Riforma Renzi del Servizio sanitario nazionale

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Il Governo Renzi si è fatto preciso incarico di Ciò si è reso necessario in forza delle seguenti, valide ragioni, che il Premier non ha mancato di enumerare, tra il plauso generale del Parlamento, durante la presentazione del nuovo Testo Unico disciplinante la materia: a) ce lo chiede l'Europa; b) dobbiamo smettere di considerare lo Stato italiano uno Stato, ma, come ebbe a dire un grande statista del passato, dobbiamo considerarlo alla stregua di un'impresa. ; c) come ebbe a scrivere Primo Levi nel libro "Se questo è un uomo" (scroscio di applausi in Camera dei Deputati, dalle poltrone della maggioranza, per la citazione colta), il Nuovo Servizio Nazionale che si configurerà a seguito dell'approvazione di questo testo si baserà sul seguente, sacro principio: "Chi ha la tendenza alla guarigione in KA-Be (Krankenhaus, infermeria) viene curato; che ha la tendenza al peggioramento, dal Ka-be finisce nelle camere a gas". d) È quindi nostro dovere sradicare i rami marci che appesantiscono la spesa pubblica senza fornire linfa vitale alle casse dello Stato (applausi commossi anche dai banchi del centro destra); e) non abbiamo dimenticato, tuttavia, gli interessi dei cittadini bisognosi di cure ed assistenza, specialmente i meno abbienti (ovazione dalle file dell'estrema sinistra).

Prescrizione di medicinali

La prima grande novità che balza agli occhi dalla lettura del testo di Legge è il divieto per i medici di prescrivere ai pazienti farmaci di ogni tipo per la cura delle malattie. Il provvedimento viene giustificato, oltre che da evidenti ragioni di risparmio della spesa pubblica, soprattutto in ragione del fatto che i farmaci sono venduti dalle case farmaceutiche, odiose multinazionali dedite solo al profitto che questo Governo ha deciso di contrastare con ogni mezzo, anche a costo di far morire qualche migliaio di italiani in più. Dal primo di aprile del 2016, pertanto, viene tassativamente proibito ai medici di fornire medicinali ai malati. I medici che trasgrediscono sono passibili di pesanti sanzioni amministrative seguita dalla radiazione dell'albo dei medici e chirurghi. Al posto dei medicinali forniti dalle odiose case farmaceutiche multinazionali viene concesso ai medici di prescrivere solo farmaci generici, esclusivamente quelli prodotti in economia (sosteniamo le piccole imprese e l'artigianato locale, ebbe a dire in proposito il Premier per giustificarne l'adozione) da una piccola azienda fiorentina. I medicamenti in questione sono i seguenti: -flacobronco, per tutti i problemi legati all'apparato respiratorio: in confezioni da 250 grammi, contenenti 245 ml di acqua distillata e due cucchiai di miele; - flacopancia, per tutte le patologie inerenti l'apparato digerente: in confezioni da 250 grammi, contenenti 245 ml di acqua distillata e due cucchiai di rosmarino tritato; flacomale, antidolorifico dall'azione assai potente: ossido di idrogeno con aggiunta di tabacco toscano; flacobooh, per tutte le patologie non rientranti nei precedenti gruppi di farmaci, composto da acqua di rubinetto toscana con aggiunta di menta piperita.

A questo riguardo va tuttavia segnalato che l'irresponsabile opposizione si era opposta all'approvazione della norma in questione, sostentndo, a suo dire, la sussistenza di un conflitto di interessi in quanto l'azienda neo monopolista di tutti i medicinali italiani fa parte di un gruppo controllato a sua volta da una banca di cui l'amministratore delegato sarebbe il padre della Ministra Maria Elena Boschi (vanno a scovare anche il pelo nell'uovo questi parlamentari, quando vogliono, nevvero?). La MInistra, richiesta di giustificare la questione, avrebbe risposto con tali commoventi parole. "Io amo mio padre. Se ho fatto qualcosa di sbagliato, lho fatto solo nell'interesse della cosa cui tengo di più nella mia vita". Si è quindi, con posa degna di un emula principessa del foro, alzata la gonna mostrando la bella fregna: tanto è bastato per salvarle il culo e far approvare l testo senza modifiche.

Vine fatta salva la possibilità (art. 69 T.U.) di rivolgersi a strutture private per la cura dei propri mali.

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