Fëdor Dostoevskij: differenze tra le versioni
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===Infanzia===
Fëdor viene alla luce una notte buia e tempestosa sia del [[30 ottobre]] che dell'[[11 novembre]] del [[1821]] ad Antenna, frazione di Mosca, dal nobile Michail Andreevič, [[medico]] della mutua sospetto alla [[polizia]] zarista di simpatie clericonazionalfiloanarcoreazionarie, e da Marija Fëdorovna Ščëžova, di famiglia borghese, malata di tubercolosi tifoidea e addestratrice professionista di camaleonti albini, sospetta di aver fregato alla vicina di condominio ben 26 capi di biancheria intima di fattura [[sadomasochismo|sadoporno]] e circa una dozzina di bottiglie di vodka delle distillerie clandestine di Sverdlovsk. Secondo di 39 figli (dei quali il 58,12% non sopravviverà ai sette mesi), il piccolo ''Fedja'' (vezzeggiativo russo del nome ''Fëdor'', Teodoro) cresce in una famiglia problematica che avrà forti ripercussioni sulla sua [[infanzia]] e lascerà profondi segni anche nella sua produzione letteraria. Il padre, burbero libertino cagacazzi e disinteressato all'educazione della prole, verrà infatti preso a modello per il personaggio di ''Fëdor Karamazov''; la madre, invece, del tutto priva di personalità e anche alquanto scassapalle, non verrà degnata di considerazione.<br>
Il fratello più grande, Michail Michajlovič, sarà invece una compagnia preziosa e costante - fino a quando non si azzufferanno - per il giovane scrittore, specialmente quando avrà bisogno d'aiuto
===Giovinezza===
[[Immagine:Foto antica.jpg|thumb|200px|right|Quindicenne in una delle sue più malriuscite imitazioni di [[Napoleone Bonaparte]].]]
L'adolescenza di Fëdor è segnata da tragici avvenimenti: la morte prematura della madre, malata di tifo, una tragica domenica in trasferta contro il [[Waterloo]] nel dicembre [[1834]] e l'assassinio del padre, il giorno prima, da parte dei suoi servi, a causa del mancato pagamento dei contributi previdenziali. Infine, la sospensione del
Iscrittosi all'Istituto Tecnico Militare di [[Kiev]] a 13 anni, lontano da casa e dalla sua amata città, il giovane Dostoevskij soffrirà la solitudine tipica di un ragazzo dotato di talento ma senza speranza di poterlo mettere a frutto. In quegli anni cominciano a farsi sentire le prime avvisaglie dell'[[epilessia]], [[male]] che lo affliggerà per tutta la vita e che si ritrova come elemento caratteristico nei personaggi della sua produzione letteraria. La nuova scuola non gli garantisce strutture e servizi adeguati ad appagare le esigenze del suo genio; tuttavia, la modesta biblioteca gli offre l'occasione per leggere almeno i grandi classici della letteratura mondiale da [[Shakespeare]] a [[Puškin]], del quale diverrà presto uno sfegatato estimatore e a cui invierà ardenti lettere d'ammirazione, ignaro che il poeta russo sia morto in [[duello]] da parecchio tempo, forse perché i volumi in dotazione alla scuola non venivano aggiornati dal 1552, quando ancora governava Ivan IV il Terribile.<br>A due anni dall'iscrizione, viene cacciato via dall'istituto per aver commesso atti di [[bullismo]]
Intanto Dostoevskij, tornato a Mosca, comincia a scrivere articoli umoristici e di costume per un giornalino locale, il ''Moskovskaja Nietciklopedja'', punta di diamante della stampa satirica cittadina e clandestina. Querelato per diffamazione a mezzo stampa da una donna dell'alta [[borghesia]], Madame Sonja Fikanova, viene assolto in primo grado perché effettivamente il nome della signora è ridicolo e meritorio di dileggio, ma condannato in appello perché non è elegante fare [[nonciclopedia|umorismo volgare]] su stupidi allusioni oscene. Costretto a pagare una multa di 300 rubli, si ritrova senza un quattrino e costretto a dare lezioni private ai bambini delle [[scuole elementari|elementari]].
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