Vasco Núñez de Balboa: differenze tra le versioni

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'''Vasco Nunez de Balboa''' (''Jerez de los Caballeros del Mengas'', 1475 - ''Patronato Acli'', 1519), navigatore, poeta, pugile e conquistador spagnolo, dice di essere stato il primo uomo a vedere l'[[Oceano Pacifico]], perché gli indios che stavano lì da 10000 anni secondo lui non erano dei veri esseri umani.
 
==La brutta infanzia==
Nato in [[Spagna]] da un nobile cocainomane e una commessa di negozio di animali aristocratica, trascorre la giovinezza come scudiero e posacenere di ''Don Pedro de Porcocarrero'', noto prete pederasta delle Asturie con il quale fa spesso a botte. Quindi, a venticinque anni, sua madre lo sbatte fuori di casa.
 
==L'ancora peggiore età adulta==
Così si imbarca sulla prima nave e va in [[America]], dove spera che almeno non ci siano ricchioni. Arrivato a [[Panama]], non essendoci ancora il canale si compra un cappello e torna indietro a [[Repubblica Dominicana|Santo Domingo]], dove va a puttane.
 
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Giunti in [[Colombia]], Vasco convince L'Ecciso a fondare una nuova colonia, ma quando questo vieta ai coloni di rubare la [[coca]] ai nativi, De Balboa lo fa arrestare, guadagnandosi il rispetto dei coloni e soprattutto un sacco di droga.
 
==Vasco Nunez de Balboa Governatore==
Fonda così ''Santa Maria la Amiga de l'Erba'', divenendone prima sindaco, poi governatore e infine capo-pusher. Dopo avergli fatto pulire le latrine della prigione con la lingua e averlo fatto sodomizzare dal suo cane, magnanimemente libera L'Ecciso e lo butta a mare. Nuoterà fino in Spagna.
 
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Ma soprattutto sente parlare i nativi di un regno favoloso al di là dell'istmo dove l'oro zampilla dalle piante, le perle escono dai porci, le donne la danno via come niente e gli spagnoli sono intelligenti. Impressionato ed eccitato, decide di partire subito, senza nemmeno chiudere il gas.
 
==La scoperta dell'Oceano Pacifico==
La marcia in mezzo alla jungla equatoriale panamense è qualcosa di allucinante, tanto che un ingorgo sulla Salerno-Reggio Calabria gli fa una sega. Attaccati di continuo dagli incazzosi indios, dalle zanzare e dai camorristi, scavalcano fiumi e guadano montagne, massacrano qua e là tanto per non impazzire e arrivano infine ai piedi di una discarica abusiva. Qui la guida indigena dice a Vasco che dalla cima della discarica si può vedere il mare. Allora lui fa:
 
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Al ritorno prende un'altra strada per cercare altri disabili da rapinare e per evitare gli agguati dei camorristi, finché non torna dall'altra parte dell'istmo. Fatto su tutto il bottino, torna a Santa Maria e manda a dire in Spagna che ha conquistato l'oceano ma non ha trovato un cazzo.
 
==Giorni di merda==
Sospettosi delle sue parole, arrivano dalla Spagna il nuovo governatore ''Pedro Arias de Aviaria'', chiamato ''Pederastarias'', e il suo caro vecchio amico L'Ecciso, che per prima cosa lo destituiscono, per seconda lo arrestano e per terza lo prendono a sberle. Ma Vasco ha la testa dura, ruba degli schiavi e delle mignotte a Cuba e cerca di partire di nuovo per l'oceano. Per questo Pederastarias lo prenderà e lo ficcherà in una gabbia di legno insieme a dei pappagalli giganti omosessuali.
 
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Nel 1519 dunque, salpa dal porto del Patronato Acli e si spinge in mezzo all'oceano per circa 74 metri, scoprendo per primo le Isole dei Pirla, costeggiando la Costa Marrone del Darien e approdando infine a Porto Pigna, dove passa il week-end nella villa di [[Briatore]]. Presosi lo scolo, riparte con un carico di pigne e di mignotte e torna all'Acli.
 
==Il processo==
Qui riceve un cablogramma del Pederastias che gli dice gentilmente di tornare a Santa Maria. Ma a metà strada incontra un certo [[Francisco Pizarro|Francisco Tamarro]] che prima lo riempie di tatuaggi e poi lo arresta per ordine del governatore. L'accusa è infamante: usurpazione del potere di Pederastias, creazione di un governo separato nell'oceano e collusione con Briatore.
 
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{{dialogo2|Pederastias|Questa è la giustizia che il Re e il suo lecc... luogotenente Pedro Arias de Aviaria impongono a questi uomini, traditori e usurpatori dei territori della Corona|De Balboa|Bugie! Bugie! Non ho mai commesso questi crimini, ho sempre servito il re lealmente e per incrementare i suoi domini}}
 
==La bruttissima fine==
Sdraiato su un'amaca con a fianco una puttana, Pederastias assiste così all'esecuzione di de Balboa, dei suoi quattro compagni e del suo cane. Ma Vasco si dimostra una testa dura anche in punto di morte, tanto che il boia spezza ben tre asce prima di riuscire a staccargliela.
 
Alla fine della festa, le quattro teste resteranno esposte per un paio di settimane nella sala di antropologia del Museo del Patronato. I suoi resti non si sa che fine abbiano fatto, ché il cancelliere presente al processo era analfabeta.
 
==Lasciti==
Ad ogni modo, la figura di Vasco Nunez de Balboa è stata recentemente rivalutata, tanto che Panama ha chiamato col suo nome la sua moneta, anche se essendo poco il circolante a Panama la maggior parte delle volte il suo nome è collegato a insulti e bestemmie. Gli spagnoli invece, che lo vedono come un eroe, gli hanno dedicato una stazione della metropolitana di Madrid, basta che resti sottoterra.
 
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