Totò Cuffaro: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
m
Bot: Sostituzione automatica (- a a + ad a, - e e + ed e, - e è + ed è, - ad e + a e, - ad i + a i, - ad o + a o, - ad u + a u, - ed a + e a, - ed i + e i, - ed o + e o, - ed u + e u, - od a + o a, - od e + o e, - od i + o i, - od u + o u, - a esem
m (Bot: Sostituzione automatica (- a a + ad a, - e e + ed e, - e è + ed è, - ad e + a e, - ad i + a i, - ad o + a o, - ad u + a u, - ed a + e a, - ed i + e i, - ed o + e o, - ed u + e u, - od a + o a, - od e + o e, - od i + o i, - od u + o u, - a esem)
Riga 5:
 
[[Immagine:Faccia_copia.jpg|right|thumb|200px|Puffaro con i Puffi Poliziotti.]]
'''Totò Cuffaro''', chiamato anche ''Totò Puffaro'', ''Totò Vasa Vasa'' o ''Totò Lupara'', è considerato dai più noti storici contemporanei, quali il noto duo i [[Fichi D'India]] e [[Mosè]], la più grande e importante figura della storia dei [[Puffi]].<br />
Risiede attualmente nella lussuosa reggia di [[Bernardo Provenzano]], del quale è moglie e frenetico amante, dove svolge importanti mansioni politiche, quali corruzione e sfruttamento della prostituzione, per il grande reame di [[Terronia]].
 
Riga 14:
<!-- Copertina libro -->
<div align=center style="font-family:Times New Roman;">
<div style="font-size:15px;">COMINCIA LA</div><br />
<div style="font-size:20px;">GRANDE</div>
<div style="font-size:20px;">STORIA DI</div><br />
<div style="font-size:25px;">TOTÒ PUFFARO,</div><br />
<div style="font-size:15px;">ALTRESÌ DETTO</div><br />
<div style="font-size:25px;">CUFFARO</div>
______<br /><br />
<div style="font-size:25px;">HISTORIA PUFFORUM HOMINIS</div>
 
Riga 34:
=== <center>Capitolo I</center> ===
[[Immagine:HcuffN.jpg|center|thumb|300px|Eccolo lui, in una conferenza stampa.]]
&nbsp; &emsp; <big>'''L'''</big>a storia che mi appresto a raccontarvi, lettori e lettrici, è storia della civiltà dei Puffi e, sia chiaro, ogni evento o fatto che sarà qui riportato non è di mia invenzione. Io, che di mestiere non faccio né il poeta né il romanziere, mi limito difatti a riportare con estrema meticolosità e precisione quel che è un testo da poco ritrovato da me medesimo durante un'allegra gitarella tra le rovine dell'antica Puffolandia: '''"Historia Pufforum Honoris"'''.<br />
&nbsp; &emsp;<!-- gli &nbsp; &emsp; sono le indentazioni per il paragrafo, vedi en.wikipedia.org/wiki/template:indent--> Il testo racconta che in un villaggio vicino Puffopolis, il cui nome sembra essere Puffadeli, fosse nato un puffetto dalle fattezze tanto tonde da destar stupore a chiunque lo mirasse. Il puffetto, che di nome faceva Totò e di cognome Puffaro, probabilmente a causa di carenze d'affetto materno, si dimostrò sin dalla fanciullezza amichevole e affettuoso anche col malvivente più carognoso, tanto che "Vasa Vasa"<ref>"Bacia Bacia" nell'antico idioma puffesco.</ref> fu il nomignolo con cui compagni e amici solevano chiamarlo. Era puffo tanto buono e caro, sempre rispettoso dei più grandi e cristiano di grande fede.<br />
&nbsp; &emsp; Per questo motivo, amici, in tanti accorsero con un fazzoletto bianco sventolante tra le mani e occhi lacrimanti quando Totò, poco più che adolescente, lasciò Puffadeli per metter su casa, chiesa e famiglia a Puffopolis, la grande città...
 
