Souvenir: differenze tra le versioni

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{{Cit2|Dite no alle pallide imitazioni! No ai souvenir! Portate a casa le emozioni originali!|Slogan dell'A.T.I. (Associazione Tombaroli Italiani)}}
 
Il '''souvenir''' è di solito un piccolo oggetto (ma esistono anche clamorose eccezioni, Vincenzo Peruggia docet) che il povero [[turista]] sfigato è costretto a portarsi a casa per dimostrare di essere andato veramente in vacanza in [[Amsterdam|una grande città d'arte]] o in [[Giamaica|un luogo esotico]] invece che a Casalpusterlengo.
 
Basterebbe quindi una macchinetta fotografica per evitare di comprarne uno e spendere i propri soldi in cose [[Marijuana|più utili]], ma come è noto dalla [[legge di Murphy]], qualunque viaggio si trasforma in un susseguirsi pazzesco di inconvenienti. I più classici sono (immaginiamo un viaggio a [[Pisa]]):
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A seguito delle nuove norme di sicurezza sugli aereoporti, in Italia oggi è vietato portare con sé souvenir contundenti. Quindi ora fra le tante disgrazie che il souvenir causa all'incauto viaggiatore, si aggiunge la possibilità di essere fermato dalla polizia, perdere l'aereo ed essere sottoposto per un giorno intero ad intense [[Sonda anale|perquisizioni]].
 
 
 
==Souvenir noiosi==
 
Ossia quella robaccia che i vostri conoscenti vi costringono a comprare solo per dimostrare <strike>quanto siete disposto a rovinarvi per lor </strike>quanto gli volete bene...
 
===Statuine===
 
La categoria principe dei fastidiosi ricordini, se non altro perché una delle più economiche. Si tratta di fedelissime riproduzioni (per farvi un paragone: hanno un livello di realismo medio pari a quello di un quadro di Kandiskij) di un monumento celebre. Costruiti in materiali affidabili che spaziano dalla plastica tossica, al vetro scheggiato fino al metallo, rigorosamente piombo, rinomato per le sue proprietà velenose.
 
==Abbigliamento==
 
Prendere dei vestiti dagli scarti di magazzino e rivenderli a un prezzo centuplicato? Impossibile, direte voi. E invece no! E persino senza l'uso delle forbici dalla punta arrotondata.
 
Ciò che vi serve è semplicemente appiccicarvi sopra il simbolo della vostra città/paesino/baraccopoli, di solito una pantengana su due zampe o una quaglia dai colori psichedelici e aspettare che il <strike>tonto </strike>il gradito forestiere compri la vostra roba in qualche bancarella. Se siete pigri, è sufficiente il nome, qualche disperato (con le bimbominkia provate con la scritta in glitterato: risultato garantito!) lo troverete sempre.
 
 
 
 
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