Nonquote:Lucio Anneo Seneca: differenze tra le versioni
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{{cit2|Non dobbiamo maltrattare gli schiavi, questi nostri umili amici. {{dimensione|80%|(Epistolae ad Lucillum-XLVII)}}|[[Lucio Anneo Seneca|Seneca]], intento a flagellare un suo servo indisciplinato, filosofeggia sulle brutture della schiavitù.}} |
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{{cit2|Occorre sapersi ritirare molto anche in sé; infatti la frequentazione di persone dissimili turba il buon equilibrio raggiunto, rinnova le emozioni ed esaspera ciò che nell'animo è ancora debole e non pienamente guarito. {{dimensione|80%|(De tranquillitate animi)}}|[[Lucio Anneo Seneca]] inventa una scusa per sbattere fuori casa due [[Testimoni di Geova]].}} |
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Versione delle 21:36, 1 gen 2017
« Non dobbiamo maltrattare gli schiavi, questi nostri umili amici. (Epistolae ad Lucillum-XLVII) »
(Seneca, intento a flagellare un suo servo indisciplinato, filosofeggia sulle brutture della schiavitù.)
« Occorre sapersi ritirare molto anche in sé; infatti la frequentazione di persone dissimili turba il buon equilibrio raggiunto, rinnova le emozioni ed esaspera ciò che nell'animo è ancora debole e non pienamente guarito. (De tranquillitate animi) »
(Lucio Anneo Seneca inventa una scusa per sbattere fuori casa due Testimoni di Geova.)