Il ratto delle sabine era una gigantesca pantegana dell'VIII secolo a.C.

Il ratto delle sabine.

Il mito

Racconta Tito Tizio, storico romano di età anziana, che Roma, dopo la fondazione, era occupata solo da Romolo e da un coacervo di banditi, assassini, tamarri e tassisti. Mancava però qualcosa che tenesse occupate tutte queste persone dal commettere frodi e reati. In particolare, i romani misero gli occhi sulle sabine, le donne del popolo dei sabini, che vivevano tra l'alto Tevere e il resto del mondo. In realtà le donne sabine erano decisamente brutte: erano basse e tarchiate, avevano poche tette, incisivi sporgenti, naso a pippa e peli sulla schiena. Complessivamente sembravano dei koala giganti, ma in compenso erano molto simpatiche e cucinavano bene.