Nonno Fiorucci: differenze tra le versioni

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==Tecnica==
==Tecnica==


Il cardine fondamentale su cui si basa l'intera arte bestemmiatoria del Nonno è la rabbia: tutte le sue bestemmie sono infatti pronunciate con una carica di rabbia talmente elevata che sovente sembra esulare dal contesto stesso che l'ha generata. I piccoli scherzi architettati dai nipoti infatti possono apparire al neofita come innoqui giochi adolescenziali e quindi indurre a valutare le sue reazioni bestemmiatorie come eccessive o fuori luogo. Alcuni critici hanno perfino maliziato su tale aspetto, ipotizzando l'artificiosità di certi video, come se il tutto fosse stato architettato appositamente per creare scalpore nello spettatore. Per controbattere queste accuse sul Nonno occorre indagare in maniera più approfondita il suo insegnamento, elencandone le peculiarità, le innovazioni e le similitudini con altri grandi bestemmiatori contemporanei. Solo in questo modo è possibile congliere le sfumature sublimi dell'arte bestemmiatoria del Nonno e rendersi conto di trovarsi di fronte ad un Maestro.
Il principio fondamentale su cui si basa l'arte bestemmiatoria del Nonno è la rabbia: tutte le sue bestemmie sono infatti pronunciate con una grande carica di rabbia, come nel caso del celeberrimo ''Dio serprente avvelenato'' ove il Maestro incalza fortemente le consonanti D R V.

Innanzitutto è bene inquadrare correttamente il contesto in cui le testimonianze video immortalano il Nonno. Risulta subito evidente l'ambiente agreste in cui molte scene hanno luogo. E' facile supporre come Nonno Fiorucci sia un uomo cresciuto nel Lavoro e dal Lavoro, quel Lavoro con la L maiuscola che sta ad indicare la fatica fisica subita sui campi agricoli, lavoro manuale, che mina il corpo e anche l'anima. Tutta la sottocultura contadina quindi sublima nel Nonno, con i tipici connotati di rozzezza, scontrosità e burberità. Non è quindi strano trovarsi di fronte a reazioni apparentemente eccessive e plateali seppure generate da semplici scherzi e richieste. Il suo gergo, i suoi modi, la sua eccessività fanno parte del bonario mondo contadino. Gli antichi retaggi di questa cultura povera portano inevitabilmente a scagliarsi contro le divinità e le entità a loro collegate, fenomeno questo dovuto alla tradizione secondo la quale tali divinità colpiscano i raccolti e la vita stessa degli agricoltori con carestie, maltempo e malattie. Si noti come una tale scuola di pensiero sia trasversale a tutte le civiltà in tutto il globo e in tutti i tempi, sia in contesti nonoteistici che in contesti politeistici. Il Nonno non sfugge quindi a questo quadro analitico e anzi se ne fa portavoce contemporaneo, principe di una schiera di nonni che lavorano nell'ombra con la stessa arte, ma che non hanno avuto la fortuna di essere scoperti dal grande pubblico. Ecco spiegata quindi la genesi dell'arte bestemmiatoria del Nonno e la sua veemenza applicativa.

La rabbia e l'impeto tipici del Nonno sono formalmente individuabili nell'uso rafforzativo di certe lettere. Egli generalmente produce frasi in cui alcune consonanti vengono pronunciate con vigore o vengono sottolineate soffermandocisi maggiormente. Un tipico caso è la celeberrima frase: ''Dio serpente avvelenato'' ove il Maestro incalza fortemente le consonanti D, V e si sofferma sulla R.


La principale innovazione del Nonno è rappresentata dall'uso delle malattive infettive per identificare le varie divinità a lui nemiche, ed ecco quindi apparire le varie ''madonna tubercolosa'', '''sta sifilitica'', ''madonna sverminata'', ed il più controverso ''madonna arrabbiata'' qui da intendersi nel senso di rabbiosa, cioè idrofoba. Ovviamente gli stessi epiteti possono riferirsi a Dio.
La principale innovazione del Nonno è rappresentata dall'uso delle malattive infettive per identificare le varie divinità a lui nemiche, ed ecco quindi apparire le varie ''madonna tubercolosa'', '''sta sifilitica'', ''madonna sverminata'', ed il più controverso ''madonna arrabbiata'' qui da intendersi nel senso di rabbiosa, cioè idrofoba. Ovviamente gli stessi epiteti possono riferirsi a Dio.

Versione delle 15:42, 27 nov 2007

Questo utente offende il Signore ed i suoi seguaci!
Lascialo perdere, o sarai scomunicato, arso vivo
e messo sotto sale per compiacere il Signore.

PORCO DIO!!!

Papa Germano Primo ha personalmente benedetto (a suo modo) questa voce.
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Nonno Fiorucci assiso in cattedra.


« Dio lupo manaio! »
(Nonno Fiorucci su Dio)


Nonno Fiorucci è stato e sarà sempre il più grande innovatore della Bestemmia Tradizionale.


Vita

Al secolo Vincenzo Gagliardoni Proietti, Nonno Fiorucci nasce in una data imprescisata del secolo scorso. La leggenda narra che al momento della sua nascita la statua della madonna del duomo di Foligno abbia pianto.

