Ping pong: differenze tra le versioni

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L’importazione del ping pong in Europa è dovuta a [[Marco Polo]], come narrato da lui stesso in un capitolo del suo “Il Milione”: apprezzabile il passaggio nel quale il Marco nazionale descrive la sua prima partita, contro una ultranovantenne di Pechino, terminata con l’umiliante punteggio di 6-0 per l’arzilla vecchietta. L’evento causò una tale ilarità tra gli spettatori che gli stessi si cappottarono dalle risate: da qui il termine “cappotto” che determina la fine anticipata di una partita per manifesta inferiorità di uno dei due contendenti.
 
==== Tecniche di gioco ====
 
Esistono differenti modi di impugnare la racchetta, e quindi stili diversi:
 
* l’impugnatura “classica”: la racchetta viene tenuta con una mano, che avvolge il manico come avvolgerebbe un pene durante una sega. Prediletta dalle giocatrici di sesso femminile, escluse le bolognesi, che preferiscono l’impugnatura “a pompa”;
* l’impugnatura “a pompa”: la racchetta viene tenuta in bocca, che avvolge il manico come avvolgerebbe… insomma, ci siamo capiti;
* l’impugnatura “a 90 gradi”: il manico della racchetta viene infilata nell’ano. E’ sicuramente la tecnica che permette di colpire la pallina con maggiore violenza, ma ha l’effetto collaterale di costringere l’atleta a giocare spalle al campo;
* l’impugnatura “varie ed eventuali”: è la più utilizzata a livello amatoriale, e consiste nel tenere la racchetta come capita. E’ anche la tecnica che causa più infortuni: spesso infatti il giocatore non professionista tende a tenere le dita, non si sa per quale strano motivo, distese ed appoggiate su una delle due facce della racchetta, dimenticandosene nella foga del gioco e subendo pallinate a 180 Km/h sulle stesse al primo tentativo di difesa in rovescio effettuato. Non sono rari i casi di amputazione delle falangi dovuti proprio a tale insana abitudine.
 
Si praticano diverse tattiche di gioco:
 
* Attacco
* Difesa
* Casuale
 
I giocatori d’attacco sono facilmente riconoscibili: durante l’azione di gioco si muovono come dei forsennati, emettendo suoni mostruosi (spesso accompagnati da emissione di perle di bava filante) ad ogni colpo dato alla pallina.
 
I giocatori di difesa sono quanto di più palloso si possa chiedere al ping pong: con loro gli scambi spesso durano un tempo paragonabile all’eternità. Non tentano mai di fare punto, ma portano allo sfinimento il giocatore avversario, pensando solamente a ributtare la pallina nel campo avverso.
 
I giocatori che utilizzano la tecnica casuale, invece, alternano le due tecniche sopra esposte, con esiti spesso disastrosi, in quanto perdono millesimi di secondo preziosi (considerate che la pallina viaggia spesso a velocità esorbitanti) a pensare a che tipo di tiro effettuare, prendendo una decisione quando ormai la pallina è già passata.
 
Le combinazioni possibili di avversari delle varie scuole di pensiero determinano il tipo di partita:
 
* [[Immagine:Pubblico_annoiato.jpg|right|thumb|160px|Il pubblico di una partita del tipo "eterna"]]Bagnata: quando i due giocatori sono entrambi attaccanti spesso la bava da loro emessa crea uno strato sottile e scivoloso sul tavolo di gioco, che rende la partita ricca di colpi di scena, in quanto la pallina ha spesso rimbalzi irregolari;
* Mortale: quando un giocatore d’attacco gioca contro uno di difesa, spesso la partita si risolve con la morte per sfinimento o con il ritiro per esaurimento nervoso dell’attaccante, che prova ripetutamente a fare punto con colpi pieni di estro e potenza, senza però riuscirvi in quanto il giocatore di difesa, spesso senza alcuna fatica, riesce a frenare ogni suo attacco;
* Eterna: quando si affrontano due giocatori di difesa. Nessuno prova a chiudere il colpo, e così la partita va avanti per ore, di solito fino al momento in cui l’arbitro si stanca e spara ad uno dei due contendenti;
* Scontata: quando un giocatore specializzato nella tecnica casuale gioca contro uno di attacco o di difesa. Può solo perdere;
* Casuale: quando si affrontano due giocatori maestri nella tecnica casuale. La vittoria dipende da chi comincia a battere, in quanto solitamente lo scambio si conclude con un “ace”.
 
 
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