Campionato mondiale di calcio 1970: differenze tra le versioni

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* '''Partita 8''': Messico - Reduci [[Battaglia di Alamo]]
 
Fu allora che si resero conto che, ai quarti di finale, il [[Nazionale di calcio del Messico|Messico]] poteva seriamente incontrare se stesso. Per non correre rischi inutili si tornò alla formula già utilizzata in [[Mondiali di calcio Inghilterra 1966|quelli inglesi del '66]]. <br />Dunque settantacinque nazioni in tutto il mondo si sfidarono all'ultimo sangue negli incontri di qualificazione, con la formula dell'''eliminazione diretta e definitiva'', che implicava l'eliminazione fisica delle squadre sconfitte. Al termine ne rimasero in piedi solo quattordici, che si affrontarono nella fase finale alla quale ebbero accesso di diritto l'[[Nazionale di calcio dell'InghilterraInghilterraInghilterra|Inghilterra]], come campione in carica, e il Messico, in qualità di Paese organizzatore, per un totale di sedici squadre. Attraverso l'applicazione della [[logica combinatoria]] e dell'[[algebra booleana]] si giunse ad elaborare il modello geometrico e matematico su cui strutturare il torneo: quattro gironi di quattro squadre ciascuno. Passano il turno le prime due classificate di ogni girone per punti, differenza reti in caso di parità, differenza [[escort|gnocche da compagnia]] in caso di ulteriore parità, differenza mazzette in caso di ulteriore parità, [[roulette russa]] in caso di ulteriore parità, perché alla pazienza umana c'è un limite. Le otto squadre che passano il turno vengono incrociate, secondo le regole delle ''parole crociate crittografate''<ref>A numero uguale corrisponde lettera uguale.</ref>, a formare i quarti di finale, partite secche le cui vincenti vengono accoppiate seguendo la ''[[regola di Ruffini]]'' a formare le due semifinali. Chi le perde gioca una partita del tutto inutile se non per sfogare la delusione, chi le vince disputa la finale. Più chiaro di così.<br/>Per la prima volta furono ammesse le sostituzioni di due giocatori ''di movimento'' e vennero introdotti i cartellini, colorati di giallo e di rosso, rispettivamente per [[ammonizione|ammonizioni]] ed [[espulsione|espulsioni]], invenzione di quel [[Caso umano|fenomeno da baraccone]] dell'[[arbitro]] inglese Aston, balzato alle cronache (e sulle [[palle]] a [[Molti|parecchi]]) per aver {{Citnec|uccellato bravamente}} l'Italia ai [[Mondiali di calcio Cile 1962]], nella partita conosciuta come [[Battaglia di Santiago]].
[[File:Mexico 1970 Juanito mascotte dei mondiali.jpg|thumb|right|280px|Il pupazzetto Juanito, [[mascotte]] della competizione, realizzato a mano dagli orfani di Aguascalientes (con colori assai tossici). Era uno di quei pupazzetti col ferretto interno, che potevi mettere in posa come ti pare... almeno inizialmente. Poi il ferretto si rompeva, gli andavano i gomiti al contrario e sembrava uno investito da un TIR (e il bimbo piangeva).]]
Gli incontri ebbero luogo dal [[31 maggio]] al [[21 giugno]] [[1970]], in località la cui altitudine media sul livello del mare sforava spesso e volentieri i duemila metri. Per sopperire alla rarefazione dell'[[ossigeno]] ogni nazionale escogitò i sistemi più disparati: dalla masticazione di foglie di [[coca]] (Perù) all'ingestione di ingenti quantità di alcolici (Inghilterra e Romania); dall'alimentazione a base di [[pasta aglio olio ed elio]] (Svezia) all'utilizzo di bibite gassate (Belgio). L'Italia, oltre ad avere un paio di compressori con cui insufflare aria compressa dentro gli atleti, era giunta in Messico qualche tempo prima per un periodo di acclimatamento, trascorso per lo più ad [[Acapulco]], sul livello del mare, cosa che lo rese del tutto inutile.<br/>
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