Paolo Chiavator

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Paolo Chiavator

È noto per i suoi innumerevoli doppiaggi di celebri film, tutti rigorosamente approvati e promossi dal Vaticano. La sua filmografia vanta titoli del calibro di Harry Fotter, Una Settimana da Porco, Stronzo e più Stronzo, Chiavatar e Troy. Tutte le sue opere di doppiaggio sono state tradotte e ridoppiate in più di 198 lingue, tra cui il cinese mandarino, l'austro-ungarico, il bergamasco e nella lingua di Luca Giurato.


San Paolo nasce a Ciampino, da padre Giuseppe e madre Maria. Subito dopo la nascita, Gesù in persona non aveva ricevuto la notizia della nascita di Chiavator, altrimenti in punto di morte avrebbe detto: "Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno... A parte Chiavator, va bene tutto ma il Calice di Cristo ancora non riesco a mandarlo giù".

Dopo aver preso i voti in tenerissima età, Chiavator conduce una vita al ispirato dal verbo divino, studia e si muove tra le varie abbazie di Italia fino a 33 anni, età in cui decide di prendere la residenza a Medjugorje (poi respinto dal comune stesso perché aveva il domicilio a Lourdes, e si sa che tra i due comuni non corre buon sangue).

Attivo tra gli anni 2002-2009, Sua Eminenza si è ritirato in un pellegrinaggio solitario in giro per il mondo in una missione di evangelizzazione totale della terra, ma non disdegna tutt'oggi di lasciarci le sue parabole, ultima tra le quali Stronzi al Quadrato, opera magna candidata ad essere l'incipit del prossimo Giubileo.

Opere

Le opere più famose sono raccolte e studiate in tutte le facoltà di Teologia della terra, nonché negli istituti religiosi.

Senza dubbio la più famosa opera è "Harry Fotter e la Camera delle Bestemmie", che racconta le peripezie del maghetto coatto Harry, costretto ad andare ad affrontare il mostro nella Camera delle Bestemmie insieme al suo amico Rot e all'amica Hermignottone. Quest'ultima, accusata di non saper fare sesso orale, lancia una bestemmia eccelsa nella capanna di Hagrid, che replica: "Ma che...? Ha bestemmiato?!". Rimane nella storia la battuta "Qualcosa dal carrello, Dio pennarello?" ma anche la scena dello zio di Harry mentre bestemmia sbraitando nella notte.

In Harry Fotter e il Calice di Cristo si nota invece la maturità e la dedizione apostolica dell'autore nel compiere l'opera: Harry stavolta dovrà superare le prove del Torneo Tre Porcoddio per avere come premio un dito in culo una volta al giorno. Notevole e piena di significato la scena dell'investitura del nostro maghetto preferito, dove il Presidente del Torneo annuncia la selezione di Harry tramite una filastrocca molto ben strutturata che ricorda lo Stil Novo di Dante Alighieri: 'Harry Fotter è il maghetto/che noi tutti abbiamo eletto. E non può tirarsi indietro/o farà scender dal ciel San Pietro' seguita subito dopo da urla di disappunto degli altri partecipanti, tra cui due enormi bestemmioni, un 'vaffanculo' e un 'Ma io nun vojo partecipà!'. In questo capitolo il nostro eroe combatte contro draghi ruttoni, nuota nelle immensità di laghi e attraversa labirinti incantati solo per l'onore di essere riconosciuto il miglior mago bestemmiatore del secolo. In quest'opera rimane impresso il tentativo dell'autore di superare il razzismo nella scena in cui il fratello di Rot invita una compagna di colore (detta Cioccolatino) con una frase strappalacrime.

Opera senza dubbio più sobria è Harry Fotter e il Prigioniero di Arkakazz, dove Harry, in compagnia dei suoi due più grandi amici, nel suo anno nella scuola di magia, si trova in costante pericolo in seguito all'evasione di un ben noto mago oscuro, ossia proprio il Chiavator, che ha intenzione di buttarglielo al culo. Fotter affronta numerosissimi pericoli, tra cui le angherie del già noto Professor Renato, che, in una scena memorabile degna di premio oscar per la migliore blasfemia, entra in aula chiudendo a colpi di bacchetta e di bestemmie le finestre della stanza. In questa opera, inoltre, hanno più spazio i personaggi, ispirati all'eroe omerico, dei fratelli di Rot, che regalano al nostro protagonista la 'Mappa del Malandrino'.

Poesie e componimenti

San Paolo, oltre a regalare numerose opere blasfeme allo scopo di insegnare gratuitamente le bestemmie agli autodidatti, ha composto numerosissime opere, poesie, ballate, sonetti e romanzi. Le filastrocche più belle, tra l'altro premiate più volte con il Premio Strega, sono inserite nelle migliori antologie di letteratura e sono oggetto di esame nelle facoltà universitarie più rinomate d'Italia.

Palese è il tema del fanciullo nella seconda poesia, recitata in mondovisione nel telegiornale 'PD1' che ha lo scopo di sottolineare l'importanza del passaggio dall'età infantile a quella adulta tramite un episodio di grandissima importanza, come quello appena descritto.

Discografia

San Paolo si diletta inoltre nel canto, regalando all'umanità bellissime canzoni istruttive, quasi tutte vietate ai minori di 99 anni. Dei suoi 152 album, solo poche tracce sono pervenute fino ai nostri giorni a causa delle ricerche della Santa Inquisizione, tuttavia quelle poche opere d'arte sono state prese come esempio da tantissimi cantautori del settore, come Marilyn Manson, Gigione, i Behemot, i Belphegor, Gianni Morandi e Paolo Brosio. Non sempre, purtroppo, i veri artisti riconoscono e danno merito ai loro mentori.

Tra le prime opere musicali, troviamo Pio Pio PD, opera nata da un ricordo terribile dell'infanzia del suo autore. Quando aveva 5 anni, San Paolo partecipò ad una recita scolastica vestito da pulcino. Durante l'esibizione un compagno di classe gli pestò un piede, e il Vate gridò con tutta la voce che aveva in corpo il suo amore per il Signore dinanzi ai genitori della scolaresca. Così nacque Pio Pio PD, che inizia tra l'altro con "O mio Gesù, ma vaffancu'!", base campionata dalla recita scolastica stessa.

Un altro famosissimo brano è "Le Tagliatelle del PD", popolarissima canzone vincitrice del Grammy Award Duemilacredici, che narra della vita quotidiana del Vate stesso. L'opera, rubata senza pudore dagli autori dello Zecchino d'Oro, ha origine dal buco del culo del Chiavator dopo essersi mangiato Cristo col ragù un caldo pomeriggio d'estate. Non ha bisogno di presentazioni, schietta, dritta alla mente degli ascoltatori, precisa, lancia un messaggio inequivocabile: una protesta nei confronti del clero, a cui appartiene lo stesso Chiavator (ricordiamocelo bene), che ogni giorno dà un cattivo esempio facendo il suo 'porco comodo' (...). La SIAE ha vietato la riproduzione di questo brano ai non udenti, consegnando a tutti coloro che ne facciano richiesta un foglio con il testo della canzone, accessibile anche ai non vedenti.