Riforma Renzi del Servizio sanitario nazionale

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« Quello italiano è il terzo servizio sanitario al mondo per efficienza, preceduto solo da Zimbawe e Nabibia »
( Il Premier Matteo Renzi, mentre illustra le meraviglie del nuovo sistema sanitario italiano)
« La madonna bucaiola! »
( Il Premier si rende conto di stare leggendo la lista al contrario)
« Chi ha la tendenza alla guarigione in KA-Be (Krankenbau, baracca per i malati) viene curato; chi ha la tendenza al peggioramento, dal Ka-be finisce nelle camere a gas »
(Il Premier Matteo Renzi cita a sproposito (forse) un passo di "se questo è un uomo" di Primo Levi, illustrando i principi del sistema sanitario italiano)

Il Governo Renzi si è fatto preciso incarico di Ciò si è reso necessario in forza delle seguenti, valide ragioni, che il Premier non ha mancato di enumerare, tra il plauso generale del Parlamento, durante la presentazione del nuovo Testo Unico disciplinante la materia:

  • ce lo chiede l'Europa;
  • dobbiamo smettere di considerare lo Stato italiano uno Stato, ma, come ebbe a dire un grande statista del passato, dobbiamo considerarlo alla stregua di un'impresa;
  • è quindi nostro dovere sradicare i rami marci che appesantiscono la spesa pubblica senza fornire linfa vitale alle casse dello Stato (applausi commossi anche dai banchi del centro destra);
  • non abbiamo dimenticato, tuttavia, gli interessi dei cittadini bisognosi di cure ed assistenza, specialmente i meno abbienti (ovazione dalle file dell'estrema sinistra).

Prescrizione di medicinali

La prima grande novità che balza agli occhi dalla lettura del testo di Legge è il divieto per i medici di prescrivere ai pazienti farmaci di ogni tipo per la cura delle malattie. Il provvedimento viene giustificato, oltre che da evidenti ragioni di risparmio della spesa pubblica, soprattutto in ragione del fatto che i farmaci sono venduti dalle case farmaceutiche, odiose multinazionali dedite solo al profitto che questo Governo ha deciso di contrastare con ogni mezzo, anche a costo di far morire qualche migliaio di italiani in più. Dal primo di aprile del 2016, pertanto, viene tassativamente proibito ai medici di fornire medicinali ai malati. I medici che trasgrediscono sono passibili di pesanti sanzioni amministrative seguita dalla radiazione dell'albo dei medici e chirurghi. Al posto dei medicinali forniti dalle odiose case farmaceutiche multinazionali viene concesso ai medici di prescrivere solo farmaci generici, esclusivamente quelli prodotti in economia (sosteniamo le piccole imprese e l'artigianato locale, ebbe a dire in proposito il Premier per giustificarne l'adozione) da una piccola azienda fiorentina. I medicamenti in questione sono i seguenti:

  • flacobronco, per tutti i problemi legati all'apparato respiratorio: in confezioni da 250 grammi, contenenti 245 ml di acqua distillata e due cucchiai di miele;
  • flacopancia, per tutte le patologie inerenti l'apparato digerente: in confezioni da 250 grammi, contenenti 245 ml di acqua distillata e due cucchiai di rosmarino tritato;
  • flacomale, antidolorifico dall'azione assai potente: ossido di idrogeno con aggiunta di tabacco toscano;
  • flacobooh, per tutte le patologie non rientranti nei precedenti gruppi di farmaci, composto da acqua di rubinetto toscana con aggiunta di menta piperita.

A questo riguardo va tuttavia segnalato che l'irresponsabile centro destra si era opposto all'approvazione della norma in questione, sostenendo, a suo dire, la sussistenza di un conflitto di interessi in quanto l'azienda neo monopolista di tutti i medicinali italiani fa parte di un gruppo controllato a sua volta da una banca di cui l'amministratore delegato sarebbe il padre della Ministra Maria Elena Boschi (vanno a scovare anche il pelo nell'uovo questi parlamentari, quando vogliono, nevvero?). La MInistra, richiesta di giustificare la questione, avrebbe risposto con tali commoventi parole. "Io amo mio padre. Se ho fatto qualcosa di sbagliato, l'ho fatto solo nell'interesse della cosa cui tengo di più nella mia vita". Si è quindi, con posa degna di un emula principessa del foro, alzata la gonna mostrando la bella fregna: tanto è bastato per salvarle il culo e far approvare il testo senza modifiche.

Vine fatta salva la possibilità (art. 69 T.U.) di rivolgersi a strutture private per la cura dei propri mali.

Attrezzatura Ospedaliera

Cure alternative: digiunoterapia e training forzato

Utero in affitto: canone in favore delle casse pubbliche

Ticket e sanzioni

Lotta alla corruzione

Il Governo Renzi dichiara, nel presentare il nuovo testo di Legge, lotta senza quartiere nei confronti della corruzione purtroppo ancora presente presso le strutture sanitarie nazionali. Dai facchini agli stimati primari, infatti, prima o dopo tutti chiedono al paziente, in aggiunta al ticket, il pagamento di cosiddette "bustarelle", per fornire quei servizi cui il cittadino ha sacrosanto diritto, garantito costituzionalmente. Per questo motivo (art. 47 T.U.), con specifica norma di Legge la corruzione viene abrogata: in virtù del nuovo testo sarà obbligatorio chiamarla "contributo obbligatorio per il fondo pensionistico di medici, infermieri e personale ausiliario". Il testo disciplina anche le tariffe e le modalità di riscossione.

Unione Europea

I principali rappresentanti delle istituzioni comunitarie hanno accolto con tiepido consenso la riforma sanitaria italiana, giudicandola tuttavia contraria in molti punti a quei principi etici ed umanitari cui l'Europa da sempre si fa portatrice. In particolare:

  • la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha manifestato la sua contrarietà all'utilizzo dell'acqua di rubinetto per sterilizzare gli strumenti chirurgici, facendo presente che "basterebbe ripulirli alla meglio strofinandoli su di uno straccio, senza sprecare l'acqua";
  • Il Presidente della Banca Centrale Europea si è detto disgustato dall'introduzione di una penale patrimoniale del 97% per quei furbetti di italiani che escono vivi da un ospedale e sostiene la necessità di innalzare detta patrimoniale al 100% tondo tondo;
  • Il presidente della Commissione Europea ha infine deplorato la solita mancanza di voglia di lavorare degli italiani nel contestare la durata dei lavori forzati per i pazienti, prevista di 16 ore. "Se in una giornata ci sono 24 ore, non si capisce perché gli italiani pretendano di lavorare soltanto per sedici" è stato il suo commento in merito.

Il Governo italiano ha preso atto dei suggerimenti espressi ed ha annunciato che provvederà in relazione al più presto, al fine di armonizzare la legislazione italiana a quella europea. fermo restando che rimarrà comunque possibile (art. 69 T.U.) rivolgersi a strutture private per la cura delle infermità di ogni tipo.