 
 
 
=== <center>Capitolo II</center> ===
[[Immagine:cuffaro.jpg|center|thumb|300px|''"Chiù lavoro ppì tutti!"'' solea dir.]]
&nbsp; &emsp; <big>'''E'''</big>ra circa l'alba quando il nostro amatissimo Totò si mise in cammino così soddisfatto, baldo e giubilante: avanzava saltellando (e ciò provocò sgomento, vi assicuro, tra gli abitanti dei villaggi vicini, poiché quel saltellare generò non pochi sussulti della terra) e intonando dolci, se "dolci" si posson definire quei lamenti di un puffo che tra le sua qualità non annovera sicuramente una bella voce, canzoni della tradizione popolare puffesca come:
 
 
<div align=center>
''Ciuri, ciuri, ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca mi dasti ti lu tornu.''<br />
''La, la, la, la, la, la, la, la, la, la, la. Lu sabutu si sapi allegra cori, beatu cu avi bedda la mugghieri,<br />
''cu l'avi bedda ci portai i denari, cu l'avi brutta ci morì lu cori...''<br />
</div>
 
 
&nbsp; &emsp; Dopo ben 20 "minuti di lenta cammminata", signori-amici-lettori, Totò si ritrovò senza fiato e totalmente debilitato, dovendo portare più di 120 kg di grasso e non essendo lui Puffo Atletico ma di indole pigra e sedentaria, allorché decise che un solo modo ci sarebbe stato per accelerare il cammino: iniziare a ''rotolare'' sfruttando la sua portentuosa pancia, da sempre motivo di orgoglio per Totò! «Minkia!!! Ma quante ni sacciu?» [''Minchia! Ma quante ne so?''] pensò, fiero, durante il cammino che si prospettava ormai di breve durata.<br />
&nbsp; &emsp;Il Il [[sole]] aveva ormai deciso di dileguarsi al di là dei monti quando qualcosa di insolito accadde al nostro intrepido puffo: in un sentierello della tranquilla campagna del villaggio di Puffleone, Totò Puffaro esplose. E non nel senso che esplose da dentro per il troppo lardo, come sarebbe facile e intuibile immaginare, ma proprio che qualcosa sotto di lui scoppiò. Sgomento e intontito (cioè... più del solito) decise di fermare l'affannosa e debilitante corsa per comprendere le cause dell'infausto fattaccio.<br />
&nbsp; &emsp; Passate a malapena un paio d'ore, quindi nemmeno il tempo d'iniziare a pensare, si presentò un puffo imberbe e dall'aspetto malconcio e trasandato, e ciononostante attraente agli occhi del nostro gentil puffo; egli, senza sprecarsi in convenevoli, così esordì nella vita del nostro Totò:
 
 
:«Ma cu sii, nu sbirro?» [''Ma chi sei, un poliziotto?'']<br />
:«Giàmmai! Non sono di quella razza, io che un Puffo D'Onore aspiro per diventarlo e rimanerci...» rispose con garbo e senza timore Totò.<br />
:«Chiiiiiiiii cuosa???!!! Parra potabbile, Puffo Fichietta...» [''Che cosa? Parla normale, Puffo Fighetta...''] arrivò fulminea la risposta.<br />
:«'Un' sugnu sbirro, parrì!» [''Non sono un poliziotto, Signore!'']<br />
:«E cu minkia sii?» [''E chi minchia sei?'']<br />
:«Totò Puffaro... E vossia? [''E voi?'']» <br />
:«Berny... Puffo di più grandissimo onore che si vedono in queste terre che sono mie! Ti vorrebbi accomodare nella mia casa pa' nuotte [''per la notte'']? Fa ffriddu ccà...»<br />
:«Ci mancasse...Grazie a vossia!»<br />
 
 
&nbsp; &emsp; Indescrivibili e molteplici sono le emozioni che provò Totò per aver conosciuto un puffo di "sì grande valore e onore". Credetemi, fu tanto affascinato da quel figuro ed ebbe così tanta voglia di penetrare i suoi segreti più profondi che, nottetempo, forse per istinto o per follia, decise di [[Sesso|intrufolarsi sotto le coperte dello sgrammaticato puffo]].<br />
&nbsp; &emsp; Oh mio fottuto dio onnipotente! Eviterò a voi, affezionatissimi lettori, i dettagli della cocente notte essendone io a conoscenza e provando disgusto e raccappriccio al solo pensiero! Mi limiterò a riferivi che i 30 barattoli di [[vaselina|puffelina]], scorta personale di Berny, non bastarono, e bisognò ricorrere al gel per capelli per evitare una lacerazione degli organi interni dei due assatanati puffi...<br />
&nbsp; &emsp; La partenza di Totò, la mattina dopo, fu triste, scomoda e dolorosa (Quest'ultimi due per ragioni più che ovvie...) ...L'unica consolazione per il nostro giovane puffo fu la promessa che Berny si sarebbe fatto risentire, presto o tardi...
 
