Filosofi mosconiti: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Riga 23:
==Distruzione della filosofia pre-mosconica==
In filosofia ''monismo'' è inteso come ''ogni sistema filosofico che ponga a fondamento di tutta la realtà un unico principio, spirituale o materiale''. Per '''Leibnitz''' il principio in questione è la '''monade''', cioè ''ognuna delle sostanze attive ed indivisibili che rispecchiano, ciascuna a modo suo, tutta la realtà''; per Mosconi, invece il fondamento del monismo è il '''mona''', che manifesta il suo essere sbattendo le porte. Questa differenza determina una opposizione irriducibile tra il due caposcuola. Orbene, tutti i filosofi citati propendono per l'interpetrazione mosconiana, anche perchè Leibnitz non sanno neppure chi cazzo sia ed il suo nome ricorda troppo un dado da brodo. L'attività del ''mona'' si manifesta attraverso la distruzione di porte, maniglie, cardini, vetri, targhette e, secondo il Mosconi, questa è la prova definitiva dell'entropia che divora l'Universo e che può essere arrestata solo a colpi di bestemmie. Contro il disfacimento del cosmo Mosconi leva il suo grido di battaglia: "Ma che ohhhhhhhh!" e ciò, anche se non interrompe il processo entropico, almeno salva qualche porta, sebbene oramai già sgangherata.
Con Hegel, il Mosconi procede alla distruzione della dialettica. '''Hegel''' afferma: '''Tutto ciò che è reale, è razionale''', e Mosconi replica; '''Tutto ciò che è reato,reale è razionatomonarchico'''.
 
'''Hegel''' afferma: '''Tutto ciò che è reale, è razionale''', e Mosconi replica; '''Tutto ciò che è reato, è razionato'''.
 
Per '''Cartesio''' l'autoaffermazione dell'uomo consiste nel pensiero: '''Cogito, ergo sum''' (penso, dunque sono). Il Mosconi traduce questo postulato a modo proprio; probabilmente per un refuso tipografico è saltata la ''g'' del ''co'''g'''ito'' cartesiano e Mosconi, non avvedendosene (o, anche, ritenendolo l'ennesimo errore dello stronzo che non mette i punti e le virgole), così declina: '''Coito, ergo sum''', e perciò contesta Cartesio in quanto il ''cogito'' ha sempre ed in ogni caso pensabile per oggetto il ''coito'', cui è perennemente diretta ogni attività umana, in ultima '''ana'''lisi.
 
'''Parmenide''' afferma: '''Ciò che esiste è e ciò che non esiste non è''', al che Mosconi commenta con almeno 18 punti interrogativi (??????????????????) e replica: '''Ciò che è esiste, e ciò che non è non esiste''' completando così il rovesciamento della filosofia eleatica. Spesso al profano sfugge il contenuto esistenziale di queste affermazioni, cioè la differenza, tutta parmenidea, tra essere ed esistere. Mosconi la porta all'estrema conseguenza, ma sembra avere ragione perchè, secondo Parmenide ''se sei una ciofecalota, allora esisti'', ma secondo Mosconi no, ''se esisti, allora e solo allora, puoi essere una ciofecalota''.
 
Infine Mosconi, con una semplice osservazione, distrugge anche la filosofia di '''Zenone''', il maggiore allievo di Parmenide. A proposito del teorema della freccia, che secondo Zenone non si muove, Mosconi osserva che le freccie stradali sono inchiodate al palo di sostegno, perciò non si muovono.
Line 34 ⟶ 33:
'''Protagora''' affermava: '''l'uomo è la misura di tutte le cose'''. Affermazione categorica, come si vede, che però Mosconi contesta e rovescia in senso finalistico in quanto, a suo dire, il centro del pensiero dell'uomo non è se stesso bensì la '''passera''' o anche qualche altra parte anatomica, a seconda. In questo secondo caso è certamente vero, ammette Mosconi, che è importante la '''misura''', perchè se piccola lascia insazi e se grande lascia emorroidi. L'affermazione di Protagora dunque è restrttiva, applicabile solo a gay, trans e soggetti femminili etero, pertanto non generalizzabile.
 
Anche il postulato eraclideo viene contestacontestato e distrutto dal Mosconi; innanzittutto per la deformazione del termine clitorideo in eraclideo. Più ancora Mosconi contesta il '''Panta rei''' (tutto scorre) di '''Eraclito''', sostenendo che ciò è vero in due soli casi: un recipiente con buchi e le malattie veneree.
 
Mosconi affronta, in ultimo, ma non per ultimo, il postulato kantiano ''la ragione prescrive alla natura le sue leggi''. Qui il livello dello scontro filosofico diviene epico. Mosconi domanda: ''ma la natura è in grado di leggere la ricetta''? Evidentemente, no! e allora che cazzo dice '''Kant'''! una prescrizione che non può essere letta è come il manifesto di una donna nuda, usabile solo per riti onanistici. LaMa la natura onanizza? a ciò Mosconi non risponde.
 
Ultimo duello Mosconi lo impegna con '''Ernst Mach''', dimostrando che, in seguito ad un errore di battuta, il suo testo ''Analisi delle sensazioni'', in realtà è stato frainteso, in quanto l'originale era '''Ano'''lisi delle sensazioni e trattava del piacere anale.
Utente anonimo
I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione