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The Elder Scroll IV: Oblivion: differenze tra le versioni
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Il giocatore in questione viene proiettato in un mondo fantasy medievale situato in universo parallelo contrario a quello di [[Holly e Benji]] (dove, cioè, al posto di campi da calcio lunghi 18km, tutto è in miniatura: la capitale dell'impero non conta più di 100 abitanti, le montagne più alte le scali in 5 minuti), abitato da strani esseri [[zoofilia|zoofili]] e cerebrolesi incapaci di compiere le azioni più elementari, che vengono affidate al giocatore tramite le cosiddette [[Quest]]. Il giocatore inoltre passa quasi tutto il tempo uccidendo ratti e granchi a profusione cercando di far diventare il proprio personaggio potente come [[Hulk]] nel giro di circa 1000 ore di gioco. Caratteristica principale del gameplay è il fatto che più si aumenta di livello e più i nemici diventano forti e cazzuti e in grado di fare fuori il giocatore con uno schiocco di dita, rendendo quindi le suddette [[millemila]] ore di gioco completamente inutili e facendogli rimpiangere di non aver speso quel tempo a cercare di [[leccarsi il gomito]].
== La
Inizialmente vi troverete incarcerati in un'angusta cella nella quale non rinvenirete altro che una ciotola e qualche oggetto per [[Masturbazione|masturbarsi]]. Qui dovrete scegliere razza e sesso del vostro personaggio, per poi essere infastiditi e sfottuti da un elfo rompiballe, prigioniero nella cella di fronte: quale che sia la razza che sceglierete, il nostro [[testa di cazzo|ingegnoso amico]] troverà comunque di che insultarvi, augurandovi le peggio [[Sfiga|sfighe]]. Di lì a breve v'imbatterete nell'[[imperatore]] Uriel Settimo-Nono, il quale, con la sua [[Papaboy|scorta]], sta fuggendo in segreto dalla [[Paesino di Don Matteo|Città Imperiale]], braccato dagli agenti della [[Centro Culturale San Giorgio|Mitica Alba]], una malvagia ed oscura setta che profetizza l'avvento di un [[Nonna Papera|Dio]] per epurare il mondo dai [[gente come te|miscredenti]]. Tuttavia questi simpatici figuri non avevano fatto i conti con la [[caso|superna ed incontrastabile volontà delle Nove Divinità]], che guarda un po' ha fatto sì che l'ingresso nascosto per questo passaggio segreto si trovasse proprio nella cella del nostro cazzuto eroe, incarcerato per [[pedofilia]] nonostante nel gioco non vi sia traccia di [[bambino|bambini]]. E' qui che inizia la storia. Dopo [[Ma anche no|aver
Per fermare l'invasione, dovrete consegnare l'amuleto ad un monaco semi-pelato ex-guardia del corpo dell'[[imperatore]], un certo Gioffry, che a quanto pare è l'unico, oltre al cadavere del buon Uriel Settimo-Nono, ad essere al corrente di un [[The Elder Scroll IV:figlio illegittimo|figlio illegittimo]] (frutto di un'imperiale [[sveltina]]) da porre sul trono (NB: i figli legittimi erano rimasti uccisi in seguito ad un temerario tentativo di ascoltare un cd di [[Laura Pausini]]). Questo erede sconosciuto è ultima speranza, in soldoni, per impedire alle bestiacce che escono dai cancelli di Oblivion di bruciacchiare il culo {{s|a quei quattro gatti}} ai cittadini di Cyrodiil. Sguazzando un'altro po' tra melma e scarichi, vi guadagnerete la strada fino all'uscita. Una volta all'aria aperta avrete davanti a voi una scelta:<br/> <br/>'''a)''' ''Fregarvene completamente della missione affidatavi dal vecchio''. In questo caso l'invasione da Oblivion verrà ritardata finché voi non deciderete di riprendere la quest: mentre voi sarete in giro ad uccidere gente e a rubare cianfrusaglie le sorti di Cyrodiil rimarranno invariate e i daedra soffriranno le peggiore piaghe e sciagure che causeranno questo inspiegabile ritardo, dall'inciampare ovunque, all'ingoiare per sbaglio i sigilli per i portali. <br/>
'''b)''' Proseguire la missione e portare l'amuleto a Gioffur. In questo caso, arrivati al priorato incontrerete il priore mentre si dedica alla piantagione di cactus, e racconterete, probabilmente tramite linguaggio telepatico dato che il vostro personaggio non parla, la vostra ambigua storia. Subito Gioffer vi incaricherà di andare a cercare il figlio bastardo dell' ex-imperatore, di riportarglielo per poi appiccargli al collo l'amuleto, incoronarlo e fermare così la minaccia dei cancelli di Oblivion. Questo Martin ora si trova ora a Kvatch, che in una qualche lingua autoctona significa "brace". Tuttavia le cose si complicano: prelevato {{s|dalle rovine fumanti}} dall'allegra cittadina l'erede, degli agenti della [[Centro Culturale San Giorgio|Mitica Alba]] soffieranno da sotto il naso {{s|di quel pollo di}} di uno scaltro ed ineccepibile Gioffah l'amuleto. Siamo punto e a capo. Per recuperare il maledetto amuleto dovrete sorbirvi esservi sorbiti un' epica trama degna, per prolissità, al [[La corazzata Potëmkin|capolavoro di Sergej Michajlovič Ejzenštejn]], e dopo aver ammazzato [[millemila]] tra diavoletti, stegosauri, ragni con grandi bocce, ambigui figuri con voci delicate quanto una medley di [[Burzum]] e quant'altro immerso in un'atmosfera idilliaca composta da piante che ti accoppano da dietro e fiumi di lava e aver messo a soqquadro il Paradiso <s>Fiscale</s> dove risiede il capo della [[Centro Culturale San Giorgio|Mitica Alba]], recupererete l'amuleto e così Martin si potrà sacrificare per la salvezza di Cyrodiil, combattendo un'epica battaglia finale contro un incazzatissimo [[Nonna Papera|Mehrunes Dagon]]. Voi sarete naturalmente lì per prendervi tutta la gloria (e i [[soldi]]). Ora siete un eroe, ma non disperate: le vostre avventure non sono finite qui! Oblivion è un mondo pieno di sorprese e di meravigliose esperienze.
== Tipico svolgimento di una quest ==
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