Nonbooks:Dressage

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« Un motivo in più per perdersi le olimpiadi »
La perfetta geometria della postura.

Il dressage è meraviglioso! Come si fa a non amarlo? Mentre si fa zapping tra i canali in chiaro non lo si può trovare, appare come per incanto, e il pollice si blocca impedendo l'uso del telecomando. Si resta incantati, incapaci di muoversi con un'unica domanda che frulla in testa: "Ma che cazzo fanno 'sti idioti?" Il dressage trasmigra tra canali di televendite e canali sportivi, inutile cercarlo, sarà lui a trovarvi. Le ore più propizie sono all'alba o al tramonto, il giorno in cui è stato avvistato con più frequenza la domenica.

Chiunque abbia visto il dressage alla televisione può ritenersi una persona molto fortunata. Chi lo ha visto dal vivo... beh, potete immaginarlo.

Il dressage è uno sport?

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Come praticare il dressage

La sella alla bersagliera.Un buon cavallo è fondamentale, ma non è niente senza il cardine del dressage stesso: la sella.

Per praticare il dressage occorre innanzitutto un cavallo. Di certo non può essere un cavallo qualunque, deve essere un cavallo bello, ma sopratutto ben pettinato, con boccoli o treccine legate con fiocchi variopinti, sono ammessi anche i bigodini ma solo per le giumente. I grandi maestri del dressage hanno dimostrato che per essere vincenti bisogna scegliere un cavallo del colore adatto e, nondimeno, bisogna assicurarsi che sbavi copiosamente. Il sesso dell'animale è ininfluente, si può partire con una puledra o indifferentemente con uno stallone gay.

Se si sbaglia sella, addio! La sella da dressage deve sembrare una sella da poco senza fronzoli o decori, così piccola da contenere a stento le natiche, ma è fondamentale che costi una follia. La sella da dressage monta nel centro un paletto in mogano che il fantino deve infilare nel culo prima della gara per mantenere la corretta postura. Chi piega, anche solo leggermente, la schiena viene squalificato. È tradizione, tra i fantini di questo nobile sport... di... questa nobile tradizione, spalmarsi l'ano con pasta abrasiva. Sembra che il rito sia stato introdotto dal duca Donato Cavalli in Bocca che dichiarò di averlo fatto così, per fare la cazzata.

Il fantino

Il fantino non può essere il classico fantino col cappellino bicolore e l'elica in cima. Non deve essere per forza un nano o un femminiello. Il fantino si sceglie per come indossa il frac e la tuba, ma sopratutto si deve intonare col cavallo. Il fantino deve avere l'abilità necessaria per rimanere impalato e impassibile per tutta la durata dell'esecuzione, per tale motivo è stato chiamato dressage, ossia drizzaggio. Non per niente il più grande tra i campioni fu un manichino della Standa, almeno finché non venne scoperto.

La musica

La musica è molto importante, perché lo scopo del gioco è far danzare il cavallo. Il ritmo è quindi fondamentale, cosicché i fantini scelgono personalmente il brano da interpretare, la velocità di regola può oscillare tra l'allegretto e il gioioso con brio. Si preferiscono brani di musica da camera, barocca, ballo liscio e a volte Grind Core. Appena parte la musica il cavallo inizia a cercare di sbagliare il ritmo in maniera costante alzando e abbassando le zampe a due a due o a tre a tre. È compito del cavallo cercare di non far cadere il fantino tenendolo in equilibrio per mezzo delle redini.

Come si vince

Bisogna essere molto eleganti, vince chi se la tira di più e si spara le pose più plastiche.

Penalità

Cavallo color diarrea (Squalifica)
  • Il cavallo va a ritmo di musica (1 Pt)
  • Lo stallone trascina il pene sul percorso di gara (3 Pts)
  • La giumenta riversa flutti di mestruo sul percorso di gara (3 Pts)
  • Il fantino si addormenta e cade da cavallo (4 Pts)
  • Il cavallo defeca su una scarpa del giudice di gara (2 Pts)
  • Il fantino colto da mal di mare vomita sul cavallo (2 Pts)

Anche i duri adorano il dressage