Francesco Schettino: differenze tra le versioni

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La trasmissione Le Iene organizza uno scherzetto: contatta il figlio del difensore di Schettino, e contratta la partecipazione del comandante all'Isola dei Famosi.<br />
Lo scherzo consisteva, in realtà, nel fingere che Schettino fosse un "naufrago", e che l'Isola dei Famosi lo volesse: mentre Schettino è notoriamente bravissimo a non bagnarsi nemmeno i piedini, anche se la gente attorno a lui muore o fa il bagno invernale in mare, e l'Isola dei Famosi - che è una lontana parente dell'Isola del Giglio - non lo vuole proprio vedere.<br />
Schettino, tramite il suo manager, cerca di spuntare un compenso di 2,5 mln di euro (ma - per educazione - annuncia che 0,2 mln li darà in beneficienza ai vincitori dei concorso: "i più simpatici tra i parenti delle vittime del Giglio"); poiché il Brasile gli è sempre piaciuto (soprattutto per il didietro delle danzatrici di Samba), chiede che i soldi gli vengano resi disponibili in quel paese così ospitale ed allegro, e che una parte venga versata direttamente sul conto di una nota casa di piacere.<br />
Quando si scopre che si trattava di uno scherzo, e che la procura lo vuole dentro per concreto pericolo di fuga, smentisce tutto ed accusa il suo manager di non essere unil suo manager, e di aver condotto la trattativa a sua insaputa: lo denuncia, quindi, per sostituzione di persona e truffa, reclamando un risarcimento milionario, da versare in Brasile.<br />
Il padre del suo manager - che solo per una strana coincidenza è il difensore di Schettino - si dimette dalla difesa; tale ulteriore coincidenza, che non ha nulla a che vedere con i rapporti tra Schettino ed il manager, con la trasmissione delle Iene e con la richiesta di custodia cautelare in carcere, viene interpretata dai più come conferma dell'inquacchio.<br />
Schettino minaccia, allora, di querelare questi "i più", e di richiedere anche a loro un risarcimento milionario, da versare in Brasile.<br />
La magistratura fiorentina, con un provvedimento di tre righe (compresa l'intestazione, la motivazione, le firme e la sottoscrizione del cancelliere) dispone la custodia di Schettino a Castel Sant'Angelo.<br />
Per tale motivo il Vaticano, i cui ministri rifiutano perfino di somministrare a Schettino la confessione, dichiara guerra allo stato italiano e trasferisce la santa sede in svizzera.<br />
Schettino, immediatamente, sporge querela nei confronti del Papa (a cui dice, in una intervista "Da te che ti chiami Francesco, proprio non me lo aspettavo", chiedendo un risarcimento milionario da versare in Brasile (che poi non è distante dall'Argentina, paese d'origine del papa.<br />
 
 
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