Radical chic: differenze tra le versioni

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{{Cit|Lo dico io, che sono un amante del figurativo.|Radical chic su tutto}}
 
Se è vero che la [[borghesia]] è una classe sociale in costante mutamento, come sostenuto da un [[filosofo]] su dieci, quella dei '''radical chic''' ne è certamente la forma evolutiva più mostruosa. Si autoproclamano intellettuali di estrema sinistra, o di estrema diversità da tutti gli altri, i loro discorsi raffinati infiammano i cuori del cittadino con la stessa intensità di una lampadina a basso consumo, spenta. Essi raggrumano la [[crème de la crème]] dei [[mantenuto|mantenuti]], dei [[VIP]], dei [[cardinale|cardinali]], dei [[dirigente|dirigenti di stato]] e di altri [[politico|arricchiti di sorta]], che si sono gettati nella lotta eversiva e antagonista per [[noia]], in certi casi per fare colpo sulle [[ragazze]]. Chiamati dai [[compagno|compagni]] [[proletari]] '''rivoluzionari da salotto''', '''diversamente uguali''', '''sindacalisti''', sono sempre indignati e infervorati per i problemi che affliggono il mondo, di cui hanno avuto conoscenza attraverso il loro maxischermo al plasma da 756 pollici. Insomma, sono dei parassiti morali.
 
==Profilo psichiatrico==
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=== Livello di istruzione ===
Il radical chic vanta titoli di studio di massimo prestigio nel mondo della [[controcultura]], pertanto assimilabili a spazzatura, tipicamente master in cinema [[neorealismo|neorealista]] conseguiti all’accademia del popolo di Togliattigrad, oppure in [[giurisprudenza]] del diritto degli animali, se non addirittura una laurea in [[scienze delle comunicazioni]], in cooperazione allo sviluppo (ecofriendly) di tutti i popoli della galassia, in antropologia degli aborigeni metropolitani, o nelle immancabili discipline olistiche biovegetocazzare. Nei rari casi in cui un radical chic non avesse avuto tempo di [[Lega Nord|comprarsi un titolo di studio]], si giustifica dicendo che è troppo ribelle per studiare e che la sua vera scuola è stata il mondo, naturalmente mai vissuto di persona ma esclusivamente attraverso la lettura di riviste quali "Il Qualunquista" e “Il Bolscevico”.
[[File:Brian Griffin con manifesto della pace.jpg|right|thumb|300px|Un celebre radical chic espone le sue idee, rimanendo annoiato dal [[qualunquismo]] [[giacobini|giacobino]] di questo articolo.]]
 
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=== Arredamento della casa ===
Nella sua reggia, tipicamente un loft o una infernale villa in legno biocompatibile, con cassette della frutta come comodini, ogni cosa è ad impatto zero, tranne l'estetica che è ad impatto letale. Ogni stanza trabocca di libri usati, di romanzi russi e di letteratura colta, così come il cesso di [[Giuliano Ferrara]] trabocca di merda. Sui tavolinetti sono messi in bella mostra titoli in [[cirillico]], tomi sul [[buddismo]] o improbabili compendi filosofici anarchici ottocenteschi del tipo “Cento motivi etici per scagliare una locomotiva contro il parlamento”. L’arredamento è ovviamente in stile [[decostruttivismo|decostruttivista]] o postrealista, firmata da [[Frank Gehry]] o da altri inutili fanfaroni di [[controtendenza]]. Sulle pareti sono appesi proclami sul [[Tibet]] libero, fotografie in bianco e nero di [[Madre Teresa di Calcutta]], nonché foto del proprio periodo di volontariato passato tra gli [[aborigeni]] australiani, bisognosi di imparare i precetti de [[Il Capitale]] di [[Marx]].
 
=== Internet ===
Il radical chic disprezza il [[web]], un luogo ispido pieno di [[conformista|conformisti]]. Per tale motivo non ha quasi mai un profilo [[Facebook]], anzi certamente rientra in quella categoria di persone che in maniera ancora più conformista si vantano con tutti di odiare i [[social network]], annoiando mortalmente tutti quelli che sventuratamente li stanno a sentire.
Nel caso raro in cui interagisca con la rete, lo farà solo per lanciare i suoi proclami nel proprio [[blog]] senza lasciare nessuna possibilità di replica agli eventuali lettori (tanto ha ragione lui, chi replica è un disturbatore). Oppure lo farà scrivendo articoli su Nonciclopedia, che poi è la stessa cosa di prima.
Esiste il radical chic internauta: solo letteratura impegnata, politica, ambiente o benessere olistico, oppure dice di fare lo storytelling, ovvero l'arte di dire cose vecchie e già sentite ma in endecasillabi e con aria più saccente.
 
=== Durante una conversazione ===
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Radical chic: “Abbassiamo i toni, porta il dovuto rispetto. Detto questo ti rispondo volentieri, fatti i cazzi tuoi!”
 
*Un radical chic non può essere contraddetto. Se un interlocutore inizia a ragionare con la sua testa e comincia ad esprimere idee discordanti, il radical chic gli darà dell'indottrinato, invitandolo a farsi una idea sua, consigliandogli allo scopo un abbonamento a “Lotta Comunista” o a "Riza Psicosomatica".
[[File:Ragazza elegante con falce e martello appesa.jpg|left|thumb|300px|Un esempio di comunista d'alto bordo.]]
 
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*La [[casta]]. Il nemico giurato del radical chic è la [[casta]], ma non si sa ancora a quali casta alluda, dato che nel linguaggio comune per casta si intendono proprio quelli come lui.
*Il [[denaro]]. Considerata la fonte del male sociale, i [[soldi]] sono disprezzati. Un radical chic non perderà occasione di ribadire a tutti che mai si è sporcato le mani maneggiando banconote, speculando in [[borsa]] o acquistando effimeri beni di [[lusso]]. Mai. Di solito lascia fare tutto ai suoi ragionieri, se non quando ha una società offshore in [[Nicaragua]], ma chi gli fa notare una certa ipocrisia di fondo è un miope giacobino.
*La cultura. Considerata unico bene prezioso, rimedio alla fame nel mondo e cura di tutti mali. Il radical chic lo sa, se non lo sa lo sta per leggere, ha già capito come finirà, è un illuminato, ma a basso consumo.
 
=== Cucina ===
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