Scrutinio: differenze tra le versioni

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{{Cit|E grandi torture facevano quelle popolazioni ai propri giovani con uomini e donne che nulla parevano avere di umano|[[Giulio Cesare|Cesare]] sugli scrutini}}
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Versione delle 16:59, 18 ott 2008

« E grandi torture facevano quelle popolazioni ai propri giovani con uomini e donne che nulla parevano avere di umano »
(Cesare sugli scrutini)


« E la preside, alzatasi in piedi disse: ho solo eseguito gli ordini »
(Hanna Arendt "La banalità dei voti")


« Gli studenti sono morti »
(Nietzsche sugli scrutini)

Storia


La nascita degli scrutini ha origini sconosciute, comunque testimanianze della loro esistenza sono già presenti nel "De Bello Gallico" di Cesare quanda tratta degli usi della più minacciosa delle tribù germaniche: gli Insgnanten. Molti critici però ritengono che Cesare fosse solo in botta quando ne scrisse. Si ritiene comunque che siano di origine nordica, gli scrutini infatti sono presenti in tutti i miti delle popolazioni del nord come "il terrificante giudizio finale che tutto distruggerà col fuoco".

In epoca imperiale il primo ad utilizzare gli scrutini fu Ottaviano Augusto che li utilizzò allo scopo di tenere a freno i giovani intellettuali dissidenti; lo stesso Orazio ne parla, sebbene non in modo palese, come l'unica cosa che non lo costringesse a "far fagotto e a scoprire l'Australia", cosa che comunque fece.