Gianfranco Zola: differenze tra le versioni

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A Zola fu proposto, come a tutti gli altri, del resto, un ingaggio pagato in parmigiano grattugiato, con premi-partita pagati in [[latte]] fresco. Dal 1993 al [[1996]] giocò 102 partite segnando la bellezza di 49 gol, e con tutto il latte a sua disposizione iniziò a produrre [[formaggio]] in proprio, con il marchio {{citnec|G. Zola|e=complimenti per la fantasia}}. Gli affari caseari di Zola, tuttavia, non decollarono: l'infelice scelta del marchio commerciale non convinse i consumatori, che ci vedevano un penoso tentativo di imitazione del ben più rinomato [[gorgonzola]]. Zola si ritrovò con tonnellate di formaggio invendute, e se ne disfò facendole giungere clandestinamente in [[Sardegna]], dove un suo [[cugino]], con sapienti iniezioni di caglio di [[cammello]], le trasformò nel tipico formaggio marcio da regalare ad [[amici]], [[Parente|parenti]] e conoscenti.
 
== La Nazionale ==
 
{{Cit2|No, grazie, non fumo!|Gianfranco Zola quando gli fu proposta per la prima volta la Nazionale.}}
 
{{Cit2|Aaaaaaahhh!|Gianfranco Zola quando gli fu proposta per la seconda volta la Nazionale.}}
 
Zola indosserà la maglia azzurra per 35 volte, segnando 10 reti, ma fu proprio con la maglia della Nazionale che mise in atto il suo diabolico piano di [[vendetta]]. Non aveva infatti scordato le [[Tortura|angherie]] subite durante l'infanzia dai suoi amichetti per la sua manifesta superiorità calcistica. Ai [[Mondiali di calcio USA 1994]] gli si presentò un'occasione irripetibile: i suoi compagnetti di allora, nel frattempo cresciuti, avevano messo su un grosso giro di scommesse clandestine sul loro illustre compaesano. Scommettevano su tutto, anche sulla sua irreprensibile correttezza sul campo. Zola sapeva tutto ciò, e finora aveva lasciato fare. In occasione di [[Italia]]-[[Nigeria]] tutti i suoi compaesani avevano scommesso sul suo esordio in campo ai Mondiali, che puntualmente avvenne, ma anche sul fatto che non avrebbe mai ricevuto cartellini dall'[[arbitro]], cosa che avvenne dopo dieci minuti dal suo esordio. Zola aveva incaricato una [[Mio cuggino|persona fidata]] di Oliena di scommettere su un rosso diretto contro di lui, mentre gli altri paesani avevano fatto l'esatto contrario. C'era chi aveva scommesso la moglie, chi i capitali all'estero, chi la propria [[verginità]] anale: tutti persero. Da allora ad Oliena imperversa una grossa [[Crisi economica]] di cui tuttora non si vede la fine. In [[verità]], va anche detto che Zola fece [[Manuali:Corrompere|corrompere]] l'arbitro, affinché questi lo espellesse. Prima della partita, Zola aveva mandato dall'arbitro {{USERNAME}}, travestito da [[Pinco Pallino]], perché gli consegnasse l'introvabile figurina di [[Pier Luigi Pizzaballa]], che Zola si era inspiegabilmente trovata sul proprio comodino durante il ritiro a Coverciano. Lacrime di commozione rigarono il volto dell'arbitro che, intascata la figurina, disse a {{USERNAME}}: {{Quote|Nemo problema, ghe pensi mi!}} La famosa sceneggiata di Zola subito dopo l'espulsione è quanto mai falsa: Zola in realtà gioiva nel cuore per essersi finalmente vendicato dei suoi invidiosi coetanei.
{{Calcio}}
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