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GELOSISMO
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'''IL GELOSISMO'''
Nato come risposta alle esigenze del "menefreghismo", il '''Gelosismo''' riassume e sintetizza in sé alcuni degli aspetti fondamentali del patrimonio sociale contemporaneo.
Il termine “gelosismo” venne applicato per primo da una filosofa leccese e prende il nome dall’omonimo dramma pubblicato nel 2008, in cui la studiosa ascolta e capisce (ed è qui il dramma) la domanda fatta da un suo amico alla propria ragazza circa il mittente di uno squillo sul cellulare.
Diversamente da quello che si è portati a pensare, il Gelosismo non è affatto la negazione del “umilismo amoroso”, tanto meno nasce quale movimento anti-umilista. Esso dovrebbe essere considerato più come naturale prosieguo dell’umilismo.
Assai evidente è il legame stretto tra Gelosismo e Romanticismo. Il rapporto amoroso è visto dai gelosisti come un legame utopico, senza terzi o tradimenti.
Questa visione è incentrata sul concetto di “fiducismo”, espresso dallo scrittore inglese William Shakespeare nel suo Othello.
Nato come domanda retorica, concepito sul sedile posteriore di un’auto, il Gelosismo rappresenta oltre che una condizione sociale acuta ed intelligente, l’esaltazione linguistica di una donna, immediatamente avvertita e sfuggente ad ogni tentativo di recupero.
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