Benchè autoditatta e privo dei mezzi teconlogici oggi disponibili per apprendere e praticare la nobile arte della Bestemmia riesce comunque a raggiungerne i più alti livelli, modficando in maniera sostanziale le concezioni dei suoi ascoltatori che si trasformano inevitabilmente in discepoli. La sua arte pur non discostandosi dai temi classici riesce comunque a rinnovarli rinvigorendoli con gioia e fantasia.

Ultimo, ma solo in ordine di apparizione, dei Grandi della bestemmia è stato tramandato ai posteri grazie all'amorevole lavoro dei suoi diletti nipoti (Lorenzo detto "lorè" e la di lui innominata sorella) che, immortalando le sue orazioni tramite videofonino, lo hanno consegnato alla storia.

Purtroppo il nonno si spegne prematuramnete il 15 febbraio 2007, privando il mondo di un barocco artigiano della Bestemmia. Il nostro più grande rammarico è che la parte più consistente del suo lavoro non sia stato tramandato ai suoi discepoli che sono ora impegnati a trarre ed interpretare gli insegnamenti del Nonno dalle poche pagine che ci ha lasciato.

Tecnica

Il cardine fondamentale su cui si basa l'intera arte bestemmiatoria del Nonno è la rabbia: tutte le sue bestemmie sono infatti pronunciate con una carica di rabbia talmente elevata che sovente sembra esulare dal contesto stesso che l'ha generata. I piccoli scherzi architettati dai nipoti infatti possono apparire al neofita come innoqui giochi adolescenziali e quindi indurre a valutare le sue reazioni bestemmiatorie come eccessive o fuori luogo. Alcuni critici hanno perfino maliziato su tale aspetto, ipotizzando l'artificiosità di certi video, come se il tutto fosse stato architettato appositamente per creare scalpore nello spettatore. Per controbattere queste accuse sul Nonno occorre indagare in maniera più approfondita il suo insegnamento, elencandone le peculiarità, le innovazioni e le similitudini con altri grandi bestemmiatori contemporanei. Solo in questo modo è possibile congliere le sfumature sublimi dell'arte bestemmiatoria del Nonno e rendersi conto di trovarsi di fronte ad un Maestro.

Innanzitutto è bene inquadrare correttamente il contesto in cui le testimonianze video immortalano il Nonno. Risulta subito evidente l'ambiente agreste in cui molte scene hanno luogo. E' facile supporre come Nonno Fiorucci sia un uomo cresciuto nel Lavoro e dal Lavoro, quel Lavoro con la L maiuscola che sta ad indicare la fatica fisica subita sui campi agricoli, lavoro manuale, che mina il corpo e anche l'anima. Tutta la sottocultura contadina quindi sublima nel Nonno, con i tipici connotati di rozzezza, scontrosità e burberità. Non è quindi strano trovarsi di fronte a reazioni apparentemente eccessive e plateali seppure generate da semplici scherzi e richieste. Il suo gergo, i suoi modi, la sua eccessività fanno parte del bonario mondo contadino. Gli antichi retaggi di questa cultura povera portano inevitabilmente a scagliarsi contro le divinità e le entità a loro collegate, fenomeno questo dovuto alla tradizione secondo la quale tali divinità colpiscano i raccolti e la vita stessa degli agricoltori con carestie, maltempo e malattie. Si noti come una tale scuola di pensiero sia trasversale a tutte le civiltà in tutto il globo e in tutti i tempi, sia in contesti nonoteistici che in contesti politeistici. Il Nonno non sfugge quindi a questo quadro analitico e anzi se ne fa portavoce contemporaneo, principe di una schiera di nonni che lavorano nell'ombra con la stessa arte, ma che non hanno avuto la fortuna di essere scoperti dal grande pubblico. Ecco spiegata quindi la genesi dell'arte bestemmiatoria del Nonno e la sua veemenza applicativa.

La rabbia e l'impeto tipici del Nonno sono formalmente individuabili nell'uso rafforzativo di certe lettere. Egli generalmente produce frasi in cui alcune consonanti vengono pronunciate con vigore o vengono sottolineate soffermandocisi maggiormente. Un tipico caso è la celeberrima frase: Dio serpente avvelenato ove il Maestro incalza fortemente le consonanti D, V e si sofferma sulla R.

La principale innovazione del Nonno è rappresentata dall'uso delle malattive infettive per identificare le varie divinità a lui nemiche, ed ecco quindi apparire le varie madonna tubercolosa, 'sta sifilitica, madonna sverminata, ed il più controverso madonna arrabbiata qui da intendersi nel senso di rabbiosa, cioè idrofoba. Ovviamente gli stessi epiteti possono riferirsi a Dio.

Il Nonno è poi solito usare non una sola bestemmia, ma simpatiche filastrocche in cui più entità avverse vengono allegrmaente canzonate assieme: 'Sto porco de gesù, giuseppe e maria, con tutti gli angeli in compagnia. Se ne deduce anche che divinità minori come angeli e apostoli vengano frequentemente tirati in ballo.

Ultima importante innovazione è l'uso del genitivo che trasforma il soggetto della bestemmia in specificazione, è il caso di porca bbesctia della madonna. Nella fase finale della sua predicazione prevale invece il tono della bestemmia rassegnata come in dio maiale el porc del signore.

Il Nonno aderisce alla teoria già proposta in passato, ma sempre sottovalutata, che dio, maddona e tutta la loro combriccola attentino continuamente alla vita degli uomini inviando cancri e paralisi. E forse è proprio loro la colpa della sua prematura scomparsa. Dopotutto la verità fa male.

I Sacri discorsi del Maestro