Guerre persiane: differenze tra le versioni

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Al Gran Re Dario era succeduto il figlio Serse, un platinato negro noto ai più per la sua profonda voce da tenore e per le sue malcelate abitudini [[frocio|promiscue]]. Serse era deciso a vendicare l'umiliazione subita dal padre, dunque mise a punto un enorme quanto pauroso esercito, deciso ad invadere la [[Grecia]].
Atene e Sparta quando vennero a sapere della cosa si mostrarono decisamente preoccupate, infatti si erano vantate per anni di aver sconfitto le orde [[persiane]] a [[Maratona]] (nonostante la schiacciante inferiorità numerica) e di fronte ad una sconfitta sarebbero diventate lo zimbello dell'Egeo. Decisero dunque di organizzare un' assemblea fra le città Greche per decidere come opporsi al nemico. Non mancarono però le mancate adesioni di città come Argo e Tebe che anticipando di qualche millennio la [[Svizzera]] si dichiararono neutrali, ponderando subdolamente di saltare sul carro del vincitore.
 
{{Cit2|Vogliamo bene a tutti e due, abbiamo bisogno di una [[pausa di riflessione]]... ma possiamo rimanere amici!|messagero di [[Argo]] si giustifica di fronte all'assemblea}}
 
A questa alleanza aderì anche l'uomo politico più potente del tempo, quel mitomane di Gelone, il tiranno di [[Siracusa]], che però pretese, in cambio del suo aiuto, di essere nominato capo della spedizione e di essere eletto tiranno più sexy della lega antipersiana. In risposta a queste richieste, però, gli emissari di [[Sparta]] lo mandarono cortesemente a cagare. Egli, offeso, non spedì alcuna truppa.
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