche irritato perché saltava la cavallina con la nipote.
    • Ingaggi il detective per coprirsi incastrando il maggiordomo.
  • Lo scarrafone:
    • Brutto, sporco e cattivo. Possibilmente più d'uno.
    • Tipo unticcio, mezzo calvo e dai denti gialli e storti
  • La pupa:
    • Giovane ma non troppo; matura, ma non troppo
    • Bocce ballonzolanti.
    • Nipote del boss
    • intrallazzo con il morto (antefatto) e con il detective
    • Usa le bocce come nascondiglio per l'alcool. Proibizionismo, oh yeah!
    • Abito da sera di jessica rabbit anche la mattina.
  • Il maggiordomo:
    • Quello che viene incastrato come colpevole.
    • Ricattava il boss e il morto per non spifferare tutto
  • Il morto:
    • Porello.

The compars:

  • Il colonnello mustard:
    • Al bar
    • Ricorda quella volta che ha trovato il colpevole a cluedo, lasciando l'immagine nel detective.
  • L'informatore:
    • Barista della bettola "pulita"
    • "Alcohol Bacco" -> "Al colbacco"
  • Il pulotto corrotto:
    • Arriva quando le cose van male e le fa andare peggio.
    • "Lascia questo caso alla polizia"

Scene:

  • Iniziale
    • l'incarico del detective, nel suo studio, dalla pupa?
  • Bar pulito
    • Incontro con il colonnello mustard; con la pupa. Inizia poi la sparatoria con inseguimento
  • Bar zozzo "Alì Babà e i quaranta galloni"