 
Riga 77:
=== <center>Capitolo III</center> ===
[[Immagine:Puffaro.JPG|left|180px]]
&nbsp; &emsp; <big>'''L'''</big>'estenuante viaggio verso Puffopolis era, per il nostro Totò, lungi dalla fine: calcolando il tempo grazie ada una meridiana improvvisata (ovvero l'ombra riflessa sul suo corpo dall'aspro e consumato nella notte capezzolo) stimò che fossero passate circa 5 ore dalla partenza da casa dell'amato Berny. Era, dunque, da troppo che cibo non arrivasse entro le sue larghe mascelle per rinsanarlo e restituirgli l'antica magnitudine di forza e temperanza. Passò un altra ora in tanto nefaste condizioni e quasi perse il senno e la ragione: decise perciò che avrebbe ingerito qualunque cosa avesse trovato pel cammino.<br />
&nbsp; &emsp; Trovò allora un campo coltivato e ben tenuto di piante a lui estranee e dalle caratteristiche alquanto esotiche: avevan fusti di quasi 3 metri, foglie verdi con sette punte ed emanavano un odore tanto fresco e rigenerante che Totò non ebbe dubbi sul da farsi. In meno di venti minuti divorò, come fosse un parassita, 10 ettari di coltivazioni di quelle superbe piante.<br />
&nbsp; &emsp; Era così sazio e soddisfatto! Quella colossale abbuffata sembrò aver riabilitato e, soprattutto, reso tanto felice il nostro eroe! Proseguì il cammino senza sostar di ridere e sorridere finché vide avvicinarsi, lentamente e con fare sospetto, una vecchia [[capra]] con 2 corna tanto lunghe da permetterle di dondolarcisi sopra, che, prodigio della natura, iniziò a cantar, accompagnandosi col banjo, di fronte l'instupidito Totò:
 
 
Riga 117:
 
 
&nbsp; &emsp; Ritrovata la capacità d'agire, il nostro puffo si spogliò di tutti i suoi abiti e cominciò a correre urlando, nel frattempo, frasi sconnesse e senza alcun apparente senso: «IOOOO SOOOONOOOO VIIIIIVOOOO!!!!!LAAA LUUUNAAA MIIII EEEÈ AMIIICAAAA IIIIN QUUUEEESTAA NOOOTTEEE D'IINCAAANTOOO!!DELIZIOSA DELIZIAAAAAAAAAA, SOOOONOOOO VIIIIIIVOOOOO!!!». Inciampò su una radice fratturandosi la gamba in 3 parti e rompendosi il setto nasale. Cadde così in un sonno profondo indotto dal dolore.<br />
&nbsp; &emsp; L'indomani mattina Totò conobbe due curiosi personaggi che l'avrebbero accompagnato per il resto di tutta la vita.<br />
&nbsp; &emsp; Per primo comparì sopra la sua spalla destra un esserino grande quanto un cappello puffesco con delle piccole ali bianche attaccate alle spalle, una coppola dello stesso colore sul capo e una piccola croce d'oro sul petto.<br />
[[Immagine:Cuffaro2.jpg|right|180px]]
&nbsp; &emsp; Apparì poi sopra la spalla sinistra un altro esserino delle stesse grandezze del primo, con una falce nella mano destra, un martello nella sinistra, due corna nere e un paio d'occhiali da [[intellettuale]] satanista. Esordirono così:<br />
 
 
:«Totòòò!! L'angelo di [[Democrazia Cristiana]] sono! Mi trovo qui per il sommo volere del Grande Puffo Gobbo (Puff'[[Andreotti]]) e ho il compito di guidarti per la giusta via della carità cristiana e dello scambio di favori tra "amici"...Perché tu puoi fare grandi cose, Totino!» disse quello con le alette.<br />
:« --- » non-disse quello con falce e martello.<br />
:«Ancelùùùùùù! [''Angiolettooo!''] Il Grande Puffo Gobbo mi conosce? Ma che emozioneee!!» rispose Totò.<br />
:«'Nca certu! [''Ovvio!''] Non ti scordare che Puff'Andreotti conosce tutto e tutti... Iddu sape pure chi manciasti a cina [''Lui sa anche cosa hai mangiato a cena'']...»<br />
 
 
&nbsp; &emsp; Felice d'aver finalmente un po' di compagnia durante il viaggio, Totò, mentre ricominciava a percorre il sentiero, continuò ada interloquire con l'esserino coppola-munito... Di sicuro qualcosa nella testa di quell'uomo iniziava a non funzionare come avrebbe dovuto...
</div>
 
== Note ==
<references/>
 
0

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione